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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Ideal Standard, ennesima rottura di fatto con l'azienda. Ministero stigmatizza la multinazionale

Ideal Standard, ennesima rottura di fatto con l'azienda. Ministero stigmatizza la multinazionale

Roma - I lavoratori della Ideal Standard si preparano a scioperare il 15 luglio, dopo l'ennesima rottura con i vertici aziendali, in una vicenda senza fine in cui la multinazionale ha operato continui voltafaccia.

È lo stesso Ministero dello Sviluppo economico a stigmatizzare il comportamento di Ideal Standard, in un comunicato uscito qualche ora dopo l'incontro svoltosi nel pomeriggio del 10 luglio con i rappresentanti del Governo, la presidente del Friuli Venezia Giulia e l'azienda.

"Poiché Ideal Standard non si è mostrata disponibile a recepire le sollecitazioni a rispettare gli impegni in precedenza assunti, sarà formalmente richiamata ad abbandonare scelte non coerenti con le normali relazioni istituzionali ed industriali e ad intraprendere immediatamente un negoziato che sia in grado di ripristinare un nuovo clima sociale".

"Si chiude in un clima di tensione e con una rottura di fatto - prosegue il comunicato governativo - la riunione convocata oggi al Ministero dello Sviluppo Economico per verificare le prospettive dello stabilimento friulano di Orcenico di Zoppola (Pordenone)".

"Il Mise, insieme alla Presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia, durante l’incontro ha sollecitato la Direzione Aziendale ad onorare quanto stabilito solo poche settimane fa, e quindi a favorire in concreto attività industriali che, in continuità produttiva o con nuovi progetti, siano in grado di dare reali prospettive occupazionali".

"Contestualmente, Ministero e Regione hanno richiamato Ideal Standard al mantenimento dell’impegno preso a sospendere la procedura di mobilità e ad utilizzare - come previsto - la Cig in deroga. L’atteggiamento di chiusura della multinazionale rischia purtroppo di rendere ancora più acuta una già difficile situazione sociale".

"Il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Friuli Venezia Giulia, oltre a stigmatizzare scelte aziendali non condivisibili, restano comunque impegnati a favorire un’intesa tra le parti che tuteli nel modo migliore i lavoratori di Orcenico".

Ideal Standard ha disatteso gli obblighi sottoscritti alcune settimane fa al Mise, non mettendo Bpi nelle condizioni minime per dare continuità al piano industriale iniziale". È stato questo il primo commento di Franco Rizzo, segretario regionale Fvg dei Chimici della Cisl, dopo il vertice sul futuro dello stabilimento friulano.

"L'atteggiamento dell'azienda - prosegue Rizzo - contrariamente a quanto sbandierato tramite comunicati stampa pre-confezionati e distribuiti ad arte a vertice ancora in corso, ci fa pensare che l'obiettivo non sia rilanciare il sito, ma mettere una pietra tombale sul futuro e sulle prospettive di quell'unità produttiva. È un atto grave che le organizzazioni sindacali e la Regione hanno  stigmatizzato. Il Governo ha invece fatto presente che sarebbe opportuno che l'azienda rivedesse la propria posizione. Allo stato attuale, la proprietà deve rendersi conto delle conseguenze pesanti sul piano sociale che provocherebbe ad un territorio già di per sè molto gravato da situazioni di crisi economica".

Rizzo ha anche preannunciato un'imminente presa di posizione delle segreterie nazionali, con la proclamazione di uno sciopero unitario a livello di gruppo, col coinvolgimento anche dei lavoratori di Trichiana (Belluno) e Roccasecca (Frosinone).

"Quanto sta accadendo per Orcenico e le dichiarazioni allarmanti che abbiamo raccolto - ha detto l'esponente della Cisl - ci fa temere anche per le prospettive occupazionali degli altri due siti: l'atteggiamento assunto sembra minare le prerogative di continuità imprenditoriale e la netta sensazione che si percepisce è che il fondo di investimento che controlla Ideal Standard - ha concluso - stia seriamente pensando a cessare ogni attività produttiva in Italia".

Ideal Standard aveva invece scritto di dare la "piena e totale disponibilità a dare seguito all'accordo firmato il 22 maggio scorso" con la chiusura della di mobilità e la richiesta di cassa integrazione in deroga, e ha proposto in aggiunta l'erogazione di 6.000 euro come "incentivo all'esodo" per ciascun dipendente dello stabilimento di Zoppola. Lo rende noto la stessa società al termine della riunione a Roma.

Nel comunicato diffuso dall'azienda, si legge che Ideal Standard ha adottato un "comportamento sempre improntato alla correttezza dei rapporti istituzionali, e volto a offrire tutto quanto era possibile in termini di volumi, marchi, facilities, linee di prodotti a ben due diversi soggetti interessati ad avviare una nuova iniziativa imprenditoriale".

"È inaccettabile  - concludeva la nota di Ideal Standard - venir ricambiati in tale modo dopo aver sopportato accuse ingiuste e immeritate circolate a mezzo stampa e aver speso oltre 20 milioni di euro per ricercare una soluzione nell'interesse dei lavoratori e del territorio".

Ideal Standard chiedeva nel comunicato la convocazione di una nuova riunione presso il Ministero del Lavoro, secondo il percorso previsto dall'accordo firmato il 22 maggio.

Il comportamento della multinazionale è stato condannato anche da Francesca Papais, sindaco di Zoppola, che scrive: "Stiamo rientrando da Roma. Oggi abbiamo chiesto a Ideal Standard la possibilità di garantire un futuro ai lavoratori e a un territorio che ingiustamente viene messo in ginocchio da decisioni assunte da irresponsabili".

"Hanno tradito anche questa disponibilità sottoscritta il 22 maggio presso il ministero del governo italiano comunicando di non voler più  cedere lo stabilimento e gli impianti come invece avevano dichiarato".

"Il territorio di Zoppola deve ospitare una cattedrale nel deserto? Credo che Ideal Standard dovrebbe lasciare al territorio e ai lavoratori almeno lo stabilimento e gli impianti come risarcimento per i gravi danni che hanno provocato. Vogliamo solo guardare al futuro con dignità e rispetto per i lavoratori e le future generazioni".

Da parte loro il lavoratori dello stabilimento avevano fatto pervenire ieri a Roma una lettera in cui si sottolineava la piena disponibilità ad organizzarsi in cooperativa pur di proseguire l'attivitò di produzione.

Così la lettera: "In relazione ai negativi esiti che sembrerebbe prendere la vertenza Ideal Standard relativa alla chiusura dello stabilimento, i lavoratori di Orcenico Inferiore di Zoppola (PN) si permettono di porre in evidenza alle Istituzioni quanto definito presso il Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 22 maggio 2014".

"In particolare, prendendo atto dell’intervenuta e attuale manifestazione di interesse presentata da Bpi Group , che si fonda sull’attivazione dei fondi di mutualità per favorire la prosecuzione dell’attività di Orcenico, confermano sin d’ora la piena disponibilità a costituire la cooperativa che si assuma l’onere di dare un futuro allo stabilimento e all’occupazione".

"Risulta evidente - prosegue il documento - che lo sforzo congiunto di BP Group e dei lavoratori ha per presupposto ilrispetto della responsabilità sociale oltre che l’adempimento e la specificazione degli obblighi che Ideal Standard ha assunto presso il Mi.Se. (il 22 maggio) e in particolare che Ideal Standard Industriale S.r.l. s’impegna ad agevolare concretamente la costruzione e l’avvio del piano industriale di Bpi Group concedendo la producibilità di volumi “ceramici” per la stessa reperiti in “outsourcing” e di quelli “acrilici”, mettendo a disposizione marchi di proprietà, concedendo le matrici/stampi per alcune serie di prodotti e garantendo la fruibilità degli immobili e degli impianti a condizioni di favore; Ideal Standard Industriale S.r.l. s’impegna a non trasferire le linee di produzione “acrilico” e a ricercare tutte le soluzioni possibili di sostenibilità economica tali da garantire il loro mantenimento nel sito di Orcenico di Zoppola".

"I lavoratori di Orcenico, disposti anche a reimpiegare le provvidenze derivanti dallaindennità di mobilità per costruirsi un futuro, chiedono alle Istituzioni tutte, ogni possibile intervento per rendere praticabile l’unica possibilità di lavoro che faticosamente cercano di costruirsi".

Ideal Standard, giornate decisive: dopo assemblea e incontro in Provincia, il 10 luglio tavolo al MiSe

Ideal Standard, giornate decisive: dopo assemblea e incontro in Provincia, il 10 luglio MiSe

Pordenone - Giornate decisive per lo stabilimento Ideal Standard di Orcenico di Zoppola. Domani 10 luglio si svolge al Ministero dello Sviluppo economico un incontro chiave per dare una svolta al braccio di ferro tra i lavoratori, il territorio e l'azienda.

Abbiamo raggiunto le Rappresentanze Sindacali unitarie dello stabilimento, da mesi impegnate in una trattativa estenuante, che hanno così tracciato il quadro che si presenta dopo l'assemblea svoltasi lunedì 7 luglio e l'incontro presso la Provincia di Pordenone avvenuto l'8 luglio.

"Dopo l’assemblea con i lavoratori, nella mattinata di ieri si è svolto l’incontro presso la Provincia di Pordenone, così come previsto dalla normativa sulla procedura di mobilità" spiega a nome delle RSU Gian Mario Petozzi (Cisl).

"Per l’ennesima volta il management non si è presentato al tavolo a causa della propria codardia e si è fatto quindi rappresentare da un consulente del lavoro, che ha ribadito le posizioni precedentemente espresse e cioè di voler mettere tutti in mobilità a partire dal 24 luglio".

"Il tavolo è stato aggiornato al 15 luglio, dopo l’incontro che si svolgerà al ministero domani. La trattativa con BPI Group per la costituzione di una cooperativa di lavoratori si è bruscamente interrotta in quanto Ideal Standard ha posto condizioni impercorribili contrariamente a quanto firmato al Mi.S.E. nell’ultimo accordo siglato".

"Da questo fatto - ricorda Petozzi - si sono scatenati una serie di eventi che stanno mobilitando tutto il territorio e le istituzioni: Unindustria di Pordenone ha cacciato Ideal Standard dal gruppo imprenditoriale, per i suoi repentini cambi di posizione, beffandosi di tutto e di tutti; il ministero ha convocato urgentemente per domani alle 12.30 un incontro con tutte le parti (Ideal Standard, BPI, sindacati, Unindustria e istituzioni) per approfondire le cause del mancato rispetto del accordo siglato in quella sede".

"Ci troviamo di fronte all’ennesimo colpo di teatro di un management che non si assume le proprie responsabilità e che da cinque anni a questa parte ha siglato accordi ovunque e con chiunque salvo poi non rispettarne alcuno, perseguendo l’unico obbiettivo della chiusura dopo aver utilizzato soldi pubblici per risanare i bilanci sostenendo che non avrebbe chiuso davanti a tutte le istituzioni a tutti i livelli".

"Auspichiamo - concludono i Rappresentanti - che dall’incontro di domani possano sortire nuovi elementi che possano dare continuità produttiva allo stabilimento con la formula dell’autoimprenditorialità".

(Nella foto: i lavoratori a Pordenone l'8 luglio. Credits: www.idealscala.org)

Ideal Standard, assemblea urgente il 7 luglio dopo la rottura tra l'azienda e Unindustria Pordenone

Ideal Standard, assemblea urgente il 7 luglio dopo la rottura tra l'azienda e Unindustria Pordenone

Pordenone - I lavoratori della Ideal Standard hanno convocato un'assemblea straordinaria in seguito alla rottura della trattativa tra azienda, Unindustria Pordenone e Bpi Group Italia, la società specializzata nella realizzazione di programmi integrati di ristrutturazione su larga scala.

"Considerato il grave ed irresponsabile atteggiamento dell’azienda emerso nella giornata di ieri - si legge nel comunicato delle Rappresentanze sindacali -, viene convocata urgentemente un’assemblea con tutti i lavoratori per lunedì 7 luglio alle ore 15 presso la sala mensa. Considerata la gravità della situazione invitiamo i lavoratori alla massima partecipazione per assumere le decisioni più opportune sulle iniziative da intraprendere".

L'azienda il 4 luglio aveva comunicato l'indisponibilità a qualsiasi altro passaggio istituzionale. Se non ci saranno mutamenti, dal 18 luglio oltre 400 addetti saranno licenziati.

Gli eventi sono precipitati: le condizioni per giungere a una definizione consensuale della mobilità sono state ritenute irricevibili e parallelamente immodificabili da parte dell'azienda, facendo tramontare l'ipotesi di Bpi Group, che intendeva costituire una cooperativa che coinvolgesse gli operai.

L'incontro riservato tra Ideal Standard, Bpi Group e Unindustria, svoltosi il 4 luglio, si è concluso negativamente. L'Unione Industriali ha dato l'aut aut alla società sulla necessità di rispettare i patti sottoscritti. L'azienda ha sostenuto invece di aver mantenuto gli impegni siglati al Ministero dando la propria disponibilità a sostenere il piano industriale di Bpi e di non essere stata sostenuta da Unindustria. Il gruppo ha quindi comunicato di aver lasciato l'Unione.

"Abbiamo chiesto e ottenuto una riunione al Ministero dello sviluppo economico, già a metà della settimana prossima, per verificare le obbligazioni che sono state assunte dai vari soggetti, sopratutto dall'azienda, negli incontri dei mesi scorsi".

Così ha detto il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, commentando il naufragio della trattativa, durante la conferenza stampa svoltasi il 5 luglio ed alla quale hanno preso parte anche i vice presidenti Sergio Barel, Marco Camuccio e Andrea Malacart.
 
"È imbarazzante - ha aggiunto Agrusti - che un governo avesse messo Ideal Standard nella "short list" per ottenere la cassa in deroga fino a dicembre, una condizione di assoluto privilegio che avrebbe consentito un notevole margine di manovra e tempo sufficiente per la verifica dell'ipotesi di creare la cooperativa che coinvolgesse i lavoratori. Nonostante questo, c'è un atteggiamento sprezzante nei confronti di Pordenone e delle istituzioni nazionali e regionali. Purtroppo stiamo decidendo il futuro di 450 persone e relative famiglie. Per gli imprenditori di questo territorio i dipendenti sono sempre stati visti come collaboratori e non come semplici maestranze. Il timore che abbiamo è che il fondo di investimento americano che controlla l'azienda - ha concluso - non abbia più alcun interesse a mantenere alcun tipo di rapporto con il Friuli".

"La comunità degli imprenditori di questa provincia ha altri codici - ha spiegato Agrusti - e sviluppato nel tempo una cultura di relazioni sindacali straordinaria. Intendiamoci: Unindustria assiste le aziende in difficoltà che sono in qualche modo giunte al capolinea ma è chiaro, direi evidente, che nel momento in cui esistono concrete possibilità di ripresa o rilancio, noi alla morte scegliamo la vita. Preferiamo che le imprese che sono ancora in grado di farlo proseguano perché è stato il manifatturiero a garantire la cifra industriale a questo territorio".

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