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Gio11212024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

La "neve pazza" di febbraio e marzo: la più abbondante degli ultimi 30 anni. Il turismo festeggia

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Udine - Con neve fino a oltre 3 metri a Sella Nevea e una media di 150-200 cm nelle altre località sciistiche del Friuli Venezia Giulia, i mesi di febbraio e marzo 2016 si presentano in modo fortemente anomalo rispetto agli inverni precedenti.

Zero neve o quasi fino a inizio febbraio e ora una quantità che è statisticamente la più abbondante negli ultimi 30 anni: è il climatologo Mauro Valt, dell’Arpav-Centro Valanghe di Arabba, a raccontarlo in un'intervista al Corriere della Sera.

"Nel mese di febbraio, sulla montagna veneta, sono caduti dai 100 ai 150 cm di neve fresca oltre i 1200 metri di quota, ai quali si sommano i 30 cm del 3 di marzo. Questa quantità di neve fresca per febbraio è il 6° valore dal 1980, preceduta dal 1984, 1987, 2009, 2013 e 2014 - afferma il climatologo -. l’indice di anomalia del cumulo stagionale di neve fresca, calcolato sul periodo 1 novembre - 29 febbraio per 20 stazioni significative delle Alpi, evidenzia a fine febbraio un inverno con meno neve della media ma, tutto sommato nella norma".

A beneficiare delle precipitazioni sarà in primis l'agricoltura, fino a qualche giorno fa a rischio siccità, ma anche la produzione di energia idroelettrica e lo stesso turismo invernale, che potrà contare su una riserva d'acqua consistente quando si tratterà di "sparare" la neve artificiale.

E proprio quest'ultima ha "salvato" la stagione per le località di sport invernali, che ora sperano in un bilancio oltre le aspettative grazie alle vacanze di Pasqua — provvidenzialmente "alta".

Nel fermo immagine della webcam Promotur, la spettacolare nevicata sul Lussari (scatto ore 19.30 del 5 marzo)

Studio del CRO di Aviano: 10.000 morti in 20 anni per tumori da inquinamento

Studio del Centro riferimento oncologico di Aviano: 10.000 morti in 20 anni per tumori da inquinamen

Pordenone - Uno studio realizzato dall’Istituto nazionale tumori-Cro di Aviano in collaborazione con Istat e il Servizio regionale di epidemiologia del Friuli Venezia Giulia, pubblicato da “International Journal of Environmental Research and Public Health” ha rilevato che negli ultimi vent’anni sono stati almeno diecimila i morti per tumore al polmone a causa dell’inquinamento da traffico.

A patire maggiormente gli effetti dell’aumento del traffico veicolare sono stati uomini e donne che hanno risieduto nei Comuni attraversati dalle circa 700 strade statali che coprono più di 18.000 km del territorio nazionale.

Sono questi cittadini a essere risultati quelli maggiormente a rischio di morte per tumore del polmone (fino a quasi il doppio per le donne) rispetto a chi ha abitato in comuni distanti almeno 500 metri dalle statali. La ricerca ha analizzato i 153.892 decessi per la neoplasia registrati tra il 1990 e il 2010 in 1.515 Comuni attraversati da strade statali o autostrade.

“Sebbene i decessi per tumore del polmone analizzati nello studio siano riconducibili, per i tempi di latenza della malattia pari a 20/40 anni, all’inquinamento prodotto dal traffico nel periodo del boom economico tra gli anni Sessanta e Ottanta, il dato complessivo deve far riflettere” dichiarano Diego Serraino e Ettore Bidoli, autori dello studio.

Maltempo in attenuazione sul FVG ma continua a nevicare in montagna. Rischio valanghe elevato

Maltempo in attenuazione sul FVG ma continua a nevicare. Rischio valanghe elevato

FVG - L'ondata di maltempo che si è abbattuta su Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige ha portato a piogge abbondanti specie nella fascia pedemontana e prealpina. Il forte vento che si è levato nelle prime ore del mattino di lunedì 29 febbraio ha recato alcuni danni in provincia di Udine e Gorizia.

I vigili del fuoco sono intervenuti nella zona di Strassoldo e Cervignano del Friuli, Mereto di Capitolo e Santa Maria la Longa, nella Bassa per alberi pericolanti, rami sulla carreggiata, pali della corrente elettrica pericolanti e altri disagi legati alle violente raffiche.

Sui rilievi oltre i mille metri è caduta abbondantemente la neve. Il bollettino della Protezione civile regionale Fvg indica nel grado 4, in una scala da 1 a 5, il rischio valanghe nella parte alta della Carnia e in Alto Friuli, dove continua a nevicare.   

Il ciclone mediterraneo che ha alimentato il maltempo tende ad attenuarsi. Sono attese ancora precipitazioni sparse ma in genere più deboli. La nuvolosità è in calo ma sono possibili nuovi piovaschi entro sera sulla costa.

Neve mediamente dai 1000-1400m, a tratti più in basso su Carnia, Tarvisiano, nord Dolomiti, basso Trentino al mattino. Temperature in lieve aumento nei massimi. Ventilazione ancora moderata o tesa da ENE con rinforzi sulle pianure, ma in progressiva attenuazione. Mari molto mossi o agitati al largo ma con moto ondoso in lento calo.

(Foto: fermo immagine ore 10 del 29/2 webcam Promotur Davost, Forni di Sopra).

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Capo redattore: Tiziana Melloni
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