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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Niente primarie per il Pd regionale, alla segreteria la candidata unitaria Antonella Grim

Niente primarie per il Pd regionale, alla segreteria la candidata unitaria Antonella Grim

Udine - Nel giorno delle primarie del Pd in 14 regioni, il Friuli Venezia Giulia fa eccezione: all'assemblea regionale del Pd a Pasian di Prato (Ud), il 16 febbraio, è stata nominata per acclamazione alla segreteria regionale la candidata unitaria Antonella Grim, renziana.

"Da oggi come segretaria regionale massimo impegno per bene #Fvg" scrive su Twitter Antonella Grim - attualmente assessore all'Educazione, Scuola, Università e Ricerca del Comune di Trieste.

Nei giorni scorsi Antonella Grim aveva preso aperta posizione a favore di Matteo Renzi affermando che "il passaggio della guida del Governo da Enrico Letta a Matteo Renzi farà bene, non solo al Paese, ma anche per rilanciare le priorità della regione già avviate dalla governatrice Debora Serracchiani".

Secondo la neosegretaria "Matteo Renzi e, con lui, tutto il Partito democratico, si sono assunti una grande responsabilità: anteporre il bene del Paese agli interessi personali e di partito. In un momento così drammatico per l'Italia, in cui c'è bisogno di interventi rapidi e radicali contro la crisi, abbiamo deciso di correre il rischio e giocare la partita fino in fondo, a viso aperto".

"Sono certa - aveva aggiunto - che il Pd e il nuovo Governo sapranno cogliere pienamente la sfida, con coraggio e decisione. Certo, sarebbe stato molto più facile e comodo, sia per Renzi che per il partito, seguire passivamente lo scorrere degli eventi. Ma sarebbe stata la scelta sbagliata, perché il Paese non ha più tempo da perdere".

"Non possiamo addossare a Enrico Letta le colpe: lui ha lavorato con dedizione in un momento difficilissimo e in questi mesi ha ottenuto dei risultati, ma ora il Paese ha bisogno di un cambio di passo radicale, che credo Renzi saprà interpretare e concretizzare al meglio".

Secondo Antonella Grim "La posizione [di Renzi] nei confronti del Governo è cambiata negli ultimi giorni perché è mutata la situazione del Paese, e perché siamo arrivati a una condizione di emergenza che spinge ogni settore della società a invocare risposte più decise da parte della politica".

(foto Twitter @AntonellaGrim)

La presidente Debora Serracchiani alla direzione nazionale PD: cambiare subito politiche del lavoro

La presidente Debora Serracchiani alla direzione nazionale PD: cambiare subito politiche del lavoro

Roma - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani è intervenuta alla direzione nazionale del Pd poco prima delle 17 il 13 febbraio.

"Non è più il tempo di un governo di servizio - ha detto Debora Serracchiani. - Abbiamo bisogno di rispondere con velocità ai problemi delle persone. Dobbiamo mettere insieme le riforme politiche con quelle economiche.

La presidente ha ricordato nel suo intervento le crisi industriali che stanno interessando il Friuli Venezia Giulia: "sono tanti i lavoratori a cui si chiede di fare un sacrificio ulteriore, che ora debbono anche rinunciare a parte della loro retribuzione. Occorre una assunzione di responsabilità da parte di tutti".

Per serracchiani, non ci si può limitare a prendere atto in quello che c'è scritto nel documento di programma, bisogna metterlo in atto quanto prima.

Il pd è chiamato ad una scelta ed è importante non solo la forma ma soprattutto la sostanza del cambiamento. "Il Paese in questo momento ci sta chiedendo di fare e di fare in fretta". Occorre dare "una risposta definitiva al taglio della spesa".

Per la presidente occorre un governo che "Dovrà dire all'UE che non usi fondi strutturali per aggredirsi l'un l'altro e far delocalizzare le imprese"; un governo che "faccia riconoscere la qualità dell'Italia come paese produttore".

"Abbiamo bisogno di un governo che attui un cambiamento nelle politiche attive del lavoro. Abbiamo in regione 500 persone che dopo 5 anni di Cassa integrazione saranno disoccupate". Come troveranno un altro lavoro? Occorre "modificare gli ammortizzatori sociali, modificare le politiche dal lavoro in una società del tutto mutata".

Bisogna fare tutto questo "a partire da domani" ha concluso Debora Serracchiani.

Verso le elezioni europee, politica estera e difesa comune

Settima puntata di un viaggio in 10 tappe alla scoperta dell'Unione europea. Un'iniziativa del Centro Europe Direct Euro PN della Provincia di Pordenone  

SCEGLI TU L'EUROPA - Questa è la settima di 10 puntate dedicate all'Unione europea. Un viaggio intitolato “Elezioni del Parlamento europeo 2014. Questa volta è diverso: scegli Tu l’Europa che ti piace!” Il Parlamento europeo, voce della sovranità popolare, conta infatti di più. Il Trattato di Lisbona, dal primo dicembre 2009, gli ha conferito il potere di codecisione nell'adozione delle leggi europee. Un cambiamento fondamentale se pensiamo che il 70% delle leggi italiane, che condizionano la vita di ciascuno di noi, deriva dal recepimento di norme europee. Ecco perchè è importante partecipare al voto per disegnare noi stessi l'Europa che vogliamo. L'iniziativa è realizzata dal Centro informazioni Europe Direct e Eurodesk “EuroPN” (vedi anche la pagina Facebook) del Servizio Turismo e Politiche europee della Provincia di Pordenone, con il cofinanziamento della Rappresentanza della Commissione europea e dalla Provincia di Pordenone. Cinque le tematiche in cui si articoleranno gli articoli: economia, soldi, lavoro, l’Europa nel mondo, qualità della vita.

SETTIMA PUNTATA – Qual è il ruolo internazionale dell’Unione e quali i passi avanti verso una politica estera e di difesa comuni? In questa puntata vedremo sinteticamente le novità introdotte nel 2009 dal Trattato di Lisbona, che ha attribuito personalità giuridica all’UE, consentendole di concludere accordi e far parte di organizzazioni internazionali. Anche questo argomento è importante in vista delle elezioni europee poiché il consenso dei deputati del Parlamento, espressione della sovranità popolare europea, è vincolante nella sottoscrizione degli accordi firmati dall’UE. 

UNA POLITICA ESTERA UNITARIA - L’Unione europea, formata da 28 Paesi e da più di  mezzo miliardo di abitanti, è la prima potenza commerciale ed è dotata della seconda valuta più importante al mondo. Con la sua rilevanza economica e finanziaria è chiamata perciò a svolgere un ruolo da protagonista sulla scena mondiale. La crescita del suo peso politico, però, dipende dalla capacità di parlare con un’unica voce e agire tramite decisioni comuni in politica estera. Nel corso degli anni questo settore si è progressivamente sviluppato fino al rafforzamento attuato con il Trattato di Lisbona al fine di accrescere il ruolo dell’Unione europea sullo scenario internazionale, dando maggiore coerenza e impatto alla politica estera e di sicurezza comune. In generale, le politiche, le strategie, gli strumenti e le attività dell'UE nel campo delle politica estera sono di competenza del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e si propongono quattro obiettivi fondamentali: sostenere la stabilità, promuovere i diritti umani e la democrazia, diffondere la prosperità e contribuire a garantire lo stato di diritto e il buon governo. Gli strumenti utilizzati sono di varia natura, dagli accordi bilaterali a linee guida e atti legislativi. Quali sono le novità introdotte dal Trattato di Lisbona? Due le novità principali: la creazione della figura dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza; lo sviluppo di una politica di sicurezza e di difesa comune. 

L’ALTO RAPPRESENTANTE UE – L’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha il compito di guidare la politica esterna UE. La sua istituzione è un’innovazione importante poiché riunisce in un’unica figura le competenze di politica estera e di sicurezza comune. In precedenza questo ruolo era ricoperto da due figure distinte: l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune e il commissario responsabile delle relazioni esterne. L’unificazione di queste figure distinte ha permesso di dare forza e omogeneità all’azione esterna europea. Quali sono le sue funzioni? Partecipa attivamente alla politica estera e di sicurezza comune a cui contribuisce con proposte al Consiglio e al Consiglio europeo, assicurando l’attuazione delle decisioni adottate. Conduce le relazioni politiche con i Paesi esterni ed esprime la posizione dell’Europa unita nelle organizzazioni internazionali. In seno al Consiglio assicura la coerenza e la continuità dei lavori  della politica estera dell’UE e presiede il Consiglio “Affari esteri”; inoltre, è Vicepresidente della Commissione europea ed è responsabile delle relazioni esterne e vigila sul coordinamento della politica estera con le altre politiche e gli altri servizi della Commissione. Va tuttavia precisato che l’Alto Rappresentante non è l’unico a rappresentare l’UE all’esterno. Il Trattato di Lisbona assegna tale ruolo anche al Presidente del Consiglio europeo  tra i cui compiti c’è, infatti,  quello di esercitare una funzione diplomatica, senza tuttavia interferire con l’Alto Rappresentante. 

VERSO UNA DIFESA COMUNE  – Novità significative anche in direzione della creazione di una difesa comune europea. L’UE svolge missioni operative in Paesi terzi allo scopo di mantenere la pace e consolidare la sicurezza internazionale: missioni umanitarie e di evacuazione; missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace; missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi; azioni congiunte in materia di disarmo; missioni di consulenza e assistenza in materia militare; operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti. Non solo. Il Trattato di Lisbona prevede la possibilità di affidare una missione a un gruppo di Stati membri: la loro azione viene svolta in accordo con l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e devono informare periodicamente il Consiglio sull’andamento della missione. L’UE non dispone di un esercito permanente, ma si avvale di contingenti speciali messi a disposizione degli Stati membri. Inoltre, gli Stati che costituiscono tra loro delle forze multinazionali possono mettere tali forze a disposizione della politica di difesa UE. Ad esempio, l’Italia fa parte di Eurocorps, Euromarfor e del Gruppo Aereo Europeo. Il Trattato prevede anche la possibilità che alcuni Stati membri rafforzino la propria collaborazione nel settore della difesa comune. Questo tipo di cooperazione viene definita cooperazione strutturata permanente e vede coinvolti quegli Stati che hanno un’elevata capacità militare e desiderano impegnarsi in maniera più vincolante nelle missioni. Infine, la clausola di reciproca difesa tra gli Stati membri UE: se uno di essi subisce un'aggressione armata sul suo territorio, gli altri stati sono tenuti all'aiuto e all'assistenza. Una novità non da poco nell’ottica di una difesa comune. Novità a cui, tuttavia, si spera di non dover mai far ricorso. 

   

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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