Società completamente sconosciuta al fisco evade 3 milioni di euro
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- Pubblicato Mercoledì, 19 Ottobre 2016 12:37
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Gorizia - La Guardia di Finanza della Compagnia di Monfalcone ha individuato una società di un Paese europeo, di fatto operante nel territorio nazionale, risultata completamente sconosciuta al Fisco italiano, che ha evaso circa 3 milioni di euro ai fini delle imposte dirette, impiegando 89 lavoratori, per i quali non sono state operate ritenute fiscali per 90.000 euro.
L’attività, coordinata dal Comando Provinciale di Gorizia, rientra nel dispositivo permanente di contrasto all’evasione fiscale internazionale, volta all’individuazione di compagini imprenditoriali che, pur facendo figurare artificiosamente la propria sede legale in Paesi esteri per sottrarsi all’imposizione fiscale nazionale — sia comunitari che extracomunitari – di fatto hanno una stabile e permanente organizzazione in Italia e non sottopongono a tassazione i redditi prodotti sul territorio nazionale, creando, oltre al danno per l’Erario, fenomeni distorsivi e inficianti la corretta concorrenza commerciale.
In particolare, i Finanzieri di Monfalcone hanno posto sotto la lente di ingrandimento gran parte delle società estere operanti nel settore della cantieristica navale della provincia, verificandone analiticamente il corretto assolvimento degli obblighi fiscali nazionali. Da tali controlli, sono emerse molteplici anomalie, che hanno portato alla luce un’evasione fiscale di rilevante portata economica nei confronti di una società estera.
L’analisi della documentazione contabile raccolta, nel corso delle complesse ed articolate operazioni d’indagine, ha permesso agli investigatori di ricostruire analiticamente il reale volume d’affari dell’impresa, nonché l’ammontare di tutte le prestazioni lavorative effettuate nel territorio nazionale, i cui redditi prodotti sono stati fraudolentemente sottratti all’imposizione fiscale italiana.
Il meccanismo illecito si è dimostrato particolarmente redditizio; l’impresa, forte del fatto di mantenere la propria sede legale in Paese estero e approfittando della strategica posizione geografica del territorio goriziano ometteva di presentare la dichiarazione dei redditi prodotti per il periodo relativo alla permanenza sul territorio nazionale, adducendo, quale giustificazione, l’aver ottemperato ai previsti obblighi fiscali nel proprio Paese d’origine.
In tal modo, l’impresa eludeva astutamente il sistema impositivo, confidando nelle oggettive difficoltà, da parte del fisco italiano, di quantificare con esattezza il lasso di tempo di permanenza lavorativa della società all’interno del Paese ospitante.
Truffa da 6 milioni nell’isontino per bancarotta fraudolenta, cinque persone indagate
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- Pubblicato Venerdì, 30 Settembre 2016 18:12
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Gorizia - Sei persone sono indagate per la bancarotta da sei milioni di euro di un’azienda di famiglia operante nel monfalconese.
Lo rende noto la Guardia di Finanza di Gorizia, che dopo una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Gorizia ha riscontrato l’esistenza di una vasta frode ai danni dello Stato e della Regione.
Gli illeciti contestati sono inerenti a vari fatti aggravati che vanno dalla bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e semplice, e al ricorso abusivo al credito.
In sostanza, è emerso che gli indagati, tra cui 5 familiari, hanno condotto al dissesto ed all’insolvenza la loro società, operante nel settore delle escavazioni e del movimento terra, ai danni dell’Erario, di banche e di diversi creditori, attraverso la distrazione di vari beni, del valore complessivo di circa 32 milioni di euro (macchinari, automezzi, importanti contratti d’appalto in corso d’opera), ceduti, senza corrispettivo e senza valida giustificazione economica, ad una impresa estera di diritto sudamericano riconducibile alla stessa famiglia.
In particolare, è stato accertato, tra l’altro, che tra questi beni trasferiti all’estero vi erano anche alcuni costosi macchinari acquistati con le agevolazioni previste dalla c.d. “Legge Sabatini” - in violazione all’obbligo che impone la loro utilizzazione nella Regione Friuli Venezia Giulia – con la conseguente omessa restituzione dei contributi percepiti, pari ad euro 76.500,00 e conseguente segnalazione a Medio Credito Centrale S.p.A. che ha attivato le procedure per la revoca del contributo.
Inoltre, nell’ultima fase gestionale dell’attività, gli amministratori erano riusciti ad ottenere una moratoria al fine di posticipare il rimborso delle rate di un finanziamento che in seguito non hanno più onorato, causando un danno erariale pari a circa 130.000,00 euro, atteso che tale finanziamento era in buona parte garantito dal Fondo PMI (gestito dal Medio Credito Centrale S.p.A.).
I debiti verso l’erario, nel complesso, sono riferibili all’attività gestionale dell’impresa così come accertato al termine di una parallela verifica fiscale eseguita dai finanzieri, che hanno constatato costi non deducibili per quasi 5 milioni di euro e omessi versamenti di imposte (tra imposte dirette, ritenute ed I.V.A.) per complessivi circa 560.000,00 euro.
Per quanto riguarda i finanziamenti e le altre agevolazioni pubbliche ottenute dalla società, sono state segnalate n. 3 persone alla Procura Regionale della Corte dei Conti per danno erariale.
Infine, nei confronti di uno degli amministratori della società – che si era “anagraficamente” trasferito in sud America, dopo la raccolta delle prove della sua effettiva residenza nella provincia isontina, è stata accertata un’evasione fiscale di circa 600.000,00 euro non dichiarati al Fisco, in buona parte detenuti su conti in Paesi offshore.
La maga non paga: la Finanza scopre una medium illegale che evade le tasse
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- Pubblicato Martedì, 27 Settembre 2016 14:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - I Finanzieri della Compagnia di Monfalcone hanno individuato e sottoposto a verifica fiscale una donna, residente nel mandamento monfalconese, dedita a prestare la propria attività di “lettura tarocchi” e “medium” presso la propria abitazione di residenza, che dichiarava al Fisco poco più di 100 Euro l’anno, constatando oltre 160.000 Euro di ricavi non dichiarati e 35.000 Euro di I.V.A. non versata.
Nel corso della loro attività di monitoraggio dei canali commerciali locali, nell’ambito dei servizi prestati per il benessere psico-fisico della persona, le Fiamme Gialle isontine hanno posto la lente di ingrandimento nei confronti di “attività esoteriche” quale categoria in particolare ascesa nel corso degli ultimi anni ed i cui singolari servizi vengono ampiamente utilizzati sia da persone di sesso femminile che maschile.
Dalle notizie apprese sul territorio sono quindi emerse alcune posizioni di dubbia legalità dovute all’esercizio di tali professioni all’interno di abitazioni private, ipotizzando in tal modo dannosi fenomeni di concorrenza sleale.
Attraverso i numerosi appostamenti effettuati dai militari presso il luogo individuato, è da subito saltato all’occhio un copioso flusso di clientela che entrava ed usciva quotidianamente dall’abitazione, tale da rendere altamente plausibile il buon andamento dell’esercizio dell’attività economica, confutando, pertanto, l’esigua dichiarazione dei redditi presentata annualmente.
La successiva procedura di accesso dei Finanzieri presso l’abitazione della contribuente, debitamente autorizzata dalla locale Procura della Repubblica, ha così portato alla luce un vero e proprio locale adibito all’accoglienza della nutrita clientela, ove veniva esercitata la lettura dei tarocchi e, soprattutto, l’attività di “medium”.
Sulla scorta di tali evidenze e con l’ausilio delle dichiarazioni fornite dalla gran parte della clientela appositamente identificata e sentita in atti, i militari hanno provveduto ad una puntuale ricostruzione del volume di affari annuale generato dalle attività di prestazione di servizi posta in essere dalla maga, recuperando a tassazione complessivamente oltre 160mila euro di ricavi non dichiarati e 35.000 euro di I.V.A. non versata nelle casse dell’erario.
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