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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Bomba alleata della II Guerra Mondiale ritrovata a Cervignano durante lavori di riqualificazione

Bomba alleata della II Guerra Mondiale ritrovata a Cervignano durante lavori di riqualificazione

Cervignano del Friuli (Ud) - È stata ritrovata durante i lavori di riqualificazione della piazza San Girolamo la bomba d'aereo della II Guerra mondiale, la cui presenza era stata segnalata dalle memorie di persone ed associazioni, tra cui "Cervignano Nostra".

L'ordigno con ogni probabilità risale al 18 gennaio 1945, quando ci fu un bombardamento su Cervignano da parte di una formazione di dodici bimotori alleati. A Cervignano furono sganciate quattordici bombe. Queste notizie sono contenute in un articolo scritto dal compianto Furio Anderle, contenuto nella rivista “Cervignano Nostra”.

Si tratta di una bomba da 500 libbre di fabbricazione britannica, che era interrata a circa un metro di profondità sotto il marciapiede.

I lavori sono stati immediatamente sospesi e sul posto sono intervenuti gli artificieri dell'Esercito in forza al Reggimento Genio Guastatori di Udine, che hanno identificato l'ordigno come modello Gp He (alto esplosivo), lo hanno messo in sicurezza in un luogo idoneo e lasciato in consegna ai Carabinieri in attesa che la Prefettura di Udine definisca la data e il luogo della definitiva distruzione.

È morto a Udine il prof. Franco Perraro, uno dei fondatori del 118 regionale

È morto a Udine il prof. Franco Perraro, uno dei fondatori del 118 regionale

Udine - Il prof. Franco Perraro, uno dei fondatori del 118 a livello regionale, è morto nella tarda mattinata 15 febbraio all'Ospedale di Udine in seguito a una lunga malattia. Aveva 84 anni.

"Cordoglio per la perdita di un professionista che ha saputo guardare lontano e che ha dato lustro alla sanità del Friuli Venezia Giulia, inserendola nel contesto della Medicina internazionale". Così l'assessore regionale alla Salute e all'Integrazione socio-sanitaria Maria Sandra Telesca.

"Il professor Perraro - ha ricordato Telesca - seppe ricondurre una straordinaria preparazione professionale al servizio della comunità del suo territorio, abbinando lungimiranza e abnegazione".

Nato a Treviso nel 1931 e laureatosi a Padova nel 1958, Perraro ebbe in Udine la sede privilegiata della sua attività. Fu cofondatore dell'International Society for Quality in health care / ISQua (Società internazionale per la qualità dell'assistenza sanitaria) cui diede vita e slancio anche in Italia.

Il Capo dello Stato Napolitano lo ha insignito della Medaglia d'Oro dei medici benemeriti. "L'esempio che ha rappresentato e l'apporto innovativo che ha offerto alla sanità del Friuli Venezia Giulia nella ricerca e divulgazione di un metodo ragionato e condiviso e nella verifica degli standard  di qualità - ha concluso Telesca - è un'eredità che genererà frutti duraturi".

Da parte sua il sindaco di Udine Furio Honsell ha espresso "il più profondo cordoglio alla famiglia per la scomparsa del professor Perraro, fondatore della società internazionale per la qualità in medicina, che aveva portato il nome di Udine ai più alti livelli mondiali. È anche grazie alla sua attività infatti, che il sistema sanitario Friuli e di Udine è oggi un modello al servizio di tutti i cittadini".

Il prof. Perraro aveva ricevuto dal sindaco lo scorso anno la targa della città di Udine.

La famiglia di Giulio Regeni smentisce il coinvolgimento del giovane in attività di intelligence

La famiglia di Giulio Regeni smentisce il coinvolgimento del giovane in attività di intelligence

Udine - Gli inquirenti italiani stanno procedendo con l'inchiesta sulla brutale uccisione di Giulio Regeni. L'ipotesi investigativa più accreditata è che la morte del ricercatore sia legata alle informazioni che aveva raccolto nel suo lavoro accademico sui movimenti sindacali egiziani.

Al vaglio degli inquirenti il computer dello studioso, consegnato dai genitori, sul quale Regeni teneva conversazioni quotidiane: chat in cui scambiava opinioni con colleghi e professori, inviava i report sui suoi incontri con esponenti dei sindacati indipendenti e dei venditori ambulanti, manteneva la corrispondenza con chi seguiva i suoi studi.

Intanto la famiglia Regeni, attraverso il proprio legale "smentisce categoricamente ed inequivocabilmente che Giulio sia stato un agente o un collaboratore di qualsiasi servizio segreto, italiano o straniero".

"Provare ad avvalorare l'ipotesi che Giulio Regeni fosse un uomo al servizio dell'intelligence - prosegue la famiglia - significa offendere la memoria di un giovane universitario che aveva fatto della ricerca sul campo una legittima ambizione di studio e di vita".

Alcuni quotidiani avevano riportato nei giorni scorsi la notizia secondo cui il giovane avrebbe collaborato con l'organizzazione britannica Oxford Analytica, che si occupa della raccolta di dati su Paesi stranieri.

Da parte sua Oxford Analytica fa sapere di non voler parlare in questo momento coi media italiani sulla vicenda del ricercatore ucciso in Egitto.

Fonti in contatto col centro studi hanno riferito che si respira un'aria di irritazione fra i responsabili dell'organizzazione, che negano di essere legati a qualunque agenzia di intelligence e lamentano inesattezze sulle ricostruzioni della loro attività.

Il 15 febbraio l'Egitto in una nota ufficiale aveva ribadito l'estraneità dei servizi segreti del Cairo nella vicenda.

Anche il mondo accademico italiano, intanto, chiede chiarezza sulla vicenda: "Chiediamo l'accertamento della verità sulla morte di Giulio Regeni e chiediamo al nostro governo di intervenire in modo forte a difesa delle libertà accademica e della sicurezza dei ricercatori".

Così si legge nella lettera aperta che il mondo accademico italiano rivolge al governo, unendo la propria voce a quella degli altri studiosi che si stanno mobilitando in tutto il mondo.

L'appello, dopo quello in Gran Bretagna, parte dall'Università di Brescia, e in pochi giorni ha raggiunto quasi mille adesioni e cresce di ora in ora, con le firme di professori e ricercatori di diritto del lavoro, giuristi e giuslavoristi di Università ed Enti di ricerca di tutta Italia.

Alla "richiesta di verità e giustizia" ha aderito anche la Fondazione Giuseppe Pera.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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