Risveglio di primavera. Debutto al Rossetti della Nico Pepe
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- Pubblicato Lunedì, 19 Ottobre 2015 15:32
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Sarà “Risveglio di primavera” di Frank Wedekind il primo spettacolo prodotto dalla Civica Accademia D’arte drammatica “Nico Pepe” di Udine ospitato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: l’appuntamento, in anteprima rispetto alla Stagione 2015-2016, è per giovedì 22 ottobre alle ore 21 alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti.
L’iniziativa nasce a coronamento del protocollo d’intesa recentemente stipulato fra il Teatro Stabile regionale e la Civica Accademia, a formalizzare e ufficializzare una naturale reciprocità e collaborazione fra le due istituzioni: ogni anno lo Stabile ospiterà uno spettacolo portato in scena dagli allievi del II e II anno dell’Accademia, mentre fra i giovani attori formati dall’Accademia si sceglierà - ove possibile - qualcuno da coinvolgere nelle produzioni dello Stabile (per primo, l’ottimo Filippo Borghi è entrato a far parte della Compagnia Stabile).
Inoltre il direttore Franco Però sarà parte della giuria del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro, promosso dalla “Nico Pepe” con cadenza annuale. Ecco dunque il contesto in cui s’inserisce la proposta di questo Risveglio di primavera di Frank Wedekind, per la regia di Claudio de Maglio, interpretato dagli allievi del II e III anno di corso.
Lo spettacolo si avvale delle musiche di Paki Zennaro, delle scenografie di Claudio Mezzelani, mentre il disegno luci è firmato da Stefano Chiarandini ed i costumi sono di Emmanuela Cossar. La realizzazione della videoscenografia è di Federico Petrei e Fay Fernandes (Delta Process).
Quando fu rappresentato per la prima volta, nel 1906 a Berlino, il testo suscitò un grande scandalo perché smascherava la menzogna di una morale ipocrita e l’omertà di fondo che gli adulti mantengono verso le giovani generazioni, evidenziando la violenza nascosta o manifesta dei metodi educativi della società del tempo e le sue contraddizioni nonché la spietatezza di quella che poi fu denominata “pedagogia nera”, le cui forme anche se rimodellate o in altri casi edulcorate resistono in alcune parti del pianeta.
«Questa bellissima e struggente “tragedia di ragazzi”, spiega il regista e direttore della Civica Accademia Nico Pepe di Udine, Claudio De Maglio, parla di quella combinazione di gioia, paura ed esaltazione che da sempre ragazze e ragazzi hanno provato per il dolce mistero dello sbocciare del proprio corpo, e racconta con coraggio i turbamenti e le domande esistenziali causati dalle tempeste emotive che accompagnano la più fragile e insieme la più affascinante stagione della vita: quella dell’adolescenza e della giovinezza».
A misurarsi con il testo saranno i giovani allievi attori del II e III anno di corso: Caterina Bernardi, Angelica Bifano, Jacopo Bottani, Carlo Dalla Costa, Federica Di Cesare, Massimiliano Di Corato, Gilberto Innocenti, Clara Roberta Mori, Luca Oldani, Davide Pachera, Stefano Pettenella, Miriam Russo. III anno di corso: Giuseppe Attanasio, Irene Canali, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Daniele Palmeri, Lucia Rea, Andrea Rizzo, Marta Salandi, Raphael Schumacher.
Ancora De Maglio: «Durante le prove ci siamo chiesti quali rituali, quali celebrazioni accompagnano l’accesso all’età adulta. Quali risposte si è in grado di dare quando i giovani fanno i conti con gli stimoli sessuali e cercano di dare un nome a quanto loro accade? In che rapporto la Cultura con le sue regole sociali si pone con ciò che è predisposto dalla Natura?» Risveglio di primavera è dunque un dramma che ancora oggi pone allo spettatore domande alle quali non sempre riusciamo a dare una risposta perché il mondo in cui si muovono i protagonisti è drammaticamente lo stesso di allora: un labirinto di genitori ciechi, scuole mute e collegi sordi, in cui i giovani interpreti sembrano destinati a tacere, o peggio a soccombere e in cui la drammaturgia mostra i danni della repressione soffocante che nega l’evidenza e in nome di una presunta moralità diventa più traviante delle peggiori devianze.
Frank Wedekind (1864-1918) è uno degli autori più dissacranti e uno degli accusatori più diretti del falso puritanesimo borghese di fine Ottocento. «Nel risveglio – chiude il regista – che tra l’altro ha una struttura a quadri, di certo molto avanzata per l’epoca, drammaticamente e selvaggiamente si muovono delle giovani meteore di vita che si agitano tra lotte e paure, repressioni e slanci incontrollabili. C’è la giovinezza che muore sul nascere e gli istinti che alle volte rimangono potenze senza controllo e maturazione».
Biglietti in vendita a partire da venerdì 16 ottobre a €12 con riduzione per gli abbonati al Teatro Stabile a €8, presso la Biglietteria del Politeama Rossetti ed i consueti punti vendita dello Stabile regionale. Ulteriori informazioni sul sito del teatro www.ilrossetti.it e al tel 040-3593511 o Civica Accademia d'Arte Drammatica “Nico Pepe”, tel/fax 0432/504340, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.nicopepe.it.
L’Accademia Nico Pepe porta in scena “Risveglio di primavera” con gli allievi del II e III anno
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- Pubblicato Domenica, 18 Ottobre 2015 12:13
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Sarà Risveglio di primavera di Frank Wedekind, il primo spettacolo prodotto dalla Civica Accademia D’arte drammatica “Nico Pepe” di Udine ospitato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: l’appuntamento, in anteprima rispetto alla Stagione 2015-2016, è per giovedì 22 ottobre alle ore 21 alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti.
L’iniziativa nasce a coronamento del protocollo d’intesa recentemente stipulato fra il Teatro Stabile regionale e la Civica Accademia, a formalizzare e ufficializzare una naturale reciprocità e collaborazione fra le due istituzioni: ogni anno lo Stabile ospiterà uno spettacolo portato in scena dagli allievi del II e II anno dell’Accademia, mentre fra i giovani attori formati dall’Accademia si sceglierà - ove possibile - qualcuno da coinvolgere nelle produzioni dello Stabile (per primo, l’ottimo Filippo Borghi è entrato a far parte della Compagnia Stabile). Inoltre il direttore Franco Però sarà parte della giuria del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro, promosso dalla “Nico Pepe” con cadenza annuale.
Ecco dunque il contesto in cui s’inserisce la proposta di questo Risveglio di primavera di Frank Wedekind, per la regia di Claudio de Maglio, interpretato dagli allievi del II e III anno di corso.
Lo spettacolo si avvale delle musiche di Paki Zennaro, delle scenografie di Claudio Mezzelani, mentre il disegno luci è firmato da Stefano Chiarandini ed i costumi sono di Emmanuela Cossar. La realizzazione della videoscenografia è di Federico Petrei e Fay Fernandes (Delta Process).
«Questa bellissima e struggente “tragedia di ragazzi”, spiega il regista e direttore della Civica Accademia Nico Pepe di Udine, Claudio De Maglio, parla di quella combinazione di gioia, paura ed esaltazione che da sempre ragazze e ragazzi hanno provato per il dolce mistero dello sbocciare del proprio corpo, e racconta con coraggio i turbamenti e le domande esistenziali causati dalle tempeste emotive che accompagnano la più fragile e insieme la più affascinante stagione della vita: quella dell’adolescenza e della giovinezza».
A misurarsi con il testo saranno i giovani allievi attori del II e III anno di corso: Caterina Bernardi, Angelica Bifano, Jacopo Bottani, Carlo Dalla Costa, Federica Di Cesare, Massimiliano Di Corato, Gilberto Innocenti, Clara Roberta Mori, Luca Oldani, Davide Pachera, Stefano Pettenella, Miriam Russo. III anno di corso: Giuseppe Attanasio, Irene Canali, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Daniele Palmeri, Lucia Rea, Andrea Rizzo, Marta Salandi, Raphael Schumacher. Ancora De Maglio: «Durante le prove ci siamo chiesti quali rituali, quali celebrazioni accompagnano l’accesso all’età adulta. Quali risposte si è in grado di dare quando i giovani fanno i conti con gli stimoli sessuali e cercano di dare un nome a quanto loro accade? In che rapporto la Cultura con le sue regole sociali si pone con ciò che è predisposto dalla Natura?»
Risveglio di primavera è dunque un dramma che ancora oggi pone allo spettatore domande alle quali non sempre riusciamo a dare una risposta perché il mondo in cui si muovono i protagonisti è drammaticamente lo stesso di allora: un labirinto di genitori ciechi, scuole mute e collegi sordi, in cui i giovani interpreti sembrano destinati a tacere, o peggio a soccombere e in cui la drammaturgia mostra i danni della repressione soffocante che nega l’evidenza e in nome di una presunta moralità diventa più traviante delle peggiori devianze. Frank Wedekind (1864-1918) è uno degli autori più dissacranti e uno degli accusatori più diretti del falso puritanesimo borghese di fine Ottocento.
«Nel risveglio – chiude il regista – che tra l’altro ha una struttura a quadri, di certo molto avanzata per l’epoca, drammaticamente e selvaggiamente si muovono delle giovani meteore di vita che si agitano tra lotte e paure, repressioni e slanci incontrollabili. C’è la giovinezza che muore sul nascere e gli istinti che alle volte rimangono potenze senza controllo e maturazione».
Biglietti in vendita a partire da ieri venerdì 17 ottobre a €12 con riduzione per gli abbonati al Teatro Stabile a €8, presso la Biglietteria del Politeama Rossetti ed i consueti punti vendita dello Stabile regionale. Ulteriori informazioni sul sito del teatro www.ilrossetti.it e al tel 040-3593511 o Civica Accademia d'Arte Drammatica “Nico Pepe”, tel/fax 0432/504340, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.nicopepe.it.
Risveglio di primavera andrà successivamente in scena sabato 31 ottobre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, alle 20.45 e gode del sostegno di: Fondazione CRUP con i partners istituzionali Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Comune di Udine.
Avventure e paura ne "Lo zoo di vetro" dedicato a Francesco Macedonio
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- Pubblicato Sabato, 17 Ottobre 2015 09:18
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - Chiusi in una bolla, isolati dal mondo, o alla ricerca spasmodica di avventure: l'esistenza spesso si tormenta su questi due estremi, impedendosi così di essere vissuta appieno.
Come vorrebbe invece fare Tom, protagonista e voce narrante de "Lo zoo di vetro", portato ieri sera in scena al Kulturni Dom dalla compagnia vicentina "La ringhiera", secondo appuntamento del 25o Festival Internazionale Teatrale "Castello di Gorizia".
Un appuntamento importante quello di ieri, perche intitolato al goriziano Francesco Macedonio, come ha ricordato il professor Quazzolo prima dello spettacolo. Per l'occasione, è stato letto un racconto scritto dallo stesso regista qualche anno fa, raccolto in un'antologia che ripercorre la sua infanzia.
Scritto da Tennessee Williams nel '44 e diretto in quest'occasione da Riccardo Perraro, "Lo zoo di vetro" è un dramma familiare che si consuma nell'America anni '30, quella dopo il crollo della borsa. L'io narrante è quello di un giovane impiegato, Tom Wingfield (interpretato da Cristian Zorzi), che ha sulle spalle la madre Amanda (Lucia Callegari) e la sorella Laura (Lorenza Rizzato).
La figura paterna non c'è, scomparsa ormai da 16 anni per "inseguire le luci", spiega il protagonista. E anche per lui la fame di avventure è insaziabile, nonostante si rifugi ogni giorno al cinematografo per ammirare storie di altri. Ci va anche per fuggire dalla petulanza della madre, logoroica e piena di timori: fra tutti, quella di avere un figlio alcolizzato e una figlia zitella.
A Laura, invece, basta osservare il suo "zoo di vetro", fatto di animaletti trasparenti e fragili, specchio della sua anima talmente timida da aver paura di andare a scuola. È l'unica con cui Tom ha un rapporto sincero, essendo a modo loro ce di una stessa moneta, dimenticata in fondo alla tasca da un padre con il vizio dell'alcool.
Quando nell'appartamento dei Wingfield farà la sua comparsa un quarto personaggio, annunciato fin da subito dal narratore in un monologo indirizzato al pubblico, i precari equilibri di questa famiglia saranno destinati a una svolta. Ma solo alla fine si capirà se questa porterà al baratro o alla salvezza, complice anche un quinto elemento, lasciato da comprendere alla platea.
La versione originale a cui Perraro è voluto rimanere fedele appesantisce l'opera, con dialoghi troppo antiquati che solo in extremis fanno emergere il vero stato d'animo dei personaggi. E, tra il cast, l'applauso più grande va alla Rizzato, capace di dare anima e corpo a una ragazza schiava della paura: drammaticità che riempie la sfera di vetro in cui è sigillata.
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