"Il giardiniere" in scena a Villa Manin con Fabiano Fantini, Glauco Venier, Luigina Tusini
- Dettagli
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Venerdì, 25 Luglio 2014 12:31
- Scritto da Fabiana Dallavalle
- Visite: 773
Domenica 27 luglio alle ore 19 (l’ingresso sarà libero e, in caso di maltempo, lo spettacolo si terrà nelle barchesse di Villa Manin) a Villa Manin di Passariano di Codroipo è in scena Il giardiniere di Villa Manin di Amedeo Giacomini.
Il romanzo dello scrittore e poeta di Varmo ha ispirato, in una performance artistica insolita e multidisciplinare, tre artisti molto apprezzati della nostra Regione: l’attore Fabiano Fantini, il pianista Glauco Venier e l’artista visiva Luigina Tusini.
Prodotta in sinergia fra CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Azienda Speciale Villa Manin e Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, la performance sarà replicata – sempre con ingresso libero - anche sabato 13 settembre, alle ore 19, nel Parco di Villa Giacomini a Varmo (in caso di maltempo, Villa Giacomini).
Poco prima di andare in pensione, un giardiniere affida alle pagine di un diario, a una prosa delicata e serena, la memoria degli ultimi giorni di lavoro, ricordi e aneddoti che illuminano una intera esistenza dedicata alla cura di un luogo magico e pieno di Storia, il magnifico parco di Villa Manin, la villa veneta che è oggi fra i siti fra i più conosciuti e frequentati del turismo e della cultura regionale. Sotto gli enormi alberi del parco della Villa, i tre artisti daranno vita alle pagine del diario del Giardiniere di Villa Manin, attraverso la recitazione, la pittura e la musica, alla ricerca di quella capacità di entrare in sintonia con la natura che abita in ognuno di noi. I viali del parco, le maestose architetture della Villa che dialogano con il territorio circostante, diventano spazi mentali, luoghi dell’anima in cui i tre artisti interagiscono nella concretezza della realizzazione scenica.
Uno spartito di azioni in cui il lavoro fisico dei performer, le parole, la musica, le immagini, siano mediazione, un divenire di senso ed emozioni che ripercorrono la storia della villa, i fasti e la decadenza, persone e atmosfere, come la straordinaria vita del parco, degli alberi e degli animali che ci vivono.
Lo spettacolo è una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Azienda Speciale Villa Manin / Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli un ringraziamento a pianoforti Di Marco Informazioni: Azienda Speciale Villa Manin, +39. 0432.821211, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, +39.0432.504765, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, +39. 0432. 824681, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
A Trieste lo spettacolo “San Michele. Cronache dal giardino”
- Dettagli
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Venerdì, 25 Luglio 2014 11:12
- Scritto da Serenella Dorigo
- Visite: 1244
Trieste - Debutta venerdì 25 luglio lo spettacolo “San Michele. Cronache dal giardino” alle ore 21, inserito nel programma Trieste Estate 2014, location l'interno dello stesso giardino e proseguirà con le repliche fino al 3 agosto.
Mercoledì 30 luglio pausa. Le altre repliche a pagamento con entrata a 12 euro e riduzione under 25 a 8 euro. Informazioni e prenotazioni al 370 3252356. L’entrata al giardino avverrà esclusivamente dal cancello superiore di via Cattedrale e non da via san Michele.
Abbiamo chiesto a Maurizio Zacchigna, attore e coproduttore dello spettacolo alcune particolarità dello spettacolo e non solo.
Nuova produzione per il C.T.A. (Casa del Lavoratore Teatrale) con “San Michele. Cronache dal giardino”, cosa ci puoi dire senza svelare troppo i contenuti …?
Innanzitutto questa è la seconda tappa di un percorso teatrale che abbiamo iniziato lo scorso anno allestendo “L’onda dell’incrociatore” tratto dall’omonimo romanzo di Quarantotti Gambini. Infatti l’anno scorso abbiamo voluto a tutti costi rappresentare lo spettacolo esattamente nel luogo della vicenda: la Sacchetta. Quindi continuiamo con un altro luogo simbolo della città. Un giardino costruito nel ’53 dalla SELAD, la cooperativa promossa dagli americani per dar lavoro ai disoccupati triestini, tantissimi nel dopoguerra. La stessa costruì anche il giardino di piazzale Rosmini. Stavolta la vicenda è inventata, addirittura si tratta di un vero e proprio techno thriller. C’è molta suspenese, tensione, in mezzo ad una situazione che all’inizio appare serena, quotidiana. La vita del giardino e dei suoi due operatori viene sconvolta dall’arrivo di due strane figure che immediatamente annunciano qualcosa di terribile. Gli operatori perciò si trovano in una emergenza: salvare il giardino e anche la propria vita. All’interno di questa sinossi originale abbiamo però inserito ad arte episodi salienti della storia del giardino in un rapporto utile tra finzione e realtà. Come fa un certo cinema.
"Lo spettacolo è l’occasione per riflettere ancora sull’importanza della memoria storica". Questa è la nota a cui tende lo spettacolo. Raccontaci da dove nasce l 'idea di questo spettacolo?
L’idea è stata quella di raccontare una parte della storia del San Michele come occasione per far riflettere in generale sull’importanza della memoria storica intesa come strumento di continua emancipazione dell’uomo, di crescita della sua consapevolezza.
Come sempre il contesto e Trieste sono la nota dominante del vostro lavoro, a segno di appartenenza al territorio. Esclusiva o prerogativa?
Direi prerogativa anche se non esauriente di tutta la nostra attività. Trieste è ricca di storie, eventi e dei luoghi che le hanno ospitate. Attraverso la narrazione di questi luoghi noi intendiamo portare in superficie ciò che si è sedimentato, ciò che tanti non ricordano più o addirittura non hanno mai saputo. E’ un modo per vivacizzare il passato rendendolo nuovamente fruibile, per favorire una coscienza cittadina più ricca, fornendo strumenti di analisi e conoscenza.
Quindi dal particolare all'universale. Quale messaggio rende la piece teatrale universale?
Quello sull’importanza appunto di conservare e proteggere la memoria storica non solo attraverso le celebrazioni, che danno per scontato il loro contenuto morale, ma mediante la catarsi vivificante del teatro che permette ancora di suscitare emozioni personali, in tempo reale e in più condivise con quel gruppo estemporaneo che definiamo “il pubblico”.
Cosa vorreste che gli spettatori portassero a casa di “San Michele. Cronache dal giardino”?
La consapevolezza dell’importanza di essere i cittadini di una città molto particolare come la nostra. Una città che merita di essere narrata e che la sua “narrazione" trovi i canali per essere “esportata”. Il teatro potrebbe e dovrebbe fare molto in questo senso. la città incarna molti paradigmi significativi. Faccio un solo esempio: nella nostra storia viene citato il comando Olivares. Questo era uno dei due comandi dell’ispettorato speciale di Pubblica sicurezza nel ’44. L’altro fu quello di Gaetano Collotti. Ebbene, solo Trieste ospitò un simile distaccamento di polizia. Il suo capo, tale Sigfrido Mazzuccato, fascista della prima ora, fu addirittura arrestato dalla SS e mandato a Buchenvald (verifica la correttezza) in quanto i suoi metodi risultarono imbarazzanti persino per loro.
Ci auguriamo che il pubblico triestino replichi l’eccezionale risposta data la scorsa estate. Per noi, che siamo una compagnia indipendente sorretta dalle proprie gambe, cercare di creare un pubblico fidelizzato è una strategia irrinunciabile. Per questo l’impegno creativo e professionale devono essere sempre al primo posto. Ci auguriamo che delle nostre fatiche si accorgano anche le istituzioni valutandone con più attenzione le potenzialità.
Lo spettacolo è una produzione di Maurizio Zacchigna e Gaetano Longo. Regia di Maurizio Zacchigna. Ricerche storiche di Laura Flores. Musiche di Carlo Moser. Luci di David Fischer. Fonica di Carlo Visintini. Con Massimiliano Borghesi, Elke Burul, Adriano Giraldi, Nikla Petruska Panizon, Paola Saitta Maurizio Zacchigna.
Mittel_Figure realizzato dal Cta prosegue nel cartellone di Mittelfest.
- Dettagli
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Lunedì, 21 Luglio 2014 16:20
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 720
Cividale del Friuli (Ud) – Proprio con “Storie di mucche” si è aperta, ieri domenica 20 luglio alle 11 in Piazza Diacono, il nuovo cartellone di Mittel_Figure, realizzato dal CTA nell’ambito di Mittelfest 2014: al festival di Cividale del Friuli e nella patria di Vittorio Podrecca torna dunque quest’anno una sezione organica dedicata al Teatro d’Animazione. Un percorso di “tendenze e tecniche”, rappresentativo dei segnali e delle novità che provengono dal teatro di figura del nostro tempo.
Mittel_Figure proseguirà lunedì 21 luglio, a Palazzo de Portis alle ore 18 Teatro in trambusto presenta “Varietà prestige”. Martedì 22 luglio, sempre alle ore 18, nel Cortile Monastero di scena Laura Kibel con “A piede libero”. Mercoledì 23 luglio, ancora alle 18 nel Cortile Monastero arriva il “Family Theater” di Girovago e Rondella, che presentano “Manoviva”.
Evento notturno giovedì 24 luglio con uno spettacolo di produzione CTA, sempre nel segno di “letteratura & figure”: “Zlateh la capra” è una produzione tratta da Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. Realizzato da Antonella Caruzzi e interpretato dall’attrice Duska Kovacevic, l’allestimento è ispirato ad un noto racconto di Singer per voce, figure e immagini. Venerdì 25 luglio, alle 21.30 in Piazza Duomo spazio a Zaches Teatro e a una sorprendente rilettura di “Pinocchio”, per la regia e drammaturgia di Luana Gramegna. Il progetto Pinocchio – proposta a pagamento di Mittel_Figure - nasce dalla volontà di recuperare la storia originale di Collodi data alle stampe nel 1883. Sabato 26 luglio, in via Cavour alle 18 spazio a L’Aprisogni con “Sisto, Miseria e la Creatura 2.0”. Infine domenica 26 luglio, alle 21.30 nella Chiesa dei Battuti, gran finale con una produzione CTA, “Berta è scappata”. Tratta dall’omonimo racconto di Fernando Marchiori pubblicato da Titivillus, la pièce ruota intorno al gioco tanto amato del “campanon”, uno dei più semplici e familiari, al tempo stesso uno dei più praticati da generazioni di giovani di ogni latitudine. La storia si snoda tra vasti paesaggi, giochi d’un tempo, piccoli rituali domestici, ed è un racconto di amicizia, di sentimenti, di solidarietà in una Gorizia ancora divisa dalla frontiera tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest.
Altri articoli...
- Mort a vendre: debutto della Nico Pepe al Mittelfest
- Antonio Albanese: la risata è un abbraccio. Da ottobre il nuovo spettacolo a Trieste e Udine
- Grande Guerra, a Trieste una lettura scenica rievoca i giorni dell'attentato di Sarajevo
- Tempo di bilanci e anticipi per l'Ert del Friuli Venezia Giulia.
- La Civica accademia Nico Pepe con "la Mandragola" a TeatrOrsaria
- 27a edizione del Teatroescuola: fil rouge il tema “L’Arte nelle mani”
- "Teatro Fantasma in festa" per la primissima infanzia.
- “Gran finale Europeo” del Pupkin Kabarett al Miela.