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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Dal 18 maggio il Festival "èStoria"

Dal 18 maggio il Festival

La storia è la protagonista dell’VIII Festival internazionale che porterà a Gorizia da venerdì 18 a domenica 20 maggio 2012 storici e studiosi, scrittori e giornalisti, artisti e testimoni del passato, italiani e stranieri: tre giornate di incontri, dibattiti, interviste, presentazioni di novità editoriali, spettacoli, mostre, escursioni a bordo di èStoriabus.

Giunto alla sua ottava edizione, èStoria propone nuovamente un tema di ampio respiro, per guardare alla storia indagando l’uomo e il suo percorso dall’antichità ai nostri giorni. La scelta tematica per il 2012 sarà, infatti, "Profeti".

Imperi, Rivoluzioni, Eroi, Patrie, Orienti e Guerre hanno caratterizzato le passate edizioni del festival: la costante attenzione rivolta a soggetti e questioni che hanno percorso da protagonisti la ribalta della storia si focalizzerà ora sul rapporto tra l’individuo e il nuovo. La capacità di alcuni nostri predecessori di immaginare e progettare il futuro ha dato origine agli anelli di una catena che, l’uno dopo l’altro, si susseguono collegando passato e presente. Tuttavia, come comprendere con certezza quando un’idea è profetica e quando invece è solo utopia, o peggio, ideologia, delirio o megalomania? Che fare di tutti i profeti inascoltati, le Cassandre malviste dai loro contemporanei ma spesso, imprevedibilmente, riabilitate? Riuscire a distinguere il profeta dall’impostore richiede momenti di analisi e contributi di conoscitori esperti presentati, però, in maniera tale da diventare comprensibili a tutti, una visione da diverse prospettive ma su un piano coerente. Sono le metodologie che hanno consolidato il successo di èStoria e che continueranno a fungere da bussola anche in questa nuova edizione.

Già i versi di Omero e Virgilio popolavano l’antichità classica di figure guida: Pizie, Sibille, indovini, oracoli ineludibili, spesso oscuri e talvolta crudeli, in ogni caso specchio fedele del rapporto tra uomo e destino. Ogni grande evento era accompagnato da segnali, e saperli cogliere poteva, nella mentalità del tempo, segnare la differenza tra un successo duraturo e una gloria più effimera, la difformità tra Pericle e Alcibiade, Romolo e Tarquinio il Superbo.

Come altre religioni, anche il Cristianesimo ha nel profetismo una componente fondamentale che dalla tarda antichità si innesterà poi nel Medioevo, segnandolo fatalmente anche nella storiografia successiva come l’età delle superstizioni e delle attese apocalittiche, degli eretici alla ricerca di futuri alternativi a quelli proposti dall’ortodossia e delle crociate al grido di "Dio lo vuole!".

Tuttavia, sono profeti anche gli uomini in grado di immaginare un avvenire non previsto e annunciarlo alle loro epoche: sostenuti da secoli meno bui rispetto a quanto descritto, i pensatori dell’Umanesimo aprono maestosamente la strada alle teorie politiche e filosofiche, così come alle innovazioni economiche, alle scoperte geografiche e alle invenzioni tecnologiche.

Quasi sempre il nuovo che avanza è, se non apertamente osteggiato, quantomeno visto con sospetto dall’ordine costituito, generalmente pago di se stesso e del potere. Ma anche le teste dei re possono cadere, e i rivoluzionari francesi, ad esempio, divengono artefici di alcune profezie dell’Illuminismo, che essi stessi però tradiscono in parti significative. Perché, come la historia magistra insegna, il futuro si può immaginare e progettare ma mai controllare a lungo.

Una lezione dura da imparare per il positivismo ottocentesco e la sua convinzione di un inarrestabile progresso per l’uomo: certezze e assunti destinati a essere sconvolti dalla brutalità del successivo "secolo breve" con i suoi conflitti e totalitarismi, pur accompagnati da elementi di sviluppo altrettanto impensabili.

I nostri giorni ci sembrano più che mai privi di certezze a proposito del futuro, le previsioni più note lo sono generalmente per il loro fallimento: siamo ancora in grado di generare profeti e, quand’anche la risposta fosse positiva, di riconoscerli?

Tante domande accompagneranno anche questa nuova edizione di èStoria, sempre con l’obiettivo di garantire un dialogo attento e ricco di spunti.

Il programma di èStoria 2012 proporrà al pubblico una fitta serie di appuntamenti in varia forma: lectio magistralis, dibattiti a più voci, incontri con l'autore in forma d'intervista, presentazioni di libri.

A corollario del programma sono previsti spettacoli, concerti, mostre, proiezioni.

Riparte èStoriabus, per viaggiare nel tempo e nella storia.
Come avviene dall'edizione 2007, èStoria 2012 proporrà una specifica programmazione di uscite storico-turistiche a bordo di èStoriabus: guidato da uno storico di vaglia, in veste di cicerone d'eccezione, il gruppo di partecipanti a bordo del pullman visiterà località della regione Friuli Venezia Giulia di particolare rilevanza storica, lungo percorsi appositamente concepiti e afferenti a epoca storica diversa.

Colazione con la Storia, inaugurata dalla VI edizione del festival, viene riproposta anche quest'anno, per iniziare la giornata confrontandosi con lo strumento principe della nostra storia quotidiana: il giornale. Una lettura e un commento guidati da giornalisti e storici per approfondire criticamente le notizie di ciò che accade intorno a noi.








Monfalcone, alla Caritas le bici abbandonate

Monfalcone, via le bici abbandonate

A Monfalcone sono 40 le biciclette fino ad ora prelevate dai vigili perché lasciate legate a manufatti stradali in violazione della modifica al Regolamento di Polizia Municipale che prevede, appunto, la rimozione dei velocipedi se non regolarmente posizionati sulle rastrelliere o nelle zone dedicate.

La modifica al regolamento, resa operativa dopo il passaggio in Consiglio Comunale, è scattata dallo scorso 1 febbraio. In questi ultimi due mesi la città ha visto una rimozione ogni due giorni.

«Avevamo promesso, dopo una campagna informativa di due mesi, che con lo scattare del mese di febbraio avremmo proceduto ai controlli, e così è stato – spiega l'assessore alla Polizia Urbana Omar Greco - . Il provvedimento, come abbiamo spiegato in consiglio comunale, non è vessatorio verso i ciclisti ma vuole dare un segnale forte sul rispetto che ciascuno di noi deve alla sua città per garantire il giusto decoro».

I velocipedi rimossi, infatti, non vengono distrutti: rimangono presso la sede della Polizia Urbana dando così al loro proprietario il tempo di reclamarli. «I risultati finora ottenuti sono la dimostrazione dell'efficacia del provvedimento» conclude l'assessore.

Il provvedimento di rimozione delle biciclette riguarda i velocipedi che sono lasciati per più di dieci giorni lasciati legati a manufatti stradali. Se però le biciclette vengono lasciate legate a pali in determinate vie della città, ovvero via fratelli Fontanot (nel tratto tra via Toti e via Matteotti), piazzale della stazione, via Randaccio (dal piazzale Stazione a via Romana), piazza Cavour e via Duca d'Aosta), non si attenderanno i 10 giorni e la rimozione sarà immediata.

Le biciclette finora sequestrate e non reclamate ma ancora in buono stato sono state consegnate alla Caritas Goriziana.








Primorski dnevnik a rischio chiusura

Primorski dnevnik

«Quale destino ci attende?» Un punto di domanda in formato cubitale campeggia sulla prima pagina dell'edizione di domenica del Primorski dnevnik, quotidiano in lingua slovena del Friuli Venezia Giulia, voce insostituibile di quasi tremila soci della cooperativa che lo edita e di alcune decine di migliaia di lettori, uno dei pochi quotidiani non italiani che si pubblicano nel nostro Paese.

È un'iniziativa senza precedenti per il giornale che da oltre sessant’anni esce a Trieste e Gorizia, dettata da una situazione di estrema emergenza. Ma è soprattutto un appello per la sopravvivenza. «Il tempo sta per scadere, comincia a mancarci l'ossigeno.» Lo ha scritto nell'editoriale di domenica il direttore Dušan Udovič ricordando che l'urgenza è dettata dai tagli dei contributi destinati all'editoria che garantiscono l'esistenza del giornale e dal blocco dei fondi della legge 416 per il 2010 a causa di accertamenti tecnici. Il taglio dei contributi è retroattivo ed è del 15 per cento per il 2010 di cui l'editore è venuto a conoscenza all'inizio del 2012. Un taglio ulteriore e di maggior entità è stato prospettato per il 2011.

«L'editore è costretto a ricorrere a provvedimenti urgenti che inevitabilmente portano alla riduzione delle pagine e colpiscono pesantemente la qualità del giornale. Ci preoccupa fortemente questa spirale da cui alcune testate già non hanno avuto ritorno.

Non vogliamo nemmeno immaginare - lo afferma il direttore - che la nostra comunità possa perdere il suo unico quotidiano di riferimento. Sarebbe inaccettabile per uno Stato democratico e comporterebbe un abbassamento del livello di tutela di cui la minoranza di lingua slovena gode per legge. Finora il giornale ha sempre goduto di considerazione da parte dello Stato e degli Uffici competenti. Vogliamo dunque credere che per il Primorski dnevnik, pilastro portante della comunità slovena in Italia, si trovi una soluzione che gli garantisca il futuro. Ma il tempo sta per scadere, comincia a mancarci l'ossigeno.»








Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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