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A 6 mesi dalla vicenda di Giulio Regeni la verità è lontana. Chiesta consulenza su video
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Lunedì, 25 Luglio 2016 19:48
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Sono trascorsi sei mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni. Nonostante siano passati 180 giorni, la verità su quanto accaduto al giovane ricercatore italiano è ancora lontana.
Le indagini si stanno concentrando al momento sulle immagini video delle stazioni Bohooth e Naguih della metropolitana del Cairo, dove sarebbe transitato Regeni il 25 gennaio scorso prima di sparire.
I fotogrammi saranno oggetto di una consulenza tecnica che si svolgerà a settembre nei laboratori di una società specializzata in Germania.
L'accertamento è stato deciso congiuntamente dalla procura di Roma e dalla procura generale del Cairo. Agli esperti tedeschi saranno consegnati dagli egiziani gli hard-disk dai quali i tecnici dovranno estrapolare, poiché contengono dati sovrascritti, le immagini del 25 gennaio scorso.
Intanto, a sei mesi dalla scomparsa del ricercatore italiano, gli inquirenti italiani fanno sapere che "il canale di collaborazione con Il Cairo resta aperto" malgrado alcuni "buchi neri", come la mancata consegna agli italiani del traffico di celle telefoniche della zona in cui scomparve il giovane universitario e quella in cui fu trovato il suo corpo privo di vita.
Intanto, per continuare a chiedere “Verità per Giulio Regeni” Amnesty International Italia, Antigone e la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (Cild) hanno organizzato per la serata di lunedì 25 luglio una mobilitazione in piazza della Rotonda, a Roma, di fronte al Pantheon.
“Alle 19.41, orario della scomparsa di Giulio Regeni, tante fiaccole saranno accese per ribadire la necessità di fare luce sulla sua terribile morte”, hanno detto Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e Cild, e Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.
La mobilitazione era stata lanciata dal portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, nel corso del sit-in organizzato da Federazione nazionale della stampa italiana, Articolo21 e Usigrai per protestare contro il giro di vite su giornalisti e media e contro le ripercussioni sulle libertà civili che sta avendo la dura reazione del presidente Erdogan al tentato golpe del 15 luglio in Turchia.
Oltre alla Fnsi, che ha subito accolto l’invito, alla manifestazione hanno sinora aderito: A Buon Diritto, Arci, Articolo 21, Cittadinanzattiva, Iran Human Rights Italia, Italians for Darfur, LasciateCIEntrare, Premio Roberto Morrione, Un Ponte per, Usigrai.
E anche l'Ordine dei giornalisti del Lazio, attraverso la presidente Paola Spadari, aderisce “molto volentieri” all’iniziativa.