A Trieste lo spettacolo “San Michele. Cronache dal giardino”
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Venerdì, 25 Luglio 2014 11:12
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Trieste - Debutta venerdì 25 luglio lo spettacolo “San Michele. Cronache dal giardino” alle ore 21, inserito nel programma Trieste Estate 2014, location l'interno dello stesso giardino e proseguirà con le repliche fino al 3 agosto.
Mercoledì 30 luglio pausa. Le altre repliche a pagamento con entrata a 12 euro e riduzione under 25 a 8 euro. Informazioni e prenotazioni al 370 3252356. L’entrata al giardino avverrà esclusivamente dal cancello superiore di via Cattedrale e non da via san Michele.
Abbiamo chiesto a Maurizio Zacchigna, attore e coproduttore dello spettacolo alcune particolarità dello spettacolo e non solo.
Nuova produzione per il C.T.A. (Casa del Lavoratore Teatrale) con “San Michele. Cronache dal giardino”, cosa ci puoi dire senza svelare troppo i contenuti …?
Innanzitutto questa è la seconda tappa di un percorso teatrale che abbiamo iniziato lo scorso anno allestendo “L’onda dell’incrociatore” tratto dall’omonimo romanzo di Quarantotti Gambini. Infatti l’anno scorso abbiamo voluto a tutti costi rappresentare lo spettacolo esattamente nel luogo della vicenda: la Sacchetta. Quindi continuiamo con un altro luogo simbolo della città. Un giardino costruito nel ’53 dalla SELAD, la cooperativa promossa dagli americani per dar lavoro ai disoccupati triestini, tantissimi nel dopoguerra. La stessa costruì anche il giardino di piazzale Rosmini. Stavolta la vicenda è inventata, addirittura si tratta di un vero e proprio techno thriller. C’è molta suspenese, tensione, in mezzo ad una situazione che all’inizio appare serena, quotidiana. La vita del giardino e dei suoi due operatori viene sconvolta dall’arrivo di due strane figure che immediatamente annunciano qualcosa di terribile. Gli operatori perciò si trovano in una emergenza: salvare il giardino e anche la propria vita. All’interno di questa sinossi originale abbiamo però inserito ad arte episodi salienti della storia del giardino in un rapporto utile tra finzione e realtà. Come fa un certo cinema.
"Lo spettacolo è l’occasione per riflettere ancora sull’importanza della memoria storica". Questa è la nota a cui tende lo spettacolo. Raccontaci da dove nasce l 'idea di questo spettacolo?
L’idea è stata quella di raccontare una parte della storia del San Michele come occasione per far riflettere in generale sull’importanza della memoria storica intesa come strumento di continua emancipazione dell’uomo, di crescita della sua consapevolezza.
Come sempre il contesto e Trieste sono la nota dominante del vostro lavoro, a segno di appartenenza al territorio. Esclusiva o prerogativa?
Direi prerogativa anche se non esauriente di tutta la nostra attività. Trieste è ricca di storie, eventi e dei luoghi che le hanno ospitate. Attraverso la narrazione di questi luoghi noi intendiamo portare in superficie ciò che si è sedimentato, ciò che tanti non ricordano più o addirittura non hanno mai saputo. E’ un modo per vivacizzare il passato rendendolo nuovamente fruibile, per favorire una coscienza cittadina più ricca, fornendo strumenti di analisi e conoscenza.
Quindi dal particolare all'universale. Quale messaggio rende la piece teatrale universale?
Quello sull’importanza appunto di conservare e proteggere la memoria storica non solo attraverso le celebrazioni, che danno per scontato il loro contenuto morale, ma mediante la catarsi vivificante del teatro che permette ancora di suscitare emozioni personali, in tempo reale e in più condivise con quel gruppo estemporaneo che definiamo “il pubblico”.
Cosa vorreste che gli spettatori portassero a casa di “San Michele. Cronache dal giardino”?
La consapevolezza dell’importanza di essere i cittadini di una città molto particolare come la nostra. Una città che merita di essere narrata e che la sua “narrazione" trovi i canali per essere “esportata”. Il teatro potrebbe e dovrebbe fare molto in questo senso. la città incarna molti paradigmi significativi. Faccio un solo esempio: nella nostra storia viene citato il comando Olivares. Questo era uno dei due comandi dell’ispettorato speciale di Pubblica sicurezza nel ’44. L’altro fu quello di Gaetano Collotti. Ebbene, solo Trieste ospitò un simile distaccamento di polizia. Il suo capo, tale Sigfrido Mazzuccato, fascista della prima ora, fu addirittura arrestato dalla SS e mandato a Buchenvald (verifica la correttezza) in quanto i suoi metodi risultarono imbarazzanti persino per loro.
Ci auguriamo che il pubblico triestino replichi l’eccezionale risposta data la scorsa estate. Per noi, che siamo una compagnia indipendente sorretta dalle proprie gambe, cercare di creare un pubblico fidelizzato è una strategia irrinunciabile. Per questo l’impegno creativo e professionale devono essere sempre al primo posto. Ci auguriamo che delle nostre fatiche si accorgano anche le istituzioni valutandone con più attenzione le potenzialità.
Lo spettacolo è una produzione di Maurizio Zacchigna e Gaetano Longo. Regia di Maurizio Zacchigna. Ricerche storiche di Laura Flores. Musiche di Carlo Moser. Luci di David Fischer. Fonica di Carlo Visintini. Con Massimiliano Borghesi, Elke Burul, Adriano Giraldi, Nikla Petruska Panizon, Paola Saitta Maurizio Zacchigna.