Il K3 Film Festival arriva a Udine per la sua tappa conclusiva
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- Pubblicato Venerdì, 15 Novembre 2013 09:40
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Il K3 Film Festival arriva a Udine per la sua tappa conclusiva il 21 e 22 novembre, dopo il successo riscontrato a Lubiana e Villach. Novità di questa edizione udinese, sarà la nuova sede al cinema Centrale e l'ingresso gratuito. La particolarità di K3 sta nel concetto stesso che la sigla riassume: Kommerz, Kunst, Kino (Commercio, Arte, Cinema) nome che suggerisce un confronto tra film-makers e spettatori, portati a interrogarsi e a riflettere sulla sottile linea che intercorre, nel Cinema, tra il Commercio e l'Arte. Un festival che riflette anche sulle varietà stilistiche, le novità, le tendenze, i contenuti e i traguardi raggiunti dall'ultima generazione del cinema internazionale.
K3 Film Festival taglia la settima edizione austriaca, la terza in Italia e la seconda in Slovenia: i cortometraggi arrivati alle selezioni internazionali sono stati più di cento e l'adesione alla competizione locale FVG ha superato ogni aspettativa.
La ben nota programmazione del K3 vede competere in ciascuna delle tre sedi del festival i film locali selezionati da una commissione. A Udine, i tre migliori cortometraggi locali FVG, sfideranno quelli selezionati a Lubiana e a Villach nella competizione 3X3 e una giuria internazionale sceglierà il vincitore che riceverà 1.500€. “Ogni edizione del festival – spiega la direttrice artistica del festival K3 Italia, Piera Nodari – sottolinea la necessità stilistica di ciascuna regione. Il FVG conferma la sua propensione per la fiction con una notevole varietà: thriller, commedia, dramma, horror, love story mantenendo però un occhio sempre aperto sul documentario”. I sei film FVG selezionati per la competizione sono: “La treccia di Monfalcone” del Laboratorio Cinematografico Liceo Buonarroti di Monfalcone, “Corpometria Descrittiva” di Luca Poldelmengo (Udine), “Ding Ding Capolinea” di Francesco Termini (Trieste), “Mediamente” della classe 5°D 2008 – 2009 del Liceo Artistico “G.Sello” di Udine, ”L'aroma della perfezione” di Andrea Dalla Costa (Udine) e “Una serata tra amici” di Daniele Trani (Trieste). Inoltre, nasce quest’anno all’interno di K3, la collaborazione con la Metropolis International Film Academy di Salisburgo, che terrà una lecture sulle musiche dei film e con The Bloom Machine & Mechanical Tales, che si esibiranno in una performance dal vivo.
Un'altra importante novità di questa edizione è FRAME, progetto realizzato con la Cappella Underground di Trieste, che vuole essere una riflessione culturale sul linguaggio delle nuove tecnologie applicate all’arte, allacciando tra loro alcune realtà culturali e istituzioni rappresentative del territorio transfrontaliero. “Focus del progetto – spiega il direttore artistico di FRAME, Manuel Fanni Canelles – è il dialogo tra discipline diverse (letteratura, musica, video, arti performative, nuove tecnologie applicate all'arte) attraverso conversazioni aperte al pubblico tra operatori culturali, esperti e teorici del linguaggio audiovisivo e la proiezione di opere video artistiche e di cinema sperimentale nel cui contesto possono essere esposti gli interrogativi più urgenti”.
Cineforum The Space a Pradamano appuntamento con il film "L'infanzia clandestina"
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- Pubblicato Venerdì, 15 Novembre 2013 09:31
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Sarà “Infanzia clandestina”, diretto da Benjamin Avila con Natalia Oreiro, Ernesto alterio, Cesar Troncoso, Cristina Banegas, il film proiettato questa sera, venerdì 15 novembre, per “Cineforum The Space”, l’appuntamento con il grande cinema d’autore al multisala The Space Cinema di Pradamano (UD). Il film è stato candidato ufficiale per l'Arfentina nella corsa per l'Oscar al miglior film straniero nel 2013, senza però entrare nella cinquina finale. Il film profondamente autobiografico, è basato sugli anni dell'infanzia delle stesso regista, la cui madre, affiliata ai Montoneros, venne assassinata dai militari. Le scene più violente e drammatiche del film sono state girate con l'uso di disegni animati.
Argentina, 1979. Juan, 12 anni e la sua famiglia, tornano a Buenos Aires sotto falsa identità dopo aver trascorso diversi anni in esilio. I genitori di Juan e lo zio Beto appartengono all'organizzazione dei Montoneros, in lotta perenne con la giunta militare al potere che continua a dargli la caccia. E quindi, per i compagni di scuola, compresa Maria della quale è innamorato, Juan dovrà chiamarsi Ernesto. Non dovrà mai dimenticarlo, a rischio di mettere a repentaglio la vita di tutti i suoi famigliari. Una storia di militanza, clandestinità e amore. La storia di un'infanzia clandestina.
Cineforum The Space Cinema presenta opere capaci di appassionare e far riflettere, stimolando il dibattito e l’approfondimento. Un viaggio attraverso tematiche, luoghi, culture, atmosfere e autori in un percorso variegato – geograficamente e negli stili – ma costantemente attraversato dall’originalità, dalla straordinarietà delle storie e dalla ricerca di un cinema capace di emozionare.
Ogni proiezione sarà introdotta da una breve presentazione del giornalista e critico cinematografico del Messaggero Veneto Gian Paolo Polesini e seguita da un confronto informale tra gli spettatori sulle tematiche suscitate dalla visione.
L’appuntamento a Pradamano è fissato per tutti i venerdì alle 21 (ingresso 4,5 €).
Parole Povere, il nuovo film di Francesca Archibugi a Torino Film Festival
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Novembre 2013 08:54
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Parole Povere, il nuovo film di Francesca Archibugi nato dal felicissimo incontro con il poeta friulano Pierluigi Cappello, parteciperà al Torino Film Festival nella sezione E intanto in Italia (dedicata ai cineasti contemporanei). L’annuncio è stato dato ieri, 5 novembre, durante la conferenza stampa di presentazione.
Fortemente voluto a Torino dal direttore Paolo Virzì, Parole Povere è il terzo titolo consecutivo targato Tucker Film ad approdare sotto i riflettori di un festival, dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto (vincitore della Settimana Internazionale della Critica a Venezia) e TIR di Alberto Fasulo (in concorso al Festival del Film di Roma). Un 2013 davvero intenso per la casa di distribuzione indipendente friulana, dunque, che del film dell’Archibugi firma anche laproduzione assieme ad Agherose e in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche, la Banca Popolare FriulAdria e il Mittelfest di Cividale del Friuli
Che cos’è, dunque, Parole Povere? Prima di essere un documentario, è la dolce collisione tra gli occhi di una regista e le parole, tutt’altro che povere, di un poeta. Lei, Francesca Archibugi, offre il suo sguardo, costruisce l’ascolto, lui, Pierluigi Cappello, offre la sua identità sorridente, restituisce la complessa naturalezza di chi è nato «al di qua di questi fogli». Vita e creazione letteraria: quali distanze alimentano il rapporto? E di quali vicinanze, invece, si nutre?
La macchina da presa cerca risposte facendo sempre un passo indietro, con affettuoso pudore, e documenta la verità, la realtà, senza mai ricorrere a sovrastrutture intellettuali. Il montaggio racconta, non estetizza, la musica di Battista Lena diventa scansione narrativa, non arreda i silenzi, e la piccola storia di Pierluigi, che è necessariamente anche la grande storia di una terra e di un popolo, scorre sullo schermo così come scorre nella quotidianità. Le radici friulane e le testimonianze divertite degli amici. I luoghi e i ricordi. L’ombra scura del 1976 e il profilo verde delle montagne. La sedia a rotelle che spezza la libertà di un sedicenne e disegna, millimetro dopo millimetro, la libertà di un uomo. Di un poeta. Di un guerriero mite e gentile che abita «tra l’ultima parola detta e la prima nuova da dire».
Francesca Archibugi, che ha legato il suo nome a piccoli grandi film come Mignon è partita oLezioni di volo, racconta così l’incontro con Cappello: «La prima volta è stata due anni fa, quando ho comprato la raccolta di poesie Mandate a dire all'imperatore con cui aveva appena vinto il Premio Viareggio. Non sono un’esperta di poesia, ma una lettrice appassionata. Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antitodo contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…». E ancora: «Le poesie di Cappello sono piene di immagini e forse le ho perfino sognate. Non sapevo nulla della sua vicenda personale, dell'incidente di moto a sedici anni e della sua vita in carrozzina da allora. Nessun indizio dalle poesie: nei suoi versi Pierluigi corre, a volte vola».
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