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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Il Porto di Trieste rinnova la concessione marittima per 30 anni alla Siderurgica Triestina

Il Porto di Trieste rinnova la concessione marittima per 30 anni alla Siderurgica Triestina

Trieste - Il Comitato portuale nella riunione del 18 febbraio ha approvato all'unanimità la delibera di concessione demaniale marittima per 30 anni alla Siderurgica Triestina con la quale si consente di svolgere attività di produzione siderurgica primaria, import-export di rinfuse solide e prodotti siderurgici, laminazioni di prodotti siderurgici piani. Il tutto, previo recupero ambientale e valorizzazione e riqualificazione dell'area.

L’atto concede alla Società una superficie di 325.502 mq sui quali svolgere l’attività siderurgica. “Premesso che la tutela dell’ambiente e delle persone è la nostra priorità – ha affermato il commissario D’Agostino – la Ferriera, nella sua conversione alle attività logistiche, sta portando molto traffico al porto, sia in entrata dal punto di vista marittimo sia in uscita dal punto di vista ferroviario.

Nel 2015 la Siderurgica Triestina ha movimentato più di 700 treni, con previsione di raddoppio per l’anno corrente. Questo approccio è in linea con le nostre attività di sviluppo che prevedono maggior integrazione con le attività industriali all’interno dello scalo”.

“L’industria italiana – ha concluso D’Agostino – deve tornare sul mare dove ci sono una serie di fattori competitivi finora poco considerati che possono portare non solo nuovi traffici, ma soprattutto sviluppo e occupazione. Queste linee però devono essere compatibili con la situazione ambientale della città e del porto. All’interno della concessione abbiamo messo tutta una serie di indicazioni su questi punti. Vigileremo con rigore. Il benessere dei triestini è primario”.

Il Comitato ha anche dato mandato al commissario D'Agostino all'esecuzione degli adempimenti per la costituzione dell'agenzia di lavoro temporaneo.

Positivi i risultati del gruppo Cariparma-Crédit Agricole, di cui fa parte Banca Popolare Friuladria

Positivi i risultati del gruppo Cariparma-Crédit Agricole, di cui fa parte Banca Popolare Friuladria

Pordenone - Cariparma-Crédit Agricole, gruppo di cui fa parte la Banca Popolare Friuladria, ha diffuso in una nota i risultati raggiunti nel 2015, a seguito della riunione del Consiglio di Amministrazione avvenuta il 16 febbraio 2016 sotto la presidenza di Dominique Lefebvre, che ha esaminato i conti del quarto trimestre 2015 e quelli dell’esercizio 2015

Il Gruppo consegue anche nel 2015 risultati positivi, mantenendo livelli adeguati di patrimonio e liquidità, aumentando la redditività e rafforzando gli investimenti a supporto della crescita.

“In un quadro congiunturale e normativo ancora piuttosto complesso - ha detto Giampiero Maioli, amministratore delegato del Gruppo Cariparma Crédit Agricole e Senior Country Officer per il Crédit Agricole in Italia - il Gruppo Cariparma Crédit Agricole ha saputo cogliere i primi segnali della ripresa, riuscendo a conseguire anche nel 2015 performance commerciali rilevanti, migliorare ulteriormente il profilo di redditività e confermare livelli adeguati di solidità e liquidità. Sono estremamente soddisfatto di questi risultati. Continuiamo ad investire per crescere in tutti i segmenti, per innovare il modello di servizio e per conquistare la fiducia e la soddisfazione dei nostri clienti. La nostra gestione trasparente ed equilibrata ci ha consentito in questi anni di raggiungere una solidità patrimoniale che ci pone ai vertici del sistema bancario italiano e ci permette di guardare al futuro con grande ottimismo.”

A dicembre 2015 la massa intermediata è risultata pari a 136 miliardi di euro (+3%): in crescita la raccolta diretta (+5%); confermato il sostegno alle famiglie (stock mutui casa +6%) e alle imprese (+2%); performance molto positiva del risparmio gestito (+11%). Il Gruppo ha acquisito 110.000 nuovi clienti.

È stata confermata la capacità del Gruppo Cariparma Crédit Agricole di generare redditività in modo solido, durevole e trasparente: il risultato netto gestionale è stato di 250 milioni di euro (escludendo i contributi ordinari e straordinari al Fondo di Risoluzione e al Fondo di Garanzia dei Depositi).

L’utile netto contabile è pari a 221 milioni di euro, in crescita annuale del +38%. ROE al 4,6%. In crescita la gestione operativa (+5%), grazie ad un effetto combinato di crescita dei proventi e costi stabili. Si confermano elevati i livelli di efficienza: cost/income in riduzione che si posiziona al 54,5%.

Sono stati rafforzati gli investimenti per l’evoluzione del modello commerciale e delle infrastrutture in chiave digitale (oltre 110 milioni di euro nell’anno).

Si è confermata una buona qualità dell’attivo: l’incidenza delle sofferenze nette su impieghi clientela (pari al 3,2%) si conferma ai migliori livelli del Sistema. La copertura dei crediti deteriorati è in aumento e pari al 40,5%; copertura sofferenze stabili al 57,6%.

Il costo del credito è in flessione, pari a 402 milioni di euro (-12%). Si conferma la solidità patrimoniale del Gruppo con l’indicatore Common Equity Tier 1 all’11,4% ed il Total Capital ratio al 13,5%. Miglior rating Moody’s in Italia: A3. La liquidità è in aumento: LCR pari al 114%.

Prezzi delle case in Friuli Venezia Giulia: crollo del 7,3% nel corso del 2015

Prezzi delle case in Friuli Venezia Giulia: crollo del 7,3% nel corso del 2015

Trieste - Nel 2015 i prezzi delle case in Friuli Venezia Giulia sono scesi del 7,3%, molto più che nel resto d’Italia dove la contrazione è stata pari al 5,1%.

I numeri arrivano dall’Osservatorio sul mercato immobiliare residenziale italiano condotto dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it che ha evidenziato anche come la discesa si sia però progressivamente arrestata nel corso dell’anno registrando una riduzione dell’1,3% nel secondo semestre e appena dello 0,7% negli ultimi tre mesi dell’anno da poco concluso.

Se a dicembre 2015 il prezzo medio ponderato richiesto per gli immobili residenziali è sceso a 1.402 euro per metro quadro (era 1.512 un anno prima), in alcuni capoluoghi della regione il costo rimane comunque sensibilmente maggiore.

A Trieste, che pure è la città in cui nell’anno le richieste economiche di chi vende sono diminuite maggiormente (-9%), acquistare un immobile residenziale costa in media 1.529 euro al metro quadro.

Anche nel capoluogo di regione la discesa ha rallentato nel corso del 2015 e si è fermata al -3% nel secondo semestre e addirittura solo al -0,3% nell’ultimo trimestre.

Alle spalle di Trieste, in termini di costo degli immobili, si trova Udine dove, a dicembre 2015, il prezzo medio degli immobili in vendita è stato pari a 1.482 euro al metro quadro, con una riduzione pari al 7,7% nei dodici mesi, all’1,1% nella seconda metà del 2015 e dello 0,8% da settembre a dicembre.

Anche Pordenone, con un prezzo medio richiesto pari a 1.315 euro al metro quadro e una riduzione annua del 6,1% fa registrare cali maggiori rispetto alle medie nazionali anche se, anche in questo caso, il rallentamento della discesa dei prezzi è stato evidente sia nel semestre (-1,3%) sia da settembre a dicembre (-0,7%).

Diverso il discorso per il mercato immobiliare di Gorizia dove, sebbene il prezzo medio rilevato sia il più basso fra i capoluoghi (1.081 euro a metro quadro) e la riduzione annua (-4,8%) sia inferiore tanto a quella regionale quanto a quella nazionale, nel corso del secondo semestre 2015 i prezzi richiesti sono addirittura aumentati del 2,6% anche se sono poi tornati a scendere dell’1,5% se si guarda solo all’ultimo trimestre dell’anno da poco concluso.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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