"Città di carta", il turbamento adolescenziale tra le pieghe dell'anima
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Mercoledì, 09 Settembre 2015 21:41
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine – Da “Il tempo delle mele” a oggi, l'universo del cinema adolescenziale è cambiato così tanto da mantenere comunque gli stessi temi. Non si tratta di poca fantasia, però: infondo, i giovani di qualsiasi generazione hanno a che fare con problemi amorosi, d'identità, del futuro, ecc…
Tutte tematiche centrali nell'ultimo film di Jake Schreier, “Città di carta”, in questi giorni nelle sale italiane, tra cui quelle del Centrale di Udine. Ancora una volta nato dalla penna di John Green, lo stesso dell'amato “Tutta colpa delle stelle”, prima bestseller e poi film che ha riscosso un grande successo tra i ragazzi, sempre riguardanti i turbamenti adolescenziali.
Ma di turbamenti, il diciottenne Quentin Jacobsen (interpretato da Nat Wolff), non ne ha avuti praticamente mai: bravo a scuola, famiglia felice, amici fedeli da una vita. Dall'altra parte della strada, però, c'è l'unica cosa che vorrebbe veramente: Margo Roth Spiegelman (Cara Delevingne), la vicina di casa di cui si innamorò l'istante stesso in cui si trasferì in quel quartiere di Orlando.
Lei rappresenta il completo opposto del ragazzo: spericolata, la più chiacchierata della scuola, una specie di “leggenda vivente” a causa delle sue frequenti fughe da casa per girare il mondo. I due, quindi, non si parlano da ben nove anni, ma una sera accade l'imprevisto: Margo si presenta a casa di lui e gli chiededi seguirla in giro per la città, per vendicarsi del suo ex ragazzo che l'ha tradita.
In poche ore, Quentin riscopre ancora più forte il sentimento che provava fin da bambino, mentre si intrufola nelle case dei “vip” del liceo, per compiere scherzi stupidi. Dopo tutto ciò, il giovane sa che la sua vita non sarà più come prima.
Ma il giono dopo, Margo scompare. Manca poco alla fine della scuola, il ballo di fine anno si avvicina, ma il protagonista ha altro a cui pensare: a uno a uno, scopre degli indizzi disseminati dalla stessa _, che tenta di ricomporre per trovarla e dichiararle il proprio amore.
Inizia così un viaggio lungo duemila chilomentri, insieme agli amici insepararbili, per riportare la ragazza a casa. L'esperienza tipica americana, però, sarà destinata a una svolta inaspettata, che porterà a galla definitivamente il ritratto di una persona ben più complesso da come appariva da lontano.
Con una dolcezza a tratti aggressiva, Schreier è riuscito a dar forma a un film che va oltre i “semplici” problemi adolescenziali, ricco di un messaggio che lentamente prende forma e fa da scheletro all'intera storia. E squarcia quel velo fittizio che tutti noi costruiamo sopra l'idea che abbiamo di qualcuno, spesso ritratto della nostra fantasia anziché realtà.
Il titolo si rifà alle “città di carta” che i cartografi usano come copyright sulle mappe, luoghi inesistenti che servono a svelare se qualcuno le ha copiate. In pratica, l'unico posto dove può vivere il frutto dell'immaginazione com'è diventata Margo, una sorta di “dimensione” dove capire chi si è realmente. Un quesito a cui nemmeno chi si è lasciato da tempo la giovinezza alle spalle sa rispondersi.