Traffico illegale di abiti usati scoperto dai Finanzieri in indagine coordinata dall’Antimafia
- Dettagli
- Categoria: Gorizia
- Pubblicato Lunedì, 05 Dicembre 2016 18:14
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 1699
Gorizia - La Guardia di Finanza della Compagnia di Gorizia, al termine di un’inchiesta durata due anni, ha smascherato un grosso traffico illegale di rifiuti, costituiti in particolare da abiti usati, tra il Friuli Venezia Giulia e la Campania.
Ne danno notizia le stesse Fiamme Gialle in un comunicato diffuso in questi giorni.
Per mesi, a partire dal dicembre 2014 e senza alcuna autorizzazione da parte dei comuni interessati, in numerosi centri abitati delle province di Gorizia, Udine e Trieste, sono stati affissi volantini intestati ad “AIUTO ITALIA” e “PARTITO DEI POVERI”, che esortavano ignari cittadini a donare capi d’abbigliamento e accessori in buono stato per scopi umanitari e prestare così aiuto ed assistenza agli “italiani in difficoltà”.
Dopodiché, a bordo di un furgone, impiegando a turno e in cambio di una misera ricompensa sedici persone di nazionalità pakistana e afghana, tutti richiedenti asilo politico e domiciliati a Trieste, i sacchi di indumenti lasciati fuori dalle abitazioni venivano ritirati e portati presso un deposito, nascosto e ben sorvegliato, a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine.
Da qui gli abiti usati, con falsi documenti di viaggio e grazie alla compiacenza di un’impresa di trasporto con sede a Napoli, venivano periodicamente trasferiti presso una società della provincia di Caserta che provvedeva a selezionarli, dividerli per tipologia e rivenderli all’estero in numerosi Paesi sia comunitari (Bulgaria, Grecia) che extracomunitari (Albania, l’Egitto, la Giordania, la Tunisia, la Guinea, il Pakistan, il Sudafrica), traendo illeciti guadagni dalle donazioni di chi si era privato dei propri indumenti nella convinzione che questi potessero offrire un aiuto ai bisognosi.
Il traffico di abiti usati è stato però scoperto dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, insospettiti dai contenuti dei volantini e dall’assiduità con cui venivano effettuate le raccolte nella provincia goriziana.
Le Fiamme Gialle isontine, infatti, coordinate dal dott. Federico Frezza, Pubblico Ministero presso la Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Trieste, competente in materia di reati ambientali, per oltre un anno, attraverso appostamenti, pedinamenti, videoriprese e ricorrendo a strumenti di localizzazione satellitare, hanno monitorato tutte le fasi delle capillari operazioni di raccolta dei capi d’abbigliamento seguendo prima lo stoccaggio nel deposito di San Giorgio di Nogaro ed in seguito il trasferimento in Campania.
Una volta ricostruite le fasi del traffico di rifiuti, l’azienda campana destinataria degli indumenti, su delega dell’Autorità Giudiziaria, è stata perquisita dai finanzieri goriziani, i quali hanno rinvenuto, tra i pacchi di abiti pronti per essere venduti all’estero, proprio i volantini affissi in quasi tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia; tale circostanza ha confermato che l’abbigliamento stoccato nei magazzini aziendali, nonostante il “restyling”, era in parte quello raccolto illecitamente in Friuli.
I due organizzatori della “raccolta umanitaria”, domiciliati tra le province di Como e Monza Brianza, il titolare dell’impresa di trasporto e l’amministratore della società casertana, questi ultimi residenti nel napoletano, sono stati pertanto denunciati, in concorso, per traffico illegale di rifiuti, ai sensi dell’art. 260 comma 1 del D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale), che punisce, con la pena della reclusione da un anno a sei anni, “chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti”.
Quanto emerso nel corso delle indagini ha consentito di appurare che, dal dicembre 2014 al 2016, sono state raccolte illecitamente e trasferite dal Friuli Venezia Giulia alla Campania circa 120 tonnellate di indumenti usati.
L’Autorità Giudiziaria, alla luce delle prove raccolte, ha disposto la conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale notificato nei giorni scorsi agli indagati.
Al vaglio dei finanzieri anche la posizione debitoria con il Fisco dell’azienda campana che speculava sul traffico illegale di rifiuti ottenendo a costo zero gli abiti raccolti. La società, con cinque operai alle dipendenze, tra il 2014 ed il 2016, ha fatturato circa due milioni di euro.
L’attività d’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, nata dal costante controllo del territorio isontino, è stata finalizzata a contrastare chi abusa della credulità pubblica per realizzare illeciti guadagni e altera il corretto funzionamento dell’economia legale agendo in modo non leale nei confronti degli altri operatori che, con l'autorizzazione dei comuni, effettuano regolari raccolte di abiti usati, rispettando la legge e l’ambiente.