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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Forte scossa di terremoto in Emilia, 7 morti. Avvertita anche in Fvg

Forte scossa di terremoto in Emilia, 7 morti. Avvertita anche in Fvg

FVG - Si è avvertita anche in Friuli Venezia Giulia la forte, e lunga, scossa di terremoto che, questa mattina, 20 maggio, alle 4:04 ha interessato diverse regioni del Nord Italia, provocando sette morti, secondo quanto riferisce la Protezione civile.

Quattro vittime infatti sono operai, uccisi dal crollo dei capannoni in cui stavano lavorando proprio a Sant'Agostino: due alla Sant'Agostino Ceramiche, un'altro in una azienda di polistirolo a Ponte Rodoni di Bondeno e un altro ancora alla fonderia Tecopress di Dosso. Quest'ultimo è stato individuato sotto le macerie, ma non è ancora stato recuperato. Le altre tre vittime sono una ultracentenaria di Sant'Agostino, morta sepolta dai calcinacci del suo casolare, una tedesca di 37 anni che si trovava a Bologna per lavoro e che sarebbe morta per lo spavento e una 86enne, morta per un malore.

Oltre che in Emilia-Romagna, la scossa è stata avvertita distintamente anche in Toscana, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Il movimento, di tipo sussultorio, è durato una ventina di secondi, facendo uscire le persone dalle case.

L'assessore regionale alla Protezione civile, Luca Ciriani fa sapere che "ci sono state molte chiamate ai nostri numeri verdi di protezione civile per chiedere informazioni, ma nessun danno particolare è stato segnalato. Naturalmente la sala operativa sta seguendo tutto con la massima attenzione".

Il terremoto di magnitudo 6 e' stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che il 6 aprile 2009 distrusse L'Aquila. Per quanto riguarda gli altri terremoti che possiamo con csiderare 'grandi' in Italia, quello del 1976 in Friuli e' stato di magnitudo 6.2, quello dell'Irpinia (1980) di magnitudo 6.8, quello di Umbria e Marche (1997) di magnitudo 5.6.

Riapre la caccia nonostante i pericoli per sportivi ed escursionisti

Riapre la caccia nonostante i pericoli per sportivi ed escursionisti

Riapre a metà maggio la stagione della caccia in Friuli Venezia Giulia. Le attività venatorie saranno consentite anche nel Parco del Torre, nonostante le proteste del WWF e delle altre associazioni ambientaliste che nell'autunno scorso avevano scritto a Comuni, Regione e Prefetto chiedendo di porre fine ad un'attività definita potenzialmente pericolosa per coloro che ogni giorno frequentano il Parco per passeggiare o correre. Il presidente del WWF regionale Roberto Pizzutti ha ribadito la necessità che «le autorità chiedano immediatamente la sospensione dell'attività venatoria nel Parco del Torre e nelle zone limitrofe e che la Regione ne decreti il divieto».

A confermare la potenziale pericolosità dell'attività venatoria per la sicurezza pubblica, soprattutto in aree abitualmente frequentate dalla popolazione, sono gli incidenti di caccia che periodicamente riempiono le cronache dei giornali.

Nella scorsa stagione venatoria - ricorda il WWF - ad iniziare la serie degli incidenti fu, ad ottobre, il sindaco di Verona Flavio Tosi che, durante una battuta di caccia nella tenuta di Terzo di Aquileia, aveva ferito accidentalmente un gradese di 33 anni, colpito da alcuni pallini a braccia e gambe. A novembre è stata la volta del pensionato ferito dal fratello mentre, dopo il tramonto, erano intenti a cacciare dei germani reali a Gradisca di Sedegliano. Dicembre era cominciato con la tragedia di Maniago – un 69enne si era sparato accidentalmente durante una battuta di caccia alla volpe per morire dissanguato poche ore dopo – per finire con i due incidenti avvenuti il giorno di Santo Stefano, vittime un fotografo di Chions, intento ad assistere a una battuta di caccia alla volpe organizzata tra amici, colpito al volto e ad un occhio da una rosa di pallini, e un cacciatore di Taipana, raggiunto da un proiettile all’addome mentre cacciava nei boschi di Monteaperta.

Ribadisce il WWF: «Ci aspettiamo che le autorità (Sindaco di Udine, Prefetto, assessore regionale competente) intervengano con urgenza per vietare l'ingresso delle doppiette nel parco comunale. Sappiamo che la competenza in materia di caccia non è del Comune né del Prefetto, ma quella della tutela della sicurezza dei cittadini sì. Infine alla Regione, a cui spetta il compito di individuare le aree interdette all'attività venatoria, chiediamo di inserire tra queste il Parco del Torre e di emanare il relativo decreto di chiusura della caccia».

Rapporto clima ed inquinamento, regione promossa con riserva

Il Golfo di Panzano

Lionello Barbina, direttore generale dell'Arpa, l'Agenzia regionale dedicata all'ambiente, ha esposto mercoledì 9 maggio ai consiglieri della IV Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia il "Rapporto sullo stato dell'ambiente 2012". Era presente anche Fulvio Stel, uno dei curatori del documento.

Dal rapporto emerge che "In Friuli Venezia Giulia si notano alcuni segni di cambiamento climatico: in 20 anni, la temperatura media è aumentata di 0,7 gradi centigradi. I primi sei mesi dell'anno sono più secchi, gli altri più piovosi; questo causa modifiche negli ecosistemi, in particolare in quelli piu' delicati della fascia delle risorgive".
 
"La qualità dell'aria non migliora - si legge ancora nel rapporto - anche a causa di un aumento della combustione domestica della legna, non sempre eseguita secondo le regole che evitano l'emissione di inquinanti".

In particolare "non si registra una riduzione significativa né delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili - il particolato PM10 - né del numero dei superamenti della concentrazione media giornaliera, particolarmente alto nelle aree pianeggianti dell'Udinese, del Pordenonese, del Triestino e nell'area di Torviscosa".
 
Per quanto riguarda la qualità delle acque dolci "si evidenziano impatti significativi nella zona montana dovuti a derivazioni a fini idroelettrici, nella bassa pianura a nitrati di origine agricola, e in modo puntiforme a scarichi di depuratori non ancora adeguati".

Nelle acque sotterranee dell'alta pianura e in prossimità delle risorgive "sono presenti in modo significativo nitrati e prodotti fitosanitari di origine agricola. Si rilevano, inoltre, aree più circoscritte di contaminazione di origine industriale".

L'ambiente marino presenta uno stato ecologico da buono ad elevato, ad eccezione del golfo di Panzano, influenzato dal fiume Isonzo e dagli insediamenti monfalconesi.
"Un alto grado di attenzione è comunque richiesto - avverte il rapporto - per la presenza di sostanze pericolose, di microalghe tossiche e per l'incremento della temperatura".

Nell'ambiente lagunare, alcuni tratti sono in uno stato tra il sufficiente e lo scarso, in particolare la parte nord-occidentale della laguna di Marano e a est del ponte Belvedere, che collega Grado con Aquileia.
La contaminazione da mercurio delle foci dell'Isonzo, dei fanghi e delle argille del golfo di Trieste e della laguna di Marano e Grado non supera gli standard ambientali. In assenza di rischio sanitario e nell'impossibilità di bonificare, afferma il Rapporto, è opportuno porre attenzione al consumo di prodotti ittici da parte delle gestanti e dei bambini.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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