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Mar11262024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Giornate Cinema Muto, omaggio a Fregoli ed evento maratona I Miserabili

Pordenone - La giornata di mercoledì 7 ottobre si può inserire sin d’ora nell’albo d’oro delle Giornate del Cinema Muto per l’importanza degli eventi.
 
Si va dall’omaggio a Leopoldo Fregoli, in occasione del quale sarà a Pordenone Arturo Brachetti che in Fregoli ha sempre riconosciuto il suo maestro e ispiratore, alla titanica impresa di portare sullo schermo la versione completa di Les Miserables, capolavoro di Henri Fescourt e film monstre della durata di sei ore e mezza.
 
Leopoldo Fregoli è stato un protagonista dello spettacolo internazionale del ’900, iniziatore di un’arte che da lui prende il nome, fregolismo, ultima evoluzione del trasformismo, la capacità di dar vita ad un numero incredibile di personaggi nel minor tempo possibile.
 
A teatro Fregoli stregò le platee di tutti i continenti e calcò le scene dei palcoscenici di grandi metropoli (le cronache riferiscono anche di una sua esibizione al Politeama Rossetti di Trieste), fu ricevuto da papi e re e conobbe le personalità più influenti del suo tempo, ebbe i complimenti di Eleonora Duse, che non era generosa negli apprezzamenti ai propri rivali.
 
Fregoli, attento a tutto ciò che di nuovo avveniva nel campo dello spettacolo, non poteva non essere attratto dal cinematografo, e infatti il suo incontro con la settima arte avvenne molto presto. Fu invitato dallo stesso Lumière a trascorrere qualche tempo presso i suoi stabilimenti e lì Fregoli imparò ad usare i Cinematografo che poi utilizzò nei suoi spettacoli a partire dal 1898, ribattezzando la nuova macchina con il nome di Fregoliograph.
 
L’uso del cinematografo da parte di Fregoli fu essenzialmente in funzione dello spettacolo teatrale e quando i film di un minuto furono superati, cessò anche la loro utilizzazione.
 
Benchè oggi non ci rimangano che pochi suoi film, possiamo sicuramente comprendere il nome di Fregoli assieme a quelli dei pionieri della settima arte e il programma delle Giornate che comprende quasi tutti i suoi film rimasti costituisce una evidente testimonianza.
 
Comincia alle 15.30 la maratona Les Misérables che si protrarrà fino a notte (la durata totale del film, diviso in 4 parti, è di sei ore e mezzo), con intervallo per la cena.
 
Del capolavoro di Victor Hugo sono state fatte decine di versioni cinematografiche e televisive, recentemente anche un musical di enorme successo, ma nessuno ha saputo cogliere lo spirito dell’opera come Henri Fescourt, un nome oggi ingiustamente dimenticato.
 
Fescourt ha fatto rivivere il mondo descritto da Hugo sia girando molto in esterni nella stessa cittadina medievale del sud della Francia che aveva ispirato il romanziere, sia e soprattutto basandosi sulle illustrazioni di Gustave Brion per la prima edizione del libro.
 
Un altro dato interessante è che il regista rinunciò all’uso di grandi star ma seppe ugualmente far recitare in maniera ineccepibile gli attori che scelse e che si rivelarono tutti all’altezza della situazione. Les Misérables è uno dei restauri più importanti degli ultimi anni - portato a termine dal laboratorio del Centre national du cinéma et de l’image animée (CNC) in collaborazione con la Cinémathèque de Toulouse, in partenariato con la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé -, quindi fortemente voluto nel programma dal direttore delle Giornate, David Robinson.
 
Ad affrontare l’impresa dell’accompagnamento al pianoforte per l’intera durata del film sarà Neil Brand.
 
La giornata di mercoledì 7 ottobre propone anche la seconda tranche, dedicata ai film di indiani, della rassegna Origini del western.
 
Da segnalare un titolo del grande regista Allan Dwan, The Vanishing Race, del 1912, un film che con il nobile scopo di preservare la cultura dei nativi americani dalla perniciosa influenza dei bianchi, propugna implicitamente la tesi della separazione razziale; e The Cheyenne’s Bride, del 1911, uno dei rari film superstiti del primo regista nativo americano, James Young Deer.
 
Per il Canone rivisitato, L’X misterioso, del 1914, un melodramma spionistico che fu la prima occasione di conoscere il nome del regista danese Benjamin Christensen che in seguito darà prova di grande talento.
 
E per le Riscoperte, il programma “Bambini al lavoro”, in cui giovani e giovanissimi attori interpretano in chiave patetica o comica altri bambini lavoratori; e Flickorna Gyurkovics, una coproduzione tedesco-svedese del 1926, una frenetica commedia ambientata nell’Ungheria contemporanea.
 
 
 
 
 

Giornate Cinema Muto: arriva Bert Williams, il Chaplin nero

PORDENONE - Interprete di musical teatrali di fama internazionale, compositore e socio di una casa di edizioni musicali afro americane, esponente della comunità nera impegnato in cause sociali e nelle organizzazioni culturali, infine protagonista cinematografico, Bert Williams fu uno dei neri americani più popolari negli anni ’10, il primo a spezzare il tabù razziale quando entrò nel cast interamente bianco delle Ziegfeld Follies.
 
Il suo personaggio dai costumi eccentrici e la sua capacità di tenere la scena, i tratti distintivi dell’aspetto e della gestualità, la padronanza della pantomima ne facevano una figura inconfondibile accostabile a quella del vagabondo di Chaplin.
 
E mentre la carriera di questi stava appena sbocciando ed ebbe vita lunga, quella di Williams durò poco, anche perché morì nel 1922 all’età di 48 anni. I film delle Giornate sono parte del pacchetto di film commissionati dai produttori teatrali newyorkesi nel 1912 alla Biograph quando la stella di Williams era all’apice.
 
Scriveva infatti la stessa casa di produzione in un articolo su Moving Picture World del 1916: “Non c’è a teatro un comico di maggior talento e popolarità di Bert Williams, e il fatto che egli sia stato scelto ancora una volta come star delle Ziegfeld Follies e riempia le paltee di New York nonostante la calura, è un’eloquente testimonianza dell’attrazione che esercita sul pubblico.” 
 
Tra i film della sezione dedicata a Bert Williams e compagni, c’è anche Uncle Tom’s Cabin, dal romanzo antischiavista di Harriet Beecher Stowe, il più influente lavoro di narrativa di un autore bianco sulla questione razziale in America portato sullo schermo moltissime volte a partire dal 1903.
 
La versione delle Giornate è del 1914 con protagonista Sam Lucas (1840-1916), che fu anche il primo afroamericano a rappresentare il ruolo a teatro e che per questo godeva della massima considerazione e rispetto da parte della comunità nera. Gli sforzi cui si sottopose per le riprese del film ad un’età avanzata contribuirono alla morte che lo colse alla fine della lavorazione.
 
L’evento della serata è il capolavoro del cinema muto giapponese Diario di viaggio di Chuji di Daisuke Ito (1898-1981) considerato dai critici e dai cinefili giapponesi il padre del film storico per averne diretti circa un centinaio.
 
Alle Giornate viene proposta la sua famosa trilogia dedicata al giocatore-fuorilegge Chuji Kusinada, di cui è sopravvissuta solo parte del secondo e terzo capitolo, compresa la scena magnifica della battaglia finale. La copia restaurata digitalmente dal National Film Center di Tokyo, rappresenta il miglior risultato possibile per restituirci, portandolo a un livello di chiarezza mai raggiunto prima, uno dei grandi capolavori del cinema giapponese.
 
Il film sarà presentato con la narrazione benshi di Ichiro Kataoka accompagnato dall’ensemble musicale Otowaza che ha composto per l’occasione una partitura speciale. “Non c’è gioia più grande di poter accompagnare qui a Pordenone questo film leggendario” ha dichiarato il benshi Kataoka, felicissimo di poter fungere da narratore-commentatore di questo capolavoro.
 
Nel quadro degli eventi celebrativi del centenario della Grande Guerra va inserito anche l’omaggio a Luca Comerio. Prima che cineasta fotografo ufficiale del Re d’Italia, Comerio è un pioniere del cinema.
 
Agli inizi è autore di commedie ma è nei film di guerra che rivela una grande capacità di rappresentare in modo potente la drammaticità del reale. I film delle Giornate, La guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello, Les Annales de la guerre n. 8, Dans la tranchée e The battle between Brenta and Adige contengono le più belle e feroci immagini della prima guerra mondiale.
 
I cinefili non devono mancare l’occasione di vedere sul grande schermo, al Teatro Verdi alle 16.40, uno dei capolavori di Eisenstein, Ottobre, del 1928, secondo il grande teorico Viktor Shklovsky “un catalogo di invenzioni”. Ottobre, molto criticato all’epoca, quando il ricordo della Rivoluzione del 1917 era vivissimo, per la libertà con cui il regista aveva trattato la storia, rivela oggi tutta la sua forza, la capacità del regista di reinventare il proprio cinema ogni volta.
 
La giornata inizia con le proiezioni dei “Tonbilder”, i primissimi film con il sonoro sincronizzato realizzati in Germania su brani di opere, operette, riviste musicali. Segue, per la sezione dedicata alle Risate russe, Due amici, il modello e l’amica, del 1928, esordio cinematografico del noto regista teatrale Aleksei Popov, un film di ambientazione fluviale come L’Atalante di Vigo, che dichiarò di essersi voluto ispirare al cinema di Buster Keaton. Fu un successo internazionale, anche negli Stati Uniti, dove uscì con lo slogan “un film fatto alla maniera dell’umorista russo Gogol”.
 
Nella sezione Riscoperte e restauri, al Teatro Verdi alle 22.30, Der Tunnel, 1915, di William Wauer, che racconta la storia della costruzione di una ferrovia sottomarina tra la Francia e gli Stati Uniti. Tra fantascienza e avveniristica profezia, Der Tunnel colpisce per la spettacolarità delle scene di massa che nulla hanno da invidiare ai capolavori di Griffith.
 
A chiudere, per la sezione Ritratti, da segnalare il documentario su Fort Lee, la prima città del cinema americana.
 
 
 
 
 

David Robinson passa il testimone della direzione delle Giornate del Cinema Muto a Jay Weissberg

David Robinson passa il testimone della direzione delle Giornate del Cinema Muto a Jay Weissberg

Pordenone - A David Robinson, in carica dal 1997 e d’ora in poi direttore emerito, succede Jay Weissberg, newyorkese, corrispondente di Variety da Roma, dove vive dal 2003. Critico del cinema di prestigiose testate internazionali, costante frequentatore dei maggiori festival di tutto il mondo dove ha svolto spesso anche il ruolo di giurato o di curatore del programma, Weissberg ha dimostrato fedeltà assoluta alle Giornate dal 2001 partecipando a tutte le edizioni successive e curando negli anni alcune retrospettive fra cui “Sherlock e gli altri: il detective inglese nel cinema muto”, nel 2009, e lo scorso anno – insieme ad altri - la retrospettiva Barrymore.

La collaborazione - che continuerà - con David Robinson, cui si deve l’ideazione e la realizzazione del programma 2015, tra le più interessanti e ricche della storia del festival di Pordenone, si basa sulla stima e amicizia reciproca ed è il migliore auspicio per la continuità e la vitalità delle Giornate per il futuro.

Doverosamente anche in questa occasione è d’obbligo riconoscere che il grande prestigio della manifestazione è merito in gran parte del lavoro e della passione di Robinson, già direttore del Festival di Edimburgo, critico cinematografico del Times, autorevole  storico del cinema e biografo ufficiale di Chaplin, che sin dal primo giorno della sua direzione e per tutto questo tempo ha messo in campo le sue competenze, il suo prestigio e soprattutto la sua grande e sempre giovane passione per far diventare le Giornate del Cinema Muto la realtà che tutti conoscono.

 

 

 

 

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