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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Cristian Rossi e Marco Tondat: il Consiglio regionale ricorda gli imprenditori uccisi a Dacca

Cristian Rossi e Marco Tondat: il Consiglio regionale ricorda gli imprenditori uccisi a Dacca

Trieste - All’inizio della seduta del 5 luglio, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha commemorato i due friulani vittime dell'attentato terroristico di Dacca.

"Con enorme tristezza sono oggi a ricordare Cristian Rossi e Marco Tondat, le due vittime friulane del vile attentato terroristico di Dacca, che deve purtroppo registrare un bilancio pesantissimo di venti morti, nove dei quali italiani.

Cristian e Marco erano due corregionali come ce ne sono migliaia in tutto il mondo che lavorano per espandere le loro attività imprenditoriali o alla ricerca di nuove opportunità, figli di una terra che è orgogliosa di loro e alla quale rimangono sempre profondamente legati.

Profondamente legati alla loro terra, ma anche ai loro cari, agli amici di sempre, come lo erano Cristian Rossi e Marco Tondat e che un destino crudele ha voluto accomunare.

Cristian Rossi aveva 47 anni, abitava a Feletto Umberto ed era originario di Reana del Rojale: lascia la moglie Stefania e due gemelline di tre anni, il padre e tre sorelle. Non avrebbe dovuto essere a Dacca quella sera, avrebbe dovuto essere già su un volo per l'Italia che lo avrebbe riportato a casa, ma aveva deciso di fermarsi ancora un giorno per perfezionare alcuni contratti e per definire alcune strategie con dei colleghi italiani. E proprio per questo era nel ristorante teatro della strage, lui che preferiva una vita ritirata nella capitale del Bangladesh, un Paese che conosceva bene. Non vedeva l'ora di riabbracciare le sue bambine, alle quali oggi bisognerà dire che il loro papà non c'è più.

Marco Tondat, di Cordovado, era un po' più giovane, aveva 39 anni, e viveva anche lui per la sua bambina di sei anni, che a settembre inizierà la scuola. Era legatissimo a suo fratello Fabio e alla mamma, costretti come figli a crescere in fretta perché il papà era morto quando erano in giovane età e da allora erano il sostegno della loro mamma. A Dacca da poco più di un anno, aveva preso questa strada, lui che per carattere era intraprendente, per dare un futuro alla sua bambina, che avrebbe dovuto rivedere in settimana e con la quale aveva già programmato un periodo di ferie al mare. Non temeva il terrorismo, ma qualche timore lo aveva per la criminalità comune, che in Paesi come il Bangladesh è favorita dalla povertà. Per questo usciva poco e quella sera era un'eccezione.

Alla tristezza per ciò che è accaduto ai nostri due corregionali, mi sento di aggiungere lo sgomento per l'ennesimo atto di barbarie feroce, insensato, che non può avere alcun tipo di giustificazione, una strage che ci angoscia perché ha avuto ancora una volta come obiettivo persone innocenti.

Il Consiglio regionale si stringe oggi alle famiglie di Cristian e Marco, alle loro comunità, a coloro che li hanno conosciuti e a loro hanno voluto bene. Tutti noi li piangiamo, ma è proprio in momenti come questi che dobbiamo essere anche forti e moltiplicare l'impegno e gli sforzi per estirpare questo cancro e vincere questa sfida di civiltà".

Per Cristian e Marco l'Aula ha rispettato un minuto di silenzio.

Funerali in forma privata per le vittime dell’attentato terroristico in Bangladesh

Funerali in forma privata per le vittime dell’attentato terroristico in Bangladesh

Roma - I corpi di Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti sono giunti nella serata del 5 luglio in Italia a bordo del Boeing 767 del XIV Stormo.

I funerali si svolgeranno in forma privata nei paesi d’origine.

A Ciampino, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato i familiari in forma privata, si è intrattenuto con loro, in una saletta riservata del 31° Stormo, nella zona militare dell'aeroporto.

Poi l'arrivo delle salme, con le bare avvolte nel tricolore, che subito dopo sono state trasportate al Gemelli, dove, dopo il riconoscimento da parte dei familiari, inizieranno gli esami di rito: la tac e l'autopsia. L'Italia vuole infatti prendere parte attiva alle indagini.

La solidarietà dello Stato non si limita alla vicinanza delle autorità: "Ho preso con il presidente Mattarella - ha dichiarato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - l'impegno a nome del governo ad assicurare che i benefici previsti dalla legge per le vittime del terrorismo si applichino ai nostri caduti all'estero. È un impegno doveroso di fronte a episodi come quello della strage di Dacca".

Il ministro Gentiloni è stato accanto al capo dello Stato durante le operazioni di sbarco dei feretri, al termine delle quali Sergio Mattarella si è fermato per un istante in raccoglimento davanti alle bare, per poi lasciare subito spazio ai familiari per l'ultimo saluto ai congiunti.

Le vittime dell’attentato a Dacca rientrano in Italia accolte dal presidente Mattarella

Le vittime dell’attentato a Dacca rientrano in Italia accolte dal presidente Mattarella

FVG - I corpi delle nove vittime italiane dell’atttacco terroristico a Dacca, capitale del Bangladesh, avvenuto tra venerdì 1° luglio e sabato 2 luglio, giungono a Roma alle 18.40 di martedì 5 luglio con un aereo di Stato.

Ad accogliere le vittime, oltre ai parenti, ci sono il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di rientro dal Messico, e il ministro degli esteri Paolo Gentiloni.

A bordo dell'aereo c’è anche il viceministro degli Esteri Mario Giro in rappresentanza del governo, accompagnato dal capo dell'Unità di Crisi Claudio Taffuri.

Dopo l'omaggio delle autorità, le salme saranno portate nell'istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli dove dopo il riconoscimento da parte dei parenti, saranno sottoposte ad una tac dal professor Tommaso Tartaglione. Domani sono in programma le autopsie.

Due degli imprenditori uccisi venivano da Friuli Venezia Giulia. Cristian Rossi, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro. Abitava a Feletto Umberto (Ud) con la sua famiglia.

Aveva 39 anni Marco Tondat. Era nato a Spilimbergo (Pn), ma viveva a Cordovado. "Doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì - ha riferito alla stampa il fratello. - Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere".

Il fratello di Tondat ha quindi detto che Marco "era partito un anno fa, perchè in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato ad emigrare. A Dacca era supervisore di un'azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non è mancato per un incidente stradale. Non si può morire così a 39 anni”.

Solidarietà e dolore si sono manifestati in Bangladesh con il lutto nazionale e con una messa concelebrata nella chiesa del seminario dal Nunzio apostolico in Bangladesh, mons. George Kocherrym, dall'arcivescovo di Dacca, mons. Patrick D'Rozario, e da vari sacerdoti per "sottolineare l'unità della chiesa di fronte alla minaccia del terrorismo".

Si è inoltre svolta una veglia a lume di candela convocata via Facebook in un luogo vicino al ristorante colpito, sulla strada 79 del quartiere di Bushan, e denominata “Tributo al lume di candela alle anime perdute per l'omicidio di massa della Holey Artisan Bakery a Gulshan-2".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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