Economia
Interporto Pordenone progetta nuove vie di traffico con Ungheria ed Ucraina
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Venerdì, 27 Giugno 2014 15:29
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Pordenone - Le condizioni per iniziare il business ci sono, così come anche l'interesse degli operatori nel dare avvio al traffico ferroviario da e per l'Ucraina e l'Ungheria. Pertanto non si dovrà attendere molto per veder partire il primo treno da Pordenone con destinazione il polo logistico di Chop e il porto Fluviale di Cespel sul Danubio.
Ne è convinto il presidente di Interporto Centro Ingrosso Giuseppe Bortolussi, che il 27 giugno, al rientro dalla missione che lo ha visto impegnato inuna serie di appuntamenti istituzionali in Ungheria e Ucraina, ha rilasciato una nota sugli esiti degli incontri.
La trasferta è servita per verificare le condizioni di operatività con due grandi poli logistici dell'est Europa, zona del mondo sulla quale sta volgendo lo sguardo il centro intermodale della Destra Tagliamento.
Della delegazione facevano parte anche i tecnici di Interporto, Paolo Perin in rappresentanza di Finest, il presidente di Istiee Giacomo Borruso, esperto tra l'altro di economia dei trasporti nonché lo spedizioniere Alessandro Formaro.
Il primo incontro si è svolto presso il porto fluviale di Budapest, il più grande dell'Ungheria, che per attività si avvicina molto a quello di Trieste. Rilevante il traffico della struttura, che conta sulla movimentazione di 160 mila Teu l'anno, l'attracco di 1500 navi e l'arrivo di 20 mila treni grazie alle 2 rampe ro-ro e i 20 chilometri di binari presenti all'interno dell'area stessa.
Ed è stato proprio il collegamento ferroviario tra Budapest e Pordenone l'argomento al centro dell'incontro con il responsabile del settore, Marjan Miklos; il porto fluviale in questo momento incontrap roblemi per la navigabilità del Danubio verso il centro Europa e quindi la tratta su binario risulterebbe una valida alternativa per collegare la capitale ungherese e il Nordest.
“Perciò – spiega il presidente di Interporto Giuseppe Bortolussi – siamo pronti a fare, da subito, la nostra parte. La movimentazione di merci attraverso vagoni ci permette di arrivare nel cuore dell'Europa scavalcando gli attuali vincoli doganali di frontiera nei singoli Paesi e riducendo il percorso che devono compiere le merci”.
Discorso simile anche nella seconda tappa della missione a Chop in Ucraina. La cittadina, apochi chilometri dalla frontiera con l'Ungheria, ma anche a breve distanza da quella con la Slovacchia e la Romania, rappresenta la porta di accesso verso i Paesi dell'ex blocco sovietico e punto di scambio dello scartamento ridotto.
“Con la ditta Pacobo e i trazionisti Tibor e LevanteKardos, che erano venuti da noi qualche mese fa per vedere l'Interporto di Pordenone – spiega il presidente Bortolussi – abbiamo affrontato il tema delle autostrade viaggianti. Il Ro-La permetterebbe ad entrambi di superare gli enormi colli di bottiglia rappresentati dalle frontiere nel viaggio delle merci su camion da e verso l'Italia".
"L'utilizzo della ferrovia consentirebbe quindi una prima risposta immediata alle esigenze degli autotrasportatori, velocizzando le consegne. C'è già un pacchetto di nostri e loro imprenditori che si sono dichiarati disponibili ad avviare interscambi con queste zone del mondo. Con un consulente locale stiamo mettendo a punto gli aspetti doganali, quelli di trazione ferroviaria ed handling, dopodiché siamo pronti per partire. Credo – conclude Bortolussi – che entro la fine dell'anno apriremo un nuovo corridoioverso l'Est, con interessanti risvolti legati anche all'occupazione”.
Ma c'è anche un altro aspetto non prettamente economico che potrebbe facilitare gli interscambi tra Pordenone e Chop. “Il presidente Blàszlò Brenzovics della Regione Transcarpazia in cui ha sede l'Interporto – spiega Bortolussi – si è dichiarato molto interessato ad avviare dei corsi di lingua italiana nella sua giurisdizione, chiedendoci un supporto. Noi ci stiamo adoperando per soddisfare questa richiesta attraverso alcuni progetti europei; siamo certi che la cultura possa rappresentare un ottimo veicolo per aprire le porte agli interscambi economici”.