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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Al via il bando di concorso di "Business Meets Art" per aziende, creativi e progetti culturali

Al via il bando di concorso di

Udine - Si apre il 20 ottobre il bando di concorso di Business Meets Art, la manifestazione internazionale dedicata ad arte e impresa e alla cooperazione tra pubblico e privato che si svolgerà a Udine dal 28 al 30 gennaio 2015 con convegni e workshop.

La manifestazione è divenuta da tre anni un appuntamento di scambio internazionale, durante il quale artisti e imprese possono intessere collaborazioni. BMA è ideata dalle giovani friulane Federica Manaigo ed Elena Tammaro ed è realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Business Meets Art istituisce per il secondo anno consecutivo il bando di concorso (ad adesione gratuita) per aziende, creativi e progetti culturali, che si apre il 20 ottobre e si chiude il 15 dicembre, mentre la premiazione, il convegno e i workshop di approfondimento si svolgeranno tra il 28 e il 30 gennaio 2015.

Il bando è aperto a soggetti (piccole medie imprese e Creative Industries) con sede legale o che lavorano in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Austria e Slovenia.

Si articola in due categorie: il Premio Creaa si rivolge ad aziende virtuose che abbiano sviluppato progetti in sinergia con partner culturali o artistici di particolare rilievo tra il 2011 e il 2014 in uno dei seguenti ambiti: innovazione di prodotto, comunicazione e formazione interna; il Premio Matching, offre la possibilità di presentare idee in work in progress alla ricerca di collaborazioni volte all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Vi possono partecipare sia micro, piccole e medie imprese produttrici di beni e servizi che vogliano trovare partner culturali sia organizzazioni culturali (profit/no profit), nelle sezioni audiovisivo, arti visive, letteratura, performing arts e musica.

Il bando di concorso (in italiano e inglese) e tutte le informazioni utili sono pubblicate sul sito internet della manifestazione al link www.businessmeetsart.it/bma-awards. La Giuria si pronuncerà entro il 10 gennaio e la premiazione avverrà venerdì 30 gennaio 2015 presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Casa Cavazzini.

A partire da quest'anno il progetto, nato in seno all'Associazione Etrarte, entra a far parte del percorso di formazione per operatori culturali e imprenditori creativi Young People's Business promosso in collaborazione con l'Associazione Modo e realizzato in convenzione con l'Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

La definizione della nuova roadmap si affianca alla pubblicazione degli atti della seconda edizione “Crescita territoriale, cultura e internazionalizzazione” - che aveva visto fra i relatori anche il designer giapponese Toshiuyuki Kita. La pubblicazione in versione digitale, comprensiva dei materiali di supporto degli appuntamenti, è reperibile in iBook sullo store Apple o in versione pdf sul sito www.businessmeetsart.it.






 

Trieste Coffee Festival: i segreti del caffè svelati in piazza

Trieste Coffee Festival: i segreti del caffè svelati in piazza

Trieste - Sabato 25 e domenica 26 ottobre, in Piazza Sant’Antonio Nuovo, il caffè sarà protagonista della prima edizione del festival diffuso Trieste Coffee Festival.

Si è tenuta nei giorni scorsi  la conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni Trieste Coffee Festival che si terrà in Piazza Sant’Antonio Nuovo, nelle giornate del  25e 26 ottobre e Io bevo caffè di qualità che si svolgerà all’Antico Caffè San Marco, dal 22 al 26 ottobre, due eventi sul caffè dedicati al grande pubblico. Ha aperto l’incontro Massimiliano Fabian, Presidente dell’Associazione Caffè Trieste, promotrice del Trieste Coffee Festival, che ha messo l’accento sull’importanza di comunicare al pubblico le iniziative del comparto caffè e, quindi, di rendere il consumatore più consapevole riguardo alla qualità del prodotto.

Perché “diffuso”? L’evento interessa l’intera città, da Piazza Sant’Antonio Nuovoalle strade del centro, fino ai Caffè storici triestini e alla fiera TriestEspresso Expo, per la prima volta con sede ai magazzini del Porto Vecchio. Trieste Coffee Festival vuole dare un’occasione a chi ogni giorno apprezza il gusto del caffè, per piacere e per consuetudine, di scoprirne delle particolarità e degli aspetti fino ad oggi ancora sconosciuti.

Alberto Polojac, membro dell’Associazione Caffè Trieste e promotore dell’iniziativa,  sostiene  la necessità di fare sistema e rendere la città consapevole del proprio patrimonio.

 «Quello tra la città e il caffè è un binomio che ha radici molto profonde. Lo testimonia il fatto che Trieste è oggi il primo porto italiano per volumi di caffè movimentati ed è al primo posto per quanto riguarda i consumi pro-capite. Vogliamo valorizzare questo primato e per questo sono nati i progetti Trieste Città del Caffè e Trieste Coffee Festival all’interno dell’Associazione Caffè Trieste e del Trieste Coffee Cluster, esempio unico di sistema distrettuale del caffè in Italia, riconosciuto dalla Regione nel 2008». Così ha sottolineato in conclusione da Polojac, una parte dei fondi e del ricavato della vendita di piante di caffè ai cittadini che visiteranno il Festival, sarà devoluta all’Associazione Donatori Midollo Osseo, ADMO Friuli Venezia Giulia.

Il programma del festival, ospitato in piazza da un ampio tendone attrezzato, nei giorni del 25 e del 26 ottobre, offrirà una serie di attività ed appuntamenti interessanti non solo per i più curiosi ma anche per chi, ad esempio, svolge la professione di barista o è titolare di un locale. Sarà possibile seguire un percorso tra gli spazi gestiti dalle aziende, ciascuna con i propri prodotti e la propria specializzazione, a fianco all’esposizione di un racconto creativo della lavorazione del caffè, dalla pianta alla tazzina, per arrivare poi ad un’ampia area dedicata alle gara tra baristi.

Finalmente, infatti, arriveranno in una piazza italiana alcune delle competizione tradizionalmente svolte nell’ambito di fiere o eventi di settore ma quasi sconosciute al grande pubblico. Si tratta delle gare del circuito delle associazioni SCAE (Speciality Coffee Association of Europe) e SCAA (Speciality Coffee Association of America), sotto i riflettori nella prima giornata di festival, sabato 25 ottobre: dalle 11 alle 13.30, il Campionato Italiano Latte Art e poi, dalle 15 alle 17, il campionato italiano di caffè alla turca “Cezve/Ibrik Championship”. Nel primo caso, la semifinale della competizione nazionale prevede la sfida tra professionisti del cappuccino, che devono dimostrare la propria abilità e creatività nella preparazione del cappuccino e nell’uso delle tecniche di decorazione sulla crema di latte; nel caso della gara tra esperti nell’uso di ibrik o cezve, ossia del tradizionale pentolino per la preparazione del caffè alla turca, il vincitore della tappa finale triestina si classificherà per il campionato mondiale.

Ma è Trieste a dare il via, in assoluta anteprima, alla gara “Capo in B Championship”, in Piazza Sant’Antonio domenica 26 ottobre, dalle 10 alle 11. Grazie alla collaborazione con FIPE, i baristi della città potranno sfidarsi a colpi di “cappuccino in bicchiere”, una delle modalità di consumo preferite dalla popolazione triestina. In calendario, inoltre, tanti workshop e mini-conferenze: gli appuntamenti più tecnici tratteranno la qualità del caffè verde, le tecniche di macinatura, la pulizia delle attrezzature, fino all’approfondimento sulla genetica del chicco di caffè. Gli incontri culturali e di intrattenimento saranno incentrati sulla storia e tradizione dell’espresso e sulle usanze tipicamente triestine come lo Spritz e il Caffè, che per la prima volta si incontrano in un’unica bevanda. E poi, ancora, racconti di esperienze di operatori del settore che hanno saputo trasformare una passione in un’esperienza professionale di successo.

Il secondo evento dal titolo“Io bevo caffè di qualità”è stato presentato da Alexandros Delithanassis, gestore del caffè storico Antico Caffè San Marco, che ospiterà la tappa cittadina dell’esperienza itinerante ideata dal triestino Andrej Godina, dottore in Scienza, tecnologia ed economia dell’Industria del caffè e da Francesco Sanapo, campione italiano caffetteria. Dal 22 al 26 ottobre la storica caffetteria di Trieste sarà teatro di un fitto programma volto a divulgareil consumo consapevole di caffè di qualità e l’eccellenza del made in Italy. Anche “Io bevo caffè di qualità” è sostenuto da numerose aziende del settore caffeicolo: Dalla Corte, BUNN, Asachimici-pulyCAFF, Sandalj Trading Company, Demus Spa, Mahlkönig, DM Italia, Sesamo comunicazione visiva, Antico Caffè San Marco.

www.triestecoffeefestival.org

Vanda Wilcox della John Cabot University: "La Grande Guerra fu decisa dai sentimenti"

Vanda Wilcox della John Cabot University:

Udine - Accostare la parola "sentimenti" a "guerra" sembra quantomeno un ossimoro. Freddo e caldo, amore e odio, tanto per intenderci, ma la cosa non è impossibile come sembra. Lo ha spiegato la dottoressa Vanda Wilcox (al centro della foto), docente alla John Cabot University a Roma e relatrice, venerdì 17, al convegno "Insegnare la Grande Guerra" organizzato dall'Educandato "Uccellis". In un mix di accento inglese e "romanesco", la docente ha tenuto un discorso molto interessante del ruolo avuto dalle emozioni durante la Prima Guerra Mondiale. Durante una pausa della giornata, abbiamo avuto la possibilità d'intervistarla. 

 

Secondo lei i sentimenti hanno veramente influito sul risultato della Grande Guerra?

Io direi di sì, nel senso che la morale, non soltanto dei soldati ma anche dei civili , era una cosa fondamentale. Se dobbiamo guardare quello che succede nel '18, gli austriaci, i tedeschi non erano sconfitti nei loro Paesi e l'esercito austriaco era ancora in Italia, quello tedesco ancora in terra francese. Vengono sconfitti anche perché a casa c'era la rivoluzione, la gente non ce la faceva più. Quindi, su questo livello il sentimento vale molto, ovvio che ci siano anche altri aspetti... Quì la morale, secondo me, è fondamentale.

Nella guerra di oggi, sempre più meccanicaha ancora senso parlare di sentimenti?

Adesso che combattiamo con i droni, la guerra aerea, diventa una cosa totalmente diversa. Se vediamo l'Isis, il Medio Oriente, per loro i sentimenti sono diversi, hanno altre motivazioni. E poi sono abbastanza difficili da affrontare, e io non vado a studiarli (ride, ndr). Secondo me, comunque, la guerra è fatta di esseri umani. Cambia il modo in cui i sentimenti vengono espressi, ma qualcosa di umano resta. 

Si é parlato anche di disumanizzazione oggi (nell'intervento del profSfrecola dell'Università di Trieste, ndr). Come si relaziona a questo il sentimento?

É uno degli aspetti della guerra moderna, industriale. Sicuramente é un problema gravissimo, si può anche esprimere nel contesto dei sentimenti, la difficoltà dell'essere umano di capire il mondo in cui si trova, di sentirsi umano e la possibilità di fare le proprie scelte. Proprio il mondo disumano aggiunge ancora più enfasi, problemi emozionali per l'uomo.

Che cosa ha da insegnare ancora la Grande Guerra dopo un secolo?

Tante tante cose: dai problemi del Medio Oriente, che sono stati creati in un certo senso dal dopoguerra, fino alle verità più profonde dell'essere umano, secondo me. Perché "cosa dobbiamo fare", "come dobbiamo fare", "cosa non dobbiamo fare" sono modi per capire la Grande Guerra.

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