A Grado ritorna Lagunafest per “Immaginare ponti”
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- Pubblicato Giovedì, 30 Luglio 2015 11:12
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Grado (Go) – “Eviterete un sacco di preoccupazioni inutili, se non bruciate i ponti prima di esserci arrivati” suggeriva Arthur Bloch, l’autore della “Legge di Murphy”. Un semplice consiglio di buon senso, talmente attuale e universale che, fra profano e sacro, riecheggia nell’esortazione del Santo Padre: “Costruite ponti, non muri”, raccomanda Papa Francesco alle piazze dei suoi fedeli, da Sarajevo a San Pietro.
“Immaginare ponti. Like a bridge” è la suggestione tematica di Lagunafest 2015, in programma come sempre a Grado e in Laguna da martedì 4 a venerdì 7 agosto, con un incipit d’eccezione: il backstage di un set indimenticabile, quello della “Medea” di Pier Paolo Pasolini, rievocato 46 anni dopo e nei 40 anni dalla scomparsa del geniale poeta, scrittore e regista di Casarsa.
Una serata, quella inaugurale di Lagunafest – martedì 4 agosto, alle 21 nella Diga Nazario Sauro - che sarà prefigurazione del documentario di produzione di Lagunafest, “L’isola di Medea”, dedicato quel set e ai grandi protagonisti che riunì a Grado nell’estate 1969: al festival eccezionalmente farà tappa l’attore Ninetto Davoli, testimone di quelle riprese e di quel periodo del percorso artistico di Pier Paolo Pasolini, insieme ad altri protagonisti di quei venti giorni che trasformarono Grado e la laguna in un palcoscenico a cielo aperto per una “Medea” d’eccezione, formato pellicola.
La serata inaugurale di Lagunafest, condotta dal direttore artistico del festival Sergio Naitza, sarà dunque prefigurazione del documentario di produzione di Lagunafest: autore e cineasta di vaglia (Nastro d’argento 2013 per il suo “L’insolito ignoto”), Sergio Naitza curerà un backstage prezioso per dipanare le grandi e piccole storie, gli aneddoti e i momenti clou legati alla lavorazione di “Medea” in laguna e a chi, come il pittore Giuseppe Zigaina, ne era stato grande ispiratore. Alla conversazione prenderà infatti parte anche Maria De Carolis, la moglie di Giuseppe Zigaina, testimone di quella fantastica estate e di quell’irripetibile incontro lagunare con la ‘diva’ Maria Callas.
Con la sua 12^ edizione, Lagunafest inaugura una nuova fascia di incontri legata al percorso centrale 2015, “Rai, ponte con il territorio’, dedicato alla sede regionale Rai Friuli Venezia Giulia e alle sue produzioni documentarie: mercoledì 5 e giovedì 6 agosto, il Grand Hotel Astoria sarà sede di incontri e proiezioni, a cominciare da “Effetto Carnia. Di altri viaggi, di altre storie”, realizzato dalla regista Claudia Brugnetta e dedicato alla “Carnia altra”, vista con gli occhi dei suoi “testimonial” naturali come l’atleta Giorgio Di Centa, ma anche con lo sguardo appassionato di protagonisti “insospettabili”, come il musicista Paolo Fresu e come lo scrittore Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge, che dialogherà con l’autrice nell’appuntamento d’esordi, mercoledì 5 agosto, ore 18.30.
Giovedì 6 agosto, sempre alle 18.30 al Grand Hotel Astoria, appuntamento con il documentario firmato da Cristiano Degano, responsabile della struttura di programmazione in lingua italiana della sede Rai FVG: “Storie di confine, fra giornalismo e scrittura di frontiera” presenta sei interviste con scrittori che vivono sul confine - Claudio Magris, Paolo Rumiz, Pier Aldo Rovatti, Veit Heinichen, Fulvio Tomizza e Boris Pahor – per indagare cosa significa vivere i confini e ritrovarsi a scriverne, da scrittori e/o da giornalisti, attraverso parole mediate da ricordi ed esperienze personali.
Evento serale del percorso strutturato in collaborazione con la sede Rai Fvg, al tempo stesso omaggio a Grado, al Golfo del Nord Adriatico e ai suoi caleidoscopici fondali sarà “La frontiera sommersa”, un documentario scritto e diretto da Pietro Spirito e Luigi Zannini, in proiezione giovedì 6 agosto alle ore 21, Diga Nazario Sauro. Ne converseranno gli autori con Cristiano Degano in una serata condotta dalla giornalista Rai Marinella Chirico: sarà l’occasione per abbracciare la storia del nord-est attraverso i relitti che sono a poco a poco riemersi dai flutti.
Evento intimamente legato all’acqua, bene pubblico del pianeta, sarà la proiezione di mercoledì 5 agosto, Diga Nazario Sauro, alle ore 21, dedicata al docufilm “Il bacio azzurro” del regista Pino Tordiglione, protagonisti gli attori Sebastiano Somma e Claudio Lippi, protagonisti della conversazione che sarà condotta dal critico televisivo Gian Paolo Polesini.
Per il gran finale venerdì 7 agosto, Lagunafest salperà verso il cuore della laguna alle 18.30, Porto vecchio, con una serata ricca di proposte e protagonisti: lo scrittore Pino Roveredo, sarà innanzitutto protagonista di “Mandami a dire: la scrittura, ponte di libertà”, l’incontro on board che rievocherà le esperienze della vita e della carriera di Pino Roveredo, per focalizzare sul suo impegno, personale e letterario, a favore degli ‘esclusi’ e di occupa le sedie più scomode nella variegata platea del teatro della vita. Alcune della pagine più toccanti di Pino Roveredo echeggeranno nelle letture a cura dell’attrice Sara Alzetta.
Lagunafest approderà quindi sull’isola di Anfora – Porto Buso, per la tappa conclusiva del progetto Trincee di Laguna: 100 anni dopo. “Cibo, ponte con la storia” sarà il leit motiv, per ritrovare le atmosfere ma anche i ‘sapori’ di quelle trincee: un viaggio nel cibo della Grande Guerra che ha spesso unito soldati ignari, da una trincea all’altra, nel segno di una tradizione agroalimentare che aveva molte radici comuni fra le genti, malgrado il cippo dei confini. Scopriremo così perché il caffè è entrato nella colazione degli italiani, proprio dagli anni della Grande Guerra, e perché il riso è rimasto in fondo il piatto dei popoli ‘del nord’, nell’immaginario di tanti soldati spediti al fronte dal centro e sud Italia. Gli scrittori, e storici, Pietro Spirito e Alessandro Marzo Magno ci accompagneranno in questo viaggio nei palati di trincea, scandito anche da una selezione di testi e memorie dal fronte, per la voce recitante dell’attore Alessandro Mizzi.
Promosso come sempre dall’Associazione Europacultura con il Comune di Grado, ideato da Sergio Naitza, Daniela Volpe e Paola Sain, Lagunafest 2015 trova la collaborazione della Provincia di Gorizia e di Banca di Cividale, ed è realizzato in sinergia con la sede Regionale Rai Friuli Venezia Giulia, Grand Hotel Astoria, GIT Grado e Comelli vini.
Info www.lagunafest.it Tutti gli eventi sono proposti a ingresso libero, prenotazioni per l’escursione lagunare conclusiva presso Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel 043182929 – 043182347
“I nostri Angeli reportage” in onda su Rai 1
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- Pubblicato Mercoledì, 29 Luglio 2015 10:32
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Trieste – In onda su Rai1 venerdì 31 luglio, in seconda serata alle 23.30, “I nostri Angeli reportage” 2015, una produzione dedicata ai servizi e reportage pervenuti al Premio Luchetta in occasione dell’edizione 2015 che si è conclusa il 2 luglio scorso a Trieste.
Il Premio Luchetta è testimonianza giornalistica, prima che competizione: è lo sguardo sul mondo e sulle sue trincee, alle più svariati latitudini del pianeta. Per questo Rai1, per il secondo anno, ha deciso di offrire al pubblico televisivo una selezione delle corrispondenze e dei temi approfonditi quest’anno. Il programma sarà condotto da Alberto Matano, volto noto ai telespettatori del Tg1: proprio lui aveva presentato “I nostri Angeli” dal Politeama Rossetti di Trieste, in onda sempre su Rai1 il 10 luglio scorso.
Il cuore dell’inviato di guerra e il cuore dei bambini che non si arrendono all’orrore delle realtà drammatiche nel mondo battono spesso all’unisono: lo documenta il Premio di giornalismo dedicato a Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin.
Ogni anno al Premio Luchetta arrivano centinaia di filmati dalle emittenti tv internazionali, e il meglio della produzione televisiva italiana e straniera viene visionata dalla giuria: servizi e reportage che con la forza prorompente delle immagini ci raccontano realtà inimmaginabili.
“I nostri Angeli reportage” partirà dalla vicenda delle sorelle siriane Qamar e Rahaf, che stavano dormendo nel loro letto quando una bomba ha colpito la loro casa. Una storia drammatica raccontata con grande intensità da Caroline Hawley della BBC. Ma l’inviato di guerra si trasforma talvolta da testimone in protagonista: è accaduto a Jonathan Rugman della BBC quando, in Iraq sul Mount Sinjar, è salito sull’elicottero militare in missione per portare soccorso ai rifugiati Yazidi facendo salire a bordobambini disidratati e affamati.
Quel reportage gli è valso il Premio Luchetta 2015 per il miglior servizio giornalistico. Uno sguardo speciale sarà dedicato al miglior reportage del Premio Luchetta 2015, vinto da Pablo Trincia per La7: la storia dell’'imbianchino bosniaco Ismar Mesinovic, residente in provincia di Belluno, partito con il figlioletto Ismail di appena due anni per le vacanze di Natale dai suoi parenti in Bosnia. Ma arrivato invece nelle file dell’Isis insieme al bimbo, di cui la madre ha perso le tracce.
Sarà proiettata anche la testimonianza del reporter di VICE News Medyan Dairieh che ha trascorso tre settimane sotto copertura all’interno dello Stato Islamico in Iraq e in Siria, documentando per la prima volta le attività e i metodi educativi adottati nei confronti dei bambini: un reportage davvero straordinario. E il viaggio si concluderà in Sierra Leone per documentare uno dei centri di cura per malati di Ebola: una testimonianza inedita firmata da Pietro Suber per News Mediaset. Il commento conclusivo del programma sarà affidato ad Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, membro della Giuria del Premio Luchetta.
Per le Giornate del Cinema Muto: la Grande Guerra e la Parigi dei Miserabili e non solo
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- Pubblicato Martedì, 28 Luglio 2015 16:23
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Anche le Giornate del Cinema Muto che si svolgeranno al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone dal 3 al 10 ottobre prossimi, con replica dell'evento orchestrale finale domenica 11 ottobre, si inseriscono nel quadro delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra con la proposta nella giornata di apertura di Maciste alpino (1916) di Luigi Maggi, Romano Luigi Borgnetto e la supervisione di Giovanni Pastrone, recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con la Biennale di Venezia.
Interpretato da Bartolomeo Pagano, che aveva già lanciato due anni prima in Cabiria il personaggio di Maciste, il film riafferma una figura molto popolare che avrà grande fortuna nel cinema italiano e internazionale nei decenni successivi, quella degli uomini forti. Le Giornate dedicano una piccola retrospettiva a due tra i più celebri forzuti dopo Pagano, Luciano Albertini e Carlo Aldini, veri e propri antenati degli odierni supereroi. Maciste alpino non è solo una commedia avventurosa ma, ad una più attenta lettura, un vero e proprio film di propaganda bellica realizzato con l'intenzione di sostenere l'ingresso in guerra dell'Italia contro gli ex alleati austriaci e tedeschi.
L’evento di chiusura delle Giornate, sabato 10 ottobre e in replica il pomeriggio di domenica 11 ottobre, è Il fantasma dell'Opera (1925) firmato da Rupert Julian. È un'opera ancora oggi affascinante e potente che dà vita ad un mondo oscuro e misterioso. Le atmosfere gotiche, il mix di orrore e romanticismo costituiscono un imprescindibile riferimento per tutti i grandi horror dei decenni successivi. Non è il primo adattamento cinematografico del romanzo di Gaston Leroux - una versione andata perduta era stata realizzata in Germania da Ernst Matray nel 1916 - ma quello che - grazie soprattutto all'impianto scenografico della Universal, cui contribuì Ben Carré, e al Fantasma creato da Lon Chaney - ha fissato per sempre il mito nell'immaginario collettivo. La copia restaurata da Photoplay, comprensiva delle scene originali a colori, è accompagnata dalla musica di Carl Davis eseguita dall'Orchestra San Marco di Pordenone diretta dal Maestro Mark Fitz-Gerald.
Restiamo sempre a Parigi con quello che possiamo definire senz'altro l'evento delle Giornate 2015, la proiezione, mercoledì 7 ottobre, del capolavoro di Henri Fescourt I miserabili (1925), universalmente riconosciuto come il migliore e il più fedele dei numerosi adattamenti dell'opera di Victor Hugo, ora impeccabilmente restaurato da CNC, Cinémathèque de Toulouse, Pathé e Fondation Jérome Seydoux Pathé. All'epoca la distribuzione, prima in Francia e poi nel resto del mondo, considerata la lunghezza del film, scelse di dividerlo in due o più parti. A Pordenone si potrà vivere l'esperienza di sei ore e mezza di proiezione con l'accompagnamento musicale al pianoforte dal vivo di Neil Brand, artista fedelissimo alle Giornate e apprezzato a livello internazionale.
Basterebbero questi primi titoli per ritrovare intatto il fascino del cinema muto nell'era del digitale e del 3D. E questa è stata fin dalle origini la sfida che ha portato le Giornate del Cinema Muto ad essere, secondo l’autorevole rivista Variety, uno dei 50 festival imperdibili al mondo, che ogni anno riportano sul grande schermo personalità e capolavori del passato, film ritrovati che si credevano perduti e nuovi restauri provenienti dagli archivi internazionali. Gli accompagnamenti musicali live – dal piano solo alla grande orchestra - danno vita a uno spettacolo che unisce in una magica combinazione le immagini di un secolo fa con la performance dal vivo.
Ma il programma di questa 34a edizione messo a punto dal direttore David Robinson, storico del cinema e biografo ufficiale di Chaplin, offre un'infinità di suggestioni: dai film muti di Victor Fleming, il regista di Via col vento, alle commedie sovietiche tra gli anni Venti e Trenta, dai classici rivisitati ai contributi cinematografici del grande trasformista italiano Leopoldo Fregoli, a ritrovamenti importanti come le sequenze inedite di Stan Laurel e Oliver Hardy e uno dei primi Sherlock Holmes con la star del teatro americano William Gillette - a lui si devono il famoso “deerstalker”, il cappello da cacciatore, e la tipica pipa ricurva, diventati emblemi del personaggio - nei panni di Holmes. Non manca un omaggio al monumento del cinema portoghese Manoel De Oliveira, recentemente scomparso all'età di 106 anni, con Douro, il film sulla sua Porto che nel 1930 ne segnò il debutto.
Infine, a rappresentare i muti del XXI secolo, un film di animazione indipendente iraniano che prende spunto da una breve poesia di Tim Burton, Junk Girl (La bambina spazzatura) di Mohammad Zare.
Le Giornate del Cinema Muto 2015 sono sostenute dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dal Comune e dalla Provincia di Pordenone, dalla Camera di Commercio di Pordenone, dalla Fondazione CRUP e dalla Banca FriulAdria-Crédit Agricole.
Info: www.giornatedelcinemamuto.it / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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