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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Circolo Stampa Pordenone, arriva Fubini con “La via di fuga”. Europa, crisi profonda

Pordenone - Esiste un legame fra gli anni bui delle persecuzioni razziali e della guerra con quelli che viviamo oggi?
 
Dalla crisi della Grecia di Alba Dorata e la Catanzaro del mercato dei voti comprati? E in una grave situazione economica come reagiscono le persone al crollo del loro mondo?
 
Se lo chiede il giornalista Federico Fubini che sarà ospite venerdì 7 novembre, alle 18, a Palazzo Montereale Mantica di Pordenone per il secondo appuntamento dell' Inviato Speciale, il ciclo di incontri organizzato dal Circolo della Stampa di Pordenone.
 
Fubini è inviato ed editorialista di Repubblica per il quale scrive di economia e finanza. Dal 2002 al 2013 ha lavorato per il Corriere della Sera. Ha pubblicato vari libri, tra cui, Destini di frontiera (Laterza 2010) e Noi siamo la rivoluzione (Mondadori 2012). A Pordenone presenterà il suo ultimo e recente libro “La via di fuga” (Mondadori) sul rapporto tra l’attuale crisi economica e la grande depressione degli anni Trenta. Il libro ripercorre la storia di Renzo Fubini, un importante economista italiano che collaborò con il futuro presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, nell'analisi della crisi del 1929.
 
Sarà questo giovane economista con la sua travagliata esistenza a condurre il lettore durante gli anni del fascismo e della Seconda Guerra mondiale, fra Londra e New York dove si ritrovò catapultato in pieno nel crash di Wall Street e nella grande depressione degli anni Trenta grazie a una borsa di studio della Rockefeller Foundation. Due eventi che Renzo guardò e commentò non solo da economista attento infatti, a scoprire come reagiscono le persone di fronte al crollo del loro mondo.
 
I suoi studi furono osteggiati dal fascismo perché all'autarchia e al consociativismo lo studioso preferiva l'economia di mercato e lo stato liberale. Progressivamente escluso dal mondo accademico, Fubini nel 1938 venne colpito dalle leggi razziali finendo arrestato e deportato dai tedeschi. Nel 1944 morì ad Auschwitz. Il nipote, Federico Fubini, lo ricorda in questo libro ripercorrendo le tappe che portarono alla crisi del '29 e alle sue tragiche conseguenze - l'avvento del nazismo e la seconda guerra mondiale - che seguirono. Ma a Federico Fubini non interessa solo la ricostruzione storica, in quanto mette in risalto in un viaggio attraverso l'Europa colpita dalla recessione dei nostri giorni, le analogie tra la crisi attuale e quella degli anni Trenta.
 
Il libro percorre con il linguaggio del new journalism, la narrazione delle vicende di famiglia, delle teorie economiche del XX secolo affiancate a quelle contemporanee descrivendo con una narrazione da reportage, alcune vicende paradigmatiche della situazione economica attuale: dalla crisi che ha gettato la Grecia nel caos risvegliando i germi di un fascismo latente e che morde l'Occidente e l'Italia in particolare, alla Calabria, terra d'origine del nonno materno.
 
Davanti alla crisi del proprio mondo si reagisce con tre possibili scelte, sosterrà nel 1970 l'economista Albert Hirschman, ex allievo di Renzo all'università di Trieste: “exit, voice, loyalty" : defezione, protesta o lealtà al sistema in declino. “Eppure le persone che avevo visto in Grecia o a Catanzaro – ha scritto Fubini – mi fecero pensare che Hirschman si sbagliava. Non c'erano solo la defezione, la protesta o la lealtà. C'era anche una quarta via aperta di fronte al declino del proprio paese o del proprio sistema: il rifiuto della realtà” .
 
Negli appunti dell'economista, l'analisi degli anni Trenta che sembra scritta per la Grecia, la Germania, l'Italia di oggi: “ sono i contraccolpi sulla psiche umana che a distanza di decenni si somigliano più degli eventi che li producono”. La vita di Renzo Fubini e il suo pensiero economico rappresentano il motivo da cui partire per una riflessione del tutto contemporanea sui temi della crisi, sulle origini e sulle possibili vie di fuga.

"Autunno Sanvitese", giochi, spettacoli ed enogastronomia nel segno della qualità. Il programma

San Vito al Tagliamento (Pn) - Giochi, spettacoli ed enogastronomia; e poi, negozi aperti e cultura per un commercio che punta decisamente alla ripresa.
 
Intende partire con i migliori auspici la sesta edizione di Autunno Sanvitese che, per un intero weekend, 8 e 9 novembre, mira a "fare il pieno" di visitatori in centro storico e via Amalteo, con tante interessanti iniziative.
 
La manifestazione è promossa da Ascom-Confcommercio Pordenone, Pro San Vito, Comune e Camera di commercio. Il primo appuntamento è per venerdì 7 novembre, con un'anteprima della kermesse: una degustazione di prodotti tipici locali, all'osteria Al Vecchio Castello.
 
Sabato 8 e domenica 9 novembre sarà il "cuore" della manifestazione con tanti eventi, quasi raddoppiati rispetto al 2013, e la simpatica iniziativa dei gonfiabili per i bimbi, che già tanto successo hanno riscontrato nella recente "Incontriamoci a Pordenone".
 
"Intendiamo ribadire - sottolinea Fabio Pillon, presidente mandamentale Ascom, - la centralità del ruolo di San Vito, cercando anche di rivitalizzare il commercio in un momento difficile. Siamo consapevoli di avere un programma ricco, variegato e di qualità, con una formula che piace e che si adatta con uno dei più bei comuni della nostra provincia".
 
Quanto agli standisti, è prevista una dozzina di stand a riempire piazza del Popolo, con prodotti enogastronomici dal Triveneto, mentre in via Amalteo ce ne sarà un’altra quindicina, con prodotti dal resto d’Italia, dalla torre Raimonda alla chiesa di San Lorenzo. Quattro ristoranti proporranno menù tipici autunnali.
 
Ci saranno, quindi, spettacoli itineranti, perchè "l'intento - evidenzia Pillon - è quello che si formi un percorso nel centro, comprese le piazzette del castello e Pescheria".
 
Importante appuntamento, infine, sabato 8 novembre, quando si terrà anche l’inaugurazione della sede Ascom, in piazza del Popolo, "tornata nella sede delle origini". 
 
In allegato, il depliant con il programma della manifestazione.

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Cena in libreria per Aquila del Torre: vini, letture e visioni

Una Cena in libreria per raccontare la visione imprenditoriale di Claudio Ciani, fondatore della cantina friulana Aquila del Torre che 15 anni fa ha lasciato la meccanica di precisione e si è tuffato nel mondo del vino e del lavorare la terra, rigorosamente friulana. Di questo e di molto altro si è parlato e “si è letto” durante la serata organizzata per 40 invitati all’interno della storica libreria Tarantola del centro storico di Udine che si è trasformata in ristorante, palcoscenico e scenografia: un’armonia perfetta grazie al felice connubio tra i libri, l’eccellente catering di Assaporando, la degustazione dei vini di Aquila del Torre e la voce di Massimo Somaglino. L’attore di teatro ( nella foto)  non ha solo intervistato l’imprenditore, ma ha raccontato tante e diverse idee di “visione” attraverso la lettura di altrettanto diversi e meravigliosi libri, da Benni al Paradiso di Dante, da Padre Maria Turoldo a Baricco. Aquila del Torre, 18 ettari a vite e altri 66 lasciati a bosco sulle colline di Savorgnano del Torre (Povoletto), utilizza esclusivamente metodi di agricoltura biologica e il Picolit è la punta di diamante della produzione, tanto che l’azienda è l’unica a produrre la variante secca del celebre vino bianco dolce ed è fondatrice del progetto Oasi Picolit che coinvolge il Comune di Povoletto e l'Università degli Studi di Udine per valorizzare e preservare il territorio e il luogo d’origine del vitigno.

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