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Pordenone, la "rivoluzione" delle deleghe. Pedrotti "ora bisogna correre"
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Settembre 2013 10:29
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Pordenone - Giunta comunale: è scoccata l’ora del rimpasto. Ieri, 10 settembre, il sindaco Claudio Pedrotti ha comunicato la "rivoluzione" delle deleghe.
La sensazione è che abbia deciso di togliersi "qualche sassolino", prendersi una rivincita, nei confronti del Pd che lo aveva costretto ad ammainare la sua idea di ridurre la giunta da 8 a 6 assessori. Tutto questo, a vantaggio della lista civica Il Fiume, che esce rafforzata dalla giornata di ieri per opposte ragioni.
Appare innegabile che, con motivazioni diverse, a perdere quota siano stati tutti e 3 gli assessori del Partito Democratico, Renzo Mazzer (e qui sta il vero colpo di scena), Ines Flavia Rubino e Nicola Conficoni. Il vicesindaco ha saputo domenica 8 mattina, alle 8, in un colloquio con Pedrotti, che questi gli chiedeva di rinunciare ai Lavori pubblici, referato importante e che dà una grande visibilità, per dirottarlo al bilancio. Come sua consuetudine, Mazzer ha risposto "obbedisco" e ha dichiarato a Pordenoneoggi che " è contento di intraprendere questa nuova esperienza e di mettersi a disposizione della città". "E d'altra parte - ha aggiunto con una metafora calcistica - se l'allenatore ti chiede di cambiare ruolo, tu cosa fai, gli dici di no?". Fuori dall'ufficialità, però, il numero due della giunta esce un po' ridimensionato da questa tormentata vicenda del cambio deleghe e questo, in nome di un riequilibrio tutto a favore del Fiume.
Già, perchè le note dolenti in casa Pd non finiscono qui. Quanto a Rubino, era nota da tempo la perdita del bilancio e, tutto sommato, non le è andata neanche male visto che ha mantenuto l'istruzione, con l’aggiunta delle politiche europee. Boccone decisamente amaro, invece, per Conficoni, che dà l’addio alla mobilità e rimane assessore all’ambiente. Innegabile l'amarezza e la rabbia per il trattamento subito, mascherate da dichiarazioni soft "faccio gli auguri al mio successore, continuero l'impegno nell'ambiente" e via dicendo.
Colpo gobbo, come detto, del Fiume, con Martina Toffolo che mantiene la pianificazione del territorio, edilizia privata, edilizia residenziale pubblica, Vincenzo Romor, che sembrava dovessere essere penalizzato, a cui vanno le politiche sociali, le politiche dell’immigrazione, del dialogo transculture, del dialogo interreligioso, i rapporti con terzo settore e con l’Azienda sanitaria locale e l’Azienda ospedaliera e Flavio Moro, che ha guadagnato i lavori pubblici, oltre a protezione civile, patrimonio e pari opportunità. Sorride anche l'altra civica, Vivo Pordenone, con Bruno Zille che mantiene il commercio e aggiunge mobilità urbana e trasporto pubblico. SIT , decoro urbano (nuovo referato).
Claudio Cattaruzza rimane a cultura, turismo e promozione della città e le politiche giovanili. A . A Il sindaco Pedrotti mantiene l’attuazione del programma, i servizi informativi, le politiche produttive e del lavoro, lo sport, le politiche del conurbamento e i rapporti con le partecipate. Il primo cittadino ha rivendicato il modo corretto per utilizzare nel modo migliore le capacità delle persone (tra 3 mesi si farà il punto della situazione, con tanti saluti a chi non si adegua) “sapendo che nei prossimi anni, di risorse ne avremo sempre meno”. ”Importante – ha concluso – che il clima sia tornato sereno. Ora, però, bisognerà davvero correre”.
Questo, in dettaglio, iI nuovo assetto della giunta comunale: Renzo Mazzer (Pd, vicesindaco e assessore a Bilancio, Affari Generali, Semplificazione, Personale, Tempi città), Flavio Moro (Il Fiume, Lavori Pubblici, Protezione civile,Pari opportunità, Patrimonio), Ines Flavia Rubino (Pd, Istruzione, Università, Formazione, Progettazioni europee), Vincenzo Romor (Il Fiume, Politiche sociali, Reti civiche, Protezione sociale, Terzo settore, Integrazione,rapporti con Aziende sanitarie nuovo ospedale), Nicola Conficoni (Pd, Ambiente, Gestione rifiuti, Difesa suolo, Politiche anti inquinamento, opere idrauliche, Verde e parchi, Energia), Martina Toffolo (Il Fiume, Pianificazione territorio, Edilizia privata, residenziale e pubblica, Decoro urbano), Bruno Zille (VivoPordenone, Polizia municipale, Sicurezza, Mobilità, Trasporto pubblico, Commercio), Claudio Cattaruzza (Cultura, Turismo, Promozione città, Teatro, Musei, Biblioteche, Politiche giovanili).
Consiglio regionale, approvate le nuove quote per i rimborsi a gruppi e consiglieri
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- Pubblicato Martedì, 10 Settembre 2013 11:14
- Scritto da Redazione
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Trieste - Sono state approvate il 9 settembre le nuove norme di finanziamento ai Gruppi consiliari e anche quelle relativo alle indennità da corrispondere ai singoli consiglieri.
Le delibere sono state adottate - tutte all'unanimità - dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, convocato dal presidente Franco Iacop per recepire quanto fissato dal Decreto Monti e dalla specifica legge regionale n. 10 del 9 agosto scorso, esattamente un mese fa.
I Gruppi avranno a disposizione, esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all'attività consiliare, complessivamente poco meno di 306.000 euro all'anno, quindi per i quattro mesi restanti fino a dicembre riceveranno un terzo di questo importo, ossia 100.000 euro.
Ricordiamo che nel 2011 l'ammontare del finanziamento era stato di 2,7 milioni di euro.
L'importo complessivo annuale è stabilito in 5.000 euro moltiplicato per il numero dei consiglieri, maggiorato di 0,05 euro per abitante residente in regione. Per ogni consigliere al Gruppo vengono versati quindi 416,25 euro al mese.
L'Ufficio di presidenza, competente per la suddivisione, in base alla legge ha assegnato l'80% dell'importo totale ai Gruppi e il rimanente 20% ai soli Gruppi che al loro interno hanno consiglieri del genere sottorappresentato, ossia donne: PD, M5S e LN. La quota mensile a questi tre gruppi risulta quindi: PD 2.549,58; M5S 1.529,75; LN 1.019,83.
Nuovo anche il regime dei rimborsi ai singoli consiglieri, che sarà onnicomprensivo (quindi telefono, Telepass, carburante, spese per attività politica, diaria).
Tutti i consiglieri, come rimborso spese per la loro attività politico-istituzionale svolta all'interno del territorio regionale, riceveranno 1.000 euro, che saranno incrementati seguendo tre criteri: distanza chilometrica dal Consiglio regionale a Trieste (chi è a meno di 50 km dal capoluogo regionale non è preso in considerazione); numero di abitanti per collegio elettorale; superficie territoriale del collegio elettorale.
Il Decreto Monti pone come tetto per queste indennità 3.600 euro, ma il calcolo fatto dall'Ufficio di presidenza è inferiore: stabilisce che i consiglieri eletti nei collegi di Trieste e Gorizia riceveranno al mese 2.500 euro (compresi i 1.000 euro di base), gli altri (Pordenone, Udine, Tolmezzo), 3.500.
Per ogni giornata di assenza dai lavori d'Aula o dalla Commissione obbligatoria, subiranno una detrazione pari a un ventunesimo della cifra. I presidenti della Regione e del Consiglio e gli assessori avranno una riduzione del 30% dell'importo in quanto utilizzano ai fini istituzionali l'auto di servizio.
"Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia - ha commentato il presidente Franco Iacop - con questi primi atti ha voluto dare una risposta immediata, entro i termini di legge, a quanto è stato fissato dai provvedimenti sul contenimento dei costi della politica, ma ha soprattutto voluto dare un segnale concreto di responsabilità nei confronti dei cittadini, di un'opinione pubblica che con sempre più forza chiede una decisa sterzata rispetto al passato. E le prossime decisioni che adotteremo andranno sempre nel senso del risparmio e della massima trasparenza".
Iacop, al riguardo, si riferisce alla questione relativa alla dotazione di apparecchiature ai Gruppi. Dopo che in agosto tutti hanno restituito ogni cosa al Consiglio regionale, è in atto l'inventario dei beni. Quelli inservibili verranno consegnati agli uffici della Giunta per essere alienati, gli altri rimarranno nella disponibilità del Consiglio regionale e saranno riassegnati, in base a precise e motivate esigenze, ai Gruppi stessi o agli uffici consiliari.
Cuperlo a Trieste: confermati schieramenti e candidatura.
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- Pubblicato Lunedì, 09 Settembre 2013 14:02
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Breve ma intensa la visita di Gianni Cuperlo nella propria città. Il candidato alla segreteria del PD ha incontrato i triestini il 9 settembre alle 11, in un caffè del centro pieno zeppo di sostenitori, amici, compagni di partito ed ex compagni di scuola.
Tra i quali non poteva mancare il sindaco Roberto Cosolini (che ha seguito l’incontro con grande attenzione) né il rituale abbraccio con relativo scambio di baci. “Il bacio di Giuda” ha sibilato qualche presente, riferendosi al sostegno del primo cittadino per Matteo Renzi, probabile – ma non ancora ufficiale – concorrente di Cuperlo.
Al momento, infatti, con Renzi sembrano schierati, oltre al sindaco, Serracchiani, Rosato, Nesladek e Grim. Dalla parte di Cuperlo: Luciano Semerani, Ezio Martone, Claudio Boniciolli, Giovanni Barbo e Patrick Karlsen.
Semmai ce ne fosse bisogno, la differenza tra i due aspiranti si vede a occhio nudo, almeno per lo stile oratorio e argomentativo, e per il modo di proporsi al pubblico.
Fin dal primo momento Cuperlo - definito da Martone un “figlio del popolo”, “l’uomo giusto”, il primo triestino elevato al rango di dirigente nazionale – si è detto emozionato e commosso per questa sua visita ufficiale nella città che lo ha visto nascere e crescere.
Per circa un’ora, il candidato triestino alla segreteria del PD ha esposto il proprio programma nella maniera che ha sempre contraddistinto i suoi interventi: con pacatezza, gusto dell’aneddoto, ironia. interpretazioni storico sociologiche e attenzione quasi didattica all’uditorio.
Per quanto riguarda i contenuti politici e personali, Cuperlo non si è scostato dalla corposa intervista che ci ha rilasciato qualche tempo fa (qui il collegamento).
Ciò che ha voluto rilevare con forza è che ci troviamo nel sesto anno della più profonda crisi dell’ultimo secolo. Che tale crisi, per grave che sia, rappresenta pur sempre un’opportunità per risorgere. Che per risorgere se ne devono comprendere le cause profonde. Che nella comprensione delle cause si devono fare i conti con le spiegazioni della destra che, pur sempre, propone un suo modello interpretativo. Ma che il modello interpretativo – e risolutivo - dev’essere quello democratico.
Quello di una democrazia intesa come recupero dell’identità di un partito e dell’insieme di valori comunitari. Una democrazia che sappia dare le risposte che la popolazione chiede ormai da troppo tempo, che sappia replicare alla rivoluzione digitale ripensando e ricreando un classe imprenditoriale responsabile, in modo che questa sappia riconciliare “la mente con la mano”, la pratica con la teoria.
Questo, in sintesi, il compito di un segretario secondo Gianni Cuperlo.
Come la cittadinanza accoglierà Matteo Renzi lo sapremo a fine mese quando, proprio su invito di Roberto Cosolini, il primo cittadino di Firenze sarà nel capoluogo per inaugurare “Trieste Next”.
(Fotografie di Monica Visintin, licenza Creative Commons, attribuzione, non commericale)
[Roberto Calogiuri]
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