Parte la stagione al Rossetti con“Scandalo” e “Rosso Venerdì”
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Domenica, 25 Ottobre 2015 12:47
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Trieste – All'Antico Caffè San Marco, nella mattinata di sabato 24 ottobre si è tenuta la conferenza stampa che inaugura la stagione 2015-2016 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Franco Però, direttore della struttura ha preso la parola, salutando i presenti.
Trieste ha una Compagnia Stabile, e sarà possibile quanto doveroso seguirne le sorti e le evoluzioni. Esperimenti di questo genere, all'estero sono ormai la regola, ma in Italia era dai tempi dei commedianti che non vedevamo più in scena, una compagnia, per di più stabile. É coraggioso questo tuffo nel passato per assicurarsi il presente. E tutti sembrano riconoscerne il valore. Lo ribadiscono Igor Pison e Franco Castellano.
Sono non poche le novità per quest'anno. A partire dalla coraggiosa scelta di investire sulla presenza di una Compagnia Stabile. E saranno ben due gli spettacoli di produzione ad inaugurare la stagione teatrale che sta per aprirsi, del Teatro Rossetti di Trieste.
Martedì 27 ottobre si alzerà il sipario alla sala Assicurazioni Generali, e in scena ci saranno Stefania Rocca e Franco Castellano, assieme alla Compagnia Stabile, a dare vita all'inedito testo di Arthur Schnitzler “Scandalo”. Testo che non era mai stato messo in scena in Italia prima d'ora. Lo spettacolo è stato presentato in anteprima nazionale all'ultima edizione del Festival Mittelfest, a Cividale.
Scandalo, scritta nel 1898, conquista e avvince il pubblico oltre che per l'attualità delle tematiche, anche per la regia di Franco Però, che ha portato gli attori a intrpretare intensamente i loro personaggi.
Stefania Rocca e Franco Castellano, eccelenti protagonisti del teatro e del cinema italiano, assieme agli attori della Compagnia del Teatro Stabile, composta da Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedettis, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni, Francesco Migliaccio e ultima ma non ultima Maria Grazia Plos; accolta infatti da plausi e applausi .
Ognuno degli attori presenti all'Antico Caffè San Marco ha presentato il proprio personaggio, chi descrivendolo brevemente, chi ironizzando sulle condizioni di lavoro. Tutti sembravano però concordare sulla inaspettata attualità del testo e sull'importanza di rappresentarlo proprio oggi.
“Ogni termine scelto per tradurre il titolo – commenta il regista e direttore dello Stabile – tralasciava qualcosa dell'originale. Allora ci siamo chiesti perché non cercarlo tra gli effetti che questo lascito (questo il significato letterale del titolo) provoca nella vita della famiglia? É su questo che si snoda la commedia: lo scandalo è anche l'ostacolo e l'insidia, come designato dal suo significato antico; e sono proprio queste le caratteristiche, involontarie, indossate da Toni Weber, la ragazza di bassa classe sociale amata da Hugo, e dal loro figlioletto Franz.
La commedia vuole che, Hugo, rampollo di una famiglia dell'alta borghesia viennese, venga condotto a casa morente dopo un caduta da cavallo, e proprio in punto di morte confessi alla famiglia di amare una ragazza proveniente da un mondo diverso e lontano dal loro (oggi potremmo immaginare un'immigrata). Dalla loro relazione è nato anche un bambino. L'ultimo desiderio di Hugo è che Toni e Franz vengano accolti in casa. Nostante lo stupore e lo sconcerto iniziali la famiglia acconsente, e la ragazza entra a far parte di quella che crede diverrà la sua famiglia. Ma lentamente e inesorabilmente alcuni segnali di distacco si manifestano: la presenza di Toni e del piccolo Franz è sentita come scandalosa, provocando l'allontanamento di amici e conoscenti. Scandalosi, però, sono anche gli atteggiamenti dei vari membri della famiglia nei confronti dei nuovi venuti. L'improvvisa morte del bambino lascia Toni sempre più isolata ed estranea al gruppo. Nemmeno Emma, cognata del padrone di casa, un personaggio forte che in tanti momenti riesce a mettere a nudo le piccinerie, le volgarità e le sottili violenze della famiglia, fermare una deriva dagli sviluppi drammatici.
Nel ruolo di Emma, Stefania Rocca, al fianco di Franco Castellano, che interpreta Adolf Losatti, il pater familias, nel ruolo della moglie Betty, Ester Galazzi. Toni Weber è affidata a Astrid Meloni, e Hugo è interpretato da Filippo Borghi. Franziska, figlia dei losatti è Lara Komar; e Agnes figlia di Emma è interpretata da Federica De Benedettis.
Il dottor Bernstein, amico di famiglia, è Riccardo Maranzana. Fidanzato di Franziska è il dottor Ferdinand Schmidt, interpretato da Adriano Braidotti. Amico di Hugo e Toni è Gustav Brander, interpretato da Andrea Germani. Completano il cast, il figlio minore dei Losatti Lulu, Alessio Bernardi, e Franz, figlio di Toni e Hugo, Leon Kelmendi, attore in erba di otto anni.
La compagnia si muove negli spazi disegnati dallo scenografo Antonio Fiorentino. Una parete, a sottolineare le differenze tra l' interno borghese e il fuori, invece, libero e luminoso. I costumi sono creazioni di Andrea Viotti, le luci sono firmate da Pasquale Mari e le musiche da Antonio Di Pofi. Lo spettacolo sarà in replica fino a domenica 1o novembre sempre alla Sala Assicurazioni Generali.
La prolifica compagnia dello Stabile, non paga, per mettere subito in chiaro quali siano le intenzioni, decide di raddoppiare, e dal 3 novembre porta in scena lo spettacolo “Rosso Venerdì”, per la regia di Igor Pison, su testo di Roberto Cavosi.
Anche questo spettacolo ha avuto un'importante anteprima estiva: scelto da Pippo Del Bono, è andato in scena al festival di Asti.
Lo stesso Cavosi, definisce il suo testo un monologo a più voci: si tratta del coagulo di tanti flussi di coscienza. I diversi personaggi raccontano sé stessi, i rispettivi drammi e pur dandoci notizie degli altri personaggi a cui sono legati; tra loro no avviene mai nessun rapporto diretto, non si passa mai al dialogo.
Da questa insolita scelta compositiva, sgorga un interessante affresco contemporaneo. É una polifonia di voci impegnata nella narrazione di piccoli Golgota quotidiani, ai quali s'intreccia il calvario dell'uomo sulla croce, quello che si ripete universale, e attorno alla quale si radunano gli uomini coi loro peccati.
Pison mostra di avere idee precise sul fenomeno contemporaneo dell'incomunicabilità, dicendo che il dialogo e quindi la relazione vanno meritate.
I personaggi abitano un discarica, come a dire, dalle parole dello stesso Pison, che gli esseri umani riempiono le proprie esistenze di rifiuti che poi finiscono per inquinare anche i rappoti tra gli individui.
il venditore ambulante di aspirapolvere (Riccardo Maranzana) ha un famiglia, ma si trascina tra frustrazione professionale e caos sentimentale, ossessionato da un'amante che non lo vuole più. Sua moglie (Ester Galazzi) regge tutto sulle proprie spalle, costretta ad occuparsi anche della madre di lui (Maria Grazia Plos) ammalata di Alzheimer. Il fratello della moglie (Adriano Braidotti) sembra vincente, ma per vivere ruba.
Nei testi di Cavosi, appaiono tutti sconfitti, ma non per sadismo, anzi: - La vita è un'amore difficile! - ci svela Cavosi, che tratteggia con un misto di durezza e partecipazione questa Passione, difficile poiché moderna. Lasciando con questa frase ai suoi personaggi il dono di un raggio di speranza.
I costumi e le scenografie sono di Petra Veber, Slovena, per la prima volta in Italia, che si rifà alle atmosfere di Lachapelle, evocandone l'immaginario. Igor Pison trasporta i suoi attori in un lavoro corale orchestrato alla perfezione, avvalendosi di una suggestiva partitura di segni e musiche che servono a ricercare una sinergia con il testo, per enfatizzarne le potenzialità.
Rosso Venerdì verrà presentato martedì 3 novembre alla Sala Bartoli, e vi verrà replicato fino a domenica 22.
Per gli abbonamenti come per i biglietti dei posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuito o accedere alla vendita online attraverso il sito www. Ilrossetti.it.
Per informazioni è possibile telefonare allo 040 - 35 93 51 1