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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Pizza in cartuccia per gli astronauti: la Nasa finanzia la ricerca sul sintetizzatore di cibi

Pizza in cartuccia per gli astronauti: la Nasa finanzia la ricerca sul sintetizzatore di cibi

Washington - A quando un pic-nic su Marte, gustando una pizza appena stampata sulla navicella spaziale? No, non è fantascienza: l'agenzia spaziale americana Nasa ha assegnato il 21 maggio scorso un contributo di 125mila dollari all'ingegnere meccanico Anjan Contractor, nell'ambito del programma Small Business Innovation Research, per la creazione di un sintetizzatore di cibi.

Imprenditore, direttore della System & Materials Research Corporation (Texas), Contractor ha catturato l'attenzione della NASA l'anno scorso con la sua "stampante" per cioccolato, che unendo i prodotti alimentari in polvere, compressi in una sorta di "cartuccia", con acqua, li "stampa" all'istante, finendo il tutto con la cottura su una piastra da forno incorporata nella "stampante".

Nei prossimi sei mesi, grazie al finanziamento, si potranno compiere progressi significativi nella costruzione del sintetizzatore di cibo, che potrà essere montato a bordo di un veicolo spaziale e utilizzato per "stampare" i pasti per sfamare gli astronauti delle missioni spaziali a lungo termine, come ad esempio su Marte. La stampante funzionerebbe per combinare varie polveri alimentari con una base di acqua e olio.

"Un lungo viaggio spaziale richiede 15 e più anni di "shelf life" per gli alimenti" ha detto Contractor in un'intervista. "Nel modello su cui stiamo lavorando, tutti i carboidrati, le proteine ​​e i nutrienti macro e micro sono sotto forma di polvere. Togliendo l'umidità, potranno durare forse fino a 30 anni"

"La pizza - ha detto ancora il ricercatore - è un candidato naturale per la stampa 3D, perché può essere stampata in strati distinti, in modo da richiedere solo una testina di stampa per estrudere una sostanza alla volta."

Nel prototipo allo studio, il cibo viene cotto come è stampato per mezzo di una piastra riscaldata su cui vengono poggiati gli alimenti ricomposti. Alla pizza, una volta che la base di pasta e pomodoro sarà estrusa, la stampante aggiungerà uno "strato proteico".

Così la pizza su Marte servita da una stampante 3D è certamente una possibilità, anche se potrebbe non essere così gustosa come una Capricciosa appena uscita da un forno a legna.

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Capo redattore: Tiziana Melloni
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