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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Nativi digitali e alieni analogici. Copiare alla maturità è plagio o condivisione?

Nativi digitali e alieni analogici. Copiare alla maturità è plagio o condivisione?

TRIESTE - Il fatto: all’ultimo esame di maturità, un insegnante chiede agli alunni di consegnare la tesina (ossia la trattazione pluridisciplinare a scelta del candidato e che occupa all’incirca metà dell’esame orale) entro l’ultimo giorno degli scritti, in modo che possa leggerle tutte per tempo. Così fanno gli alunni.

Il giorno stabilito, uno di questi alunni si presenta alla commissione, sostiene egregiamente il proprio esame orale e alla fine della discussione uno dei commissari si complimenta per l’originalità della tesina.

L’esame va bene, l’alunno risulta brillante e il voto tra i migliori. Ma il titolo, lo spunto e gli argomenti di quella tesina erano stati copiati dalla rete, come anche i suoi compagni di classe sapevano fin da prima l’esame. Inutile dire che la commissione si è procurata la fama di “ingiusta” e, per lo meno, di poco accorta.

Altro fatto da considerare: all’interno del giudizio complessivo dell’esame, la tesina pesa circa per il 12% rispetto ai parametri totali (credito curriculare, tre scritti e colloquio in cui ci sono le domande dei commissari e la discussione degli elaborati).

Questo da un punto di vista matematico. Ma a considerare l’incidenza emotiva che un titolo di grande impatto può avere su una commissione e il condizionamento positivo di cui può beneficiare l’alunno in questione, forse il 12% dev’essere aumentato di un bel po’. E questo grazie al merito non dell’estro personale ma di astuzia digitale.

E quindi: quella commissione è autenticamente ingiusta? O distratta? O piuttosto si tratta di scarsa confidenza con quegli strumenti che i nativi digitali sanno usare con disinvolta spregiudicatezza?

Sorvolando sulla scelta dell’alunno (colpevole o innocente di aver preso uno spunto non suo?) rimane la responsabilità che la commissione ha nei confronti degli altri studenti che (sperabilmente) si sono ingegnati di trovare un argomento con le proprie forze. La fiducia nell’equità del giudizio dell’esame di stato sarà aumentata o diminuita?

Diminuita se si pensa che esiste un  parametro che può sottrarsi al controllo degli esaminatori perché non ha possibilità di riscontro. A meno che i commissari non eseguano una ricerca in rete delle parole chiave allo scopo di trovare eventuali rispondenze.

Infatti la rete brulica di siti con migliaia di tesine prodotte in serie o di possibilità di farsele cucire su misura dopo aver fornito le indicazioni utili.

La possibilità di farsi scrivere una tesi da un altro è, ahinoi, sempre esistita. E la nostra è, perdipiù, un’epoca in cui il ghostwriter è diventato una figura professionale. Tuttavia, se  l’epoca digitale fornisce gli strumenti per cavarsela con poca fatica, suggerisce anche il modo di essere scoperti. Così l’argomento cruciale si sposta ancora un po’ più avanti.

Nel senso che ci troviamo in un punto di articolazione tra due generazione: i nativi digitali che producono una prestazione (censurabile in certi ambienti come la scuola) grazie a una competenza che la controparte -“alieni analogici” si può dire? - spesso non sa o non vuole controllare, con le conseguenze negative sul piano, se non vogliamo dire dell’etica, almeno della correttezza formale e di quel senso di giustizia per il quale adolescenti e giovani hanno una sensibilità particolare.

E quindi che si fa? La tesina è una falla nel sistema? La si elimina  dal numero delle prove d’esame perché non controllabile e si ristruttura il criterio di valutazione? Si prendono contromisure elettroniche in modo che un allarme scatti quando un alunno dice qualcosa di riscontrabile nella rete? O si aspetta che l’attuale generazione analogica sia rimpiazzata da una leva più digitalizzata e capace di cogliere il plagiatore con un ardito copiaeincolla?

Tutto a condizione che - s’intende - l’originalità e l’autenticità rimangano sempre valori da inseguire in un mondo in cui la cultura della condivisione sta modificando ritmi e modi della creatività.

[Roberto Calogiuri]

Insegnanti che insegnano gratis. Missionariato o professione in svendita?

Insegnanti che insegnano gratis. Missionariato o professione in svendita?

Trieste - Quasi un anno fa, complice l’afa e lo sviluppo costiero della nostra regione, si verificò lo strano caso delle ripetizioni balneari. Proprio così: lezioni di recupero in spiaggia (qui il collegamento al nostro servizio). Studenti che sanano il proprio debito rimanendo in costume da bagno. Una notevole trovata di marketing didattico. Sotto l’ombrellone sì, ma pur sempre una prestazione lavorativa con relativa debita fatturazione.

Ma ora la crisi incalza e la contrazione dei salari insidia le tasche dei lavoratori. Tanto che a Pordenone – provincia già travagliata dalla crisi industriale e dalla flessione dei posti di lavoro – un gruppo di venti insegnanti ha deciso di fornire una serie di lezioni gratuite a studenti che non possano permettersi di pagarle di tasca propria. Il tutto su base volontaria, ossia senza percepire alcun compenso.

L’iniziativa dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico e prevede un pacchetto di cinque ore di lezione per ogni alunno da impartirsi nella materia in cui si avvertirà il bisogno di un rinforzo.

Intento lodevole quello degli inseganti del Liceo Grigoletti. Quella che senz’altro si può definire una “ buona pratica”, che su Facebook alla pagina “Didattica amica” ha già più di 100 like e che attraverso la stampa fa apparire la scuola - nel suo complesso - non più e non solo come un’entità astratta e impersonale, fatta di freddi numeri e giudizi inappellabili, ma benevola e sensibile, attenta ai problemi del territorio e del portafoglio familiare.

Regaleremo le nostre competenze” dicono gli insegnanti benefattori. E se da una parte suona rassicurante per la drammatica situazione di molte famiglie, dall’altra suscita l’eco di una leggera inquietudine. Quel “regaleremo”, forse, è il termine e il modo giusto di fare del bene al prossimo, in modo disinteressato e volontario.

Ma “regalare competenze” non è la formula adatta per giovare a una scuola e a una professione in crisi che ha bisogno di essere riqualificata professionalmente e riconosciuta socialmente. Il che equivale a dire, in termini bruti ma reali in una società moderna, aggiornata economicamente.

Quanto fanno gli insegnanti del Grigoletti potrà essere molto gratificante per la propria autostima. Ma lo è parimenti per la stima professionale di un’intera classe di lavoratori della scuola?  Vale a dire: insegnare gratis, offrire gratis il frutto della propria esperienza e preparazione, migliora o peggiora la percezione pubblica e lo statuto socio economico di un’intera classe di lavoratori?

In quanti penseranno che cinque ore di recupero servano semplicemente a fornire qualche coordinata di massima e non siano sufficienti a colmare una lacuna medio grave (come dimostrano molti studi sulla didattica oltre che l’esperienza sul campo)? Quanti penseranno che si tratti di una trovata demagogica per distogliere l’attenzione dalla figura del professore percepito come fannullone-vacanziero-parassitario che si redime nel missionariato?

Fin dalla metà degli anni ’90, nelle conferenze internazionali sull’economia del nuovo millennio, il volontariato è visto come l’antidoto globale alla scarsa autostima derivante dal deprezzamento del lavoro e dallo svilimento del peso professionale delle masse lavorative. Che è quanto accade oggi – tra le altre categorie - agli insegnanti.

Da questo punto di vista, “regalare” il proprio lavoro può rappresentare sempre un’alternativa valida alla crisi della professione? O, piuttosto, si mettono in apparente ma scomoda situazione di difetto coloro che non sono propensi a “regalare competenza”? O peggio: si svilisce la qualità del loro lavoro perchè si diffonde l’idea che non abbia valore di mercato, cosa che incontra il favore di qualunque governo e sottrae forza contrattuale sindacale all’intera categoria.

Già accade che molti istituti vantino una serie di iniziative, che danno lustro e fama alle varie dirigenze, grazie all’apporto gratuito ma silenzioso di molti insegnanti.

Per non parlare dell’aspetto psicologico di questa pratica. Offrire la propria prestazione gratuita e volontaria può prevedere interesse empatico verso il prossimo, ma anche una serie di aspetti egoistici come protagonismo, compiacimento narcisistico, impiego del proprio tempo libero, riduzione del proprio malessere difronte al disagio degli altri, protezione dai propri sensi di colpa per sentirsi martellare dall’accusa di non lavorare abbastanza, di guadagnare troppo rispetto ai disoccupati, di troppo assenteismo, malattia o maternità. Insomma dei principali capi di imputazione appioppati alla pubblica amministrazione.

Non è facile fare i volontari del lavoro. Nemmeno di fronte a quegli insegnanti, e sono molti a rilasciare altrettante testimonianze, che faticano a tenere viva la propria passione perché non riescono a pagare il mutuo per l’abitazione o allevare degnamente i figli.

E poi ultimo ma non per importanza: sono proprio sicuri gli insegnanti del Grigoletti che gli alunni cui regaleranno la propria professionalità si formeranno un’immagine del lavoro consona all'aggressiva concorrenza straniera? Quale tra le istanze appena considerate filtrerà nelle loro coscienze di futuri lavoratori? Speriamo non quella che le cose si possano ottenere gratis, senza sacrifici, come a scuola…

Non è facile regalare professionalità.

[Roberto Calogiuri]

Danzare d'estate. A Lignano con Axis

Danzare d'estate, in riva al mare con Axis

Allenarsi, imparare, migliorare sotto la guida di ballerini professionisti. Per il quinto anno consecutivo, la scuola udinese Axis porta la danza in riva al mare, con la Summer Dance School che si terrà al villaggio Getur di Lignano dal 4 all’8 agosto: cinque giorni di lezioni e seminari che permetteranno a bambini, ragazzi e adulti di perfezionare lo studio dei diversi linguaggi tersicorei, dal modern al musical, dalla classica alla fusion.

Dopo la partecipazione, nelle precedenti edizioni, di insegnanti del calibro di Alessandra Celentano, Gheorghe Iancu, Cristina Amodio, Elisabetta Terabust, Silvio Oddi, Mauro Simone e Michele Merola, quest’anno tra i docenti spiccano alcuni nomi di fama internazionale, come Irek Muchamedov, che è stato primo ballerino al Teatro Bolshoi di Mosca fino al 1990 e si è poi trasferito al Royal Ballet di Londra. Il danzatore russo, nel 1988, è stato anche insignito dell’Hans Christian Anderson Prize come miglior ballerino al mondo e ora dirige il Teatro Nazionale Sloveno.

Alla Summer School terrà le lezioni di danza classica per adulti (accompagnate dal piano del maestro Alessio De Franzoni), assieme ad un altro grande ospite, George Postelnicu, anche lui con un passato al Bolshoi e ora insegnante in Italia e in Germania oltre che collaboratore del Teatro dell’Opera di Bucarest. I bimbi che vogliono seguire le lezioni di classica, avranno invece come insegnante la danzatrice slovacca Petra Babosova mentre per la tecnic modern e fusion ci saranno la coreografa e ballerina Nastja Bremec e il cinque volte campione mondiale di danza hip hop Michal Rynia (insieme hanno creato anche la M&N Dance Company).

Alberta Izzo sarà la docente delle lezioni di musical (vanta diverse collaborazioni in spettacoli del genere come Grease e Tutti assieme appassionatamente) e il coreografo e ballerino Michele Pogliani (per anni referente per l'Italia della Rotterdam Academy) si occuperà della danza contemporanea. Infine, Franco Favaro (diplomato alla Scala e solista della Compagnia Italiana Danza Contemporanea di Renato Greco), terrà le lezioni di sbarra a terra e il seminario incentrato su lezioni tecnico-pratiche con particolare attenzione alle problematiche fisiche (relative a schiena, ginocchio e piede) degli allievi. L’8 agosto, inoltre, ci sarà lo spettacolo di fine stage.

La Summer Dance School, per la direzione artistica di Federica Comello, rappresenta quindi una concreta opportunità di crescita formativa e non a caso attira studenti, desiderosi di sviluppare le loro potenzialità sotto la guida di maestri di fama internazionale, anche da fuori regione e dai Paesi confinanti. Per informazioni e iscrizioni, contattare il numero 333/2762896 o 043226580 oppure visitare il sito www.axisdanza.it (mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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