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Mar05142024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Muore a 91 anni Margherita Hack. Addio alla "Signora delle Stelle"

Trieste - Margherita Hack, la signora delle stelle, e' morta questa notte, 29 giugno, al Polo cardiologico di Trieste.

Aveva 91 anni. Li aveva compiuti lo scorso 12 giugno. La Hack e' morta la notte scorsa alle 4,30 nel Polo cardiologico dell'ospedale di Cattinara (Trieste). Era stata ricoverata sabato scorso in seguito al riacutizzarsi dei problemi cardiaci che la affliggevano.

Con lei c'erano il marito, Aldo, con il quale era sposata da 70 anni, Tatiana, che la assisteva da tempo, la giornalista Marinella Chirico della Rai, sua amica personale e il responsabile del polo cardiologico, Gianfranco Sinagra. Margherita Hack sara' sepolta a Trieste con una cerimonia semplice e privata.

L'astrofisica ha lasciato indicazioni di essere seppellita nel cimitero di Trieste senza alcuna funzione ne' rito. Il ricovero della scienziata era stato tenuto segreto per sua volonta'.

Le persone che gli sono state vicine fino alla fine hanno riferito che per rispettare le sue volonta' non saranno resi noti ne' giorno ne' orario della sepoltura. Astrofisica di fama mondiale, la Hack era nata a Firenze nel 1922 e si era trasferita a Trieste nel 1963, dove viveva in una casa nel popoloso quartiere di Roiano.

Senza figli, donna impegnata socialmente, vegetariana da sempre, grande divulgatrice, la Hack era anche una appassionata animalista: aveva otto gatti e un cane.
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Spia russa o scienziato democratico? La risposta su Pontecorvo in una docufiction prodotta dalla SISSA

Spia russa o scienziato democratico? La risposta su Pontecorvo in una docufiction prodotta dalla SIS

Trieste – Non è detto che i misteri della fisica siano soltanto quelli che si indagano nei laboratori. Se ai neutroni lenti, alla bomba atomica e alla ricerca petrolifera si aggiungono il comunismo, il maccartismo e la guerra fredda, ci vuole poco a trasformare il tutto in una appassionante spy story.

Che sarebbe nient’altro che la vita di Bruno Pontecorvo - allievo di Enrico Fermi, eccezionale talento della fisica teorica e sperimentale di tutti i tempi – intrecciata ai nodi cruciali della storia e della politica del XX secolo.

Così ha pensato Giuseppe Mussardo, professore di fisica teorica alla SISSA di Trieste, cultore appassionato di storia della scienza, autore e sceneggiatore di tre documentari su altrettanti ben noti “colleghi” (Boltzmann, Chandra e Salam).

Ora rinnova l’interesse scientifico - con indubbio fiuto narrativo - a investigare sullo scienziato italiano e sulle motivazioni profonde che lo spinsero (o lo costrinsero) a intraprendere una vita così piena di avventura e mistero, oltre che rievocare le scoperte sui neutrini solari, la fissione nucleare e tutta la serie di intuizioni che avrebbero ampliato gli orizzonti della fisica moderna.

Per un anno, Mussardo e la sua équipe, formata dalla dottoressa Luisa Bonolis che cura la parte storica e dal regista Diego Cenetiempo, hanno ripercorso l’itinerario europeo che portò il grande fisico pisano a oltrepassare la cortina di ferro nascosto nel portabagagli di un’automobile diplomatica, far perdere ogni traccia di sé e della famiglia per riapparire in Russia, dopo cinque anni, come Bruno Maksimovič Pontekorvo.

Passando da Mosca, Parigi, Londra, Pisa, Roma e i laboratori del Gran Sasso per incontrare amici, parenti e colleghi di Pontecorvo, sono state raccolte testimonianze dirette e indirette allo scopo di far luce su quanto ancora rimaneva nell’ombra dei ricordi o nei faldoni di documenti catalogati “top secret” prima della scadenza del segreto di stato.

Quindi, l’interrogativo cruciale che la storia e l’etica ci pongono su Pontecorvo è: fu una spia che rivelò ai russi i segreti atomici del progetto Manhattan o un pacifista che volle servire la scienza in nome di un profondo e autentico ideale democratico e comunista?

Giuseppe Mussardo assicura di aver raccolto una messe di documenti di tale portata e cosi ricca di spunti, di riflessioni, aneddoti e implicazioni sociali, politiche ed esistenziali da soddisfare più di una sceneggiatura. Ma per ora promette interessanti e inedite rivelazioni condotte sulla base di interviste personali ed esclusive ottenute anche nei laboratori di Dubna, a un centinaio di chilometri da Mosca, al cui acceleratore di protoni Pontecorvo lavorò fino alla morte nel 1993.

Probabilmente il fatto che fu di famiglia ebrea in un momento di leggi razziali e i suoi rapporti con il comunismo francese, di cui subì il fascino teorico, non bastano a spiegare la sua mirabolante e travagliata vita.

Non rimane altro che attendere l’uscita del documentario “Maksimovič. La storia di Bruno Pontecorvo” prevista per la prossima estate, durante le celebrazioni del 100° anniversario della nascita del grande fisico.

L'istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la SISSA e The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics preparano l’evento e sono i finanziatori del documentario. Ma la suspense non finisce qui: questo progetto prevede anche la post produzione e una parte di fiction cinematografica (il ruolo del fisico sarà affidato all’attore triestino Adriano Giraldi)  con cui spiegare i risvolti dolorosamente umani (la moglie impazzì dopo la fuga in Russia e uno dei tre figli se ne andò negli USA…) di una figura, in realtà, appassionata e tormentata.

Per il suo coronamento, dunque, il programma si appoggia a una piattaforma di “crowdfunding”, ovvero a una forma di finanziamento dal basso  per il quale chi lo desideri può degustare il trailer del documentario e, se lo ritiene utile, erogare un contributo cliccando qui.

La quota di adesione può variare e, in base alla sua entità, si ottiene un bonus con cui partecipare, in misura proporzionale, alla produzione. La regola vuole che si fissi un termine. Mancano 23 giorni alla scadenza. Il tempo stringe…

[Roberto Calogiuri]

Il punto su Internet a Trieste con “State of the Net”. Anche sulla rete è la Nutella il prodotto più amato

Il punto su Internet a Trieste con “State of the Net”. Anche sulla rete è la Nutella il prodotto più

Trieste - Anche se il 99% degli italiani possiede almeno un telefono cellulare, la diffusione di abbonamenti per l'Internet da smartphone è ancora piuttosto bassa: 36,4%, con circa 21 milioni di abbonati. L'Italia è nel 2013 al 28° posto nel mondo per accesso al wireless da telefonino, ma perde 8 posizioni rispetto all'anno precedente.

Anche la diffusione di abbonamenti alla banda larga c'è ancora parecchia strada da fare: sono 13 milioni 440 mila gli abbonamenti, il 22,1%.

A livello nazionale, 37,8 milioni di cittadini dichiarano di accedere alla rete; in particolare, l'80% della popolazione di età compresa tra 11 e 74 anni ha avuto accesso ad Internet.

Chi usa più Internet sono i cittadini di età compresa tra i 35 e i 54 anni (47,6%); segue la classe 25-34 anni (18,4%), 55-74 anni (15,9%), 18-24 anni (10,2%), 11-17 anni (5,2%). Viene dunque sfatato il mito secondo cui l'accesso alla rete sia un fenomeno esclusivamente giovanilistico. Il punto è che ci si collega prevalentemente dal lavoro e per motivi di lavoro, soprattutto attraverso la posta elettronica.

La distribuzione geografica vede il Nord Est fanalino di coda: è il 14,5% dei cittadini a collegarsi ad Internet dalle nostre parti, contro il 26,8% del Nord Ovest, il 16,8% del Centro e il 30,4% del Sud e Isole. Mediamente ogni giorno si collegano alla rete 14,3 milioni di italiani.

Queste cifre sono emerse dall'intervento di Vincenzo Cosenza, studioso di statistiche del web, all'evento "State of the net 2013" in corso venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno presso il Molo IV a Trieste.

Gli appuntamenti di “State of the Net” si possono seguire in rete sul sito sotn.it e su Twitter con la parola chiave #sotn13 (nel linguaggio degli addetti ai lavori, il simbolo # si chiama hashtag e serve per cercare argomenti su Twitter; sintatticamente # simboleggia il complemento di argomento).

La due giorni, organizzata dall'Associazione State of the Net di Trieste, si propone di fotografare la situazione dell'accesso alla rete in Italia e nel mondo e le questioni correlate ad Internet ed ai Social Network con particolare riferimento, quest'anno, ai temi della politica.

Emerge così che tra gli italiani che navigano in rete il tema più ricercato dei primi mesi del 2013 è stato quello delle elezioni. Seguono il gioco “ruzzle” (una specie di “paroliamo” su smartphone), il Festival di Sanremo e Beppe Grillo.

Per quanto riguarda i Social Network, è ancora Facebook il più diffuso tra gli italiani, con 22,7 milioni di visitatori; seguono a parecchia distanza Google+, Linkedin e Twitter, con circa 3,5 milioni e mezzo di utenti ciascuno.

Analisi più dettagliate fanno emergere alcune curiosità: tra i prodotti più amati di cui parlano gli italiani in rete c'è la Nutella, con quasi 3 milioni di fan; segue la Coca Cola con 2 milioni; il Kinder cioccolato (1,8 milioni); i Pan di Stelle, l'Estathè, i Ferrero Rocher e i Baci Perugina. Un gusto insomma decisamente dolce.

Le due squadre di calcio più gettonate sul web sono la Juventus (1,8 milioni dicono di amarla) e il Milan (1,2 milioni).

Unico tra i politici a superare il milione di fan è Beppe Grillo (1,2 milioni).

Un'altra interessante analisi riguarda gli “umori” rilevati da Twitter ora per ora su quattro eventi ben precisi: le elezioni politiche del 13 marzo, l'elezione di Giorgio Napolitano il 20 aprile, l'elezione del papa il 13 marzo e la trasmissione “Servizio pubblico” del 10 gennaio.

L'analisi delle parole di cui erano composti i messaggi su Twitter ha permesso di rilevare queste quattro emozioni: rabbia, tristezza, disgusto, gioia. Gioia per papa Francesco l'emozione prevalente; per gli altri avvenimenti, rabbia al primo posto, seguono disgusto e tristezza.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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