Economia
Assemblea Generali approva bilancio. Utile a 2 miliardi, ci sarà dividendo. Male il titolo in borsa
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- Pubblicato Giovedì, 28 Aprile 2016 21:38
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Trieste - L'assemblea degli azionisti di Generali, riunitasi il 28 aprile a Trieste, ha approvato a grande maggioranza (98,17%) il bilancio di esercizio 2015, chiuso con un utile di oltre 2 miliardi di euro e la distribuzione di un dividendo di 72 centesimi per azione, approvata con il 97,94% di voti favorevoli.
Il presidente di Generali, Gabriele Galateri di Genola, ha elencato gli azionisti di rilievo della compagnia con partecipazioni superiori al 2%. Tra questi, figurano i soggetti esteri BlackRock con il 2,83% e People's Bank of China con il 2,005%. "Come vedete, un bel parterre internazionale" ha commentato.
Già note le quote dei maggiori azionisti italiani: Mediobanca (13,212%), Delfin del gruppo Del Vecchio (3,163%), gruppo Caltagirone (3,002%).
In avvio di assemblea, il capitale complessivamente rappresentato era pari al 46,8%. Oltre all'approvazione del bilancio 2015, all'ordine del giorno dell'assemblea la nomina del consiglio d'amministrazione.
"Trasformeremo Generali in un gruppo più semplice, più veloce, più connesso, focalizzato sulle esigenze del cliente e degli agenti, con un'organizzazione innovativa, che sarà a beneficio dei nostri azionisti".
È l'impegno preso davanti all'assemblea dei soci a Trieste dal nuovo amministratore delegato del gruppo Generali, Philippe Donnet.
"È un obiettivo ambizioso ed entusiasmante, che richiederà uno sforzo collettivo importante. Ed è proprio osservando ogni giorno la dedizione e la passione di tutti coloro che hanno scelto di lavorare nel nostro gruppo, che saremo in grado non solo di competere con i migliori ma di essere tra i migliori".
"Per raggiungere gli sfidanti obiettivi è importante dedicare attenzione a tutti i nostri stakeholders e bisogna mantenere il rapporto di fiducia, trasparenza e collaborazione con tutti gli azionisti in linea con la tradizione, per far sì che continuino a credere in noi, anche attraverso una giusta remunerazione del capitale investito".
Nonostante i risultati soddisfacenti, Generali ha perso in borsa negli ultimi 12 mesi: al -21% della compagnia triestina si contrappone un -11,9% dell'indice europeo di settore. (L'indice FTSE Mib ha perso il 13,1% da inizio anno e il 19% negli ultimi 12 mesi).
Il direttore generale Alberto Minali ha così commentato il dato in assemblea: "Non siamo soddisfatti. Abbiamo sottoperformato rispetto agli altri assicuratori e rispetto all'indice".
Il direttore ha espresso la convinzione che la compagnia risponderà ai mercati "con i fatti, lavorando. Saranno i fatti a dimostrare che Generali valgono di più di quanto valgono in questo momento".
Concetto ribadito anche da Donnet, che ha rimarcato come Generali abbia una "solida strategia da implementare in uno scenario macroeconomico e finanziario complesso e che si sta ulteriormente complicando".
Assemblea di FriulAdria Crédit Agricole: utili su del 6%, Chiara Mio confermata presidente
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- Pubblicato Sabato, 16 Aprile 2016 23:25
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Si è riunita al teatro Verdi di Pordenone sabato 16 aprile l'assemblea degli azionisti di FriulAdria Crédit Agricole del Gruppo Cariparma Crédit Agricole.
L'assemblea ha approvato il bilancio 2015 presentato dalla presidente Chiara Mio e dal direttore generale Roberto Ghisellini.
FriulAdria chiude l’esercizio 2015 con un utile netto pari a oltre 34 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto allo scorso anno, nonostante l’impatto (pari a 8,3 milioni di euro) dei contributi ai fondi “salvabanche”.
Il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione è pari a 57,8% e il costo del credito è in flessione del 14% anno su anno, attestandosi a 68 milioni di euro.
Il ritorno sul capitale è stato pari al 4,8% e consolida la crescita della redditività di FriulAdria. Alla luce del risultato netto ottenuto, il dividendo per gli azionisti è di 1,2 euro per azione, mentre il rendimento dell’azione si attesta al 2,80%.
“Anche nel 2015 FriulAdria Crédit Agricole ha sostenuto l’economia reale del Nord Est accompagnando i progetti di innovazione e internazionalizzazione delle imprese e il ritorno ai consumi delle famiglie, in particolare per quel che riguarda l’acquisto della casa – ha dichiarato il direttore generale Roberto Ghisellini – Abbiamo continuato a svolgere la missione di banca al servizio del cliente in coerenza con la nostra tradizione e con il modello federale di Crédit Agricole. Parallelamente, abbiamo lavorato su noi stessi migliorando la solidità, l’efficienza e le performance portando un contributo di qualità alla crescita del Gruppo Cariparma Crédit Agricole, che oggi vanta il rating A3 di Moody’s, il più alto nel sistema bancario italiano”.
Per quanto riguarda le nomine, al termine delle operazioni di voto da parte dei soci presenti in assemblea sono risultati eletti 12 consiglieri della lista proposta dal socio di maggioranza Cariparma Crédit Agricole e precisamente: Chiara Mio (presidente), Ariberto Fassati, Jean-Yves Barnavon, Michel Jean Mary Benassis, Gianpietro Benedetti, Hugues Brasseur, Michela Cattaruzza, Jean-Louis Delorme, Maria Cristina Gribaudi, Jean-Philippe Laval, Giampiero Maioli, Marco Stevanato.
Per la lista espressione dei soci di minoranza è risultato eletto in Consiglio il commercialista pordenonese Andrea Babuin, già sindaco supplente della banca per il triennio 2013-2015.
La professoressa Chiara Mio è stata confermata presidente della banca.
Per il Collegio sindacale sono risultati eletti 5 sindaci della lista del socio di maggioranza: Roberto Branchi (presidente), Alberto Guiotto, Andrea Martini, Francesca Pasqualin, Ilario Modolo (sindaco supplente).
Per la lista di minoranza sono stati eletti il commercialista udinese Antonio Simeoni (sindaco effettivo) e la commercialista pordenonese Micaela Testa (sindaco supplente).
Soddisfazione per la conferma al vertice dell’Istituto è stata espressa dopo la proclamazione degli eletti da parte della presidente Chiara Mio.
“Il rinnovo della fiducia da parte degli azionisti di FriulAdria è per me motivo di grande soddisfazione umana e professionale – ha dichiarato Chiara Mio – Sono orgogliosa di poter guidare anche nel prossimo triennio un’azienda solida e performante come FriulAdria Crédit Agricole e di accompagnare la banca nel percorso di ulteriore crescita all’interno del Gruppo Cariparma Crédit Agricole, che prevede oltre 600 milioni di investimenti in Italia da qui al 2020. L’obiettivo condiviso è fare di FriulAdria Crédit Agricole una banca innovativa, multicanale, concreta, al servizio delle famiglie e delle imprese locali, orientata a un modello di business sostenibile”.
Il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia ed assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello ha così commentato i risultati della banca: "I numerosi segni positivi emersi quest'oggi dal bilancio sono indice dell'elevato livello di fiducia tanto delle imprese quanto delle famiglie nell'attività svolta dall'istituto di credito. Una reputazione, quella offerta da Friuladria Credit Agricole, che contribuisce a mantenere alta l'asticella in una regione che sta affrontando a testa alta le sfide di una competizione internazionale".
Il ministro Delrio a Trieste: rilancio del Porto centrale per città e Friuli Venezia Giulia
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- Pubblicato Venerdì, 15 Aprile 2016 11:25
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Trieste - Si è svolto giovedì 14 aprile al Magazzino 26 del Porto Vecchio, organizzato dal Comune di Trieste, dalla Regione Autonoma FVG e dall'Autorità Portuale, l'incontro con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.
Ha aperto i lavori il Sindaco Roberto Cosolini che, dando il benvenuto al Ministro e sviluppando il tema “Trieste riparte dal mare”, ha ricordato come “per Trieste, effettivamente, dal mare tutto è cominciato. La città aperta, plurietnica e multiculturale – quale tuttora è -, dove in tanti hanno trovato il luogo ideale per uno sviluppo imprenditoriale, “la più europea delle città italiane”, è sorta dal mare e grazie al mare”.
“Ora ci stiamo incamminando verso un nuovo futuro – ha affermato Cosolini –, avendo anche ritrovato la consapevolezza che Trieste serve al Paese, per il suo Porto, per i rilevanti istituti di ricerca scientifica e tecnologica e per gli importanti gruppi finanziari che ospita; ma nel contempo Trieste serve al Paese e all'Europa anche perchè si sta ricollocando nuovamente al centro di un'area fondamentale del sistema europeo.”
“E ciò vale innanzitutto proprio per il Porto – così ancora il Sindaco – che è per definizione lo scalo più internazionale d'Italia, operante, come noto, al 90% “da estero per estero”, dove le merci sono destinate, specialmente per via ferroviaria, a raggiungere tutti i Paesi d'Europa.”
Il Sindaco Cosolini ha quindi indicato il riuso del Porto Vecchio come il più grande progetto attuale per il rilancio della città.
Sono quindi intervenuti la Presidente della Regione Debora Serracchiani, la quale ha posto in primo piano il problema dei collegamenti e del loro necessario adeguamento e indispensabile velocizzazione a tutti i livelli, da quello autostradale con la realizzazione del terzo e quarto lotto della Terza Corsia della Trieste-Venezia per finalmente aumentarne la capacità di transito, a quello aereo dove bisogna rilanciare l'aeroporto di Ronchi rendendolo uno strumento in grado di attrarre e gestire crescenti flussi turistici; fino al settore ferroviario, sul quale la Serracchiani ha molto insistito sottolineando stanziamenti già disposti e necessari impegni nell'area triestina, al servizio appunto principalmente del Porto, per l'adeguamento dello scalo di Campo Marzio, il collegamento diretto tra Servola e la galleria di cintura (la “Circonvallazione”) a beneficio degli insediamenti industriali, un collegamento diretto tra Campo Marzio e Villa Opicina ancora una volta connesso ai traffici portuali.
Di questi ha parlato il Commissario dell'Autorità Portuale Zeno D'Agostino il quale, illustrando le caratteristiche e le favorevoli prospettive di “Un Porto proiettato in Europa”, ha innanzitutto messo in rilievo i dati che confermano Trieste al primo posto in Italia per tonnellaggio trasportato con un ulteriore incremento del 9% sul 2015, “e ciò anche grazie al grande 'investimento' fatto sui lavoratori. Dal 2015 a oggi – ha spiegato D'Agostino – abbiamo potuto effettivamente registrare significativi incrementi in tutti i settori delle attività portuali”.
Lo stesso D'Agostino ha poi indicato i quattro principali vantaggi competitivi che caratterizzano il nostro Porto, e lo rendono unico, “speciale” e attraente rispetto ad altri: la particolare posizione geografica, l'aver realizzato validi collegamenti intermodali giornalieri mare-ferrovia verso la Germania e i principali Paesi dell'Europa Centrale, il disporre di fondali marini di 18 metri “che altri non hanno e non possono avere” e infine, ma non da ultimo, godere di un regime di Porto Franco con preziose prerogative e significativi vantaggi.
“Stiamo operando per lo sviluppo di questo Porto – ha concluso -, assieme e in collaborazione con i porti e interporti vicini – Monfalcone, Porto Nogaro, Cervignano, Gorizia, Fernetti -, per creare un forte sistema logistico integrato in grado di attirare, assieme ai vantaggi offerti dal Porto Franco, l'interesse degli operatori di ogni Paese.”
Nel suo intervento conclusivo, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio – che ha dichiarato di essere un grande ammiratore della città – ha osservato come Trieste abbia effettivamente tutte le caratteristiche per essere un “centro” forte di riferimento per questa vasta area centro-europea e come, in effetti, come tale sia già considerato e riconosciuto da molti Paesi, dai loro dirigenti, operatori economici e popolazioni.
Inoltre, “se un problema dello sviluppo, e dello sviluppo italiano in particolare, è quello di rimettere al centro dell'economia proprio l'economia del mare, con la cura dei traffici ma anche della logistica e della capacità di organizzazione, allora Trieste – ha detto Delrio – è una delle città portuali che per prima ha capito questo aspetto e come tale può essere davvero d'esempio per molte altre.”
“Oggi infatti stiamo purtroppo in molti casi penalizzando i traffici, perdendo l'interesse degli operatori, in gran parte a causa di inefficienze logistiche e della mancata volontà di risolverle. Per cui – ha affermato il Ministro – è una vera consolazione vedere come Trieste rappresenti oggi una testimonianza esemplare e tra le più avanzate di questa capacità di rinnovamento e di nuova interpretazione della situazione e delle dinamiche economiche del mondo attuale.”
Il Ministro ha completato il quadro concordando dunque – alla luce di quanto sopra – con gli interventi precedenti riguardo alla assoluta necessità di rafforzamento dei collegamenti ferroviari e di modernizzazione delle reti, adeguatamente velocizzando la linea Venezia-Trieste e investendo su un rilancio dell'Aeroporto, infrastrutture queste entrambe decisive per il Paese. “E anche se l'immediato futuro non sarà facile – ha affermato – ci impegnamo a non fermarci.”
Sulla riforma dei porti "non c'è alcun rinvio. C'è la possibilità per chi ritiene di non essere pronto al coordinamento, alla fusione delle autorità di sistema portuali, di un periodo transitorio. Possibilità che ci auguriamo non venga sfruttata se non in minimissima parte".
"La riforma nel suo complesso è passata, integra. La riforma nel suo complesso, sia il piano strategico, cioè la logistica, e poi la riforma applicativa, è andato a buon fine" - ha spiegato Del Rio, fiducioso che "in poche settimane saremo alla fine".
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