Sul "Manifesto" l'ultimo articolo di Giulio Regeni. Investigatori italiani partono per il Cairo
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Venerdì, 05 Febbraio 2016 12:04
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - "Il Manifesto" dedica l'editoriale e la prima pagina del numero del 5 febbraio a Giulio Regeni, pubblicandone per intero ed a sua firma l'ultimo reportage sui sindacati indipendenti egiziani.
"Giulio Regeni - si legge nell'editoriale di Tommaso Di Francesco - non era né un violento né un nemico dell’Egitto, al contrario amava quel Paese ed era esperto di lotte sociali, in particolare del sindacato egiziano e, dottorando a Cambridge, di crisi dei modelli economici del Medio Oriente. È deceduto, a quanto sappiamo finora, secondo la procura egiziana dopo violenze inaudite".
"Giulio aveva preso parte alle riunioni dei lavoratori che si sono tenute negli ultimi mesi al Cairo e ne aveva seguito le dinamiche da attento studioso - scrive il collega del Manifesto Giuseppe Acconcia. - Nelle comunicazioni che abbiamo avuto negli ultimi mesi trapelava però un certo timore di apparire in prima persona come firma di un articolo sui movimenti alternativi in un contesto di totale repressione che sta attraversando il paese".
"Sono decine i giornalisti e studiosi stranieri a essere stati arrestati ed espulsi dall’Egitto negli ultimi mesi - si legge ancora sul Manifesto. - A validare questi timori c’è la testimonianza di Anne Alexander, stimata docente dell’Università di Cambridge, che ha confermato in un’intervista al Guardian di aver fornito a Giulio contatti e numeri di attivisti egiziani, vicini ai movimenti operai".
Qui l'articolo di Giulio Regeni
Sul fronte giudiziario, intanto, un team di sette uomini di Polizia, Carabinieri e Interpol è in partenza per il Cairo per seguire le indagini, in collaborazione con le autorità egiziane.
Lo apprende l'agenzia ANSA da fonti di governo.
Il 4 febbraio, in una telefonata con il presidente egiziano Al Sisi, il premier Matteo Renzi aveva sollecitato la restituzione del corpo del giovane, che attualmente è in un ospedale italiano al Cairo, e fatto presente l'esigenza di pieno accesso dei rappresentanti italiani per seguire gli sviluppi delle indagini.