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La famiglia Regeni, Amnesty, Antigone e Buon Diritto lanciano una petizione su rientro ambasciatore
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- Pubblicato Mercoledì, 31 Agosto 2016 23:41
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - “L'ambasciatore italiano non deve tornare al Cairo" fino a quando non sarà fatta luce sull'uccisione di Giulio Regeni.
È questa la richiesta contenuta in una petizione promossa, sulla piattaforma Change.org, da Luigi Manconi, presidente di "A buon diritto", Antonio Marchesi, presidente di Amnesty international Italia, Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone.
Tra i primi firmatari ci sono Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, e l'avvocato della famiglia Alessandra Ballerini.
La petizione sarà inoltrata al presidente del Consiglio.
Tra pochi giorni, il 3 settembre, saranno trascorsi sette mesi dalla tragica morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ventottenne rapito, torturato e ucciso al Cairo - si legge nelle le motivazioni che spiegano la raccolta di firme. - In un'intervista rilasciata a Riccardo Iacona (Presa diretta, lunedì 29 agosto) la madre, Paola Regeni, ha affermato: "È importante che il nuovo ambasciatore Cantini non scenda al Cairo: non dobbiamo dare questa immagine distensiva".
“Condividiamo la sua preoccupazione - prosegue l’appello. - Il ritorno in Egitto del nostro ambasciatore, infatti, sarebbe inteso dalle autorità egiziane come un segnale della volontà di ristabilire normali rapporti politico-diplomatici tra i due Paesi. Riteniamo che ciò sarebbe assai inopportuno, tanto più alla vigilia dell'incontro tra gli investigatori italiani e quelli egiziani, previsto per l'8 e 9 settembre.
Lo scorso 8 aprile il governo ha richiamato a Roma l'ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari "per consultazioni". Poi, nelle settimane successive, Massari è stato destinato ad altro incarico e sostituito da Giampaolo Cantini. Ma quest'ultimo non ha ancora preso servizio presso l'ambasciata italiana al Cairo e resta, per così dire, "richiamato" in Italia senza che ancora sia stato chiesto al governo egiziano il "gradimento" sul suo nome.
“Noi pensiamo che così la situazione debba rimanere per ora. E che il richiamo in Italia dell'ambasciatore rappresenti un primo ed elementare provvedimento da cui non recedere: e da rafforzare, piuttosto, con altre e più incisive misure. Insomma, non può essere consentita una sorta di "distensione" tra i due Paesi dal momento che, da parte delle istituzioni politiche e giudiziarie egiziane, nulla è stato fatto per far progredire la ricerca della verità sull'assassinio del nostro connazionale”.
“Di conseguenza, il richiamo dell'ambasciatore va inteso come premessa di altre iniziative di pressione democratica nei confronti del regime egiziano. Perché, questo è il punto, il governo italiano finora non ha assunto alcun altro provvedimento efficace: e dalle autorità egiziane sono giunte oltraggiose e false affermazioni, ostinati silenzi e vere e proprie forme di depistaggio”.
“Dunque, senza risposte adeguate e veritiere e senza atti di concreta cooperazione con le istituzioni italiane, non ha alcun senso che l'ambasciatore Cantini si insedi nell'ambasciata italiana al Cairo”.
Per firmare:
https://www.change.org/p/matteo-renzi-caso-regeni-l-ambasciatore-italiano-non-deve-tornare-in-egitto-matteorenzi-paologentiloni?source_location=discover_feed
Terremoto: consegnato ad Amatrice il guado sul torrente Castellano eseguito dai tecnici FVG
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Mercoledì, 31 Agosto 2016 21:19
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Amatrice (Ri) - Il guado modulare che sostituisce temporaneamente il ponte Tre Occhi sul torrente Castellano d’Amatrice, la cui costruzione è stata curata e coordinata dalla Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, è stato consegnato il 31 agosto alla popolazione della cittadina laziale colpita dal terremoto del 24 agosto.
Per l’occasione è giunta sul posto la presidente della Regione Debora Serracchiani che, assieme al sindaco Sergio Pirozzi, ha assistito alla conclusione dei lavori di messa in opera degli elementi in cemento armato e della relativa copertura in calcestruzzo che costituiscono il nucleo portante del manufatto.
Su Openstreet Map è possibile localizzare l’area interessata: https://www.openstreetmap.org/search?query=Amatrice#map=17/42.61912/13.29071
Il sistema di Protezione civile della nostra Regione è stato tra i primi ad attivarsi e a giungere sul cratere del sisma e i risultati dell'impegno dei tecnici e dei volontari di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia già si vedono concretamente, permettendo ad Amatrice e a numerose sue frazioni di non essere più isolate da questo lato della strada regionale 260.
Si è trattato di un lavoro di squadra, condiviso con Genio militare, Vigili del Fuoco (un nucleo proveniente dalla Calabria), l'Astral, la Società che gestisce il patrimonio viario del Lazio, e la collaborazione di Enel e Telecom.
La governatrice è andata prima alla tendopoli allestita dalla Protezione civile FVG, in grado di ospitare oltre 250 persone, e quindi al cantiere per l'allestimento del ponte.
Debora Serracchiani ha incontrato il sindaco di Amatrice e il generale Carmelo De Cicco, vicecomandante delle Forze di difesa interregionale Nord di Padova, i quali hanno formalmente ringraziato la Regione e la sua Protezione civile per l'intervento, a dimostrazione, ha affermato Pirozzi, "di un Paese che funziona".
"Ho visto - ha dichiarato la presidente, che assieme al direttore della Protezione civile regionale Luciano Sulli ha visitato successivamente l'abitato principale di Amatrice e la sede del Centro Operativo Comunale (COC) con Luigi D'Angelo, dell'ufficio per le Relazioni istituzionali del Dipartimento nazionale di Protezione civile - una piccola comunità con un'incredibile sensibilità, una grande dignità, tanta umiltà. Ci hanno ringraziato e riconosciuto il grande lavoro dei nostri tecnici e dei nostri volontari, che anch'io, ancora una volta, desidero ringraziare".
"Continueremo a stare vicini alla comunità di Amatrice - ha aggiunto; - c’è ancora necessità di lavorare sull'emergenza, in costante coordinamento con la Protezione civile nazionale, e vorremmo lasciare un segno tangibile della presenza del Friuli Venezia Giulia in queste terre, come fatto a Mirandola con la realizzazione della scuola elementare, e a Fossa, in provincia de L'Aquila nel 2009, con la creazione del Villaggio FVG".
Un'ipotesi, soltanto valutata oggi con il sindaco Pirozzi, è quella della costruzione del nuovo complesso scolastico di Amatrice, costituito da asilo, elementari e medie, che lo scorso anno scolastico aveva una presenza di circa 250 bambini e studenti.
Resta, comunque di Amatrice, ora, quella che Serracchiani, visitando la zona rossa, ha definito "una fotografia spettrale, in cui si comprende appieno l'importanza di edificare con criteri e regole antisismiche: purtroppo qui la mano dell'uomo non è stata felice", ha affermato la presidente, che domani a Roma parteciperà alla seduta della Conferenza delle Regioni con la partecipazione del capo nazionale della Protezione civile Fabrizio Curcio: al centro della riunione le modalità per il coordinamento del flusso degli aiuti delle Regioni per la gestione dell'emergenza.
Il Campo FVG, costituito da 43 grandi tende da otto posti (con un tendone mensa, 20 bagni, docce e servizi chimici) ha sin qui ospitato oltre 500 persone, tra persone in cerca di assistenza e un tetto provvisorio (tra cui, questa notte, 15 bambini tra 0 e 13 anni) e personale di soccorso.
La tendopoli viene attualmente gestita da 42 volontari, di ogni parte del Friuli Venezia Giulia, e sette tecnici della sede di Palmanova della Protezione civile. Quotidianamente vengono serviti circa 600 pasti caldi (la cucina è gestita da diverse sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini / ANA del FVG) e il campo ha predisposto anche un servizio-navetta verso il centro di Amatrice: i piccoli bus compiono quasi 150 viaggi al giorno a favore della comunità locale.
Il nuovo passaggio sul torrente Castellano dovrebbe essere pienamente operativo per la giornata di venerdì 2 settembre - condizioni meteo permettendo, hanno osservato i tecnici Gianni Burba e Paolo Zuliani. - Conclusosi oggi il passaggio vero e proprio sul corso d'acqua, dopodomani dovrebbe essere steso il manto d'asfalto sui circa 700 metri del by-pass, che eviterà ad autovetture e soprattutto ai mezzi pesanti un percorso ora di circa 40 chilometri. Reso transitabile il guado, saranno quindi poste in opera le necessarie barriere di sicurezza e alcune minime opere secondarie.
Terremoto, rientrato il primo turno di tecnici e volontari del Friuli Venezia Giulia: racconti e foto
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- Pubblicato Lunedì, 29 Agosto 2016 17:48
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Sono rientrate dalle zone terremotate di Marche e Lazio le prime squadre di soccorso del Friuli Venezia Giulia partite poche ore dopo il sisma, sostituite da altrettanti operatori. I turni vanno da cinque a sette giorni e sono già coperti per le prossime settimane.
Si tratta dei Vigili del Fuoco di Pordenone, Udine e Trieste, una decina di uomini, e di due operatori di unità cinofile, i Vigili Andrea Leban con il cane Thelma (Gorizia) e Sabino De Francesco con Greta (Pordenone), che insieme ad altre unità cinofile di Venezia hanno tratto in salvo dalle macerie una bimba, Giorgia, a Pescara del Tronto (AP). Anche loro sono rientrati: le unità cinofile vengono impiegate infatti solo per la ricerca dei sopravvissuti.
Da Udine è partito un reparto specializzato per il movimento terra. Un elicottero attrezzato per il telerilevamento è stato inviato da Amaro (Ud) su richiesta della Protezione civile per mappare le aree e circostanziare con precisione i danni provocati dal sisma.
Oltre ai VVFF, si sono dati il cambio turno i 70 volontari della Protezione Civile regionale, che hanno allestito un campo da 250 posti ad Amatrice.
“Metà del campo ospita persone che hanno perso la casa; l’altra metà è occupata dagli operatori di soccorso - spiega la caposquadra del gruppo di Trieste, Shaula Martinolli, anche lei tornata in città. . -La Protezione Civile si sta occupando esclusivamente dell’assistenza alle persone terremotate”.
Attualmente i generi alimentari non mancano ma da quanto si apprende servono scarpe: data l’ora del sisma, la maggior parte di chi è fuggito era scalzo.
I volontari riferiscono di una popolazione che ha reagito con grande compostezza e forza d’animo al sisma: “Anche chi ha perso familiari, amici e casa ha trovato ogni modo per ringraziare gli operatori, con gesti semplici che ci hanno profondamente commosso, come il regalo di una bottiglia di vino scampata al terremoto” riferisce Matteo Fidel, Vigile del Fuoco partito da Trieste nella notte tra il 24 e il 25 agosto.
Il campo base dei VVFF provenienti dalla nostra regione si trova nei pressi di Arquata del Tronto. Le ricerche di dispersi sono state sospese; ora il lavoro principale dei Vigili è quello di accompagnare le persone che hanno avuto la loro casa distrutta sulle macerie, per il recupero dei loro beni.
“Le zone rosse dei paesi sono recintate e presidiate dalle Forze dell’ordine, militari, polizia e carabinieri - racconta Fidel. - Il protocollo prevede che i cittadini siano scortati a casa loro dai Vigili del Fuoco per il recupero dei loro beni di prima necessità, i quali dopo una verifica delle condizioni dello stabile li accompagnano all’interno della casa oppure, se il rischio supera la soglia prestabilita, si recano personalmente nelle stanze distrutte per recuperare i beni su indicazione degli abitanti”.
Un compito emotivamente molto impegnativo, dato che in quelle macerie molti hanno perduto familiari ed amici, oltre ad un patrimonio frutto di lavoro e sacrifici.
La viabilità è stata danneggiata in più punti ma fortunatamente gran parte delle strade sono percorribili. I viadotti, anche se all’apparenza integri, sono stati chiusi per le opportune verifiche strutturali.
I Vigili del Fuoco del Friuli Venezia Giulia sono presenti anche nella zona di Castelluccio in Umbria con unità mobili che rispondono alle richieste di accompagnamento degli abitanti nelle case lesionate.
Per informazioni o segnalazioni:
800 840 840 - Contact center della Protezione civile nazionale (numero verde)
803 555 - Sala operativa della protezione civile Lazio (numero verde)
840 001 111 - Protezione civile delle Marche (numero verde)
(Foto di Shaula Martinolli)
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