Due scosse di terremoto tra Ovaro e Comeglians, di magnitudo 3.2 e 2.6. Nessun danno
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- Pubblicato Giovedì, 12 Novembre 2015 10:24
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Udine - Tra le 20.46 e le 22.20 dell’11 novembre sono state registrate due scosse di terremoto in provincia di Udine. Il primo con una magnitudo del 3.2, il secondo di 2.6. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv, ha registrato i due sismi, che hanno avuto epicentro tra le città di Ovaro e Comeglians. La Protezione civile non ha segnalato danni a persone o cose.
La prima scossa di terremoto è stata registrata dalla rete di monitoraggio sismico dell’Ingv alle 20.46 dell’11 novembre, con magnitudo del 3.2, ipocentro a 11 chilometri di profondità ed epicentro a due chilometri da Ovaro, 5 chilometri dai Comuni di Comeglians e Prato Carnico, 6 chilometri da Raveo, 7 chilometri da Ampezzo, 8 chilometri da Rigolato, Socchieve e Enemonzo, 9 chilometri da Ravascletto e 10 chilometri da Sauris, Preone, Lauco, Villa Santina.
La seconda scossa di terremoto invece è stata registrata alle 22.20 dall’Ingv con magnitudo 2,6, ipocentro a 10 chilometri di profondità ed epicentro entro 3 chilometri da Ovaro, 5 chilometri dai Comuni di Comeglians e Prato Carnico, 6 chilometri da Raveo, 7 chilometri da Ampezzo, 8 chilometri da Rigolato e Socchieve, 9 chilometri da Ravascletto, Sauris ed Enemonzo, e 10 chilometri da Preone, Lauco e Villa Santina.
Terremoto a 26 km dalla centrale nucleare di Krsko in Slovenia: rassicurazioni e timori
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- Pubblicato Lunedì, 02 Novembre 2015 16:01
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Il terremoto di magnitudo 4,2 registrato poco prima delle 9 di domenica 1° novembre nel sud est della Slovenia non avrebbe provocato alcun danno se non il crollo di qualche vecchio comignolo, riferiscono fonti slovene.
L’epicentro era nella zona di Obrezje, a 26 chilometri da Krsko, dove si trova un'importante centrale nucleare, a poco meno di 100 da Lubiana. L’Agenzia per l’ambiente slovena (Arso) ha reso noto che il sisma è stato di magnitudo 4,2; il Centro ricerche sismologiche parla di 4,8.
Il terremoto, riporta l’Arso, è stato avvertito nel sud-est della Slovenia (zona di Brezice, Krsko, Novo mesto e Trebnje).
La televisione pubblica slovena ha mandato in onda servizi con interviste a testimoni della zona. Questi hanno parlato soltanto di lievi danni a Kostanjevica pri Krki, paesino nei pressi dell’epicentro.
Il terremoto è stato registrato anche dalla Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia. In una nota si precisa che il sisma è stato di magnitudo 5 con epicentro alla profondità di 9,4 chilometri, a Podbocje.
“L’impianto continua a funzionare in modo affidabile e sicuro a piena potenza”, è stato comunicato dalla centrale nucleare slovena.
Da parte sua la Regione FVG ha fatto sapere che il risultato della misurazione effettuata dagli operatori dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) del Friuli Venezia Giulia nella serata di domenica nell'ambito del servizio di emergenza, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno, conferma il quadro pienamente tranquillizzante a seguito del terremoto.
Più precisamente, l'intervento in pronta disponibilità ha campionato il particolato atmosferico delle ultime otto ore, confermando quanto già era emerso dalle misure di irraggiamento verificate nel pomeriggio, ovvero che non vi è alcuno scostamento dal livello del fondo naturale su tutto il territorio regionale.
ARPA ha proceduto anche alla verifica dei valori disponibili sulla rete europea EURDEP, che forniscono i dati delle centraline nell'immediato intorno dell'impianto nucleare sloveno. Anche in questo caso, rende noto ARPA, non ci sono scostamenti dai normali livelli di fondo naturale.
Nel luglio 2015 è stato raggiunto un accordo per prolungare di venti anni, fino al 2043, la vita operativa della centrale, nonostante i Verdi e i gruppi ambientalisti avessero chiesto la chiusura dell'impianto.
Il sito, costruito nel 1983, avrebbe dovuto cessare la produzione di energia nel 2023; dopo un incidente senza conseguenze nel 2008 - dovuto a una perdita del liquido di raffreddamento di un reattore - Greenpeace aveva chiesto nel 2012 la graduale messa fuori servizio della centrale data l'età e il rischio sismico della zona in cui si trova.
Da tenere presente che non esistono norme internazionali di progettazione sismica obbligatorie per le nuove centrali.
La centrale attuale è sottoposta a verifiche periodiche di sicurezza, anche sismica (“Stress Test”). Tali verifiche tuttavia prendono come riferimento calcoli probabilistici. La questione quindi è del tutto aperta e controversa.
Qui un articolo sul tema della sicurezza di Krsko pubblicato su "Konrad" il 2 settembre scorso: http://www.konradnews.org/centrale-nucleare-krsko-rischio-sismico-troppo-alto/
Crollo sulla SP 22 ad Anduins, risponde l'Assessore Vito: da VIA non emergono problemi di frane
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- Pubblicato Mercoledì, 30 Settembre 2015 17:28
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Trieste - "La documentazione progettuale presentata in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) non ha evidenziato problematiche in merito a eventuali fenomeni franosi".
L'assessore regionale all'Ambiente e all'Energia del Friuli Venezia Giulia Sara Vito ha così risposto all'interrogazione presentata dal consigliere Cristian Sergo (Movimento 5 Stelle) in merito allo smottamento della strada in prossimità del cantiere della nuova centralina sul Rio Barquet in comune di Vito d'Asio.
Questo il testo dell'interrogazione a risposta immediata:
"Vista l'istanza presentata dalla RenoWa srl alla Regione, ai sensi della L.R. 43/1990 e del D.P.G.R. n. 0245/Pres. dd. 8.07.1996, relativa al nuovo impianto idroelettrico del tipo "mini" ad acqua fluente e ad alta caduta, in Comune di Vito d'Asio sul rio Barquet;
Preso atto che il parere collaborativo del Servizio geologico non è stato formulato e che con DGR 2453 del 2.12.2010 tale progetto è stato comunque giudicato compatibile con l'ambiente;
Visto che l'8.08.2012 si è tenuto il Consiglio comunale di Vito s'Asio, nel corso della cui discussione il consigliere di minoranza Gerometta Anna segnalava i gravi rischi per l'ambiente e l'ecosistema derivanti dalle opere, evidenziando altresì il rischio di frane (già verificatesi più volte nel secolo scorso);
Richiamata la petizione popolare presentata il 24.10.2012 in Consiglio Regionale sostenuta da oltre 2 mila firme per la 'Salvaguardia dell'integrità ambientale e idraulica del torrente Arzino e dei suoi affluenti';
Preso atto che il 18.09.2015 si è verificato uno smottamento della strada da Anduins verso Vito d'Asio nei pressi del rio Barquet, proprio sopra i cantieri del costruendo impianto idroelettrico.
Tutto ciò premesso, si interroga l'Assessore competente per conoscere i motivi in forza dei quali la Regione ha dichiarato compatibile con l'ambiente il progetto della RenoWa srl in Comune di Vito d'Asio sul rio Barquet, senza assumere il parere del Servizio Geologico o comunque senza tener conto del rischio idrogeologico preesistente".
Così prosegue la risposta dell'assessore Vito: "Nello studio di impatto ambientale si afferma che dall'analisi della morfologia delle pendici che sovrastano le aree oggetto di studio e dallo sviluppo topografico delle stesse si possono escludere che siano soggetti a fenomeni geostatici di tipo gravitativo (caduta massi), franoso e di colate detritiche", prevedendo inoltre che "l'esecuzione di scavi e di movimento terra saranno eseguiti senza compromettere l'equilibrio geostatico del versante".
Nel corso della procedura di VIA, avviata a luglio 2009, ha aggiunto Vito, "sono stati chiesti i pareri, tra gli altri, al Comune di Vito d'Asio, all'Ispettorato agricoltura e foreste di Pordenone e al servizio Geologico della Regione. Da questi enti e uffici non è pervenuta al servizio Valutazioni ambientali della Regione alcuna segnalazione di problematiche in ordine al rischio idrogeologico".
Il progetto inoltre, ha spiegato l'assessore, è stato oggetto di autorizzazione unica, conclusa a ottobre del 2012 che contiene alcune prescrizioni dell'Ispettorato agricoltura e foreste di Pordenone.
"Pertanto l'Ispettorato ha a suo tempo esaminato e preso in considerazione gli aspetti relativi al dissesto idrogeologico" ha concluso Vito.
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