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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Vanda Wilcox della John Cabot University: "La Grande Guerra fu decisa dai sentimenti"

Vanda Wilcox della John Cabot University:

Udine - Accostare la parola "sentimenti" a "guerra" sembra quantomeno un ossimoro. Freddo e caldo, amore e odio, tanto per intenderci, ma la cosa non è impossibile come sembra. Lo ha spiegato la dottoressa Vanda Wilcox (al centro della foto), docente alla John Cabot University a Roma e relatrice, venerdì 17, al convegno "Insegnare la Grande Guerra" organizzato dall'Educandato "Uccellis". In un mix di accento inglese e "romanesco", la docente ha tenuto un discorso molto interessante del ruolo avuto dalle emozioni durante la Prima Guerra Mondiale. Durante una pausa della giornata, abbiamo avuto la possibilità d'intervistarla. 

 

Secondo lei i sentimenti hanno veramente influito sul risultato della Grande Guerra?

Io direi di sì, nel senso che la morale, non soltanto dei soldati ma anche dei civili , era una cosa fondamentale. Se dobbiamo guardare quello che succede nel '18, gli austriaci, i tedeschi non erano sconfitti nei loro Paesi e l'esercito austriaco era ancora in Italia, quello tedesco ancora in terra francese. Vengono sconfitti anche perché a casa c'era la rivoluzione, la gente non ce la faceva più. Quindi, su questo livello il sentimento vale molto, ovvio che ci siano anche altri aspetti... Quì la morale, secondo me, è fondamentale.

Nella guerra di oggi, sempre più meccanicaha ancora senso parlare di sentimenti?

Adesso che combattiamo con i droni, la guerra aerea, diventa una cosa totalmente diversa. Se vediamo l'Isis, il Medio Oriente, per loro i sentimenti sono diversi, hanno altre motivazioni. E poi sono abbastanza difficili da affrontare, e io non vado a studiarli (ride, ndr). Secondo me, comunque, la guerra è fatta di esseri umani. Cambia il modo in cui i sentimenti vengono espressi, ma qualcosa di umano resta. 

Si é parlato anche di disumanizzazione oggi (nell'intervento del profSfrecola dell'Università di Trieste, ndr). Come si relaziona a questo il sentimento?

É uno degli aspetti della guerra moderna, industriale. Sicuramente é un problema gravissimo, si può anche esprimere nel contesto dei sentimenti, la difficoltà dell'essere umano di capire il mondo in cui si trova, di sentirsi umano e la possibilità di fare le proprie scelte. Proprio il mondo disumano aggiunge ancora più enfasi, problemi emozionali per l'uomo.

Che cosa ha da insegnare ancora la Grande Guerra dopo un secolo?

Tante tante cose: dai problemi del Medio Oriente, che sono stati creati in un certo senso dal dopoguerra, fino alle verità più profonde dell'essere umano, secondo me. Perché "cosa dobbiamo fare", "come dobbiamo fare", "cosa non dobbiamo fare" sono modi per capire la Grande Guerra.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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