Fiamme Gialle di Gorizia scoprono frode a viticoltori pagati con assegni rubati
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- Categoria: Gorizia
- Pubblicato Giovedì, 04 Agosto 2016 16:08
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - La Guardia di Finanza ha portato a termine una lunga ed articolata inchiesta avviata in seguito ad una denuncia presentata al Nucleo di polizia tributaria di Gorizia dal titolare di una nota azienda vitivinicola del Collio goriziano.
Il viticoltore aveva subito il raggiro di un sedicente operatore economico della provincia di Caserta che gli aveva proposto, tramite e-mail, l’acquisto di un significativo quantitativo di vino confezionato, con pagamento alla consegna mediante assegno circolare per l’importo concordato di 6.000 euro.
Solo dopo averlo presentato all’incasso, il venditore apprendeva dell’inesigibilità del titolo di credito poiché – nonostante la genuinità materiale dell’assegno – lo stesso apparteneva ad una partita di altri 322 assegni trafugati “in bianco” nel corso di una rapina ad un portavalori.
La capillare attività effettuata dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Gorizia, inizialmente sotto la direzione della Procura della Repubblica di Gorizia e successivamente – per competenza territoriale – della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), ha consentito di individuare le aziende agricole frodate e di risalire all’identità dei truffatori.
In particolare, oltre alle modalità classiche di indagine, gli investigatori si sono avvalsi anche di intercettazioni telematiche e di tecniche informatiche avanzate, poiché si è ritenuto che l’origine degli assegni, frutto di rapina, potesse derivare da un’attività delinquenziale tipica della criminalità organizzata.
Si è potuto così risalire alle persone associate alle caselle di posta elettronica dalle quali erano partite le corrispondenze strumentali alle truffe, nonché individuare i nominativi degli intestatari delle utenze telefoniche cellulari utilizzate per contattare i soggetti raggirati.
Il meccanismo fraudolento, così come accertato dalle Fiamme Gialle goriziane, consisteva nell’inviare a numerosissime aziende agricole una proposta di acquisto di vino imbottigliato richiedendo il “listino” dei prezzi, che stranamente non veniva mai contestato o mercanteggiato al ribasso.
I successivi contatti telefonici intercorrevano solamente con quei venditori che si mostravano interessati all’affare e che accettavano il pagamento con assegno circolare ricevuto in contrassegno alla consegna della merce.
Perfezionata la truffa, gli acquirenti, per non essere rintracciati, provvedevano all’immediata chiusura delle utenze telefoniche e delle società o imprese utilizzate come paravento, intestate a compiacenti soggetti nullatenenti, ovvero ad extracomunitari non rintracciabili.
La truffa, così descritta, ha danneggiato almeno venti aziende agricole regionali e numerose altre nell’intero territorio nazionale e non ha risparmiato neppure il Collio sloveno. In particolare il raggiro ai danni di un viticoltore sloveno, al quale i truffatori avevano ordinato, a più riprese, un ingente quantitativo di vino imbottigliato, con spese di spedizione a carico del venditore, garantendo il pagamento con un assegno da consegnare al corriere nel luogo di destinazione, concordato in un paese del casertano, ha consentito agli investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Gorizia, sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria, di recarsi presso il luogo di consegna della merce dove hanno colto in flagranza di reato i malfattori, procedendo alla loro identificazione ed al controllo del titolo di credito offerto in contrassegno - che risultava palesemente contraffatto - e sottoporre a sequestro quattro bancali di vino confezionato del valore di oltre 10.000,00 euro.
Le contestuali operazioni di perquisizione e sequestro, eseguite presso le abitazioni dei responsabili della truffa, consentivano il rinvenimento, tra l’altro, di un centinaio tra cambiali e assegni ricettati e documentazione varia attinente alle truffe perpetrate.
Nel complesso, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE), sono stati segnalati tredici soggetti per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di assegni rubati, falsità in atti, truffa aggravata e riciclaggio.
L’indagine, sviluppata a partire dal 2013 e protrattasi sino al 2015, si è ora conclusa con la notifica agli indagati dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p.