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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Boeing Boeing” chiude la stagione del Teatro Bobbio.

“Boeing Boeing” chiude la stagione del Teatro Bobbio.

Trieste - Una chiusura di stagione esilarante al Teatro Bobbio con “Boeing Boeing”, di Marc Camoletti che debutta venerdì 2 maggio, alle 20.30, e che resterà in scena fino a mercoledì 7. Lo spettacolo, nella versione italiana firmata da Luca Barcellona e Francis Evans conta sulla regia di Mark Schneider ispirata a quella originale di Matthew Warchus. Sul palco Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti con Ariella Reggio e con Barbara Snellenburg, Marjo Berasategui e Sonja Bader.

Dal debutto parigino del 1960, “Boeing Boeing”, è una commedia che ha ottenuto numerosissimi successi e riconoscimenti in tutto il mondo e sembra essere molto amata nel mondo anglosassone, che ha visto lo spettacolo restare in scena per anni ad ogni ripresa. Ed eccolo allora in scena anche in Italia, in questo nuovo allestimento che ha già convinto i pubblici delle città in cui è andato in scena.

Bernardo è un uomo fortunato, che si è costruito una vita da favola riuscendo ad incastrare tutto alla perfezione. Ha un lavoro, una casa a Parigi e tre splendide donne che lo amano, tutte convinte di avere una relazione stabile ed esclusiva con lui. Bernardo riesce a portare avanti questa routine perché è riuscito a fidanzarsi con tre hostess di tre compagnie aeree diverse e lui, con l’aiuto della sua fidata governante Berta, non solo è in grado di dedicarsi a loro, ma anche a farle vivere nella casa dei loro sogni, modificandone i particolari prima dei loro arrivi. Un piano perfetto, non fosse che la tecnologia è in continua evoluzione e i boeing si fanno sempre più veloci. Un particolare che può fare la gioia di tutti i viaggiatori, ma un disastro personale per Bernardo, che nel periodo in cui questi nuovi aerei iniziano ad essere utilizzati dalle diverse compagnie, non solo ha difficoltà a tenere sotto controllo il suo calendario, ma deve anche ospitare un vecchio compagno di studi. Una serie di imprevisti legata ai ritardi dei voli, alle previsioni metereologiche e all’ unicità di ogni donna, metterà ancora più in pericolo la vita perfetta di Bernardo.

Le scene e i costumi sono di Rob Howell, le musiche originali di Claire van Kampen e il disegno luci di Stefano Lattavo.

Lo spettacolo, che è inserito nei “titoli rossi” debutta venerdì 2 maggio alle 20.30 e rimane in scena fino a mercoledì 7 maggio, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, domenica e martedì alle 16.30.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it).

Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

Francesco Gusmitta in scena con il monologo “Yossl Rakover si rivolge a Dio” al Teatro Rossetti.

Francesco Gusmitta in scena con il monologo “Yossl Rakover si rivolge a Dio” al Teatro Rossetti.

Trieste - Intenso e suggestivo ed a tratti di una violenta dolcezza il monologo che Francesco Gusmitta, attore triestino, ha messo in scena alla Sala Bartoli del Teatro Stabile di Trieste il 28 aprile e che si ripeterà  stasera 29 aprile sempre alle ore 21.

“Yossl Rakover si rivolge a Dio” di Kolitz Zvi, questo il titolo del monologo, è l'ultimo racconto di Yossl, un uomo di quarantatre anni, combattente-resistente nel ghetto di Varsavia sotto l'assedio delle truppe naziste.

Yossl ha già perso tutto, una moglie, sei figli, una numero infinito di amici, il suo mondo non esiste più, eppure la sua fede in Dio è ancora accesa, incrollabile.

Ed è su questa incrollabile fede che il protagonista centra tutto il suo dialogo con Dio, un dialogo in cui oramai egli si sente spogliato di tutto ciò che nella vita lo rendeva un uomo, amore, famiglia, affetti, ma che allo stesso tempo, nella sofferenza dell'essere stato spogliato da se stesso, gli permette la lucidità estrema; mettere all'angolo l'entità Dio e chiedergli: “Bene, ora che mi hai tolto tutto... cosa avrò io, che ancora credo in te?”

La risposta naturalmente non c'è, i dubbi espressi da Yossl, a suo stesso dire, con sofferenza e dignità senza mai usare urla e strepiti come solo un vero ebreo sa fare, lo portano a sintetizzare i grandi interrogativi esistenziali che sono peraltro il centro cosciente di qualsiasi essere umano a prescindere dalla sua fede e cioè: “Dove ci porta il dolore quando sembra non finire mai?”

Yossl trova la sua risposta nell'atto della morte, già all'inizio del monologo comunica che delle tre bottiglie incendiarie che ha davanti a se, una sarà per se stesso, e per la sua liberazione da una vita che ormai non gli lascia scampo.

Un'altra la userà contro i nemici, come già ha fatto, dice. E spera di trarne ancora un’intensa gioia perché è talmente infinita la ferocia con cui gli ebrei vengono perseguitati e uccisi, racconta Yossl, da fargli trovare gioia nella morte di esseri umani “nemici” come non avrebbe mai creduto possibile.

L’ultima bottiglia, Yossl Rakover, la userà per lasciarci dentro la lettera che sta scrivendo, e che sta raccontando alla platea sotto il rumore delle bombe, qualcuno potrebbe trovarla, pensa, e capire il suo lancinante dolore di uomo e di ebreo leggendo quello che in fondo è il suo testamento esistenziale.

Di grande impatto la presenza scenica di Francesco Gusmitta, che in questo monologo da prova della sua ormai trentennale esperienza scenica.

Coadiuvato dalla musica del Maestro Massimiliano Doninelli e per la regia di Mariasandra Calacione “Yossl Rakover si rivolge a Dio” è una di quelle rappresentazioni teatrali che varrebbero diverse repliche da presentare anche e soprattutto ai giovani perché come sempre si afferma, ma non è mai abbastanza, comprendere e ricordare serve a non perpetrare gli errori.

 

Tre serate per lo spettacolo “Il titolo ce l’ha mio cugino” di Dongetti al Teatro Miela.

Tre serate per lo spettacolo “Il titolo ce l’ha mio cugino” di Dongetti al  Teatro Miela

Trieste  - Una nuova sfida e anche una nuova sigla, quella di “Pupkin Kabarett & Associati”, debutteranno il 25 aprile alle ore 21.00 al 'ridottino' del Miela.

Lo spettacolo di Stefano Dongetti “Il titolo ce l’ha mio cugino” Una introduzione al pensiero anomalo con vividi esempi, si appresta infatti a rilanciare la saletta del Teatro Miela da dove, nel 2001, prese il via l'avventura del Pupkin Kabarett.  

Nei prossimi mesi ‘lo spazio angusto ma dalle prospettive infinite’  del Teatro Miela vedrà anche gli altri componenti storici della compagnia del Pupkin esordire in altri spettacoli 'tascabili', pronti a percorrere la penisola assieme a “La Coscienza di Zeno spiegata al popolo” e agli altri progetti sfornati dall'officina del ‘cabaret con la kappa’, a tutt’oggi l'unico laboratorio permanente in regione dedicato al cabaret e al teatro comico.

Ma cosa parla “Il titolo ce l'ha mio cugino”? Il monologo, scritto e interpretato da Dongetti e che si avvale delprezioso accompagnamento musicale dal vivo di Luca Colussi e Franco Trisciuzzi, è un viaggio  strampalato e surreale nei problemi sociali e individuali del nostro tempo. Come si fa essere felici in coppia? Come possiamo convivere serenamente nel consorzio sociale? Quali sono le migliori soluzioni per mandare al manicomio in tempi brevi i vicini di casa? Una ‘mente pericolosa e innocua al tempo stesso’ fornirà al pubblico vividi esempi e pronte e impraticabili risposte alle domande che da sempre ci tormentano. Avvalendosi anche dei consigli di brillanti e sconosciuti pensatori del passato, il cugino di Socrate, il cugino di Confucio, il cugino di Einstein e tanti altri, Dongetti è pronto a sfidare a colpi di pensiero anomalo “il terrore che ci assale di fronte ai programmi di cucina, ai bambini cantanti, ai politici comici e lo smarrimento in cui è precipitato l’uomo moderno di fronte alla ricostruzione delle unghie”. Ma per il nostro la soluzione a tutto è così riassumibile: “L’unica via di fuga è farsi schiacciare dal peso dell’irresponsabilità. In un mondo di pazzi, di economisti, di sondaggisti e di selfies è d’obbligo cercare una pazzia più divertente. Vediamo le cose di lato, dal basso e di sbiego e sguazziamoci dentro. Non si può fare altro”. Uno spettacolo dunque dalle finalità altamente sociali e alla ricerca di contributi pubblici e privati, ma senza disdegnare l’elemosina)e che propone, tra le possibili soluzioni alla ricerca di un senso: lo spogliarsi sotto le telecamere agli incroci, l’abbattere pensionati in fila in posta per conto del governo, il fondare associazioni di affossatori amatoriali, il creare gruppi di scambisti di macchine per aerosol. Nota della produzione: Se l’attore e i musicisti riusciranno a presentarsi in scena allo stesso orario, è probabile che questo spettacolo divenga l’evento teatrale dell’anno.

Nei prossimi mesi ‘lo spazio angusto ma dalle prospettive infinite’  del Teatro Miela vedrà anche gli altri componenti storici della compagnia del Pupkin esordire in altri spettacoli 'tascabili', pronti a percorrere la penisola assieme a “La Coscienza di Zeno spiegata al popolo” e agli altri progetti sfornati dall'officina del ‘cabaret con la kappa’, a tutt’oggi l'unico laboratorio permanente in regione dedicato al cabaret e al teatro comico.

Orari: sabato 26 aprile, ore 21.00, domenica 27 aprile, ore 19.00, venerdì 2, sabato 3, e domenica 4 alle ore 21.30

Prevendita fino ad esaurimento posti  c/o biglietteria  del teatro Miela tutti i giorni (esclusi sabato e domenica) dalle 17.00 alle 19.00; www.vivaticket.it

organizzazione: Bonawentura

 

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