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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Consiglio regionale, aboliti i vitalizi e tagliati i costi della politica. Ma i 5 Stelle: "elettori presi in giro"

Consiglio regionale, aboliti i vitalizi e tagliati i costi della politica. 5 Stelle:

Trieste - Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha cancellato l'istituto del vitalizio. Si tratta di una delle riforme annunciate dalla presidente Debora Serracchiani in campagna elettorale.

Secondo la norma approvata il 31 luglio, i nuovi consiglieri eletti nell'attuale legislatura, l'XI, non matureranno il vitalizio; al contrario, per quelli in carica fino alla X, l'assegno vitalizio continuerà ad essere applicato.

La maggioranza in Consiglio non ha tagliato solo i vitalizi. Le "Disposizioni in materia di trattamento economico..." approvate il 31 luglio scorso affrontano tutti gli aspetti dei costi della politica e riducono di circa 40 milioni di euro la spesa per la presente legislatura.

I criteri ispiratori sono "serietà e sobrietà": oltre alla cancellazione dei vitalizi, taglio del 40% delle indennità di presenza, del 30 delle indennità di funzione, del 50 del trattamento di fine mandato. Così, gli stipendi lordi passano da 10.300 a 6.300.

L'indennità di mandato - afferma la maggioranza - è stata ridotta al di sotto di quanto previsto del decreto Monti e, di contro, sono state aumentate le trattenute per le assenze ingiustificate in aula e in commissione.

I rimborsi ai Gruppi sono stati abbattuti del 90%, passando da alcuni milioni a 300 mila euro, a cui si aggiunge un ulteriore risparmio di un milione per il costo del personale dei gruppi.

"Abolendo nella nostra Regione privilegi ormai intollerabili come i vitalizi - commenta Serracchiani - abbiamo fatto un passo importante nella direzione giusta, quella di evitare uno spreco odioso di denaro pubblico e il discredito della politica".

"Abbiamo cancellato ogni furbizia, i rimborsi da oggi sono forfettizzati, e nella cifra mensile è compresa anche la previdenza privata" sottolinea l'assessore Gianni Torrenti che per la Giunta ha seguito il tavolo tecnico preparatorio.

Ogni consigliere di Trieste e Gorizia percepirà 2.500 euro mensili per ogni tipo di spesa; 3.500 quelli di Udine e Pordenone, in considerazione della distanza. Se la maggioranza ha fatto da stimolo, anche PdL e Lega hanno votato a favore, e parlano di un "esempio di buona politica".

Tutta altra la posizione del Movimento 5 Stelle, che ha votato contro e ammonisce: "Politica ancora più lontana dalla cittadinanza".

Per il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Sergo "Sul taglio ai costi della politica la presidente Serracchiani e alcuni esponenti della maggioranza hanno preso in giro gli elettori".

Sergo, durante la discussione della legge sui costi della politica, ha svelato le contraddizioni del centrosinistra regionale che in campagna elettorale predica bene mentre, alla resa dei conti, razzola male.

"Sul profilo twitter della Serracchiani e su quello del presidente della V Commissione Vincenzo Martines troviamo gli annunci elettorali dei due esponenti del Pd che oggi sono stati puntualmente calpestati in Aula - rivela Sergo -. Copiando il MoVimento 5 Stelle (che comunque proponeva un'indennità lorda di 5 mila euro, pari al triplo del reddito medio dei cittadini italiani), il duo Serracchiani/Martines il 10 marzo scorso proponeva infatti "indennità dei consiglieri regionali pari a quella dei sindaci di comuni capoluogo: 5 mila euro lordi comprensivi di rimborsi chilometrici e dei pasti".

In pochi mesi hanno cambiato idea - attacca il consigliere regionale M5S -. L'indennità è lievitata così a 6.300 euro lordi più un rimborso forfettario che potrà arrivare fino a 3.500 euro".

In Aula il Movimento ha tentato comunque di migliorare la proposta di legge in discussione. "Con un emendamento abbiamo chiesto che il rimborso spese omnicomprensivo per svolgere il mandato fosse stabilito in 2 mila euro. Inoltre abbiamo proposto una puntuale rendicontazione delle spese sostenute dai gruppi, questo per evitare che accada anche in futuro - come nel recente, triste, passato - che con i 3600 euro di soldi pubblici per l'esercizio del mandato si acquistino gioielli, vestiti, scarpe, pettini, pneumatici, seggiolini per bambini e ogni bendidio. Tutto inutile, la maggioranza ha bocciato tutti i nostri emendamenti".

"Il risultato è un inganno. Con il provvedimento approvato oggi il reddito netto in busta paga di un consigliere sarà inferiore appena del 10% - 15% rispetto il passato - rivela Sergo -. Inoltre non è stata eliminata l’integrazione di indennità di fine mandato ma il contributo obbligatorio per costituirla, sì".

"Un risultato, insomma, molto lontano dai proclami elettorali e dalle aspettative dei cittadini. Tutti gli altri tagli sono, infatti, frutto dei provvedimenti del Governo Monti e, ancora prima, del ministro Tremonti. Poco di che vantarsi, a giochi fatti, per la presidente Serracchiani e la sua maggioranza. Meno male che almeno, una volta per tutte, abbiamo abolito il vitalizio".

 

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