Al Verdi di Pordenone scatta l’ora della danza con “Sound of the ocean”
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- Pubblicato Domenica, 07 Dicembre 2014 13:25
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Pordenone - E’ un potente affresco sul tema dell’acqua, un grande spettacolo strutturato in cinque quadri, in un fluire che dosa momenti di acrobazie ritmiche collettive con delicati attimi di assolo “Sound of the ocean”, lo spettacolo di danza contemporanea che arriva dall’Oriente estremo e che mercoledì 10 dicembre, alle 20.45, aprirà la stagione della danza al Teatro Verdi di Pordenone.
Rappresentato continuamentenei cinque continenti: dalla Biennale di Venezia al Barbican Centre di Londra, e poi Vancouver, Shanghai, Singapore, Bergen, Amsterdam, New York, Mosca. Danzatori, insieme a percussionisti e cantanti, porteranno in scena una vera e propria drammaturgia dove si fondono danza e teatro taiwanesi, zen, arti marziali come il tai chi chuan. A proporlo sarà l’U-Theatre di Taiwan, collettivo fondato dal direttore artistico Liu Ruo-Yu, i cuispettacoli nascono dalla volontà di combinare tecniche teatrali occidentali contemporanee con la filosofia buddista zen. Costanti sono la continua esplorazione della tradizione e della prassi esecutiva cinese, così come il profondo rispetto per l’ambiente naturale. Un progetto che, attraverso una millenaria tradizione, ha viaggiato verso l’oggi: per U-Theatre l’eccellenza arriva dall’infinita ricerca di un perfetto bilanciamento fra fisico e mente, fra l’interiorità spirituale dell’individuo da cui origina lo spettacolo e l’esteriorità del corpo del danzatore che la traduce e la rende percepibile allo spettatore. Sound of the Ocean rende omaggio alla forza inesorabile e senza fine del profondo, insondabile oceano. È una riflessione sull’origine della vita, nata dall’acqua: le onde avvolgono lo spettatore e lo riconducono attraverso un percorso ciclico là dove tutto ebbe inizio.
La rappresentazione vede l’utilizzo di gong e tamburi di diverse grandezze e originari di differenti paesi asiatici (Giappone, Indonesia, Corea, Taiwan), creando di fatto un qualcosa di nuovo ed estremamente originale nel panorama internazionale. La performance riflette pienamente lo stile della Compagnia U-Theatre volto alla ricerca continua di una vita autentica dalla quale gli attori possano attingere concentrazione e forza spirituale.Sound of the Ocean non è solo uno spettacolo di danza, anche se notevoli capacità di ballo sono richieste per tutti gli artisti.
I corpi umani somigliano a strumenti musicali: sono in apparenza silenziosi, ma grazie al coordinamento con gli strumenti, sanno vibrare e trasmettere una melodia. Il corpo dei danzatori assume varie posizioni, e anche le più semplici provengono da corsi di formazione estremamente difficili: ruolo fondamentale hanno anche le diverse pratiche di meditazione cui tutti gli artisti dell’U-Theatre si dedicano per coltivare la loro interiorità. Ne risulta un mix che conferisce al gruppo di artisti una forza potente.E prima del concerto, alle 19.30, nell’area bar del Teatro, happy hour natalizio con i prodotti di Confocooperative trasformati in pietanze gustose dal Ristorante Moderno (prenotazioni allo 0434 29009).
Informazioni e aggiornamenti sul sito www.comunalegiuseppeverdi.it, facebook e Twitter (@teatroverdipn), #unabellastagione, telefono: 0434 247624
Dopo Pordenone, in anteprima a Udine "Al muro" di Massimiliano Speziani
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- Pubblicato Domenica, 07 Dicembre 2014 10:44
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Per chi segue da almeno una ventina d'anni il Palio teatrale studentesco, evento di punta per i tutti i giovani studenti-aspiranti attori friulani, il nome di Massimiliano Speziani non è nuovo. Lui, infatti, è stato una delle "celebrity" uscite dall'importante manifestazione, e a distanza di due decadi torna sul palco del Palamostre con uno spettacolo da regista. E un cast giovanissimo, con la drammaturgia di Renata Molinari.
Si chiama "Al muro. L'altra faccia della Grande Guerra", prodotto dal Teatro Club Udine con il Teatro Verdi di Pordenone e liberamente ispirato al libro "Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale" di Enzo Forcella e Alberto Monticone (Laterza, 2014). Dopo il debutto a Pordenone il 26 e 27 novembre, giovedì 11 dicembre sarà quindi il turno del capoluogo friulano.
L'appuntamento è alle 21, per uno spettacolo che si preannuncia già di forte impatto educativo. Perché si parla comunque di una guerra e, come scrive lo stesso Speziani nelle sue note di regia, la sua << memoria, la celebrazione, il ricordo istituzionalizzato (...) nella cultura civile è cosa ardua, che mette in scacco le coscienze. Il Teatro non sfugge a questo imbarazzo >>. Il corpo dell'attore diventa cosi quello del soldato, schiacciato nella trincea, in mezzo ad altri uomini, tra sentimenti e impulsi.
Il giorno dopo, alle 11, andrà in replica per le scuole. Anche i giovani studenti potranno cosi assistere alla storia di quei disertori, ribelli, codardi che le carte dei processi condannarono a morte perché non vollero "cadere nel tricarne della grande macelleria". Sono loro l'altra faccia della Grande Guerra, il conflitto tanto celebrato in Italia e portatore di immani distruzioni. Ombre di un massacro, fisico e psichico, che continua ancora oggi a gridare dolore.
L'appello di Tarcisio Mizzau: "Proteggere rapporto tra Udine e Teatro Nuovo"
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- Pubblicato Mercoledì, 03 Dicembre 2014 08:37
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - É uno dei teatri più grandi del Friuli Venezia Giulia, se non dell'intero Nordest. Nel capoluogo friulano é stato ribattezzato simpaticamente il "Teatrone", ed é una delle realtà cittadine più dinamiche e vivaci che si trovino sul territorio. Parliamo del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ovviamente, che quest'anno ha presentato una programmazione destinata al tutto esaurito in quasi tutte le occasioni.
Artefice di questo trend molto diverso da altri teatri italiani, anche blasonati, è il Presidente della Fondazione Teatro Nuovo, Tarcisio Mizzau. In carica da sei anni, questa sarà la sua ultima stagione, dopo un mandato contrassegnato da successi piuttosto evidenti (in primis gli abbonamenti) e una situazione manageriale che oggi si presenta tirata a lucido.
Incontrato pochi giorni fa, l'occasione è stata ottima per farci raccontare gli "ingranaggi" che si nascondono dietro il sipario e che fanno girare l'intero, complesso sistema di un teatro importante come quello udinese. Innanzitutto gli spettacoli che, ci racconta Mizzau, sono in genere 20 per la prosa, metà classici e metà moderni. Ci sono poi quelli più leggeri, destinati alle famiglie, <<ma non di minor impegno>>; i rifacimenti di testi classici, come l'Antigone attesissima e già prenotata dalle scuole; e infine l'operetta, acquistata dal Verdi di Trieste e che racchiude solo due spettacoli perché <<si pagano e le cose ben fatte sono rare>>.
A parlare di musica, poi, si tocca un tasto d'oro per il Teatrone. <<Escludendo la Fenice di Venezia, siamo tra i migliori nel Nordest>> afferma il Presidente, e non ha tutti i torti: solo con l'orchestra del Friuli Venezia Giulia sono già due, per arrivare a un totale di dieci, incluso quello evento del 5 dicembre di Patti Smith, in collaborazione con Azalea Promotion. E poi c'è il balletto, genere che richiama in media 1170 spettatori, arrivando praticamente ogni sera a riempire tutti i posti!
<<Se non c'è lo stesso programma tra direttore artistico e Presidente é un problema, ma negli anni passati la sintonia è stata grande>> continua nel ricordo di sei anni di attività Mizzau. Una sinergia, quella tra le tre figure (Presidente e direttori artistici di prosa e musica), che si rispecchia anche con il pubblico: questi due ultimi anni, infatti, hanno visto un incremento altissimo degli abbonamenti, con 4700 solo quest'anno! E sono ancora aperti, fino a marzo, quelli con gli spettacoli a scelta, per cui i numeri aumenteranno ulteriormente.
Una gestione, quella finanziaria del Teatro Nuovo, non prova di difficoltà. <<Il settore - racconta il Presidente - non è caratterizzato da tecniche manageriali, pochi teatri hanno i bilanci a posto ed è un errore grave>>. Perché i soldi che ricevono sono dello Stato, di tutti quindi, e vanno rispettati. Per questo Mizzau è stato molto rigoroso in questo, tagliando i costi che non davano risultati. Il teatro é stato affittato a terzi per monetizzare: <<E stato venduto tutto il "vendibile">> ammette.
Tarcisio Mizzau ha voluto esprimere un suo auspicio per il futuro, alla fine dell'incontro: <<Bisogna salvaguardare il rapporto tra pubblico e teatro>>. Dice di essere ottimista su questo, i direttori artistici (Bevilacqua e Ferruglio) sono stati riconfermati, per cui il rapporto avuto con la città ultimamente sarà custodito. Per continuare l'amore tra città e palcoscenico, fiaba meravigliosa che tutti vogliono continui per tanto, tanto tempo.
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