La Buona Scuola contro minoranza slovena e formazione musicale in FVG
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- Pubblicato Giovedì, 02 Luglio 2015 10:38
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Il Comitato per la Legge d'Iniziativa Popolare per una buona scuola della Repubblica (LIP) lo aveva preannunciato al caffè libreria san Marco e la conferma è arrivata. L'emendamento Blažina, passato al Senato con la fiducia al DdL Renzi sulla "cattiva scuola" e prossimo a passare alla Camera, toccherà profondamente la formazione musicale nell'ambito del Friuli Venezia Giulia e il PD sarà corresponsabile di aver affossato la Legge di tutela della Minoranza slovena, nella parte che dovrebbe soddisfare il diritto costituzionale allo studio musicale nella madrelingua.
Dopo l'approvazione faticosa della Legge 38 nel 2001 con Fulvio Camerini e Milos Budin, questo diritto doveva trovare cittadinanza nel sistema pubblico di formazione presso il Conservatorio Tartini di Trieste.
D'ora in poi questo sarà possibile solo negli Istituti privati della Minoranza, il Komel di Gorizia e la Glasbena matica di Trieste, attraverso uno storno dei fondi previsti all'articolo 15 della Legge 38.
L'articolo 2 comma 4 della Legge Renzi riguardante il Friuli Venezia Giulia recita infatti: "In relazione a quanto disposto dalla lettera c del comma 3 (potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali ... mediante il coinvolgimento degli istituti pubblici e privati) le scuole con lingua di insegnamento slovena o bilingue della regione Friuli Venezia Giulia possono sottoscrivere, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, apposite convenzioni coi centri musicali di lingua slovena di cui all'articolo 15 comma 2 della legge 23 febbraio 2001 n. 38."
La Legge di tutela della Minoranza slovena in Italia è l'unica Legge dello Stato che riguardi in specifico il Conservatorio Tartini di Trieste. L'articolo 15, dedicato all'Istruzione musicale e finanziato con 1049 milioni di lire all'anno, recita al primo comma: "Con decreto del Ministro dell'Universita' e della ricerca ... e' istituita, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la sezione autonoma con lingua di insegnamento slovena del conservatorio di musica Giuseppe Tartini di Trieste. Con il medesimo decreto sono stabiliti i relativi organici del personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario ... ".
Mentre il comma 2 aggiunge: "Con ordinanza del Ministero dell'universita' ... saranno fissate le modalita' di funzionamento e le materie della sezione autonoma di cui al comma 1, nonche' le modalita' di reclutamento del personale docente, amministrativo e tecnico. Ai fini del reclutamento del personale docente il servizio prestato nei centri musicali di lingua slovena "Glasbena matica" e "Emil Komel" e' considerato alla stregua del servizio prestato in conservatori o istituti di musica pareggiati. ...".
Ebbene, a quattordici anni di distanza il Miur non ha emesso il decreto nè l'ordinanza citati e la Sezione slovena del Tartini è rimasta sulla carta. Con la perdita accertata di sette milioni e mezzo di euro e un numero imprecisato di cattedre, studenti e personale ATA. Non a caso, questa legge non è citata nello Statuto di Autonomia del Conservatorio. A suo tempo, due pronunciamenti del Consiglio docenti espressero contrarietà verso la norma. Le modalità di reclutamento del personale costituirono l'argomento principale della levata di scudi, ma non l'unico. Si percepì infatti un muro di gomma politico, sottotraccia, negli anni di maggior forza della destra che si esprimeva, negli Enti locali, in modo apertamente nazionalista.
A fronte di una situazione negli anni più volte denunciata, dal Comitato intitolato all'italo sloveno Danilo Dolci - laureato honoris causa a Bologna in pedagogia - dalla Cgil e da altre Associazioni, l'emendamento Blažina suona come un "de profundis" a quanto la Legge aveva predisposto saggiamente: la condivisione della formazione musicale fra Comunità autoctone italiana e slovena in Friuli Venezia Giulia. Si priva così la popolazione regionale e la città di Trieste di un'opportunità culturale; e il Conservatorio Tartini di un atout da spendere internazionalmente. Perpetuando la separazione esistente fra i sistemi scolastici italiano e sloveno, in contraddizione con l'impegno assunto dalla presidente della Regione Serracchiani, d'introdurre lo studio della lingua slovena nella Scuola italiana. Come previsto da altre leggi.
L'accesso ai fondi stanziati per la mai realizzata Sezione slovena al Tartini per agevolare lo studio musicale in lingua slovena nelle Scuole private, rende pressochè impossibile realizzare la Sezione autonoma al Conservatorio.
A un quarto di secolo dalla caduta del Muro di Berlino, l'integrazione fra le Comunità linguistiche attraverso l'universalità del linguaggio musicale, avrebbe dovuto ispirare la realizzazione della Sezione in lingua slovena non solo al Tartini, ma anche all'interno del Liceo musicale di recente istituito.
(Foto d'apertura:Maria Teresa Mecchia del Comitato per la LIP ed Alessandro Capuzzo del Comitato Dolci)
La buona scuola è incostituzionale? Ci salvi Mattarella - Manifestazione nazionale il 7 luglio
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Luglio 2015 16:18
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Gli insegnanti non mollano.
La scuola continua ad essere un collettore di proteste che raccoglie il dissenso e lo scontento di quanti avvertono che – più che con l’articolo 18, l’italicum, la riforma delle pensioni o del sistema catastale – qualcosa di irreversibile si sta verificando nella vite di coloro che, nella scuola, hanno un qualche ruolo attivo.
E visto che la scuola è considerata sempre più un settore strategico – perché investe formazione, informazione, occupazione, mercato europeo, famiglie con i loro bilanci, consumi e poi attese e aspettative dei giovani – è normale che sulla scuola si giochi buona parte della credibilità tra le fazioni politiche e sociali: governo da una parte e, dall'altra, insegnanti, educatori, precari e non docenti dissidenti, famiglie insoddisfatte e studenti contrari.
Questo è il terreno su cui il governo Renzi giocherà una partita fondamentale riguardo il consenso già messo alle strette dalle precedenti votazioni sul ddl alla camera e al senato, e dal riflesso negativo accusato alle ultime elezioni amministrative.
La protesta che sta montando in rete e in molte piazze italiane – tra cui quella antistante al Senato - è molto forte, tanto che si parla già di una raccolta di firme per indire un referendum abrogativo con il motto adottato dal M5S “fermiamo questa riforma che applica logiche aziendali espellendo i più deboli”.
Per indire un referendum sono necessari – oltre la sua delicata formulazione - almeno due milioni di firme. Accanto l'abrogazione, i docenti presenteranno una proposta di modifica del testo che dovrebbe essere approvata dal Parlamento e che potrebbe essere il progetto elaborato dai docenti della LIP (Legge di Iniziativa Popolare).
Per ora Marcello Pacifico (Anief) ha promesso almeno 50 mila ricorsi contro gli effetti del ddl scuola per incostituzionalità del reclutamento dei docenti e del personale ATA.
Nel frattempo si stanno pianificando altri mezzi di opposizione come uno sciopero nazionale per il primo giorno di scuola o eventuali forme di disobbedienza civile.
Sulla riforma della scuola molto si è fatto e molto si è detto e scritto (qui il link ad alcuni articoli).
Il dato che, tuttavia, salta agli occhi è che il governo non ha deviato dalla sua direzione nonostante il numero e l’entità delle proteste abbia avuto un’impennata proprio a proposito della scuola. Blindare la votazione con la fiducia è l'esempio di una scarsa - se non nulla - propensione al negoziato o apertura al dialogo, sebbene tanto millantate nella fase di presentazione.
Ecco perché si prepara un’altra manifestazione a Roma per il 7 luglio, giorno in cui alla camera dovrebbe avvenire l’approvazione formale e definitiva del provvedimento.
Poiché è probabile che il governo ricorra un’altra volta alla fiducia per vincolare il consenso dei deputati, quello che il popolo dei docenti si attende da questo sciopero emerge dalla rete: l’ultima risorsa sarà il rifiuto del presidente Mattarella a promulgare una legge che si è dimostrata tanto impopolare quanto esposta a probabili dubbi di legittimità e costituzionalità.
Per esempio che i dirigenti scelgano i docenti danneggerebbe il diritto di uguaglianza, il diritto al lavoro, il buon andamento e imparzialità delle azioni amministrative, la libertà di insegnamento, come le donazioni dei privati effettuate esclusivamente a vantaggio delle scuole non statali.
E ancora il fatto che questo ddl contenga nove deleghe in bianco che contrastano con l’articolo 76 della Costituzione. Che una petizione firmata da circa 90.000 persone chieda che si faccia luce sulle contraddizioni con gli articoli 3, 33, 34 e 97. Che ci sia stata un’adesione agli scioperi di protesta di circa il 65% dei lavoratori della scuola.
Se l’approvazione del maxiemendamento al senato doveva chiudere la partita secondo la prospettiva del governo, invece ha innescato – fin dal giorno stesso - una serie di proteste che rimettono in gioco l’approvazione della riforma della scuola italiana ed evidenziano le contraddizioni interne allo schieramento di governo.
Per esempio l’onorevole Schifani sostiene che l’approvazione della Buona Scuola sia opera del centro destra che l'ha delineata e auspicata fin dai tempi della ministra Moratti. Sulla stessa linea, l’onorevole Damiano, della minoranza PD, afferma che il gruppo voterà compatto la fiducia per l’approvazione di questa riforma in sintonia col governo Renzi, se necessario.
La parola definitiva spetterà al presidente della Repubblica?
[Roberto Calogiuri]
Maturità 2015 per oltre 3800 ragazzi del FVG. Tracce: Calvino, Resistenza, Malala, Mediterraneo
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- Pubblicato Mercoledì, 17 Giugno 2015 11:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Più di 3800 studenti del Friuli Venezia Giulia iniziano il 17 giugno, con la prima prova, l’esame di maturità. Quest’anno scattano le novità introdotte nel 2010: nella seconda prova le tracce saranno più in linea con i diversi indirizzi di studio.
Un’altra novità, entrata in vigore nei mesi scorsi, riguarda i testi delle simulazioni, che per la prima volta nella storia degli esami di maturità sono stati elaborati e diffusi dallo stesso Ministero dell’istruzione e ricerca.
Le tracce: alle 10.40 il premier Matteo Renzi manda un “tweet”: “Calvino, Resistenza, Malala, Mediterraneo. Sono curioso di leggere i commenti dei ragazzi quando usciranno”.
"Meno materiali da leggere per ispirarsi e commentare le tracce e più concentrazione sulle tracce che sono sicura consentiranno a tutti di trovare la loro vocazione". Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che aggiunge: si è "cercato nella prova di italiano di rendere il lavoro più semplice ma anche più bello e affascinante. In bocca al lupo veramente. Concentrazione. Il ripasso spero sia finito già da almeno 24 ore. Troverete sicuramente quello che fa per voi".
Di seguito le tracce:
Analisi del testo: Italo Calvino con un brano tratto da "Il sentiero dei nidi di ragno", romanzo del 1947.
Tema di attualità: "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo" (Malala Yousafzai).
Tema storico: "La continuità tra ideali risorgimentali e patriottici e la scelta di schierarsi contro l'occupazione nazi-fascista".
Saggio breve o articolo di giornale:
- ambito sociopolitico: "Il Mediterraneo: atlante geopolitico d'Europa e specchio di civiltà" mentre per il saggio in ambito socio economico il tema è "Le sfide del 21 secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale".
- ambito tecnologico: ”Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell'elettronica e dell'informatica ha trasformato il mondo della comunicazione che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche".
- ambito letterario: “La letteratura come esperienza di vita”.
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