Carte false per prendere incentivi statali, truffa da 1 milione e 300mila euro. 6 indagati
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- Categoria: Gorizia
- Pubblicato Giovedì, 11 Agosto 2016 09:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Monfalcone (Go) - La Guardia di Finanza della Compagnia di Monfalcone ha effettuato un maxi-sequestro di beni mobili ed immobili per quasi 1 milione di euro, che facevano parte dei proventi di una truffa aggravata ai danni dello Stato ed indebita percezione di contributi pubblici, con il conseguente deferimento all’Autorità Giudiziaria competente di sei soggetti coinvolti.
L’operazione, coordinata dal Sostituto della Procura della Repubblica Dott.ssa Laura Collini, titolare delle indagini - tuttora in corso di svolgimento - è scaturita dall’approfondimento della fondatezza dei requisiti nella percezione di un contributo pari a 1 milione e 300 mila Euro per “incentivi alle imprese” erogato dal Ministero dello Sviluppo Economico in capo ad una società operante in provincia nel settore della piccola cantieristica navale.
Dagli approfondimenti è emerso che l’acquisizione dei fondi era stata astutamente operata mediante un meccanismo fraudolento, consistente nell’emissione di fatture false per lavorazioni mai effettuate, che andassero a comprovare all’Ente erogatore una considerevole spesa sostenuta, pari a circa 2 milioni e 700 mila Euro, per dimostrare la presenza dei requisiti richiesti per dell’ottenimento in denaro di circa il 50% del spesa sostenuta, a fondo perduto.
In particolare, una delle società è risultata essere una mera “cartiera”, completamente sconosciuta al fisco, operante esclusivamente nell’emissione a favore degli altri soggetti economici coinvolti dei documenti fiscali necessari all’avvio del meccanismo di dissimulazione.
I Finanzieri hanno così portato alla luce una truffa aggravata ai danni dello stato perpetrata da ben 6 società della provincia di Gorizia e di Udine, facenti capo ad altrettanti soggetti - quali amministratori di diritto o di fatto delle stesse - conniventi nel medesimo disegno criminoso e tutti riconducibili ad una filiera comune di operazioni commerciali e finanziarie “fantasma” utili al meccanismo fraudolento, rendendone particolarmente difficoltosa la ricostruzione.
In aggiunta, l’emissione e l’utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti ha permesso agli amministratori di creare artificiosamente indebiti crediti di imposta, utilizzati in sede di dichiarazione dei redditi al fine della compensazione dei diversi tributi dovuti all’Erario.