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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Traffico illegale di abiti usati scoperto dai Finanzieri in indagine coordinata dall’Antimafia

Traffico illegale di abiti usati scoperto dai Finanzieri in indagine coordinata dall’Antimafia

Gorizia - La Guardia di Finanza della Compagnia di Gorizia, al termine di un’inchiesta durata due anni, ha smascherato un grosso traffico illegale di rifiuti, costituiti in particolare da abiti usati, tra il Friuli Venezia Giulia e la Campania.

Ne danno notizia le stesse Fiamme Gialle in un comunicato diffuso in questi giorni.

Per mesi, a partire dal dicembre 2014 e senza alcuna autorizzazione da parte dei comuni interessati, in numerosi centri abitati delle province di Gorizia, Udine e Trieste, sono stati affissi volantini intestati ad “AIUTO ITALIA” e “PARTITO DEI POVERI”, che esortavano ignari cittadini a donare capi d’abbigliamento e accessori in buono stato per scopi umanitari e prestare così aiuto ed assistenza agli “italiani in difficoltà”.

Dopodiché, a bordo di un furgone, impiegando a turno e in cambio di una misera ricompensa sedici persone di nazionalità pakistana e afghana, tutti richiedenti asilo politico e domiciliati a Trieste, i sacchi di indumenti lasciati fuori dalle abitazioni venivano ritirati e portati presso un deposito, nascosto e ben sorvegliato, a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine.

Da qui gli abiti usati, con falsi documenti di viaggio e grazie alla compiacenza di un’impresa di trasporto con sede a Napoli, venivano periodicamente trasferiti presso una società della provincia di Caserta che provvedeva a selezionarli, dividerli per tipologia e rivenderli all’estero in numerosi Paesi sia comunitari (Bulgaria, Grecia) che extracomunitari (Albania, l’Egitto, la Giordania, la Tunisia, la Guinea, il Pakistan, il Sudafrica), traendo illeciti guadagni dalle donazioni di chi si era privato dei propri indumenti nella convinzione che questi potessero offrire un aiuto ai bisognosi.

Il traffico di abiti usati è stato però scoperto dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, insospettiti dai contenuti dei volantini e dall’assiduità con cui venivano effettuate le raccolte nella provincia goriziana.

Le Fiamme Gialle isontine, infatti, coordinate dal dott. Federico Frezza, Pubblico Ministero presso la Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Trieste, competente in materia di reati ambientali, per oltre un anno, attraverso appostamenti, pedinamenti, videoriprese e ricorrendo a strumenti di localizzazione satellitare, hanno monitorato tutte le fasi delle capillari operazioni di raccolta dei capi d’abbigliamento seguendo prima lo stoccaggio nel deposito di San Giorgio di Nogaro ed in seguito il trasferimento in Campania.

Una volta ricostruite le fasi del traffico di rifiuti, l’azienda campana destinataria degli indumenti, su delega dell’Autorità Giudiziaria, è stata perquisita dai finanzieri goriziani, i quali hanno rinvenuto, tra i pacchi di abiti pronti per essere venduti all’estero, proprio i volantini affissi in quasi tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia; tale circostanza ha confermato che l’abbigliamento stoccato nei magazzini aziendali, nonostante il “restyling”, era in parte quello raccolto illecitamente in Friuli.

I due organizzatori della “raccolta umanitaria”, domiciliati tra le province di Como e Monza Brianza, il titolare dell’impresa di trasporto e l’amministratore della società casertana, questi ultimi residenti nel napoletano, sono stati pertanto denunciati, in concorso, per traffico illegale di rifiuti, ai sensi dell’art. 260 comma 1 del D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale), che punisce, con la pena della reclusione da un anno a sei anni, “chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti”.

Quanto emerso nel corso delle indagini ha consentito di appurare che, dal dicembre 2014 al 2016, sono state raccolte illecitamente e trasferite dal Friuli Venezia Giulia alla Campania circa 120 tonnellate di indumenti usati.

L’Autorità Giudiziaria, alla luce delle prove raccolte, ha disposto la conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale notificato nei giorni scorsi agli indagati.

Al vaglio dei finanzieri anche la posizione debitoria con il Fisco dell’azienda campana che speculava sul traffico illegale di rifiuti ottenendo a costo zero gli abiti raccolti. La società, con cinque operai alle dipendenze, tra il 2014 ed il 2016, ha fatturato circa due milioni di euro.

L’attività d’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, nata dal costante controllo del territorio isontino, è stata finalizzata a contrastare chi abusa della credulità pubblica per realizzare illeciti guadagni e altera il corretto funzionamento dell’economia legale agendo in modo non leale nei confronti degli altri operatori che, con l'autorizzazione dei comuni, effettuano regolari raccolte di abiti usati, rispettando la legge e l’ambiente.

Affitti in nero, la Finanza dell’Isontino scopre 700 immobili irregolari. Evasioni per 200mila euro

Affitti in nero, la Finanza dell’Isontino scopre 700 immobili irregolari. Evasioni per 200mila euro

Gorizia - Il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Gorizia, nel corso del controllo del territorio nell’ambito dell’operazione “canoni fantasma”, tramite la Compagnia di Monfalcone, ha effettuato il monitoraggio di oltre 700 proprietari di immobili che si trovano nella stessa Monfalcone ed inoltre a Staranzano, Ronchi dei Legionari e circondario, compresa Grado, località interessata, nel periodo estivo, da numerose locazioni dei villeggianti che soggiornano nella nota località turistico-balneare.

In particolare, dall’inizio dell’anno, le Fiamme Gialle hanno monitorato circa 700 proprietari di immobili. Ne dà notizia, con un comunicato diffuso in data 2 dicembre, la stessa Guardia di Finanza.

Dal patrimonio informativo acquisito dalle banche dati in uso ai finanzieri, dall’incrocio dei dati presso alcune agenzie immobiliari del territorio nonché dai sopralluoghi effettuati dalla GDF presso gli immobili dichiarati al Fisco “a disposizione”, sono emerse diverse incongruenze con quanto riportato dai proprietari nei modelli dichiarativi presentati.

Le operazioni di controllo hanno pertanto consentito l’individuazione e la segnalazione all’Agenzia delle Entrate di 27 soggetti, tutti persone fisiche, per una evasione complessiva in materia di redditi da fabbricati pari a 205.000 euro.

In particolare, si è trattato di nove proprietari che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi e, pertanto, segnalati quali evasori totali; altri soggetti hanno omesso completamente i redditi da fabbricati, altri ancora hanno indicato un canone di locazione inferiore a quanto realmente percepito.

Ulteriori 20 proprietari di immobili, ubicati nel mandamento monfalconese e residenti nelle province di Bergamo, Milano, Torino, Trento, Treviso, Trieste, Udine e Verona, sono stati segnalati ai Reparti del Corpo territorialmente competenti in quanto rei di aver “dimenticato” di dichiarare canoni di locazione percepiti per complessivi 112.000 euro.

Il controllo nei confronti dei “furbetti” del canone di locazione è stato esteso anche all’I.M.U.; qui è emerso l’illecito ricorso, da parte dell’uno o dell’altro coniuge, di mantenere la residenza nell’immobile locato al solo fine di continuare ad usufruire delle agevolazioni spettanti per l’abitazione principale.

I risultati ottenuti dall’attività in parola hanno consentito la segnalazione per omesso versamento dell’I.M.U. per circa 35.000 euro di competenza dei Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Grado con i quali, già da tempo, la Guardia di Finanza ha stretto un rapporto di fattiva collaborazione che si sostanzia in continui screening ed incroci di dati atti a determinare l’effettiva destinazione d’uso degli immobili per l’applicazione della relativa aliquota spettante.

L’attività di controllo, coordinata dal Comando Provinciale di Gorizia, svolta nel settore immobiliare, è finalizzata a contrastare quei comportamenti illeciti caratterizzati dall’occultamento di ricchezze possedute, per assicurare l’equità fiscale fra tutti i cittadini, esigenza oggi particolarmente sentita anche per il perdurare dell’attuale congiuntura economica.

La Guardia di Finanza intercetta traffico illegale di gasolio diretto in Puglia

La Guardia di Finanza intercetta traffico illegale di gasolio diretto in Puglia. 26mila litri per VF

Gorizia - Due pattuglie della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, nelle scorse settimane, nei pressi del casello autostradale “Lisert” nei pressi di Monfalcone (Go), durante l’attività di controllo del territorio orientata al contrasto dell’importazione dall’Est Europa di prodotti petroliferi in evasione d’imposta, hanno intercettato un mezzo pesante il cui conducente, alla richiesta di indicare l’origine, la destinazione e l’oggetto del viaggio, riferiva di provenire da Maribor (Slovenia), di essere diretto a Bari e di trasportare rifiuti liquidi industriali.

Il nervosismo dell’autista, gravato da numerosi precedenti di polizia, le contraddizioni tra quanto aveva dichiarato di trasportare e la documentazione di viaggio, il sospetto che quanto trasportato sarebbe stato impiegato come gasolio per autotrazione nel territorio nazionale, hanno indotto i finanzieri goriziani a pedinare il camion, il quale, dopo quasi due giorni di continue soste e ripartenze lungo tutta l’autostrada adriatica, è giunto sino in Puglia.

Qui il mezzo, dopo essere uscito al casello di Canosa di Puglia (Bt), non si è diretto a Bari, ma in provincia di Foggia, per la precisione nelle campagne di Cerignola, all’interno di un’impresa avente per attività economica il commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi.

A questo punto le fiamme gialle isontine hanno deciso di fare ingresso nell’azienda dove, nel piazzale posteriore, è stato scoperto un vero e proprio distributore abusivo di carburante, grande circa 100 metri quadri, con tanto di cisterne, pompe, contalitri e pistola erogatrice.

L’ingresso dei finanzieri ha colto di sorpresa i contrabbandieri permettendo di accertare la presenza di cinque soggetti che, utilizzando un carrello elevatore, aiutavano l’autista a scaricare dall’autoarticolato i 26 fusti di prodotto petrolifero, ciascuno da 1.000 litri, ed a travasarlo nelle cisterne.

Le operazioni di perquisizione del distributore illegale, svolte con l’ausilio di una pattuglia del Comando Provinciale di Foggia, si sono concluse con il sequestro preventivo del deposito, delle attrezzature, dell’autoarticolato e dei 26.000 litri di prodotto petrolifero, nonché con la denuncia a piede libero dei sei contrabbandieri di gasolio per i reati di sottrazione al pagamento dell'accisa sugli oli minerali e irregolarità nella circolazione.

Contestati anche i reati di mancato possesso del certificato di prevenzione incendi e frode in commercio, atteso che il prodotto petrolifero, a seguito di analisi chimiche, non è risultato composto al 100% da gasolio, ma anche da olio pesante e olio vegetale, idoneo comunque a garantire la carburazione dei motori diesel ma nel tempo destinato ad arrecare danni irreparabili e frequenti e straordinarie manutenzioni.

L’intervento di una squadra del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari ha consentito di provare la totale non rispondenza del deposito abusivo alle norme vigenti.

I 26.000 litri di prodotto in sequestro, su autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati assegnati al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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