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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

"Teatro Fantasma in festa" per la primissima infanzia.

Teatro Fantasma in festa: per la primissima infanzia.

Ronchi dei Legionari – (Go) La 12^ edizione del progetto Teatro Fantasma dell’Ente Regionale Teatrale si conclude con una tre giorni di performance e incontri dedicati al teatro per i bambini dai 12 ai 36 mesi.

Da oggi 11 giugno al 13 all’Auditorium comunale di Ronchi dei Legionari ospiterà una serie di appuntamenti organizzati dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari, la biblioteca civica Sandro Pertini e il nido d’infanzia comunale L’Aquilone

Primo appuntamento mercoledì 11 giugno alle 17 con “Spot”, lo spettacolo della compagnia teatrale La Baracca / Testoni Ragazzi di Bologna dedicato alle famiglie con bambini dai 12 ai 36 mesi. Seguirà alle ore 20 l’incontro di presentazione del progetto “Teatro Fantasma” e dei suoi 12 anni di lavoro: interverranno Roberto Frabetti, attore e regista de La Baracca di Bologna, curatore del progetto. Le educatrici dei nidi d’infanzia della regione che hanno partecipato al progetto; Silvia Colle e Lucia Vinzi, responsabili delle attività per l’infanzia dell’ERT FVG.

Giovedì 12 e venerdì 13 giugno alle 17 si svolgeranno i due atelier teatrali “Ascoltare le emozioni” condotti dalle educatrici che in questi anni hanno partecipato al percorso formativo del Teatro Fantasma. L’incontro di giovedì sarà dedicato ai genitori con bambini trai 12 e i 36 mesi mentre quello di venerdì sarà rivolto a studenti, educatori e operatori culturali.

Attivo dal 2002, il progetto “Teatro fantasma” si pone l’obiettivo di offrire agli educatori una formazione teatrale da poter utilizzare nel proprio lavoro e - mediante un vero e proprio “gruppo di ricerca” - elaborare percorsi innovativi grazie ai quali i bambini dai 0 ai 3 anni possano sperimentare il linguaggio teatrale come codice espressivo al pari di disegno e pittura.

Per approfondimenti su tutte le attività del progetto teatroescuola visitare il sito www.ertfvg.it oppure chiamare lo 0432.224211/14.

“Gran finale Europeo” del Pupkin Kabarett al Miela.

“Gran finale Europeo” del Pupkin Kabarett al Miela.

Trieste - La compagnia del Pupkin Kabarett saluterà i suoi spettatori, stasera lunedì 26 maggio alle ore 21.01, con una serata post elettorale ricca di  effetti speciali e condotta nel rispetto delle più aggiornate direttive europee sul cabaret.

D’obbligo i commenti sulla kermesse elettorale, conditi dalle riflessioni ironiche sulla città e sui massimi sistemi di Alessandro Mizzi, dai pensieri ai confini della realtà di Stefano Dongetti e dalla scatenata rassegna stampa di Massimo Sangermano. E non potranno mancare, in quest’ultima serata della stagione ‘indoor’ del Pupkin, il vigile poliglotta localista di Ivan Zerbinati e Laura Bussani nei panni della telefonista della nuovissima linea erotica in vernacolo che ha già catturato l’attenzione della città.

Il tutto naturalmente sponsorizzato dal pirotecnico Zdenko-Flavio Furian, l’amministratore delegato del ‘Casinò Las Vegas de Buje’. La sulfurea Niente Band condirà di musica la serata in formazione da mondiali delle sette note, con Riccardo Morpurgo al pianoforte, Luca Colussi alla batteria, Flavio Davanzo alla tromba, Piero Purini al sassofono, Andrea Zullian al basso elettrico e Stefano Bembi alla fisarmonica. Special guest il bluesman Franco “Toro” Trisciuzzi.

Organizzazione: Bonawentura

Prevendita: c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00; www.vivaticket.it

“L’attesa”: romanzo d’esordio di Pamela Gotti debutta al Teatro di via Ananian.

“L’attesa”: romanzo d’esordio di Pamela Gotti debutta al Teatro di via Ananian.

Da delicato ed incisivo romanzo a pièce teatrale, il passo è stato breve per “L’attesa” di Pamela Gotti”, che debutterà, domani venerdì 23 maggio alle ore 21 nella  sala S. Pellico di via Ananian a Trieste.  

L' attesa di chi, di che cosa? All'apparenza, dentro una istituzione manicomiale atipica, la ritroviamo a poco a poco nei monologhi dove, frutto di una più o meno sottile schizofrenia, dissociazione tipica non soltanto dei malati di mente, emerge la verità profonda, umana, insita in ogni persona: il desiderio più o meno inconscio di..., non accenniamo altro e vi invitiamo ad andare allo spettacolo.

Abbiamo dialogato con Pamela Gotti, autrice del romanzo che insieme a Gianfranco Sodomaco, ne ha curato anche la sceneggiatura e il riadattamento teatrale.

Pamela Gotti nasce  a Trieste nel 1978,  insegnante elementare e psicologa, con la passione, da sempre, per la scrittura. Fin da piccola ha avuto un grande interesse per la lettura e per le storie, soprattutto quelle più surreali e originali, ha amato tantissimo e letto più volte "Alice nel Paese delle Meraviglie" e molte altre storie. Appena ha imparato a scrivere, si è subito cimentata a inventarne di sue.

Inoltre, le piace osservare le relazioni tra le persone, le diversità dei rispettivi punti di vista e cerco di "camminare nei mocassini altrui" per riuscire a capire le emozioni in profondità. Da questa attitudine, nonché dall’inclinazione professionale,  deriva la sua attenzione per i personaggi. E proprio i personaggi e la loro caratterizzazione sono il centro del suo modo di scrivere. 

Com'è nata l'idea di scrivere un romanzo come "L'attesa"?

Di recente ho deciso di fare uscire dal cassetto i miei racconti e ho iniziato a partecipare a concorsi letterari di vario genere. Grazie a uno di questi, organizzato da LaPiccolaVolante, una casa editrice sarda che trova i suoi autori proprio tramite laboratori di scrittura online, è nata l'idea de "L'attesa".

Il laboratorio consisteva nello scegliere un personaggio della letteratura, abbastanza noto, e collocarlo in un altro contesto, in un altro tempo, conservando, però, il suo carattere e i suoi aspetti fondamentali. 

Io, un po' per caso, ho scelto Penelope. Conosco l'Odissea, mi piace, ma non sono una cultrice di Omero e dei poemi epici. 

Semplicemente, mi ha sempre incuriosito la figura di questa donna che aspetta fiduciosa e che tesse di giorno la sua tela per poi scioglierla di notte, aspettando il suo Ulisse che tarda a tornare a Itaca.

L'ho sempre trovata “strana”, eccezionalmente forte e resistente. Un po' come quei monaci tibetani che costruiscono meravigliosi mandala con la sabbia colorata, per poi distruggerli e ricominciarne altri. Una sorta di meditazione che rafforza la volontà tenendo a bada l'Ego.

Eppure potrebbe anche ricordare il disturbo ossessivo compulsivo: un atteggiamento ripetitivo e apparentemente insensato, che serve solo a calmare l'ansia della vita, per evitare, in effetti, di vivere davvero.

Così ho voluto unire i due aspetti: la follia e la saggezza che stanno dietro ad un'attesa senza fine.

E quindi, cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo che parli di un tema sempre attuale come la malattia mentale, non casuale per Trieste. 

La mia Penelope aspetta il suo Lui in manicomio, ma non in uno di quei manicomi prebasagliani. Non volevo costruire una storia strappalacrime per poter poi dire alla fine “Che bello, meno male che i manicomi non esistono più”.

Non volevo nemmeno parlare della follia in senso stretto, come in un manuale di psichiatria. Volevo invece raccontare di come la diversità continua a non essere gradita.

Cambiano i mezzi e gli strumenti e a volte anche le definizioni, ma sempre con lo stesso scopo di tenerla lontana della “società dei sani”. Di fatto si continua a condannarla o a tenerla a distanza. Forse perchè può creare emulazione o forse perchè fa paura.

Così i “matti” della mia storia sono persone qualsiasi, estratte da situazioni qualsiasi, che però presentano dei punti di vista diversi da quelli della maggior parte degli altri.

Trieste è sempre stata in prima linea rispetto a questo tema. La riforma Basaglia è nata qui e tutti noi triestini siamo permeati dalla cultura della diversità. E questo a mio parere è una grande ricchezza, anche per la città stessa.

Penelope, Lola, Martina o Eligio personaggi del romanzo e dello spettacolo, caratterizzati da cariche emotive portano avanti una storia nella storia... accade anche nello spettacolo. Subisce delle variazioni rispetto al testo originale vuoi farcene cenno, anche se la rielaborazione è avvenuta a quattro mani?

Lo spettacolo, ovviamente, è più lineare del libro, per esigenze di "copione". I personaggi, però, mantengono le proprie peculiarità e abbiamo fatto il possibile  per conservarne l' "anima". Ci sono le storie, sullo sfondo. I personaggi del romanzo riescono a trovare unvia di uscita dalla reclusione attraverso le storie, all''intreccio delle trame, come in arazzo o in una grande tela da fare e disfare. Penelope e gli altri, ognuno a suo modo, compiono un percorso per uscire dalla propria prigione che sostanzialmente non è altro che la propria stessa mente.

Proprio grazie al racconto di se stessi riescono ad uscire dal proprio schema e incontrare, anche se solo fugacemente l'Altro. Sia nel libro, sia nella riduzione teatrale tutto ciò rimane il nucleo pulsante su cui ruota tutta la narrazione.

Certamente il testo teatrale ha subito alcune modifiche legate anche alla diversa visione che ne ha un lettore, come è stato Gianfranco Sodomaco, che ha curato insieme a me la sceneggiatura e poi anche la regia. Entrambi abbiamo voluto assolutamente mantenere il clima di "leggera drammaticità" che caratterizza il racconto. Abbiamo voluto conservare il grottesco e il surreale dell'ambientazione, senza cadere nella "macchietta", ma nemmeno nello scontato e già visto "melodramma". E, soprattutto, abbiamo voluto dare una seconda chance ai personaggi, la possibilità di evolvere nel corso della narrazione.

Quale messaggio vorresti si cogliesse nello spettacolo?

Vorrei che gli spettatori uscissero da teatro con la sensazione di avere ridotto la distanza tra se stessi e tutto quello che è diverso e che magari ha sempre fatto loro paura. Mi piacerebbe che questo tema possa essere visto con una leggerezza, mai canzonatoria, ma volta alla comprensione empatica. 

 

Per chi volesse acquistare il libro, è possibile ordinarlo al seguentelink: http://www.lapiccolavolante.net/product.php?id_product=19 oppure richiederlo direttamente all'autrice alla seguente mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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