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Categoria: Eventi
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Pubblicato Martedì, 04 Novembre 2014 21:15
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Scritto da redazione@ilfriuliveneziagiulia.it
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Pordenone - Esiste un legame fra gli anni bui delle persecuzioni razziali e della guerra con quelli che viviamo oggi?
Dalla crisi della Grecia di Alba Dorata e la Catanzaro del mercato dei voti comprati? E in una grave situazione economica come reagiscono le persone al crollo del loro mondo?
Se lo chiede il giornalista Federico Fubini che sarà ospite venerdì 7 novembre, alle 18, a Palazzo Montereale Mantica di Pordenone per il secondo appuntamento dell' Inviato Speciale, il ciclo di incontri organizzato dal Circolo della Stampa di Pordenone.
Fubini è inviato ed editorialista di Repubblica per il quale scrive di economia e finanza. Dal 2002 al 2013 ha lavorato per il Corriere della Sera. Ha pubblicato vari libri, tra cui, Destini di frontiera (Laterza 2010) e Noi siamo la rivoluzione (Mondadori 2012). A Pordenone presenterà il suo ultimo e recente libro “La via di fuga” (Mondadori) sul rapporto tra l’attuale crisi economica e la grande depressione degli anni Trenta. Il libro ripercorre la storia di Renzo Fubini, un importante economista italiano che collaborò con il futuro presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, nell'analisi della crisi del 1929.
Sarà questo giovane economista con la sua travagliata esistenza a condurre il lettore durante gli anni del fascismo e della Seconda Guerra mondiale, fra Londra e New York dove si ritrovò catapultato in pieno nel crash di Wall Street e nella grande depressione degli anni Trenta grazie a una borsa di studio della Rockefeller Foundation. Due eventi che Renzo guardò e commentò non solo da economista attento infatti, a scoprire come reagiscono le persone di fronte al crollo del loro mondo.
I suoi studi furono osteggiati dal fascismo perché all'autarchia e al consociativismo lo studioso preferiva l'economia di mercato e lo stato liberale. Progressivamente escluso dal mondo accademico, Fubini nel 1938 venne colpito dalle leggi razziali finendo arrestato e deportato dai tedeschi. Nel 1944 morì ad Auschwitz. Il nipote, Federico Fubini, lo ricorda in questo libro ripercorrendo le tappe che portarono alla crisi del '29 e alle sue tragiche conseguenze - l'avvento del nazismo e la seconda guerra mondiale - che seguirono. Ma a Federico Fubini non interessa solo la ricostruzione storica, in quanto mette in risalto in un viaggio attraverso l'Europa colpita dalla recessione dei nostri giorni, le analogie tra la crisi attuale e quella degli anni Trenta.
Il libro percorre con il linguaggio del new journalism, la narrazione delle vicende di famiglia, delle teorie economiche del XX secolo affiancate a quelle contemporanee descrivendo con una narrazione da reportage, alcune vicende paradigmatiche della situazione economica attuale: dalla crisi che ha gettato la Grecia nel caos risvegliando i germi di un fascismo latente e che morde l'Occidente e l'Italia in particolare, alla Calabria, terra d'origine del nonno materno.
Davanti alla crisi del proprio mondo si reagisce con tre possibili scelte, sosterrà nel 1970 l'economista Albert Hirschman, ex allievo di Renzo all'università di Trieste: “exit, voice, loyalty" : defezione, protesta o lealtà al sistema in declino. “Eppure le persone che avevo visto in Grecia o a Catanzaro – ha scritto Fubini – mi fecero pensare che Hirschman si sbagliava. Non c'erano solo la defezione, la protesta o la lealtà. C'era anche una quarta via aperta di fronte al declino del proprio paese o del proprio sistema: il rifiuto della realtà” .
Negli appunti dell'economista, l'analisi degli anni Trenta che sembra scritta per la Grecia, la Germania, l'Italia di oggi: “ sono i contraccolpi sulla psiche umana che a distanza di decenni si somigliano più degli eventi che li producono”. La vita di Renzo Fubini e il suo pensiero economico rappresentano il motivo da cui partire per una riflessione del tutto contemporanea sui temi della crisi, sulle origini e sulle possibili vie di fuga.