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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Ammonta a 21 milioni e cresce del 30% l’utile di FriulAdria Crédit Agricole nel primo semestre 2015

Ammonta a 21 milioni e cresce del 30% l’utile di FriulAdria Crédit Agricole nel primo semestre 2015

Pordenone – FriulAdria Crédit Agricole ha diffuso il 31 agosto la relazione semestrale al 30 giugno 2015. Il documento è stato presentato dalla presidente Chiara Mio e dal direttore generale Roberto Ghisellini al Consiglio di Amministrazione e dallo stesso approvata nel corso della riunione, tenutasi a Pordenone.

“Nel primo semestre 2015 è proseguito e si è rafforzato l’impegno della banca a sostegno dell’economia locale, dove, dopo tanto tempo, si colgono dei segnali di ripresa soprattutto per quel che riguarda il fatturato e l’export delle imprese – ha dichiarato la presidente di FriulAdria, Chiara Mio – FriulAdria, consapevole del proprio ruolo sociale, ha operato nella direzione di consolidare il clima di fiducia cercando di favorire i progetti di vita delle famiglie in procinto di acquistare o ristrutturare la casa e i progetti di crescita aziendale, con un occhio di riguardo per le iniziative imprenditoriali più innovative”.

Nel periodo considerato si sta inoltre compiendo un passaggio da banca tradizionale a banca multicanale grazie al piano di investimenti da 300 milioni di euro varato dal Gruppo Cariparma Crédit Agricole fino al 2016.
 
Tenendo conto del fatto che oggi 43 milioni di italiani hanno accesso a un computer e 4 italiani su 5 accedono ad internet, FriulAdria ha puntato sullo sviluppo della piattaforma di home banking per i privati e per le imprese “Nowbanking”.

Il canale mobile è stato implementato con la funzionalità “Nowpay”, la nuova app di “invio denaro” che permette di ricevere e inviare in tempo reale fino a 100 euro direttamente dal proprio smartphone utilizzando la piattaforma Jiffy, a cui aderirà il 60% del mercato bancario italiano.

“Oltre 5 miliardi di ricerche giornaliere su Google, 77 miliardi di app scaricate nell’ultimo anno, gli utenti attivi in Facebook che hanno superato il miliardo: è questo il mondo con il quale ci confrontiamo oggi e del quale come banca dobbiamo tenere conto se non vogliamo sparire – ha dichiarato il direttore generale di FriulAdria Roberto Ghisellini – Nell’attività tradizionale siamo sempre stati tra i più bravi in assoluto. Oggi dobbiamo affrontare con coraggio la sfida del cambiamento imposta dalla svolta epocale iniziata con Internet, che ha segnato un’autentica rivoluzione dei modelli di comportamento. Il nostro Gruppo è stato tra i primi capire la portata del fenomeno e a ingegnarsi per gestirlo”.

In un contesto di lenta ripresa economica, FriulAdria, anche nel 2015, ha continuato ad accompagnare le imprese del territorio erogando nuovi finanziamenti per oltre 200 milioni (+37%). Molto attiva la filiera agroalimentare che, accompagnata da una rete dedicata di specialisti, ha visto crescere le erogazioni anno su anno del 26%. Il sostegno ha riguardato alle principali filiere agroalimentari (ortofrutta, vitivinicolo, carne, latte), soprattutto per interventi a supporto dell’innovazione e dell’export, una delle attività trainanti dello sviluppo del comparto.

Nel primo semestre 2015 i proventi operativi netti, pari a 161,6 milioni, evidenziano una tendenza in crescita nel confronto con il 2014 (+11,1 milioni, +7,4%), andamento generalizzato sulla quasi totalità delle componenti.

Gli interessi netti ammontano a 90,7 milioni, contro gli 86,7 milioni del precedente bilancio semestrale, in aumento quindi di 4 milioni (+4,6%). Il miglioramento del margine è effetto di una contrazione del costo della raccolta.

Le commissioni nette, pari a 70,4 milioni, crescono di 8,5 milioni (+13,7%) rispetto alla semestrale dello scorso anno. Il risultato è attribuibile, principalmente, al collocamento dei prodotti di risparmio gestito (inclusa la bancassicurazione).

Il risultato della gestione operativa a 71,2 milioni, riflettendo la performance positiva dei proventi operativi netti e la sostanziale stabilità degli oneri operativi ordinari, migliora di 9,5 milioni (+15,5%).

Il risultato corrente al lordo delle imposte di 33,1 milioni, beneficiando della buona perfomance dei proventi operativi, aumenta di +8,8 milioni (+36,3%) nel confronto con la semestrale 2014.
Le imposte sul reddito iscritte nel conto economico ammontano a 12,1 milioni.

L’utile d’esercizio si attesta a 21 milioni, in deciso aumento (+5 milioni, +31,4% a/a) rispetto al bilancio semestrale del 2014.

Gli impieghi verso la clientela raggiungono i 6.562 milioni, in crescita del 2,8% rispetto i 6.381 milioni di fine dicembre 2014.

In particolare, a giugno 2015 sono stati perfezionati 2.174 mutui (+64% vs giugno 2014), di cui 1.407 in Veneto (+65%) e 767 in FVG (+61%).

Anche nel 2015 viene confermata la volontà della Banca di essere protagonista nel sostegno alle famiglie con la promozione del nuovo mutuo “Gran Mutuo Green 2015” che coniuga le caratteristiche di flessibilità, semplicità e convenienza L’attenzione per il territorio si concretizza anche sostenendo interventi di rimboschimento in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico, dove verrà piantato un albero per ogni mutuo erogato.

I crediti deteriorati netti ammontano a 544 milioni, sostanzialmente stabili rispetto al 31 dicembre 2014, con un leggero miglioramento dell’incidenza dei crediti problematici sui crediti netti complessivi, che scende all’8,3%, contro l’8,5% della fine dell’anno passato. L’indice di copertura, rapporto fra le rettifiche di valore cumulate e l’ammontare dei crediti deteriorati lordi, è del 43,2%.

La massa amministrata della clientela ammonta a 12.091 milioni, stabile rispetto alla fine dello scorso anno. La raccolta diretta si attesta a 5.730 milioni, in ridimensionamento per la propensione della clientela a riposizionare i propri investimenti verso prodotti del risparmio gestito. La raccolta indiretta cresce del 3,7% raggiungendo i 6.360 milioni, trainata dal forte sviluppo del risparmio gestito (+387 milioni, +9% vs dicembre 2014).

Il Common Equity Tier 1 Ratio, il Tier 1 Ratio e il Total Capital Ratio al 30 giugno si attestano al 11,4% con un incremento di 20 bps rispetto a dicembre 2014.

 



L’azienda centro di relazioni sul territorio: il primo Meeting Erremoda nella nuova sede direzionale

L’azienda centro di relazioni sul territorio: il primo Meeting Erremoda nella nuova sede direzionale

Pordenone - Il primo Meeting Erremoda si è svolto il 31 agosto nella nuova sede aziendale di via Vallenoncello a Pordenone. All’incontro hanno partecipato il vicepresidente regionale ed assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello ed il presidente dell’Ascom - Confcommercio Alberto Marchiori.

Il gruppo aziendale pordenonese attivo nel settore della distribuzione, che impiega 85 addetti, conta 975.000 presenze nei negozi, 650.000 tra capi venduti e articoli per la casa, una massiccia presenza sui social per un potenziale bacino di utenza di oltre 1.200.000 persone.

In apertura del Meeting le considerazioni dell’amministratore unico, Renzo Venier, che ha evidenziato alcuni aspetti dell’attività sul territorio, come ad esempio la creazione di relazioni anche al di fuori ed al di là del lavoro commerciale, come l’utilizzo delle sale, disponibili nella nuova sede, per eventi culturali, come la presentazione del “Pordenone Blues Festival”, o la collaborazione con “Pordenonelegge”, finalizzati alla creazione di un reale senso di comunità.

“Realtà come questa non ce ne sono molte in FVG - ha detto il vicepresidente Bolzonello - anzi, a ben pensarci, c’è solo questa. Nel settore commercio, in FVG, le criticità sono fortissime, la prima delle quali è rappresentata dalla formazione e dalle strategie commerciali”.

“La mancanza di formazione, la mancanza di cultura, anche sotto il profilo economico sono grossi fattori di criticità. Oggi esiste la reale possibilità di attuare alcuni cambiamenti. - Ha aggiunto Bolzonello. - Come Regione sono stati messi a disposizione una serie di strumenti  per permettere ad aziende come Erremoda di ottenere la collaborazione necessaria e mezzi sufficienti per continuare a crescere”.

Un secondo punto è quello legato al mondo della finanza e dei mezzi per generare operazioni come quella che ha permesso la costruzione della nuova sede direzionale Erremoda, con strumenti molto interessanti già esistenti e a condizioni particolarmente favorevoli.

Alberto Marchiori, Presidente Ascom, afferma che la crescita va fatta puntando con forza sulla formazione, ed Erremoda non è solo un concreto caso “virtuoso” di buona gestione aziendale ma rappresenta anche un esempio che va condiviso con gli associati Ascom.

L’obiettivo del “Meeting” è quello di attirare nuove iniziative commerciali e nuovi operatori, di fare sinergia con essi per costruire una rete sempre di maggiori dimensioni con la creazione di nuove attività imprenditoriali e di attuare uno sviluppo sostenibile del territorio, fonte di valore e di occupazione.

Renzo Venier ha auspicato la necessità di creare maggiore collaborazione tra realtà commerciali private con il sostegno del settore pubblico.
 

 



Corsa al petrolio in Adriatico: battuta d'arresto in Croazia, ma l'Italia va avanti

Corsa al petrolio in Adriatico: battuta d'arresto in Croazia, ma l'Italia va avanti

Roma - L'Italia continua ad investire nelle trivellazioni petrolifere, anche in Adriatico, nonostante proprio dalla vicina Croazia giungano perplessità su questi progetti. A fine luglio, su 10 autorizzazioni concesse nell'Adriatico dal governo croato (che avrebbero dovuto generare investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro), 7 sono state restituite. A tirarsi indietro sono state la compagnia austriaca Omv e la statunitense Marathon Oil.

Ufficialmente, la motivazione riguarda la disputa non risolta sui confini marittimi tra Croazia e Montenegro, ma molti commentatori hanno affermato che l'incertezza sul rendimento degli investimenti legata alla caduta dei prezzi del petrolio avrebbe reso le nuove trivellazioni non sostenibili economicamente.
 
Il governo italiano ritiene tuttavia che le estrazioni di idrocarburi restino un elemento strategico fondamentale per la crescita del Paese. Un modo per aumentare "l'occupazione e le entrate fiscali" e conciliare "sviluppo ed ambiente", ha dichiarato all'agenzia di stampa Adnkronos Pietro Cavanna, presidente di Assomineraria settore Idrocarburi e Geotermia.

Se le numerose opposizioni non sembrano far paura, è piuttosto il crollo del prezzo del petrolio, che questo lunedì è sceso sotto i 39 dollari a barile, a gettare ombre sui progetti di estrazione di idrocarburi.

L'obiettivo del Governo è troppo importante per poter essere messo in discussione: raddoppiare entro il 2020 la produzione nazionale di idrocarburi fino a 24 milioni all’anno di barili equivalenti, con un conseguente risparmio annuo di circa 14 miliardi sugli acquisti energetici dall'estero.

L'Italia produce circa 155 mila barili di petrolio al giorno e 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ma ne consuma rispettivamente 1,3 milioni quotidianamente e 78 miliardi annui.





Sul piatto - secondo il Mise - ci sarebbero poi circa 17 miliardi di euro in investimenti in 4-6 anni ed il raddoppio dei proventi della tassazione sugli idrocarburi, che nel 2013 è stata pari a circa 1,6 miliardi di euro.

Tra le zone di trivellazione, l’Adriatico orientale è molto attraente per le corporations internazionali dato che il mare non è molto profondo, e questo riduce notevolemente il costo delle piattaforme per l’estrazione.

Non bastano, quindi, le opposizioni delle Regioni, che continuano una battaglia a colpi di ricorsi amministrativi per fermare l'arrivo di nuove trivelle davanti alle loro coste. E non servono nemmeno le proteste dei tanti comitati 'No Triv' nati negli ultimi mesi e che martedì 25 agosto, all'Aquila, hanno impedito l'incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sindaco Massimo Cialente.

"Gli idrocarburi in Italia sono stati una risorsa strategica importantissima fin dal dopoguerra", sottolinea Cavanna. "Adesso i progetti di esplorazione definiti sono circa 40" ed i preparativi per le operazioni sono in fase avanzata: il canale di Sicilia e l'Adriatico centrale sono le aree più ambite, ma anche il mar Jonio, area marina vietata alle attività di ricerca di petrolio fino al luglio 2011, è incluso nei progetti.

Il Governo italiano non è l'unico a cercare l'oro nero nel Mediterraneo. "L'Albania ha una storia petrolifera lunghissima", prosegue Cavanna, "mentre altri paesi come Montenegro, Grecia e Croazia" stanno percorrendo la stessa strada dell'Italia.

"L'Italia è indietro in un settore in cui siamo stati i primi a sviluppare le migliori tecnologie. La Croazia in particolare - nota il presidente di Assomineraria - ha già coperto tutta la tratta di propria competenza con la tecnica dell'Air Gun, e ha messo a bando le aree".

Il presidente di Assomineraria è fiducioso: "il prezzo del petrolio non sempre è regolato da meccanismi di domanda e offerta, ma dalla finanza ed altri fattori. Non tutti i mali vengono per nuocere: le società con competenze serie e finanziariamente solide non si faranno impressionare", conclude Cavanna.



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