"Muertos de risa" al Premio Amidei: vita, risate e violenza di una coppia dello spettacolo
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 13 Luglio 2015 14:34
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - Le coppie celebri del mondo dello spettacolo, da Stan e Olio a Gianni e Pinotto, hanno sempre avuto momenti di alti e bassi insieme. Lo sanno bene Bruno (interpretato da José Miguel Monzòn) e Nino (Santiago Segura), i protagonisti di "Muertos de risa", pellicola del 1999 di Álex de la Iglesia e proiettata in lingua originale domenica 12 luglio nel pomeriggio al Kinemax, per omaggiare il vincitore dell'Opera d'Autore, nel corso del Premio Sergio Amidei.
Conosciutisi per caso negli anni '70, i due tentano di sfondare nel mondo dello spettacolo come musicisti e cantanti. Ma la timidezza esasperata di Nino, paffuto mammone, fa fallire il loro primo provino e stanno per dirsi addio, quando interviene Juliàn (Alex Angulo), manager fanfarone che li nota e gli propone di affidarsi a lui per la gavetta. Ma il loro debutto in una sagra di paese diventa quasi la loro fine, poiché non riescono a spiaccicare parola difronte al pubblico.
Tutto cambia quando Bruno, spilungone e sicuro di sè, tira uno schiaffo all'inerme Nino: la gente scoppia a ridere e lui ripete il numero. É solo l'inizio di un successo enorme, che li renderà famosi prima a livello locale, poi addirittura in tutta la Spagna! Ma gli screzzi tra i due si fanno sempre più forti, anche perché la popolarità bacia prevalentemente quello che tira i ceffoni, mentre chi li subisce è oggetto di scherno da parte di tutti. L'astio arriva al picco quando il duo fa una scommessa: se la nuova fidanzata di Bruno, Laura, lo avesse mollato dopo sei giorni, avrebbero cambiato l'ordine dei nomi.
Uno scherzo subdolo da parte di Nino gli fa vincere la posta in palio, ma sarà solo l'inizio delle ritorsioni, nel corso degli anni. Ne passano dieci e la coppia è ancora la più popolare in tutto il Paese, ma ormai l'amicizia che la unisce è solo apparenza: l'uno fa di tutto per dar fastidio all'altro, tanto da inscenare farse imbarazzanti per umiliarsi a vicenda. Il loro agente Julian cerca di riportare la pace, ma è tutto inutile: un lutto accidentale sancirà la loro definitiva rottura, arrivando addirittura alla violenza nuda e cruda. O forse no...
Surreale, esilarante, grottesco, delirante: sono solo alcuni degli aggettivi che possono descrivere questa pellicola che ricalca a pieno lo stile di de la Iglesia, cupo e irriverente al tempo stesso. Il finale rappresenta veramente un tripudio per la risata, anche se aspra e amara, e sposa appieno la tesi del regista secondo cui “l'umorismo è violenza”. Come uno schiaffo tirato a tradimento, che fa nascere risate e dolore.