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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Profughi dalla Siria ritrovati in un container nel porto di Trieste. Erano chiusi da 4 giorni

Profughi dalla Siria ritrovati in un container nel porto di Trieste. Erano chiusi da 4 giorni

Trieste - Tredici profughi di nazionalità siriana sono stati ritrovati nel porto di Trieste nel pomeriggio del 1° novembre all’interno di un container che aveva viaggiato sulla nave UN Marmara. Tra loro anche una donna, incinta di otto mesi, subito ricoverata all’ospedale Burlo Garofolo.

I migranti erano chiusi nel container da almeno quattro giorni. Le loro condizioni non sono gravi sebbene cominciasse a mancare l'aria. A trovarli sono stati uomini della Capitaneria di porto e agenti di polizia. Il container è stato sbarcato un giorno e mezzo fa da una nave proveniente dalla Turchia, viaggio per il quale impiega sono necessari dai tre ai quattro giorni.

A trovarli sono stati uomini della Capitaneria di porto e agenti di polizia. Il Capo servizio operazioni della Capitaneria di porto e Guardia costiera di Trieste, comandante Lorenzo Savio, ha spiegato alla stampa che i migranti erano chiusi nel container e in attesa di essere smistati con un camion alle rispettive destinazioni.

Intorno alle 18 sono cominciate le operazioni di soccorso del gruppo, che è stato fatto uscire dal container. Secondo una prima ricostruzione da parte degli investigatori, i siriani dovevano essere prelevati da qualcuno al loro arrivo in Porto, dopo il viaggio dalla Turchia.

Qualcosa, però, non sarebbe andato secondo i piani e quindi, essendo il container chiuso dall'esterno, uno dei migranti ha telefonato chiedendo soccorso.

L'uomo ha detto di essere rinchiuso in un container da giorni, senza saper però indicare dove si trovasse, specificando che altre persone erano con lui ma in condizioni di salute critiche perché in difficoltà respiratorie.

Terremoto: messe in sicurezza tre statue del palazzo della Borsa a Trieste

Terremoto: messe in sicurezza tre statue del palazzo della Borsa a Trieste

Trieste - Vigili del Fuoco e Polizia municipale del capoluogo il 31 ottobre hanno effettuato una verifica di stabilità sui basamenti delle statue della facciata del Palazzo della Borsa Vecchia della Camera di commercio della Venezia Giulia, in particolare di quelle non assicurate da un gancio in metallo.

I controlli erano già in programma per problemi di risalita dell'umidità (il palazzo è costruito su struttura palificata) e vibrazioni indotte dall'ambiente esterno.

In particolare sono state riscontrate fessurazioni sul basamento della statua denominata "Africa" che potrebbero essere attribuibili alla recente scossa sismica.

Dopo la verifica, la Camera di Commercio di Trieste, per tutelare i passanti, ha deciso di mettere le statue in sicurezza.

Si tratta di tre delle quattro statue indicanti i continenti che sono alla base dell'edificio, situate in apposite edicole. Sono proprio quelle non assicurate dal gancio e che dunque potrebbero cadere in avanti, sulla strada. I tecnici hanno parlato di fessurazioni (non di crepe).

Una serie di sbarre orizzontali immobilizzano ora le statue nei propri alvei. Inizialmente era stato transennato l'intero portico del palazzo, poi si è deciso per un intervento meno incisivo.

Al sopralluogo ha partecipato anche il sindaco, Roberto Dipiazza. Il palazzo fu inaugurato nel 1805, le statue l'anno successivo.

Sessanta chili di eroina nascosti nel sale: blitz con cani antidroga scopre traffico

Sessanta chili di eroina nascosti nel sale: blitz con cani antidroga scopre traffico

Trieste - Nell’ambito dell’attività di contrasto ai traffici illeciti condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza e dall’Ufficio delle Dogane di Trieste, i militari del II Gruppo ed i Funzionari del Servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane che operano presso il porto di Trieste hanno sequestrato, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trieste, un rilevante carico di eroina nascosto all’interno di un autoarticolato iraniano proveniente dalla Turchia, appena sbarcato presso il Punto Franco Nuovo di Trieste.

L’automezzo - selezionato attraverso una quotidiana e mirata analisi dei rischi effettuata dalle Fiamme Gialle e dai Funzionari delle Dogane sui numerosissimi autoveicoli, camion e container in entrata ed in uscita dagli spazi portuali - è stato vincolato e sottoposto ad accurata verifica.

Durante l’ispezione, condotta con il prezioso ausilio di Acab e Sacher, i cani antidroga in forza al reparto portuale, i militari hanno rilevato il particolare interessamento dei colleghi a quattro zampe che fiutavano qualcosa di sospetto tra le 12 palette di sale industriale trasportate dall’automezzo.

Continuando nel meticoloso controllo - effettuato anche a mezzo scansione dell’automezzo con apposita apparecchiatura a “raggi X” in dotazione all’Agenzia delle Dogane - il successivo e più attento esame del carico ha consentito di individuare alcuni involucri, celati all’interno dei sacchi di sale, contenenti eroina.

Il complessivo conteggio dell’illecita sostanza ha permesso di accertare il trasporto di circa 60 chilogrammi di eroina, che è stata sottoposta a sequestro.

Il conducente, K.M., cittadino iraniano di 34 anni, è stato associato alla carceri di Trieste a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

 

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