Stadio Friuli, il sindaco di Udine Honsell fiducioso per l'accordo con la Dacia
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- Pubblicato Martedì, 29 Settembre 2015 09:09
- Scritto da Timothy Dissegna
Udine – Manca solo il sì del Consiglio comunale, ma il sindaco Honsell oggi si è detto fiducioso: l'Udinese quasi sicuramente giocherà nella “Dacia Arena Friuli”, dopo le aspre polemiche susseguitesi nelle ultime settimane. Una storia che si avvia alla conclusione.
Dopo l'annuncio dato dal Messaggero Veneto sulla trattativa già avviata tra la casa automobilistica Dacia, il Comune di Udine e il club dei Pozzo, i tifosi si sono schierati dall'una o dall'altra parte, con tanto di accuse lanciate al patron bianconero perché reo di voler toccare il nome simbolo del sisma del '76.
Svelato, però, che l'intitolazione dell'impianto nella delibera comunale del 1978 non fa riferimento esplicito alle quasi mille vittime del disastro, l'impeto indignato dei sostenitori friulani si è lentamente assopito, con solo qualche acuto da parte di pochi. L'ultimo episodio di protesta l'altro giorno, di fronte al palazzo comunale udinese, quando i vigili hanno portato via un van ricoperto di scritte di protesta.
L'ultimo atto contrario al cambio di nome da parte delle istituzioni è arrivato dal Consiglio regionale, dove 24 consiglieri hanno votato una delibera che, a parere di Honsell sul Messaggero Veneto, “ha creato solo confusione”. Inoltre, ha aggiunto, a votarla è stata meno della metà degli eletti, essendo in totale 49 quelli che risiedono a Trieste.
Manca quindi solo il voto dei rappresentanti cittadini, che il Sindaco vorrebbe decidessero compatti e “con la maggioranza più ampia possibile”. Una volta dato l'ok, sicuramente si inizierà a parlare concretamente di prezzi: le cifre che si sono susseguite nei giorni scorsi sono una diversa dall'altra. Nel frattempo, bisognerà ancora capire a chi gioverà realmente questo accordo.
Una tappa del Giro d’Italia tra Palmanova e le Valli del Natisone il 20 maggio 2016
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- Pubblicato Lunedì, 21 Settembre 2015 21:07
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Palmanova - Il Giro d'Italia torna in Friuli Venezia Giulia il 20 maggio 2016 con la tappa Palmanova - Cividale del Friuli. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 21 settembre a Palmanova, nella sede della Protezione Civile.
All’incontro sono intervenuti la presidente e il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e Sergio Bolzonello, gli assessori Paolo Panontin e Cristiano Shaurli, il direttore del Giro d'Italia Mauro Vegni, il patron del Giro in Friuli Venezia Giulia Enzo Cainero, il direttore generale di RCS Sport Paolo Bellino, il responsabile Mass Eventi Andrea Trabuio ed i sindaci Francesco Martines (Palmanova) e Stefano Balloch (Cividale del Friuli).
La tappa copre un percorso di complessivi 161 chilometri, toccando 17 territori comunali delle Valli del Natisone e del Torre, con quattro grandi salite (Montemaggiore, quella da Clodig verso Drenchia, Cima Porzus, infine Valle, da Canali di Grivò a Campeglio) e 3.400 metri di dislivello, passando per due volte nella città longobarda.
L’evento sportivo è “un'occasione unica per mostrare al mondo le bellezze della regione, con il suo assortimento sorprendente di città preziose e di paesaggi da scoprire", ha sottolineato la presidente Serracchiani, che ha ricordato come per il Friuli la Tappa del 20 maggio del prossimo anno avrà un forte significato simbolico.
Ricorre infatti a quarant'anni dal 6 maggio 1976, data del terremoto "tragedia che fu spartiacque tra la violenza distruttiva della natura e la reazione tenace della nostra gente - ha affermato la presidente -: la capacità di impegnarsi allo spasimo e di rigenerarsi è da allora entrata nel patrimonio regionale, e la combattività e determinazione dei ciclisti ne è appropriata metafora. Il Giro in Friuli Venezia Giulia saprà ancora una volta regalare una giornata ricca di emozioni da incorniciare".
Una giornata, una Tappa ("importante e decisiva" alla chiusura della seconda settimana del Giro, ha evidenziato Mauro Vegni) che si coniugherà a un intenso fine settimana dedicato al mondo del cicloturismo, con la prima edizione della Gran Fondo del Giro d’Italia.
Per il vicepresidente Bolzonello, si vuole legare sempre più la nostra promozione turistica alle iniziative di RCS Sport: una sorta di "piano industriale", ha detto, tra le iniziative sportive e la nostra proposta turistica e le nostre produzioni agroalimentari, di qualità e di eccellenza.
"Le Valli del Natisone e del Torre - ha aggiunto Bolzonello - hanno una potenzialità turistica grandissima, ma ancora inespressa, che vorremmo suscitare con nuove offerte e pacchetti centrati su questo territorio, e poi lungo l'asse Cividale-Palmanova-Grado".
Pordenonelegge, Trapattoni presenta "Non dire gatto" e si commuove
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- Pubblicato Giovedì, 17 Settembre 2015 23:29
- Scritto da Maurizio Pertegato
Pordenone - Le parole semplici scendono in fondo al cuore e non le dimentichi più. E' stato un sociologo a raccontare questa frase a Giovanni Trapattoni e il mister più famoso d'Italia, uno tra i più vincenti al mondo, l'ha fatta propria, rendendola uno stile di vita.
Trapattoni, si è confessato a Pordenonelegge, dove è giunto per presentare il libro "Non dire gatto", scritto a quattro mani con il giornalista e amico Bruno Longhi. L'incontro con i giornalisti ha vissuto un momento commovente quando il "Trap" (così viene chiamato in modo confidenziale) non è riuscito a trattenere le lacrime raccontando il ricordo più brutto della sua vita.
"Questo - ha detto l'ex ct della Nazionale e di Juventus e Inter, per citare le squadre più note che ha allenato, - è legato al mio esordio col Milan, che tenni nascosto a mio padre perché non volevo si emozionasse, ma quando il giorno dopo lo ha scoperto mi ha sgridato dicendomi che non aveva visto la mia prima partita. E non ne avrebbe viste altre: due giorni dopo morì".
Il mister ha precisato che il calcio gli ha dato tanto in termini economici, "ma soprattutto mi ha permesso di girare il mondo e di conoscere culture diverse che la mia condizione e le mie origini umili (è nato da una famiglia contadina) non mi avrebbero mai concesso".
Il titolo originario del libro era 'A chi vuoi che interessi". Si tratta della risposta che, per diversi anni il Trap ha dato a Longhi per giustificare il rifiuto a pubblicare una sua biografia.
La scelta, poi, è caduta su 'Non dire gatto', un detto che si usava nel cortile della casa contadina dove il Trap viveva da piccolo. Venendo ai giorni nostri, alla vigilia di Inter-Sampdoria, "Longhi mi fece tre interviste. Una buona in caso di vittoria dei nerazzurri, una per il pareggio e l'ultima per la sconfitta. Vincemmo. E Bruno, a quel punto, mi chiese: “È fatta per lo scudetto?”. Gli risposi “Non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”.
Anche dagli incontri di ieri, è emerso che una delle grandi qualità di Trapattoni è sempre stata la modestia. Nel 1963, riuscì a fermare il mitico Pelè e si giustificò dicendo che il campione brasiliano aveva il mal di pancia. "Non ero una stella - ha detto - ma avevo il dono dell'intuito e capivo dove gli attaccanti andavano".
Riguardo a oggi, "il più grande campione è l'argentino Messi, un ragazzo di una modestia incredibile". Quanto a Balotelli "bisognerebbe mettergli vicino un compagno di squadra, un giorno uno e un giorno un altro, e vedere cosa succede".
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