Economia
Riforma dei Porti: lo scalo di Trieste sarà una delle nuove Autorità di sistema portuale
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- Pubblicato Giovedì, 21 Gennaio 2016 19:48
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Riforma della legge 84/94 sui porti: il Consiglio dei ministri del 20 gennaio ha approvato il decreto attuativo che contiene il nuovo assetto del sistema portuale italiano.
Con il decreto approvato, che ora passa all'esame del Parlamento, le Autorità portuali, che sono 24, passeranno a 15 e si chiameranno Autorità di sistema. I Comitati portuali saranno ridotti a 4-5 membri invece degli oltre 30 attuali.
Trieste sarà una di queste, con la denominazione di "Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale".
"L'approvazione del decreto – ha dichiarato in proposito il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini - conferma una scelta già anticipata che pone, giustamente, la nostra Autorità Portuale come una realtà specifica di grande valore anche nazionale, considerato che è l'unico porto italiano che opera in larghissima prevalenza da estero per estero. Di questo il Ministro Delrio ha mostrato di avere piena consapevolezza e anche tale decisione si configura come un fatto di buon auspicio per il futuro impegno del Governo su tutti gli aspetti dello sviluppo della portualità triestina".
Il presidente della nuova Autorità di sistema non sarà più scelto in una terna frutto di espressione del territorio, ma direttamente dal ministro delle Infrastrutture in concerto, sintonia, o intesa, questo è da appurare, con il presidente della Regione o delle regioni su cui insiste l'Autorità di sistema.
"Per quel che mi riguarda – ha aggiunto Cosolini - il prossimo obiettivo, dopo aver promosso un anno fa la candidatura di Zeno D'Agostino, è oggi quello di una duratura conferma dell'attuale governance dell'Autorità triestina, quindi sia del Commissario Zeno D'Agostino sia del Segretario Generale Mario Sommariva; e su questa linea so di avere il consenso di tutti gli ambienti portuali e, mi permetterei di dire, anche dell'intera città".
In quanto alla semplificazione amministrativa, sarà creato sia lo sportello unico amministrativo sia quello doganale.
Novità anche per le concessioni per le quali le norme si faranno più stringenti in quanto ad investimenti e garanzie dei livelli occupazionali. Per le concessioni oltre i 20 anni non sarà l’Authority a decidere l’affidamento della concessione, ma direttamente il ministero dei Trasporti con un parere vincolante.
"I porti italiani - ha affermato il Ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio - ora faranno sistema: si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con i grandi porti del Nord Europa, del Nord Africa, con quelli della sponda orientale del Mediterraneo. La risorsa mare torna centrale in Italia. Queste innovazioni servono a rendere concreta quella cura dell’acqua che abbiamo avviato e a valorizzare il sistema mare, che è uno dei nostri principali asset economici, attraverso il quale transita il 70% delle merci italiane. Si tratta di innovazioni e miglioramento di servizi che chiedono le imprese italiane".
* * *
Di seguito l'elenco delle nuove Autorità di Sistema
1) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Genova, sede dell’Autorità di sistema portuale Savona, Vado Ligure
2) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
La Spezia, sede di Autorità di sistema portuale Marina di Carrara
3) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale Livorno, sede di Autorità di sistema portuale Piombino, Portoferraio, Rio Marina
4) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale Civitavecchia, sede di Autorità di sistema portuale Fiumicino, Gaeta
5) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale
Napoli, sede di Autorità di sistema portuale Salerno, Castellamare di Stabia
6) Autorità di Sistema Portuale dello Stretto Gioia Tauro, sede di Autorità di sistema portuale Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo,Tremestieri
7) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna Cagliari, sede di Autorità di sistema portuale Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme , Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale).
8) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale Palermo, sede di Autorità di sistema portuale Termini Imerese, Porto Empedocle, Trapani
9) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale Catania, sede di Autorità di sistema portuale Augusta
10) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Bari, sede di Autorità di sistema portuale Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli
11) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio Taranto, sede di Autorità di sistema portuale
12) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale Ancona, sede di Autorità di sistema portuale Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto (esclusa darsena turistica), Ortona
13) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale Ravenna, sede di Autorità di sistema portuale
14) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Venezia, sede di Autorità di sistema portuale Chioggia
15) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Trieste, sede di Autorità di sistema portuale
Distretti del Friuli Venezia Giulia in crescita per volumi di export
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- Pubblicato Martedì, 19 Gennaio 2016 23:08
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FVG - I distretti del Friuli Venezia Giulia sono di nuovo in crescita per volumi di export, in particolare quello della componentistica e termoelettromeccanica (+4,6%), riportando l'evoluzione dell'export regionale in territorio positivo (+3,4% tendenziale) e in linea con la media nazionale.
Il dato emerge dal 'monitor' dei distretti del Triveneto elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, aggiornato al terzo trimestre 2015.
Dei sette distretti monitorati nella regione, in un confronto con il terzo trimestre 2014, solo gli elettrodomestici di Pordenone hanno riportato una riduzione dell'export. Spiccano in positivo invece le esportazioni del mobile di Pordenone, dei coltelli e forbici di Maniago e del prosciutto di San Daniele.
L'export è cresciuto in particolare verso gli Usa (+44%) e verso nuovi mercati come Ecuador, Turchia e Corea, dove si è distinta la componentistica e termoelettromeccanica.
Studio Confcommercio: Trieste e Udine le più colpite dalla "desertificazione" dei negozi
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- Pubblicato Giovedì, 14 Gennaio 2016 15:42
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Verificare com'è cambiato negli ultimi sette anni, tra il 2008 e il 2015, il panorama commerciale nelle città italiane attraverso lo studio di ciò che è successo a undici categorie di negozi in 39 Comuni italiani di medie dimensioni, dove risiedono circa sette milioni di abitanti ed è attivo il 12% circa del commercio al dettaglio: questo l'obiettivo di un'analisi effettuata dall'Ufficio Studi di Confcommercio e presentata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta il 14 gennaio a Roma presso la sede nazionale della Confederazione.
Dalla ricerca, risulta che la città più colpita dal fenomeno della desertificazione è Trieste: -25,2%, seguita da Perugia (-22,9%), Potenza (-21,8%) e Udine (-20,8%). Il vicino Veneto fa molto meglio: Padova e Verona, in controtendenza, presentano un aumento delle aziende commerciali.
I risultati sono nel complesso molto interessanti: se da una parte c'è la conferma del calo complessivo, dall'altro si notano differenze marcate tra la varie categorie.
Così, se il numero di distributori di carburante è sceso di quasi il 30%, nell'altro senso il commercio ambulante è cresciuto del 43,3% e bar, alberghi e ristoranti del 5%.
Ecco, il punto che emerge chiaramente dallo studio è proprio quest'ultimo: nelle medie città i negozi in sede fissa diminuiscono molto più rapidamente che nel resto del Paese (-15% contro -6%), ma in questi contesti urbani c'è un vero e proprio "boom" del commercio ambulante, accoppiato a una crescita rilevante del turistico-ricettivo.
Come ha sottolineato il responsabile dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, ciò conferma che "più che quella turistica, l'Italia ha una vocazione produttiva in termini di ricettività e consumi fuori casa".
Se si approfondisce poi ciò che succede nei centri storici, si scopre che è più marcata la diminuzione delle attività di commercio al dettaglio in sede fissa (-9,1% contro il -5,7% fuori dal centro), prova provata della desertificazione commerciale in atto visto che nei centri delle nostre città di media dimensione non possono forzatamente esistere, per mancanza di spazio, le grandi superfici.
E qui, di nuovo, si scopre un impatto fortissimo, praticamente di supplenza, del commercio ambulante, cresciuto di addirittura il 73,2% nel "cuore" delle città contro il pur rilevante +37,7% delle zone esterne.
Allo stesso tempo, di nuovo, al centro c'è un aumento di alberghi, bar e ristoranti del 10% (il +3% fuori), ciò che potrebbe suggerire il rischio che le zone più centrali si trasformino sempre più in "museo".
Ultimo dato interessante è quello del numero di abitanti per negozio: se a Trento sono quasi 150 e se la media nazionale è di 90, a Lecce il dato scende a 50. Per Bella, questo può significare per il Sud la prospettiva di una ulteriore diminuzione del numero di attività commerciali. Ma allo stesso tempo, per il Mezzogiorno, fa ben sperare il ripopolamento di alberghi, bar e ristoranti nei centri storici, a conferma di una vocazione sempre più accentuata per ricettività e consumi fuori casa.
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