Si apre con “Dolcetto o scherzetto?” e “Biancaneve non aprite quella porta!” la nuova stagione del Teatro ragazzi della Contrada
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Sabato, 31 Ottobre 2015 15:58
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Un’apertura festosa per la Stagione 2015-16 di Teatro per l’infanzia e la gioventù della Contrada. I piccoli spettatori possono contare su due appuntamenti di apertura che li porteranno a divertirsi, sognando, e a vivere l’emozione del teatro.
Stasera, sabato 31 ottobre alle 17 ritorna l’ormai consolidato appuntamento legato ad Halloween intitolato “Dolcetto o scherzetto?” al Teatro dei Fabbri. Una festa spettacolo che vedrà impegnata ancora una volta l’attrice Daniela Gattorno con storie di Orchi e di Zucche e tante sorprese. I piccoli spettatori sono invitati a raggiungere il teatro travestiti da fantasmini, streghe, vampiri o tutto ciò che stimola la loro fantasia per festeggiare insieme un pomeriggio come i loro coetanei americani.
Domenica 1 novembre alle ore 11, al Teatro Bobbio, prte ufficialmente la rassegna Ti racconto una fiaba, con una produzione della Contrada: “Biancaneve, non aprite quella porta!” . Un divertissement sul testo della fiaba dei Fratelli Grimm con un adattamento di Livia Amabilino e Lorella Tessarotto per la regia di Daniela Gattorno. Biancaneve è una ragazza forse meno dolce e romantica di quella conosciuta nella fiaba, che appassiona per la sua sbadataggine. I suoi incontri con Brontolo e i suoi fratelli, il cacciatore, la regina cattiva e un principe un po’ speciale sapranno intrattenere riuscendo a far emergere tematiche come la necessità delle scelte, le conseguenze negative dell’invidia e della vanità oltre alle proibizioni non sempre utili che accompagnano il percorso di crescita. Un percorso tra luci e ombre come avviene quando si cammina in un bosco, finchè il sostegno degli altri e la forza dell’amore non aiutano il passaggio dall’infanzia all’ età adulta. Enza De Rose nel ruolo del titolo sarà affiancata da Francesco Godina e Giulio Settimo in un appuntamento che saprà divertire il pubblico.
L’ appuntamento con “Dolcetto o scherzetto?” , come da consuetudine, andrà in scena presso il teatro dei Fabbri. Biglietto d’ingresso unico 5,00 €.
Per “Biancaneve, non aprite quella porta!”, che è inserito nella Rassegna Ti racconto una fiaba, il biglietto unico è di 7 euro; “Card Teatro Bobbio” per 5 ingressi a 25 euro; “Card Teatro Bobbio” per 8 ingressi a 36 euro. Gli ingressi delle due Card sono non nominali e usufruibili per tutti i titoli di TI RACCONTO UNA FIABA.
Sentimenti e ipocrisia pirandelliani portati in scena da un grande Teatro Armathan
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- Pubblicato Sabato, 31 Ottobre 2015 11:06
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia – Continua con una commedia tutt'altro che spensierata l'edizione numero 25 del Festival Teatrale Internazionale “Castello di Gorizia”, che nella cornice del Kulturni Dom ha visto andare in scena ieri sera la pirandelliana “L'uomo, la bestia e la virtù”. Protagonista il Teatro Armathan di Verona.
Diretta da Marco Cantieri, quest'opera, spesso definita minore tra quelle scritte dal drammaturgo siciliano, racconta la farsa a tratti grottesca del Professor Paolino (Marco Cantieri), rigoroso insegnante privato, e della signora Perella (Elena Fasanari), madre di un suo allievo e sua amante, per mascherare la loro relazione.
Lei, però, è sposata con il capitano Perella (Arnaldo Pernigo), marinaio con una doppia vita a Napoli e che non tiene in considerazione la moglie. Proprio a causa di queste mancanze coniugali, Paolino si discolpa dicendo di “aver colto un frutto dall'albero abbandonato”, ma un grosso problema costringe i due amanti a far riaccendere il desiderio nel terzo, in modo da oscurare la loro relazione.
Come ha abituato gli appassionati di letteratura e teatro fin da subito, Pirandello cala maschere sui volti dei personaggi, che a loro volta non hanno difficoltà a scambiarsele, nasconderle, accentuarle a seconda dell'esigenza. Il confìne tra verità e menzogna, di conseguenza, si assottiglia a tal punto da diventare mera illusione e ipocrisia, fatiscenza in un intrigo che ha come unico scopo nascondere lo scandalo.
Attorno al trio “amoroso” ruotano personaggi che aumentano la comicità della situazione, intesa ovviamente nei termini dello stesso autore (andando oltre la risata, quindi l'apparenza, per capire cosa si celi dietro all'apparente ilarità): il dottor Pulejo, che aiuta il Professore nel problema; il piccolo Nonò, figlio dei Perella; Totò, fratello del medico e apparentemente deficiente, ma in realtà ben più astuto di quanto sembri.
Cantieri, che ha optato per una scenografia all'essenziale e stilisticamente ermetica, come se fosse un muro ricco di porte, ha dato respiro a una commedia tragica dove la risata è sintomo di malessere interiore: gli attori diventano maschere sia metaforicamente che fisicamente. E l'interpretazione dello stesso regista getta ombre sull'animo umano la cui faccia, come racconta Pirandello, non nasconde nulla. O al meno pensiamo che sia così.
“Scandalo”: spaccato di costellazioni familiari al Rossetti fino al 1° novembre
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- Pubblicato Venerdì, 30 Ottobre 2015 11:00
- Scritto da Sara Galiza
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Trieste – Sarà in scena al Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo spettacolo “Scandalo” fino a domenica 1o novembre. Questa è la prima produzione dell'attuale direttore dello Stabile, Franco Però.
In scena oltre a due enormi nomi del teatro e del cinema italiani, quali Franco Castellano e Stefania Rocca, si esibiscono, per la prima volta a Trieste, i membri delle Compagnia Stabile, voluta dallo stesso Però. Il testo è un'opera inedita di Arthur Schnitzler, medico, scrittore e drammaturgo austriaco.
Il testo, datato, si distingue felicemente per l'attualità delle argomentazioni. La vicenda ci mostra lo spaccato di vita di una famiglia borghese: un gioco a volte crudele, a cui assistono, appena fuori scena, gli stessi personaggi, prima di divenire essi stessi parte della storia. La tragica morte di uno dei figli, da avvio alla vicenda, come se una porta si spalancasse sull'ignoto. Hugo, morente, rivela agli altri membri della famiglia di avere una compagna illegittima, dalla quale ha anche avuto un figlio. Chiede ai suoi familiari di accogliere questi due sconosciuti, a lui tanto cari. Cosa succede all'uomo quando è costretto a fare i conti con il senso di appartenenza? Questa è la principale domanda che pone al pubblico, questo testo, nella versione inscenata da Però per la Compagnia dello Stabile.
Nell'elegante scenografia curata da Antonio Fiorentino, gli attori lavorano tutti al di qua di una parete, che metaforicamente li separa dal mondo esterno. La casa diventa il contenitore di tutte le idiosincrasie dei protagonisti.
Il regista sembra volerci mettere davanti ad un minestrone di umanità, dove non si può stare troppo a giudicare: o mangi questa minestra, o salti questa finestra. Lo spettacolo rimanda senza appello a ciò che in questi giorni avviene proprio al di fuori delle nostre porte di casa. Ci mostra che la paura dell'invasione e della contaminazione da parte di chi è diverso da noi, ci abita innanzitutto in quanto esseri umani.
A fare da sottofondo a tutto questo tracimare di umanità ci sono le musiche originali di Antonio Di Pofi, che coloriscono, sottolinenandolo, lo spaesamento tanto del pubblico quanto degli attori, di fronte alle scelte obbligate. Viene da domandarsi, che cosa non si farebbe per amore di un figlio. Viene da domandarsi se sia davvero impossibile smettere di perpetrare gli errori dei padri. Viene da domandarsi se da centocinquant'anni a questa parte non sia cambiato proprio nulla. Franco Però e la sua compagnia portano in scena tutto questo.
Lo fanno con spirito, senza timore. La volontà mostrata è quella di tenere in piedi la quarta parete, come a dire, che non ci sono solo i muri visibili a segnare le nostre esistenze. Più pericolosi e più subdoli possono essere quelli invisibili: solo l'attore Franco Castellano, sfida la parete invisibile e ci raggiunge, in un unico istante, per venir a interloquire direttamente con chi abita nell'ombra. É un'allegoria questo spettacolo, della pochezza e della bassezza alle quali siamo soliti assoggettarci. La tragica fine dello spettacolo cala sugli spettatori come un'annunciazione. Mirabile il lavoro di Lara Komar, che non lascia nulla al caso nella sua interpretazione di Franziska. Tutto, nei gesti e nell'incedere, nel ritmo della parola, illustra e spiega l'animo del suo personaggio. La sua interpretazione scende dal palco, e sussurra di amore e dolore alle orecchie di tutti i presenti. Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015.
Lo spettacolo sarà in replica alla Sala Assicurazioni Generali con il medesimo orario, 20.30, eccettuato la replica pomeridiana di domenica 1o novembre, prevista per le ore 16.
Per abbonamenti e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere alla vendita online attraverso il sito www.ilrossetti.it
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