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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Bilancio regionale, disponibili 70 milioni di euro. Lavoro ed istruzione i settori più finanziati

Bilancio regionale, disponibili 70 milioni di euro. Lavoro ed istruzione i settori più finanziati

Udine - La manovra di assestamento del bilancio regionale è stata presentata il 6 giugno dal presidente della Regione, Debora Serracchiani, e dall'assessore alle Finanze, Francesco Peroni, evidenziando che potrà contare su circa 70 milioni di euro: dunque circa 10 milioni aggiuntivi rispetto all'avanzo dichiarato dalla Giunta due settimane fa.

"Abbiamo chiarito che stiamo gestendo una situazione di emergenza: sapevamo che soprattutto dall'ultimo anno, quello di campagna elettorale, avremmo ereditato uno scenario finanziario molto complesso" ha detto il Governatore Debora Serracchiani nel commentare la manovra.

I 70 milioni saranno finalizzati per quasi 16 milioni al comparto del Lavoro e della Formazione (contratti di solidarietà difensivi, politiche attive del lavoro, finanziamenti per sostenere crisi aziendali complesse, sostegno alla formazione primaria).

Altri 16 milioni di euro saranno assegnati ai comparti dell'Istruzione, dell'Università e per i servizi alle Famiglie. Altre poste riguarderanno inoltre le Attività produttive, con la necessità di attribuire 2 milioni di euro alla Promotur (per l'apertura degli impianti nel corso dell'estate) e 1,2 milioni di euro a TurismoFVG, per spese correnti e costi del personale.

Una cifra di 6 milioni di euro, invece, sarà destinata a capitoli quali i collegamenti ferroviari, quelli marittimi tra il Friuli Venezia Giulia e la Croazia, il sostegno alle locazioni per le persone in difficoltà, la manutenzione ordinaria delle viabilità (3,3 milioni), gli uffici della Motorizzazione civile, al sistema regionale della Protezione civile, anche a seguito delle ultime fasi di maltempo che hanno colpito la regione.

Oltre 8 milioni di euro serviranno per l'abbattimento delle rette 2013 degli asili, per le scuole (4,2 mln. euro), per le Università (1,5 mln.) e la ricerca (1,1 mln.), mentre al settore della Cultura, "anzi - ha rilevato la presidente - ad evitare la perdita di 1.500 posti di lavoro, diretti od indotti, nelle attività lavorative legati alla cultura", saranno finalizzati 6 milioni di euro.

Infine, 10 milioni di euro per chiudere la partita legata alla benzina agevolata 2013 e 6 milioni di euro per la copertura di spese di finanziamento della macchina regionale.

Oltre Beppe Grillo: i deputati a Cinque Stelle nel grande gioco della politica. Intervista ad Aris Prodani

Oltre Beppe Grillo: i deputati a Cinque Stelle nel grande gioco della politica. Intervista ad Aris P

Trieste - Sotto i riflettori dal 24 febbraio, da quando hanno cambiato la faccia al Paese portando in parlamento 163 cittadini volti nuovi della politica. Uomini e donne catturati dal sogno della democrazia diretta, entrati in politica seguendo vie mai battute prima, dalle parlamentarie in Rete ad un seggio a Montecitorio o Palazzo Madama. Spesso fedeli, spesso vittime delle intemperanze verbali del loro front-man Beppe Grillo, che dopo la débacle delle amministrative continua a far parlare di sé per la crescente insofferenza verso i media.

Ma il Movimento 5 Stelle è un “mare magnum” navigato da persone diversissime fra loro e da Grillo. Ne abbiamo incontrato una a Trieste. A suo modo Aris Prodani è il tipico “homo novus” 5 Stelle. 40 anni, triestino, da agente per un noto marchio di autonoleggio a membro della Camera dei Deputati.

Per chi legge un po’ di giornali e si guarda un po’ di tv all’ora di cena, difficile immaginarsi un grillino più atipico. Modi garbatissimi, cautela, voglia di spiegare e di spiegarsi, non senza fare qualche distinguo rispetto alla consueta linea di sfondamento nella comunicazione dei grillini. Abbiamo raccolto la sua storia.

Posso chiamarla Onorevole?
Io mi faccio chiamare Aris Prodani. Non vedo perché ci debba definire in maniera diversa da quello che si è. Direi che nome e cognome vanno benissimo.

Quando è iniziata la sua avventura politica?
Ho sentito per la prima volta il “richiamo” della politica attiva nel 2002. Un sabato pomeriggio io e quella che sarebbe diventata poi mia moglie (Micaela, ndr) abbiamo preso il treno e abbiamo raggiunto Roma per quella che sarebbe stata l’ultima manifestazione dei “girotondi” in piazza San Giovanni. È stata una svolta nella mia vita, in quell’occasione ho deciso che d’ora in avanti mi sarei messo in gioco.

Poi c’è stato uno stop, e ho ritrovato le stesse motivazioni e gli stessi sentimenti nel 2005 quando è stato aperto il primo meet up a Trieste nello spazio del blog di Beppe Grillo, uno dei primi in Italia. Da lì ho iniziato a interessarmi e a fare ricerche su tematiche locali. Poi la seconda svolta, nel 2009 la prima assemblea nazionale di Grillo a Firenze, dove è praticamente germinato il Movimento 5 Stelle e il progetto delle liste civiche. Eravamo in pochissimi.

Chi eravate?
Eravamo Paolo Menis, Stefano Patuanelli, Barbara Belluzzo e Antonella Vento.
Subito, ma dico proprio in autostrada tornando a casa, abbiamo deciso di impostare i lavori per far nascere quella che sarebbe stata la Lista Civica Trieste 5 Stelle. È stato incredibile: nessuno di noi aveva esperienze politiche dirette, neanche organizzative. Dovevamo conoscere le dinamiche su come presentarsi alle elezioni, impostare la campagna elettorale, elaborare un programma. Il bello è che nessuno di noi prima si era mai immaginato di ritrovarsi un giorno a fare qualcosa del genere, figuriamoci a ricoprire un incarico istituzionale.

Organizzavamo le assemblee, ci arrivava gente che non conoscevamo e che non avevamo mai visto, mica tanto facile in una città non tanto grande come Trieste. Avviare un confronto che fosse produttivo con persone di estrazioni politiche fra le più diverse, altra cosa incredibile. Non è stato sempre molto facile, ci sono state spesso molte tensioni, come in ogni processo di costituzione di una forza politica. A pensarci, si tratta di un’esperienza che mi fa commuovere ancora adesso.

Come è cambiata la sua vita da quando frequenta Montecitorio?
È cambiata parecchio, 4 o 5 giorni alla settimana sei a Roma, e in aula ci stai a tempo pieno. Fino a 12 ore al giorno, ci sono giornate che iniziano alle 8.30-9 alla camera e possono finire anche alle 10, 11 di sera, fino a che ti pare di aver perso il contatto con il mondo esterno. Niente tempi morti, se non c’è lavoro in aula o nelle Commissioni ci riuniamo noi come gruppo parlamentare M5S.
 
E la sua famiglia come l’ha presa?
Prima di accettare la candidatura si è fatto un consulto in famiglia e ho avuto il “placet” di mia moglie e i miei figli, anche se sono piccoli. Che dire, i bambini ne risentono comunque, ma oggi a fare il papà a distanza ti aiuta anche la tecnologia, ogni sera ci si vede su Skype. E poi in fondo penso che la qualità del tempo che si dedica alle persone, non solo i propri figli, sia più importante della qualità.

Nel suo blog dà molto risalto al suo ruolo di papà responsabile. Ce la farà a coniugare l'impegno di deputato con la sua “storica” partecipazione negli organi d’Istituto delle scuole dei suoi bambini? Anche quella è una bella avventura politica…
Sotto il profilo istituzionale sarà molto difficile. Ma è vero, la partecipazione alla vita scolastica dei miei bambini è stata la seconda tappa del mio processo di coinvolgimento in politica. È stato importantissimo un corso di genitorialità che abbiamo iniziato a frequentare io e mia moglie quando i bambini erano piccolissimi.

Lì abbiamo imparato a porci delle domande e a trovare delle risposte comuni ai problemi che ponevamo noi e gli altri. Il comitato genitori, la partecipazione al Consiglio d’Istituto: si trattava di un’esperienza parallela a quella che stavo facendo con il gruppo triestino Beppe Grillo. Si faceva anche lì molto lavoro di gruppo e molta esperienza di organizzazione. Come in politica, insomma.

La gestione di una scuola è complessa, tu lì tocchi con mano quali sono le difficoltà che può incontrare un cittadino quando chiede un servizio allo Stato. Ma soprattutto, io penso il coinvolgimento come genitore nella scuola come un modo per far vedere ai nostri bambini che diamo loro importanza e che lavoriamo anche al di fuori della famiglia per dare loro un mondo migliore. Non basta dire che la scuola va a pezzi e poi non cercare di non fare niente.

Lei è stato eletto come deputato per il Movimento 5 Stelle. Una bella responsabilità sia sul piano politico ma anche sul piano dell'immagine. Lei non è troppo sobrio per fare il legionario di Beppe Grillo?
Siamo tutti diversi da Beppe Grillo come siamo tutti diversi fra noi. La realtà di 5 Stelle è veramente eterogenea. C’è l’ingegnere, c’è il precario, c’è l’artigiano, c’è la mamma in aspettativa. Questa è una forza perché vai a rappresentare la società così com’è, e non un gruppo d’interesse. Certo non è facile coniugare queste diversità, ma lo si fa in nome di obiettivi comuni, con il vantaggio di cogliere diverse sensibilità.

Cosa pensa di offrire di più come rappresentante del popolo rispetto a chi prima di entrare a Montecitorio ha fatto gavetta nelle sezioni, nel “cursus honorum” delle amministrazioni locali?
Innanzitutto il fatto di non promettere cose che so di non poter mantenere. Comportarmi in modo da non dover mai abbassare gli occhi davanti ai miei figli se un giorno mi chiedessero “Papà, perché mi hai lasciato questo paese? Che cos’è che hai fatto per noi?”. E non lasciare nulla di intentato, sperare sempre di cambiare almeno una virgola in questo paese che non marcia più.

Come imprenditore porto l’esperienza del confronto con problemi concreti, la cui soluzione deve interessare tutti. Per ora è andata bene, mi capita spesso di incontrare persone che mi sostengono, che sono contente di essere rappresentate da me.

La storica decisione di non andare in tv ha fatto parlare gli altri per voi riguardo gli obiettivi politici di M5S. Anche dopo la débacle delle amministrative terrete duro?
Adesso pare che la strategia stia un po’ cambiando. Ma io sono un po’ scettico: il risultato delle politiche l’abbiamo raggiunto senza andare in televisione, non sono convinto che la televisione abbia un ruolo così importante. Dare in streaming tutti gli incontri dello Tsunami tour è stata una scelta vincente, realizzata si può dire con niente.

Non essere andati mai in tv è stata anche una forza, nei talk show entri in dinamiche che soffocano la qualità del tuo messaggio; il fatto che quasi ogni discussione di politica in tv finisca con un litigio non ti salva davanti ai telespettatori neanche se decidi di non farti coinvolgere. La gente è stufa di messaggi negativi.

Vi rimproverate qualcosa sul piano della comunicazione?
Sì, dopo le elezioni non hanno funzionato proprio i nostri canali, quelli che dovevano rendere visibile il nostro lavoro e il nostro impegno. Prima torniamo a utilizzare i nostri strumenti, a partire dalla Rete, poi se non serve si può decidere di andare in televisione.

Membro della Camera dei deputati, segretario della X commissione. Dica la verità, un incarico così importante al primo mandato si ha solo se si viene presentati come uomo di fiducia di Grillo. O no?
Assolutamente no. Abbiamo mediato per avere degli incarichi, come fanno tutti. Poi abbiamo risolto tutto fra noi. Io mi sono candidato ed è andata bene, tutto qui. Ho parlato con Grillo una sola volta, quando sono andato con Menis a prenderlo al casello dell’autostrada il giorno della tappa triestina dello Tsunami tour, si figuri. Poi l’ho visto altre volte, mai che ci abbia parlato a lungo. La politica in concreto la fanno gli attivisti di M5S.

Lui, il vostro front man, com'è? Non si è arrabbiato un po’ troppo ultimamente?
Diciamo che in qualche maniera sono passati più messaggi negativi che notizie di fatti positivi. E c’è stato un crescendo dalla campagna per le politiche, in questo ultimo mese è tornato ad una comunicazione più diretta e anche aggressiva. Sicuramente è passato in secondo piano quello che stiamo facendo noi parlamentari alle Camere, le nostre proposte di legge. Penso che di questo abbiamo sofferto alle amministrative, ci vorrebbe una comunicazione più articolata e più concreta. Io lascerei perdere gli strali alla Gabanelli o a Rodotà, gli elettori vogliono vedere ricompensata la loro fiducia con messaggi positivi. Che in questo momento siamo già in grado di dare.

Prima delle amministrative c’è stato un momento di panico in tutti i partiti. Finocchiaro e Zanda sono sempre sul piede di guerra?
Stanno andando avanti.

Molti degli elettori che vi hanno tanto votato alle politiche hanno apprezzato  soprattutto la vostra autodeterminazione nel tagliare i costi della politica. Ce la state facendo? O i costi della vita romana vi stanno costringendo a ridimensionare i proclami fatti in campagna elettorale?
La vita a Roma costa molto, lo sapevamo già prima. Ma vogliamo ridurre gli eccessi di spesa. Per poter aprire un preciso capitolo di spesa dove poter versare le eccedenze delle nostre buste paga bisogna aspettare le variazioni di bilancio di fine ottobre. Per questo problema tecnico la riduzione del compenso è ancora in fase di gestazione e il nostro impegno nel contenere i costi della politica non è ancora visibile. In Sicilia ci hanno messo 5 mesi per poterlo fare, e noi oggi abbiamo lo stesso problema.

E quindi per il momento avete rinunciato agli emolumenti per gli incarichi nelle commissioni.
Non è grandissima cosa, bisogna dirlo. Saranno 5000 euro lordi all’anno. Ma è una cosa che si poteva fare subito, è un segnale.

Avete subito pressioni per cambiare idea su questo punto?
Quello che ci interessa è che altre forze politiche adottino il nostro stesso punto di vista. L’ha fatto persino un consigliere regionale del PdL in Sicilia, in regione abbiamo l’impegno di Francesco Russo per il PD, cui rendo onore di aver scelto di devolvere le eccedenze della sua retribuzione a favore di Banca Etica. Poi intorno non vedo tutto questo fervore di cambiamento.

E la vita di Palazzo? Voi di 5 stelle ci siete entrati con la voglia di fare molti cambiamenti. Ma c'è qualcosa o qualcuno che visto da vicino è meglio di come ce lo descrivono i media?
Non c’è niente di diverso rispetto a quello che ti immagini prima di entrarci. A parte il lavoro degli uffici delegati alla documentazione a supporto del lavoro delle Commissioni. Lì capisci che in Italia non mancherebbero gli strumenti per fare politica con serietà. Sono gli stessi impiegati che ti spiegano che il loro zelo e la loro competenza sugli aspetti istituzionali vanno spesso contro gli interessi della politica.

Cosa riservano le 5 Stelle per il futuro? Una lunga opposizione o un sostegno per chi auspica un ritorno alle urne?
Ogni settimana si vive questa situazione. Ogni volta sembra che il punto all’ordine del giorno sia proprio quello che può segnare la rottura della maggioranza. Ma fino ad adesso sembra che si sia raggiunta una situazione di compattezza. Quanto a noi, abbiamo sempre detto che valuteremo le singole proposte, a prescindere dal colore politico di chi le presenta. In commissione ho trovato una positivissima collaborazione. Lontano dalle telecamere, si cerca sempre di porre l’obiettivo come elemento principale rispetto allo scontro elettorale.

Il Governatore Serracchiani a Redipuglia per la Festa della Repubblica. Presente il ministro Zanonato

Il Governatore Serracchiani a Redipuglia per la Festa della Repubblica. Presente il ministro Zanonat

Gorizia - Alle celebrazioni per la Festa della Repubblica in Friuli Venezia Giulia, tenutasi la mattina del 2 giugno al Sacrario di Redipuglia (Go), sono intervenuti il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, il governatore della Regione Debora Serracchiani, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e gli assessori Gianni Torrenti e Sara Vito.

Intervenendo alla commemorazione, il ministro ha detto tra l'altro che "La guerra che siamo chiamati a combattere oggi è per il lavoro. L'emergenza principale che intendiamo affrontare è quella dei 2,5 milioni di giovani italiani senza lavoro. Serve una nuova fase costituente per un assetto istituzionale più efficiente".

"È fondamentale che la politica ritrovi il filo guida dell'etica civile e l'alta virtù del servizio esclusivo alla Repubblica". Ha detto la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha così proseguito: "La crisi attuale presenta aspetti di rischio per il mantenimento dei livelli di vita e della protezione sociale, e un loro degrado potrebbe avere ripercussioni sulla saldezza del nostro sistema rappresentativo democratico".

"La distanza tra i cittadini e la politica, tra i territori e le istituzioni centrali dello Stato, costituiscono altrettante lacerazioni inferte al tessuto vivo della Nazione. I valori repubblicani che oggi celebriamo sono un punto di riferimento prezioso per orientare l'impegno che dobbiamo mettere nel ristabilire il rapporto di fiducia tra la società e chi la rappresenta".

"Una Repubblica giusta, che funziona e che offre ai suoi cittadini eque opportunità di realizzarsi - ha proseguito Serracchiani - non è un sogno: è il progetto dei nostri padri costituenti, che l'hanno affidato a noi. E noi non possiamo tradire un'eredità la cui conquista è costata così cara, in termini di vite e sacrifici, a cominciare dalle Forze Armate, cui affidiamo con fiducia la tutela della nostra sicurezza, anche nei più lontani Paesi".

"Il nuovo Governo della Regione Friuli Venezia Giulia vuole andare in questa direzione, aiutando chi ha più bisogno, incoraggiando chi ha iniziativa, sostenendo chi sa eccellere. E spogliando la politica di privilegi che non ne onorano il rango e - ha concluso - ne abbattono la credibilità".

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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