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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Vincitore del Leone d’Oro a Venezia con “Sacro Gra” il regista Gianfranco Rosi incontra il pubblico

Vincitore del Leone d’Oro a Venezia con “Sacro Gra” il regista Gianfranco Rosi incontra il pubblico

Udine - Gianfranco Rosi, Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia, torna in regione – dopo essere stato ospite de Le Voci dell’Inchiesta – per accompagnareil suo acclamatissimo Sacro GRA al CEC di Udine e Cinemazero di Pordenone. L’appuntamento è fissato per domenica 22 settembre, quando il pubblico del Visionario al termine della proiezione delle ore 17.40, quindi verso le ore 19 e il pubblico di Cinemazero, prima dello spettacolo delle ore 21.00, potranno ammirare uno dei film più attesi della stagione e conoscere da vicino uno dei protagonisti di spicco della scena cinematografica italiana.        

Dopo l’India dei barcaioli, il deserto americano dei drop out, il Messico dei killer del narcotraffico, Gianfranco Rosi ha deciso di raccontare un angolo del suo Paese, girando e perdendosi per più di due anni con un minivan sul GRA - Grande Raccordo Anulare di Roma per scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili che questo luogo magico cela oltre il muro del suo frastuono continuo.

Dallo sfondo emergono personaggi altrimenti invisibili e apparizioni fugaci: un nobile piemontese e la figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo. Un botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche alla ricerca del rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici; un principe dei nostri giorni con un sigaro in bocca, intento a fare ginnastica sul tetto del suo castello assediato dalle palazzine della periferia informe a un’uscita del Raccordo; un barelliere in servizio sull’autoambulanza del 118 che dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull’anello autostradale; un pescatore d’anguille nella sua zattera all’ombra di un cavalcavia sul fiume Tevere.

Il Gra, con i suoi 70 km, è la più estesa autostrada urbana d’Italia, ma pochi la considerano come spazio urbano da esplorare. Lo ha fatto il paesaggista Nicolò Bassetti, passando poi quel bagaglio di esperienze, come l’idea stessa di farne una narrazione, nelle mani di Gianfranco Rosi, che ha raccolto la sfida. I primi sopralluoghi sono durati circa sei mesi e hanno rappresentato una sorta di iniziazione al mistero del GRA. Lo sguardo e l’entusiasmo di Bassetti hanno fatto innamorare Rosi di questo spazio urbano e umano davvero unico. All’inizio, dunque, il regista ha seguito il paesaggista, dopodiché il paesaggista si è messo alle sue spalle lasciandolo libero di muoversi in completa solitudine…

       

Chiude "I Mille Occhi" Festival internazionale del cinema e delle arti con il Premio Anno Uno a Franco Maresco

Chiude I Mille Occhi, Festival internazionale del cinema e delle arti con il Premio Anno Uno a Franc

Si è conclusa martedì 17 settembre al teatro Miela la XII edizione di Mille Occhi, con la consegna, come di consueto, del “Premio Anno Uno”, che per la prima volta viene assegnato a un cineasta italiano: Franco Maresco.

Un cineasta un po' ai margini, che non si preoccupa di essere politicamente scorretto e in cui non manca di certo quel senso di autocritica, spesso ingiustificato come in questo caso, che capita di riscontrare negli artisti di valore.

Ricordiamo Franco Maresco in coppia con Daniele Ciprì per lavori cinematografici come “Totò che visse due volte”, proiettato durante il festival, o il celebre programma televisivo “Cinico Tv”.

Il primo lungometraggio che firma da solo è “Io sono Tony Scott” - “ovvero come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista jazz della storia”, recita il cartello subito dopo il titolo.

“Perché l'Italia è un paese smemorato, un paese distratto, a volte cialtrone” afferma il regista presentando il film, durante la cerimonia di premiazione.

Dopo l'introduzione del direttore Matiassich Germani, Maresco parla soprattutto di musica, della sua passione per il jazz, dell'ammirazione profonda per il triestino Lelio Luttazzi. Emerge la figura ironica, auto-ironica e divertente di un regista per cui, evidentemente, non esiste il principio di “art pour l'art”, ma che realizza le sue opere per omaggiare dei personaggi che stima, per denunciare lo stallo di un paese, per raccontare. E trova il modo di scherzare su se stesso - “Sapete, io non ho ricevuto molti premi. E si dà il caso che io sia irrimediabilmente superstizioso. Ritiro un premio il giorno 17 del mese. Temo che questo segni la fine della mia carriera”.

Certo, per quanto incuriosiscano i particolari del film attualmente in lavorazione, il buio in sala vede proiettato un contributo poetico di Franco Scaldati, filmato dal cineasta siciliano, al ciclista Francesco Tirone, che precede di poco “Io sono Tony Scott”.

Di fronte a questi lavori e di fronte al personaggio Franco Maresco, si ha l’impressione che la scelta del regista a cui assegnare il premio Anno Uno, in realtà, non potesse che ricadere su di lui.

Ancora riconoscimenti per il film di Oleotto: "Zoran, il mio nipote scemo", nelle sale a novembre

Ancora riconoscimenti per il film di Oleotto:

Udine - Dopo il successo veneziano - dove si è aggiudicato il Premio del Pubblico Rarovideo alla Settimana della Critica e il Premio Schermi Qualità – “Zoran, Il mio nipote scemo”, opera prima di Matteo Oleotto interpretata da un formidabile Giuseppe Battiston, continua ad arricchire il suo palmarès.

Sabato sera, durante la Closing Night, il film è stato premiato come Miglior film in coproduzione e Migliore scenografia al Festival del Cinema Sloveno/Festival Slovenskega Filma svoltosi a Portorose dall’11 al 15 settembre.

Giunto alla sua 16a edizione, il festival rappresenta un importante punto d’incontro per registi, esperti e appassionati di cinema con un programma che include lungometraggi, corti, film d’animazione e documentari prodotti in Slovenia nell’anno appena passato. L’evento si conclude con la consegna dei premi Vesna, premi che prendono il nome dall’eroina del film omonimo diretto dal regista ceco František Čap, uno dei pilastri della storia del cinema sloveno. Per prestigio e reputazione, i Premi di Portorose sono paragonabili ai nostri David di Donatello.

“Zoran, il mio nipote scemo” è diretto da Matteo Oleotto, interpretato da Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Prašnikar, Roberto Citran, con la partecipazione straordinaria di Sylvain Chomet. Prodotto da Igor Prinčič, è una coproduzione italo-slovena Transmedia – Staragara, con il supporto di Eurimages, in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission e con il contributo del fondo regionale per l’audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, e sarà distribuito in sala dalla Tucker Film il prossimo 14 novembre.

Il film è riconosciuto di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il cinema (MiBAC) e dallo Slovenski Filmski Center Javna Agen Cija Viba Film. Il contributo del fondo regionale per l’audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, e sarà distribuito in sala dalla Tucker Film il prossimo 14 novembre.

Il film è riconosciuto di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il cinema (MiBAC) e dallo Slovenski Filmski Center Javna Agen Cija Viba Film.

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