Riparte “Teatro a Leggìo” al Bobbio con diversi inediti
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Ottobre 2014 19:40
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Trieste – Il cartellone del “Teatro a Leggìo”2014/2015, che si terrà nella consueta sede del Teatro Orazio Bobbio, prevedono per questa stagione sette serate che, come di consueto, spaziano dai classici ai testi di autore contemporaneo, dalla drammaturgia italiana a quella europea e nord-americana.
Il “Teatro a Leggìo”, si aprirà con un appuntamento speciale fissato per mercoledì 22 ottobre con una Conversazione con Alessandro Fullin. Una preziosa occasione per conoscere lo scrittore, il comico, l’attore.
Lunedì 27 ottobre 2014 invece il primo appuntamento a leggìo con Non si sa come
di Luigi Pirandello, untesto dal tono noirdel famoso scrittore siciliano che ancora una volta riesce ad andare a fondo sulla percezione di sé nelle sue diverse declinazioni. A dare vita a questa storia ricca di colpi di scena saranno Luca Quaia, Elke Burul, Francesco Godina, Paola Saitta e Valentino Pagliei.
Lunedì 17 novembre invece sarà un’occasione speciale per scoprire Voci, il testo inedito di Renzo Crivelli, affidato alla straordinaria interpretazione diAriella Reggio per la regia diMarcela Serli
Lunedì15 dicembre Omicidio perfetto sull’Udine Trieste diPaolo Pichierri, un giallo pieno di colpi di scena, per la regia diMario Mirasola che ne ha curato anche la regia per l’allestimento radiofonico trasmesso dalla sede Rai di Trieste.
L’anno nuovo si aprirà lunedì 12 gennaio 2015 con Il ladro in casa di Italo Svevo, una commedia brillante a più personaggi dove un ladro entra in casa di Carlo sconvolgendone gli equilibri familiari.
Lunedì 9 febbraio ancora un testo inedito; La malinconia del disc-jockeydel commediografo e regista Furio Bordon. Protagonista del testo è Cecco, un giovane ventiquattrenne nella prima parte della commedia, e depresso disc-jockey cinquantenne nella seconda.
Lunedì 9 marzo L’armadietto cinese di Aldo De Benedetti, maestro della commedia italiana degli Anni ’30 che anche questo caso presenta una leggera commedia degli equivoci.
Il 27 aprile l’ultimo appuntamento è con Stai zitta per favore? un leggio realizzato dai giovani attori della Contrada all’insegna delle atmosfere di Raymond Carver che indaga la vita di coppia nelle città di periferia americane, in un libero adattamento a cura di Livia Amabilino e Lorella Tessarotto.
Le sottoscrizioni all’Associazione possono essere rinnovate fino alla fine di ottobre presso il Teatro Orazio Bobbio dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 18.30; dal 27 ottobre le sottoscrizioni possono essere effettuate il giorno stesso di ogni iniziativa organizzata dall’associazione (fino a mezz’ora prima dell’inizio). La quota associativa ordinaria è di 18 euro, 15 per gli abbonati alla Contrada e 10 per chi presenta un nuovo socio.
Da quest’anno oltre alla normale quota associativa è possibile sostenere il teatro e diventare sostenitore ORO. Con questa tessera, che ha una quota associativa di 30 euro, si ha diritto al prezzo CRAL per tutti i tipi di Abbonamento alla Stagione 2014/15 della Contrada; a una riduzione sui biglietti e sugli abbonamenti ai Circuiti Danza e Comici, a promozioni speciali last minute dedicate, al guardaroba gratuito, a due cambi di turno gratuiti per la stagione della Contrada e a uno sconto del 10 per cento tutto l’anno nei negozi convenzionati.
Informazioni: 040.390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.amicicontrada.it.
La passione per il teatro si rinnova anche quest'anno con i corsi della Compagnia di Arti e Mestieri
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- Pubblicato Lunedì, 29 Settembre 2014 22:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Al via il nuovo anno accademico della Scuola Popolare di teatro della Compagnia di Arti e Mestieri di Pordenone. Dal 2000 la scuola ha come obiettivo quello di allargare al più ampio pubblico le diverse opportunità che le tecniche teatrali permettono, dalla ricerca della propria espressività e capacità comunicativa, per poi svilupparla, alla riscoperta del gioco come base per la creatività artistica.
Il teatro è un gioco, un gioco speciale che aiuta a crescere divertendosi, in cui si scoprono nuovi piani di comunicazione per esprimere le proprie emozioni, attraverso il corpo e la voce. Si amplifica la capacità percettiva della realtà, si rafforza la fiducia in se stessi e negli altri per creare infiniti mondi fantastici da mettere in scena.
Il gioco non esclude però il rigore metodologico e professionale dei percorsi proposti per cui chi intende intraprendere un percorso professionale può seguire tutti gli step che gli permettono un avvio al mestiere dell’attore.
Le linee guida della scuola e la filosofia che sottende alla visione del teatro dello staff di docenti e della direttrice della scuola Bruna Braidotti, (drammaturga, attrice e regista, nonché docente, che ha aggiunto ultimamente agli altri riconoscimenti anche l’invito per lo spettacolo "Luisa" ad una presentazione mondiale a Cape Town in Sudafrica al Women Playwright international Conference) è quella di un teatro che privilegi la comunicazione e la condivisione con il pubblico dei contenuti che in scena si rappresentano, cercando nel teatro la frontiera della "riflessione", intesa sia come rispecchiamento sia come pensiero, sul presente e sul mondo.
I corsi si rivolgono ai bambini, ai ragazzi, ai ragazzini, agli adulti principianti e agli adulti che hanno già frequentato gli anni scorsi la scuola e si prosegue nel perfezionamento degli allestimenti scenici che sono realizzati negli anni precedenti: “Rosaura non c’è” (che potrà essere visto prossimanente il 18 ottobre nell’auditorium della scuola media di Porcia), e “Fuori la guerra dalla storia”, che diventerà una proposta teatrale per le scuole sulla Prima Guerra Mondiale.
Accanto a questi percorsi accademici ci sarà un percorso specialistico sulla parola e il testo, a cura di Bruna Braidotti, e prosegue il corso di teatro in inglese per bambini ed adulti.
Novità di quest’anno è il corso di disegno e pittura finalizzato alla scenografia teatrale, tenuto da Maria Grazia Collonello e rivolto sia ai bambini che gli adulti.
Gi stage con cadenza mensile vedono la partecipazione di prestigiosi insegnanti: Francis Pardhellian, Edoardo Scatà, Nikos Goudanakis, Carlo Boso, Alvaro Piccardi, con i quali si offre un percorso completo sulla pedagogia teatrale contemporanea, rivolti a tutto il mondo del teatro. I docenti dei corsi annuali, oltre a Bruna Braidotti, sono: Martina Boldarin, Maria Grazia Collonello, Stephanie Ann Linton.
Akropolis 15: la nuova stagione
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- Pubblicato Venerdì, 26 Settembre 2014 08:45
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Sono ai nastri di partenza i percorsi di teatro civile di Akrópolis.15, la rassegna che il Teatro Club di Udine promuove e organizza da 15 stagioni, contando sul sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Udine e della Fondazione Crup, oltre che sulla collaborazione della Provincia di Udine, dell’Ente Regionale Teatrale Fvg, della Civica Accademia “Nico Pepe” e, per questa nuova edizione, anche del Dopolavoro Ferroviario Udine e dell’Associazione “Stelliniani”. Una proposta –commenta il presidente Gianni Cianchi, insieme al direttivo composto da Marisa Sestito, Liliana Cargnelutti, Roberto Francescatto e Paolo Mattotti- che “anche quest’anno corrisponde alla vocazione che il Teatro Club si è dato in tanti anni di lavoro, trovando la propria identità inconfondibile nell’offerta di spettacoli sia orientati alla riflessione problematica, sia innovativi nel linguaggio artistico e attenti alle richieste di un pubblico consapevole, particolarmente giovanile, come quello che fa capo all’esperienza del Palio Teatrale Studentesco. E’ da queste motivazioni che il Teatro Club riceve l’energia per proseguire la propria attività, anche in un momento di grave difficoltà economica come quello che stiamo vivendo, in cui storiche esperienze culturali rischiano di scomparire. Un ringraziamento va perciò in prima istanza alle Istituzioni che continuano a offrire il proprio appoggio, concreto o ideale, nella convinzione che la cultura, anche teatrale, sia un valore necessario e irrinunciabile per il benessere della collettività”.
Coerente con la sua tradizione pluriennale, ma più contenuto nella quantità dell’offerta, il nuovo cartellone 2014-2015 è tuttavia ripensato anche nella formula, che soprattutto– ribadisce a sua volta Angela Felice, che firma il programma- “punta a coagulare, attorno allo stretto momento teatrale, anche occasioni di approfondimento e di dibattito sui temi affrontati sul palcoscenico. Un Akrópolis.15, insomma, improntato alla progettualità, accanto e oltre la mera fruizione di una serata teatrale, e perciò particolarmente attento alla selezione di spettacoli dalla forte urgenza civile e inoltre esemplari dei linguaggi artistici della scena contemporanea”.
Questa intenzione si evince dall’insieme del cartellone, che si aprirà il 22 novembre 2014 per chiudersi il 6 marzo 2015, per un totale di 6 spettacoli sempre alle ore 21, dei quali i primi tre all’Auditorium Zanon e i successivi al Teatro Palamostre. Aspetti di forte e innovativa evidenza progettuale connotano innanzitutto i primi tre appuntamenti, pensati come tasselli di una dedica “personale” ad un artista significativo della scena civile italiana. Un focus “speciale” che poi il Teatro Club intende proseguire anche per le future edizioni e che, per questo primo varo, si concentrerà sul lavoro della bravissima Giuliana Musso, attrice-autrice-regista, veneta di origine, ma ormai friulana di adozione, che proprio con il Teatro Club ha mosso i primi passi di una carriera poi fortunatissima, pluripremiata, di riconosciuta evidenza su tutto il territorio nazionale, oltre che oggetto di studio e di tesi di laurea. All’Auditorium Zanon di Udine, dunque, saranno proposti tre gioielli diversi del suo repertorio (produzione La Corte Ospitale), sempre frutto di un lunga e meditata ricerca preliminare di documentazione, tanto per i temi quanto per le soluzioni artistiche che diano loro consistenza scenica. E’ il caso del primo lavoro che inaugura il trittico di questa originale “antologica”:
Tanti saluti (22 novembre), che, per la regia di Massimo Somaglino, vede sul palcoscenico la Musso insieme a Beatrice Schiros e Igi Meggiorin, per una indagine in chiave grottesco-clownesca del tema della morte nel tempo attuale, che tende a rimuoverla in ossequio ai miti dell’eterna giovinezza o a celarla nell’anonimato disumano dell’ospedalizzazione. Tema impegnativo sul “non dicibile”, ma trattato con gusto leggero del paradosso, cui farà seguito il 30 novembre il lancinante La fabbrica dei preti, che – sulla fonte dell’omonimo libro di pre Toni Bellina e con la collaborazione all’allestimento sempre di Massimo Somaglino- vede l’attrice da sola sul palcoscenico, per una straordinaria immedesimazione in tre storie di sacerdoti che si allargano a metafora del sacrificio di affetti e sentimenti imposto ai religiosi dalla preparazione deformante e sessuofobica in uso nei seminari pre-conciliari degli anni Cinquanta e Sessanta.
Sono frammenti di storie di dolore e di umiliazione, che la Musso sa asciugare da puntuti elementi di sola denuncia per sviscerarne e farne rivivere invece la componente umana, la stessa che emerge nell’ultima proposta di questa antologica a tre tappe: cioè Nati in casa (5 dicembre), un cult del teatro della Musso, che da questo monologo strepitoso è decollata più di dieci anni fa a protagonista inconfondibile del teatro civile contemporaneo, meritandosi una nomination agli Ubu del 2002 e il Premio nazionale della critica nel 2005. Una proposta nel segno positivo della nascita, e di chi la favorisce come le vecchie levatrici, a congedo di un focus che sarà accompagnato anche da un pomeriggio di approfondimento e di cui il Teatro Club si ripromette di raccogliere i materiali in un “quaderno” a stampa, il primo di un’auspicabile serie di plaquette. Urgente è anche il tema dell’inedito progetto che, al Teatro Palamostre, motiva l’11 dicembre (matinée scolastica il giorno 12) lo spettacolo Al Muro. Corpi in guerra, liberamente ispirato al libro Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale di Enzo Forcella e Alberto Monticone (ed. Laterza, 2014) e avallato dalla prestigiosa drammaturgia di Renata Molinari.
Per l’interpretazione di tre giovani attori (Renato Avallone, Daniele Gaggianesi e Matteo Vitanza), ne firma la regia Massimiliano Speziani, grande attore- regista di origini udinesi e interprete di punta per grandi maestri della scena italiana di regia, da Massimo Castri a, di recente, Antonio Latella. Lo spettacolo, sostenuto dal Teatro Club, è motivato dalla volontà di indagare il tema della giustizia militare e mostrare così l’altra faccia della Grande Guerra, del cui tragico scoppio ricorre nel 2014 il centenario. Con un mosaico antiretorico di episodi e situazioni attinti dalla storia, sarà appunto la faccia rimossa della guerra, segnata dalla tragedia di imboscati, disertori, ammutinati, disfattisti, ribelli, codardi. Gente che le carte dei processi, con successivi plotoni di esecuzione, rivelano disposta a tutto pur di non cadere nel tritacarne della grande macelleria. Lo spettacolo debutterà il 26 e 27 novembre in anteprima nazionale al Teatro Verdi di Pordenone, partner della proposta, per approdare in seguito a Udine. Nella seconda parte della rassegna, sono speciali anche i due spettacoli che nel 2015 sigilleranno il percorso di questo rinnovato Akrópolis. Speciali innanzitutto perché si tratta di lavori inediti che, dopo l’imminente debutto nel presente autunno, saranno proposti a Udine come anteprime assolute per il Triveneto e, poi, perché per Akrópolis.15, sono pensati anch’essi come una sorta di dittico teatrale a tema unico. Nel cuore di entrambi è infatti la dimensione del mondo femminile, colta nella doppia sfaccettatura, da un lato, della resistenza e del coraggio positivi e, dall’altro, dell’umiliazione subita dal mondo maschile, se portato al sopruso e alla tracotanza del dominio, anche casalingo. È quasi un dritto e rovescio a tema, che sarà aperto il 27 febbraio al Palamostre, dallo spettacolo Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, nuovo lavoro del Teatro ravennate delle Albe, compagnia pluripremiata Ubu e di spicco assoluto per la scena italiana di ricerca. Su regia di Marco Martinelli, anima artistica di questa sempre folgorante compagine, tre attori (Roberto Magnani, Alice Protto, Massimiliano Rassu) faranno corona alla portentosa Ermanna Montanari, attrice di forza scenica impareggiabile e di prodigiosa tastiera vocale (Premio Eleonora Duse 2013), A lei il compito di incarnare la figura di Aung San Suu Kyi, donna mite e determinatissima, premio Nobel per la pace nel 1991, e rievocarne la vita passata per oltre 20 anni agli arresti domiciliari sotto la dittatura militare che opprime la Birmania da più di mezzo secolo. Una vita sullo scandalo della bontà che lo spettacolo (debutterà il 24 ottobre a Rubiera) si propone di allargare a una riflessione sul mondo di oggi e sulla necessità di cantare con gioia la vita, anche quando tutto attorno le nuvole nere incombono. Indicazione positiva a cui fa da controcanto, il 6 marzo al Palamostre, il nuovo lavoro Polvere di Saverio La Ruina (della calabrese Scena Verticale), artista unico e presenza cara ad Akrópolis, che ne ha già proposto i monologhi Dissonorata e Italianesi. In questo inedito allestimento (debutto a Milano in autunno) in cui l’attore-autore si affianca ad una compagna di scena ancora in via di definizione, l’attenzione si sposta sulla violenza che gli uomini fanno subire alle loro donne, fino agli esiti drammatici che la cronaca nera è spesso costretta a registrare. Quasi a preludio di quelle tragedie da femminicidio annunciato, vi è però –dice Saverio- “un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco”. Microfratture da portare in scena per un indiretto tributo alla donna, che, per pudore, vergogna o paura, preferisce nascondere, soffocare, fingere o rinunciare, con una “liturgia della resistenza” che però risulta spesso strumento inefficace per sconfiggere il male dentro casa. Percorsi imperdibili, dunque, per il teatro civile di questo Akrópolis.15, screziato tra le indagini di Giuliana Musso, con le sue figure di umanità dolente o combattiva, umiliata o riscattata, e i riflettori puntati su altri paradigmi forti dell’esistere (la guerra e la giustizia, il bene e il male, la gentilezza e la brutalità), a cui pare necessario che la riflessione ritorni sempre, anche grazie alle arti della scena e dei suoi esponenti più motivati e audaci.
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