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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Un’autista della Trieste Trasporti insegue ladro e recupera portafoglio. Il grazie su FB

Un’autista della Trieste Trasporti insegue ladro e recupera portafoglio. Il grazie su FB

Trieste - Dalla pagina Facebook “Te son de Trieste se...” è emerso un bell’episodio di senso civico e del dovere da parte di una dipendente della Trieste Trasporti.

“Volevo ringraziare a nome mio ma soprattutto di mio nonno la signora autista della linea 29 direzione Servola che intorno alle 17.50 di oggi pomeriggio alla fermata di Baiamonti ha rincorso il ladro che aveva rubato il portafoglio a mio nonno riuscendo a restituirglielo dopo una lunga rincorsa”: questo il “post” scritto dalla signora Ingrid Vidoli sul social network.

A quanto si apprende, lo scorso 6 settembre il signor Alessandro Vidoli, di 83 anni, era stato derubato del portafogli mentre scendeva dall’autobus.

L’autista del mezzo pubblico, resasi conto del furto, è scesa immediatamente dal mezzo ed ha impegnato un inseguimento del borseggiatore. Questo, vista la mala parata, ha gettato via il portafogli e si è dileguato.

La conducente dell’autobus ha restituito il maltolto al legittimo proprietario ed ha ripreso il suo lavoro.

“Ai giorni d'oggi sapere che esistono ancora persone così riempie davvero il cuore. Ringrazio ancora a nome di mio nonno, commosso per il gesto fatto dalla signora”. conclude la nipote.

 

 

 

 

Maxi evasione fiscale scoperta dalla Finanza di Trieste. Sequestri per 18 milioni di euro

Maxi evasione fiscale scoperta dalla Finanza di Trieste. Sequestri per 18 milioni di euro

Trieste - Il capoluogo giuliano si conferma crocevia di un’ampia rete di truffe ai danni dello Stato legate ai traffici di carburante.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste, oltre ad aver intercettato carichi in transito attraverso il confine giuliano che hanno permesso di sequestrare 46 autobotti/camion e circa 1,3 milioni di litri di gasolio di illecita provenienza, ha scoperto una gigantesca evasione fiscale per circa 18 milioni di euro.
 
L’inchiesta, col nome in codice di “Dirty credit” è partita da Trieste, si è sviluppata su tutto il territorio nazionale ed ha portato, il 6 settembre, all’arresto di 4 persone.

La truffa ha visto all’opera un gruppo di imprenditori, attivi principalmente in Lombardia, che hanno acquistato, nel corso degli ultimi mesi, ingenti quantitativi di prodotto petrolifero, estraendolo da un maxi-deposito fiscale ubicato a Trieste.

L’uscita del prodotto dal deposito origina un debito tributario, in quanto l’idrocarburo esce da un regime “sospensivo” e viene assoggettato al pagamento dell’imposta.

I quantitativi acquistati sono stati molto consistenti. Il conseguente debito tributario è arrivato ad ammontare a circa 10 milioni di euro.

Per fronteggiare l’esborso milionario, le imprese acquirenti non hanno materialmente optato per il pagamento monetario delle imposte dovute, ma hanno utilizzato il sistema della “compensazione”, una possibilità, questa, prevista nel nostro ordinamento tributario che consente di sottrarre gli importi a debito con altrettanti “crediti tributari” vantati da un’impresa.

Questa sistematica modalità di pagamento ha destato sospetti ed ha attratto l’attenzione della Procura della Repubblica di Trieste che ha voluto approfondire l’origine effettiva di questi crediti “spesi” per evitare il pagamento diretto di altri tributi.

Il I Gruppo Trieste ha, quindi, sviluppato indagini attraverso riscontri documentali, escussioni in atti, perquisizioni e sequestri, operando per mesi su tutto il territorio nazionale.

Oltre all’individuazione di 3 soggetti lombardi, titolari, sia di diritto che di fatto, di 9 società del settore, beneficiarie della frode, i militari hanno fatto luce su una rete, composta da professionisti compiacenti, che consentiva l’acquisto di crediti IVA fittizi – generati principalmente da imprese decotte – e, successivamente, si adoperava per trasferirli a beneficio delle società obbligate al pagamento delle imposte sugli oli minerali mediante due diverse modalità: attraverso contratti di compravendita “formalmente” regolari, oppure mediante l’accollo e compensazione di posizioni IVA create da commercialisti compiacenti in capo a terzi soggetti ignari.

I crediti IVA fittizi, così creati solo sulla carta, venivano ricondotti alle società di capitali coinvolte negli illeciti e poi utilizzati per il “pagamento” delle accise gravanti sul prodotto petrolifero.

Sulla scorta del quadro investigativo ricostruito dalle Fiamme Gialle, la locale Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Trieste l’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di 4 soggetti – tre imprenditori lombardi ed un commercialista toscano – principali artefici della frode, per i quali il Giudice ha disposto gli arresti domiciliari.

Contestualmente, nei confronti di 10 indagati è scattato il sequestro preventivo “per equivalente” per un controvalore pari all’entità dell’evasione realizzata da ciascuno, per distinti importi complessivamente pari a circa 18 milioni di euro.

Oltre a dare esecuzione agli arresti, i Finanzieri stanno procedendo a cautelare disponibilità finanziarie e possidenze immobiliari riconducibili, anche per interposta persona, agli indagati.

Le attività, condotte in un unico contesto temporale, sono state sviluppate in Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana e Lazio, in collaborazione con altri reparti territoriali del Corpo, prevedendo l’impiego di circa 40 militari e di 15 autoveicoli.

Infermiere dell’ospedale di Trieste sottrae il bancomat a un paziente in dialisi e ruba 7000 euro

Infermiere dell’ospedale di Trieste sottrae il bancomat a un paziente in dialisi e ruba 7000 euro

Trieste - La Polizia di Trieste ha arrestato un uomo, Andrea L., 46 anni, infermiere dell'Ospedale di Cattinara, con l’accusa di aver rubato la carta bancomat di uno dei pazienti del reparto dialisi ed effettuato molteplici prelievi allo sportello automatico mentre la vittima era sottoposta al trattamento.

Il danno causato, da gennaio ad oggi, è stato quantificato in circa 7.000 euro. L'arresto è avvenuto in flagranza da parte degli agenti del Commissariato San Sabba, con la collaborazione degli operatori del Posto di Polizia dell'Ospedale, in seguito alla denuncia della direzione dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste e del paziente, un triestino di 77anni, che aveva scoperto casualmente i prelievi sull'estratto conto.

L'infermiere è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione. La Polizia di Stato invita tutti pazienti di quel reparto ad effettuare un controllo del proprio conto corrente e, qualora vi fossero dei movimenti sospetti, di segnalarli immediatamente al Commissariato S.Sabba



 

 

 

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